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Autore: ___Page    14/02/2018    2 recensioni
Se pensate di aver capito male, vi tranquillizzo subito. Il vostro udito non ha nulla che non va, avete sentito bene. Ho detto proprio strega.
E tra tutti i vampiri, licantropi, mutaforma e incubi che se la contendevano, Perona ha scelto proprio me. Portuguese D. Ace. Un comune essere umano. Certo, ex capitano della squadra di rugby del liceo, consumato playboy negli anni adolescenziali e con un sorriso mozzafiato ma pur sempre un comune essere umano.
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Aggiornamenti lenti.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Drakul Mihawk, Koala, Perona, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Deglutisco a vuoto un paio di volte ma sostengo il suo sguardo. È come con gli orsi, se mostri anche solo un momento di debolezza ti attaccano[1]. Robin è sparita nel nulla e io mi sento le gambe molli come gelatina.
Non perché Robin è sparita nel nulla eh? Voglio dire non è come se avessi bisogno dell’appoggio della sorella gemella per cui Law stravede per sentirmi al sicuro e tranquillo.[2]
E siccome, appunto, non ho bisogno di Robin ma posso benissimo affrontarlo da solo, prendo un profondo respiro e mi avvicino al tavolo. Passo una mano sul fianco e sulla schiena di Perona quando la supero e mi fermo accanto a lei. Senza perdere nemmeno un secondo, Andromeda è sulla mia spalla. Boa si è momentaneamente allontanata, il che mi conforta perché credo che affrontare un parente per volta sia la chiave per sopravvivere a questa serata. Intravedo con la coda dell’occhio Perona girarsi verso di me, come se stesse controllando le mie condizioni, e poi lanciarmi un sorriso prima di tornare a dedicarsi a spremere il succo di qualunque genere di frutto rinsecchito sia quello che sta spremendo.
Mi sento ringalluzzito dalla sua reazione[3] e ora sono pronto ad affrontarlo. -Ciao Law!- saluto con un entusiasmo e sto ancora valutando se azzardarmi a dargli una goliardica pacca sulla spalla quando mi accorgo che è passato troppo tempo. Per la pacca sulla spalla certo ma anche per lui per darmi una risposta senza sfociare nella maleducazione.
Ma niente da fare, Law continua a fissare dritto davanti a sé con sguardo vacuo e improvvisamente capisco. Capisco che non stava affatto fissando me poco fa, ma un punto nel vuoto che si trova a occhio e croce sulla stessa traiettoria dove mi trovavo io. Esitante, mi giro verso Perona che però non sembra essersi accorta di nulla e continua a spremere e canticchiare imperterrita. Mi giro di nuovo verso Law e sollevò una mano a mezz’aria.
Guardo la mano poi di nuovo Law.
Non so se agitargliela davanti agli occhi o toccargli semplicemente la spalla. In entrambi i casi rischio la vita. Forse dovrei solo lasciar perdere.
Guardo la mano, guardo Law. Poi guardo Andromeda. Mi stringo nelle spalle e mi butto, incurante del pericolo. -Ehi Law?- lo chiamo di nuovo e opto per “agitare mano davanti agli occhi”. Riesco per miracolo a nascondere il mio sollievo quando Law sbatte le palpebre e si riprende con calma, senza reazioni brusche e potenzialmente letali.
Si gira verso di me, mi osserva qualche istante con un’espressione impossibile da decifrare e poi: -Ah. L’umano.- commenta atono e torna a guardare davanti a sé, disinteressato alla mia presenza.
Dire che sono basito è dire poco. Non mi aspettavo un’accoglienza in pompa magna ma nemmeno la totale assenza di minacce di morte.
-Law!- lo rimprovera Perona, lasciando perdere i frutti rinsecchiti e non così edibili a mio parere[4], e porta le mani sui fianchi. -È un ospite!-
-Perona non è un problema davvero…- provo a calmarla e rabbonirla, nervoso. Non è che posso dirglielo ma meno attenzione mi prestano meglio è.
Per fortuna Law si stringe nelle spalle. -Gli ho già detto tutto quello che gli dovevo dire quando ci siamo conosciuti la prima volta. Per il resto lo sai che da vivi non mi interessano molto.-  
È la prima volta in tutta la sera che ringrazio di essere molto vivo e in salute[5] ma non faccio in tempo a finire il pensiero che mi ritrovo un braccio pressato sulle spalle e un viso molto vicino al mio. Troppo vicino al mio. Il viso di Law che, improvvisamente, non è più impassibile ma sorride con una luce folle e sadica negli occhi. -Ripensandoci, Ace, forse si potrebbe diventare amici.- mormora e un brivido di puro panico mi attraversa la schiena.
Oh merda! Non bastava psicopatico, è pure schizofrenico!
Sto già per rispondere che sì, assolutamente, perché no, cercando al contempo un modo per allontanarmi da lui senza sembrare terrorizzato e/o maleducato quando la sua espressione torna normale tranne che per il ghigno storto che persiste. -Scherzavo.- dice e io faccio uno sforzo per non imprecare.
Che hanno tutti in questa famiglia?! Siamo già a due! Se non muoio di arresto cardiaco stasera non mi succederà mai più!
Okay, Ace, okay. Ora respira. Calmo. Zen.
-Perona, tesoro, a che punto sei con il sangue di mandragora?- Boa ricompare alle nostre spalle, uscendo dal bosco dov’è sparita un attimo fa. -Tra poco saranno tutti qui e dobbiamo cominciare a riempire i calici e…- si distrae quando si accorge di me e mi squadra altezzosa ma anche incuriosita. -Tu devi essere Ace.-
Ora, c’è una cosa che dovete sapere. Dal momento che io sono Portuguese D. Ace, consumato playboy ed ex capitano degli Assi di Picche, come potrete immaginare ho avuto parecchie ragazze durante la mia adolescenza e il college, alcune più serie altre meno, e da queste relazioni ho imparato una cosa di vitale e assoluta importanza. Le madri sono preziose. Le madri sono il lasciapassare, la loro benedizione equivale a uno stato di intoccabile da parte degli altri membri della famiglia. E io, modestamente, con le madri sono una bomba. E anche se quella di Perona è un demone capace di mangiarmi la faccia[6], sempre una madre rimane.
Certo questa è una situazione particolare, diversa dalle altre in cui mi sono trovato in precedenza, perché Perona è… insomma sì, sapete… l’amore della mia vita e Boa un demone capace di mangiarmi la faccia, credo, o comunque un demone capace di farmi qualcosa di raccapricciante quindi è decisamente una situazione molto particolare, nuova, mai vista prima, potenzialmente letale.
Ma Boa resta pur sempre una madre.
E io resto pur sempre Portuguese D. Ace, consumato playboy, ex capitano degli Assi di Picche e conquistatore seriale di madri. Non devo fare altro che quello che mi riesce meglio.
-Sono io!- confermo, sfoderando il mio sorriso migliore e la mano, per stringere la sua ma Boa non da segni neanche di averla vista.
Continua a fissarmi con insistenza e aspettativa  e i tempi di attesa sono a un passo dal diventare imbarazzanti quando mi accorgo che, circa ogni due secondi, Boa scuote il capo per far ondeggiare i lunghi capelli mori e si sistema la scollatura del vestito. Il mio cervello mette finalmente insieme i pezzi mentre la voce di Robin riecheggia nel mio cranio.  
“Mamma vuole essere amata e apprezzata da tutti quelli che la circondano. Quando ha intorno molta gente con il sigillo diventa un po’ irritabile e melodrammatica.”
Oh beh, facciamo finta di non avere il sigillo allora.
-Immaginavo che fosse una donna attraente ma devo ammettere che supera le mie aspettative, signora Mihawk. È bellissima.-
Sì, no, okay, normalmente non faccio così[7] ma qui c’è bisogno di una strategia d’urto e di switchare da me a lei come soggetto irresistibile della radura. Francamene è anche più semplice, elogiare lei anziché sforzarmi di fare lo splendido quando vorrei solo imboscarmi con sua figlia dietro il primo cespuglio non carnivoro disponibile.
Ma tant’è. Coraggio Ace, i convenevoli finiranno prima o poi.
Lancio un’occhiata di striscio a Perona per controllare la sua reazione. Non che sia preoccupato o cosa[8], semplicemente mi viene naturale ma lei è sempre focalizzata sui frutti dall’aspetto poco commestibile per finire di spremere il succo dal nome inquietante. Non so dire nemmeno se mi abbia sentito anche se certo mi sembra difficile il contrario visto che è a due passi da noi.
Possibile che non le abbia dato neanche un po’ fastidio?! Insomma è pur sempre sua madre, non dico che ci sto flirtando però… Però Perona non sa che Robin mi ha messo il sigillo! Giusto! Non è affatto strano così! 
Forte di questa perfettamente logica spiegazione, torno a guardare Boa e il sangue mi si gela nelle vene.
-Anche tu non sei niente male.-
Perché il modo in cui mi sta guardando non è affatto rassicurante, mi guarda come Monet guardava Baby prima di trascinarla via e divorarle la faccia o almeno provarci. E anche se il mio obbiettivo era precisamente fare colpo, l’attacco frontale MILF non era assolutamente quello che avevo in mente. E se vogliamo proprio dirla tutta, anche senza Perona, avrei comunque un pessimo presentimento.
Boa continua ad avanzare famelica e io lancio un’altra occhiata verso Perona ma niente, mi guardo intorno nella speranza di vedere Robin ma sembra scomparsa nel nulla[9]. Okay devo trovare un diversivo, qualcosa, qualsiasi cosa.
O lo trovo io o lo trova l’universo ma lo dobbiamo trovare ORA!
Non so se sia davvero l’universo, il karma o semplicemente una botta di culo ma le mie preghiere trovano risposta quando un fenicottero gigante[10] esce di gran carriera dalla boscaglia e si ferma a un passo da lei, girando la testa per fissarla.
Aspetta un attimo!
Che… un f… un fenicottero?!
Cosa ci fa un fenicottero nel bosco di Raftel?!   
-Che vuoi Dofla?- domanda Boa, guardandolo di striscio e con astio.
Dofla. Perché mi dice qualcosa? Sono certo di avere già sentito questo nome. Uno degli zii di Perona si chiama Dofla.
Oh giusto! Giusto, gli zii che possono trasformarsi in animali. Continuo a dimenticarmi le cose stasera, non so cosa mi prenda[11]
Comunque. Devo dire che ha avuto un ottimo tempismo e ha pure l’aria simpatica. Forse ho trovato un nuovo all…
-Fufufufu, Boa! Perché vuoi pietrificare il ragazzo? Che ti ha fatto di male?-
E ora so perché Perona dice che fa più paura quando è umano, anche se preferivo non scoprirlo così come preferivo non scoprire che la mia pseudo-suocera sa pietrificare la gente e voleva farlo con me. Non ho più nemmeno le forze per spaventarmi.
-Chi dice che volevo pietrificarlo?- si indigna Boa.
-La tua espressione, il tuo atteggiamento, il fatto che sia il tuo passatempo preferito. Puoi scegliere.- risponde una voce strascicata, che appartiene a un uomo imponente, con una cicatrice che gli taglia a metà la faccia e un sigaro in bocca. Osservo, ormai assuefatto a qualunque tipo di assurdità, un coda di coccodrillo al suo seguito, che si ritira sempre più fino a scomparire sotto il lungo cappotto d’alto livello e bordato di pelo che indossa.
Quindi, lui è zio Croco.
Prendo un profondo respiro e mi sto già facendo coraggio per allungare la mano verso di loro[12] quando un fischio acuto fende l’aria e quasi mi spacca i timpani. Un falco spunta fuori dal nulla e, vista la sua traiettoria, mi aspetto che si posi sulla spalla di Boa, ma è ancora sospeso a mezz’aria quando si trasforma sotto i miei occhi e poco dietro di lei, in un uomo, più alto di tutta la testa della mia futura suocera, fisico asciutto, sguardo minaccioso e una gigantesca spada agganciata alle spalle. Non so nemmeno come faccia a stare dritto con quell’affare sulla schiena ma, se non altro, su di lui non sono impreparato e non resto nemmeno più di tanto sorpreso.
Lui è Drag.
Non so molto di lui, Perona non è particolarmente espansiva sui propri parenti[13], ma mi ha assicurato che a parte una lieve tendenza a essere iperprotettivo e possessivo in modo patologico con i membri della sua famiglia, è il parente di cui meno devo preoccuparmi, avendo lui ragionevolmente accettato che la sua bambina è ormai una donna e ha deciso di donarsi a me corpo e anima e io e lei siamo una cosa sola.
Quello che vorrei capire è perché, allora, mi fissa come se sentisse un improvviso desiderio di aiutare il proprio primogenito a esplorare le mie cavità interne e tutto ciò che contengono. Sembra seriamente pronto ad aprirmi in due e io comincio ad esaurire anche le energie per preoccuparmi o avere voglia di scappare.
-Ho visto male o il ragazzo faceva lo splendido con mia moglie?- 
Male! Hai visto molto male! Molto, molto male!
Ecco cosa vorrei dire. Ma a  parte che non è vero, affermare una cosa simile sarebbe come incolpare implicitamente Boa di averci provato con me[14] e, a giudicare da come Drag la guarda in adorazione[15], non sarebbe una mossa saggia. Così apro la bocca e la richiudo. La riapro e la richiudo. La apro, la richiudo, un braccio si posa pesante sulle mie spalle.
Mi giro di scatto, terrorizzato. Andromeda!
Ma per fortuna la mia piccolina è sveglia e si è prontamente levata dalla traiettoria della man… zampa che è atterrata sulla mia spalla?! È davvero una zampa?!
-Drag sappiamo tutti chi faceva lo splendido con chi, anche se non abbiamo assistito. Lascia respirare il ragazzo o più tardi sarà troppo stanco per festeggiare degnamente con la nostra Perona- sogghigna il tizio al mio fianco, due orecchie dal pelo fulvo che spuntano in mezzo ai capelli dello stesso colore e tre cicatrici che gli attraversano l’occhio.
-Zio Shanks!- protesta Perona, rossa come un pomodoro ma io non riesco a trattenere un ghigno saputo alla prospettiva.
-E ora che hai da sorridere a quel modo?- domanda Drag, glaciale.
Okay, forse non ha proprio completamente accettato che la sua bambina è ormai una donna e ha deciso di donarsi a me corpo e anima e io e lei siamo una cosa sola. O forse lo ha fatto ma meno ragionevolmente di quanto pensassi.
-Oh beh io… io sono f-felice perchéee…- cerco con lo sguardo Shanks per un suggerimento che però non arriva. Si limita a sorridermi incoraggiante.
-Il sangue di mandragora è pronto!- annuncia Perona, sollevando la brocca come un trofeo, felice di porre fine a tutto questo[16].
-Perché il sangue di mandragora è pronto!- esclamo, indicando Perona. -Mi hai tolto le parole di bocca, amore-
E Drag mi fulmina di nuovo ma stavolta sostengo la sua occhiata. Nemmeno lui mi impedirà di dichiarare al mondo cosa provo per Perona.
-Oh magnifico! Finalmente possiamo procedere con il brindisi di benvenuto visto che ci siamo tutti- sospira Boa, con l’aria di una che è esausta per aver atteso troppo a lungo. -È stato un vero stress preparare quel sangue di mandragora. Ho anche paura che mi sia venuta una ruga-  
-Stai benissimo mamma, nessuna ruga- la rassicura prontamente Robin, rispuntata da non so dove.
-E comunque non siamo ancora tutti- fa notare inflessibile Drag.
Boa geme una protesta e si volta verso di lui, mani sui fianchi. Sembra lanciare scariche elettriche nell’aria e io osservo impotente quello che potrebbe essere il mio futuro. E dal momento che sono ancora qui e non scappo a gambe levate[17] sono sempre più certo, a questo punto, che Perona sia davvero quella giusta.
-Non pretenderai di aspettare Zoro! Potrebbe arrivare a festa ormai conclusa!-
-Si può sempre andare a cercarlo- le fa presente Drag.
-Io non ci vado- mette subito in chiaro Perona, masticando quasi le parole a denti stretti. -Per me può anche perdersi per sempre-    
-Forse sarebbe bastato che tu gli insegnassi ad orientarsi quando era bambino!-
Drag sgrana gli occhi indignato.
-Forse se avessi passato un po’ più di tempo con lui quando…-
-Oh non osare dire che non mi sono presa cura di mio figlio!-
-Io oso quello che mi…-
E un ruggito si libera nell’aria. E ti pareva. Cominciassero  a piovere meteoriti non mi stupirei nemmeno. Con la stessa impassibilità del resto della famiglia[18] mi volto per vedere che sta succedendo e provo solo una lieve perplessità quando riconosco Zoro[19] nella sua forma animale, impegnato  a fronteggiarsi con una bellissima volpe, decisamente più grande di una normale volpe, dalla pelliccia rosso fuoco e con quattro code.
Quattro. Code.
Okay, sì, questa volpa ha quattro code e io ho una tarantola gigante sulla spalla con cui la mia fidanzata conversa di tanto in tanto. Lo posso gestire.
Zoro e la volpe girano in tondo avvicinandosi sempre più, tutti e due in posizione di attacco, i denti scoperti. Anche se, devo dire, la volpe ha l’aria di essere pronta anche a battere in ritirata da un momento all’altro, quasi come se la sua fosse una posa, un bluff[20]. Che poi, perché Zoro sta litigando con una volpe a quattro code?
Non faccio quasi in tempo a pormi la domanda che in un attimo succede un gran casino. Zoro si lancia verso la volpe rossa una frazione di secondo dopo che un’altra volpe, questa dorata, scatta fulminea dentro la radura per dare manforte all’altra e, prima che mi renda conto di cos’è stato questo micidiale spostamento d’aria, Law ci ha superato tutti e sta puntando la propria spada contro suo fratello. Zoro si ferma appena in tempo e sbuffa, fissando la lunga lama con aria di sfida.
-Zoro- il tono di Law è di avvertimento, il ghigno psicopatico e omicida. Mi guardo intorno scioccato ma nessuno sembra particolarmente colpito dalla cosa. -Non obbligarmi a farlo-
Okay so che avevo detto che più niente sarebbe riuscito a sconvolgermi stasera ma… sul serio…
Cosa dannazione sta succedendo adesso?!?
  
 

[1] O sono i lupi? Ora che ci penso con gli orsi ci si finge i morti. Quindi sono i lupi. Forse. Credo. Comunque!
[2] E invece sì che è quello!
[3] Se ha sorriso non posso avere un aspetto così terribile giusto?!
[4] Nuova regola per la serata “Non toccare i frutti rinsecchiti e dall’aspetto poco commestibile”.
[5] Ho passato tutto il pomeriggio a valutare se fingere un’influenza fulminante o meno, lo ammetto.
[6] O forse mi sto confondendo. Boa e Baby sono lo stesso tipo di demone ma era Baby che mangiava la faccia a Monet o viceversa? Mi sono già incasinato.
[7] Beh, non con le madri.
[8] Se si è arrabbiata sono pronto a gettarmi in ginocchio e giurarle amore eterno qui e ora.
[9] Che qualche cespuglio carnivoro l’abbia inghiottita?
[10] Non esagero neanche stavolta. È alto come me e io supero il metro e ottanta.
[11] Sono terrorizzato! Ecco cosa mi prende!
[12] Anche se, se solo mi riesce, a Dofla non la stringo manco sotto tortura.
[13] Non ho più molte difficoltà a capire perché, se devo essere sincero.
[14] Che poi è anche vero da un certo punto in poi.
[15] E non penso proprio che non abbia il sigillo.
[16] Neanche fosse l’unica.
[17] Cosa che, lo ammetto senza vergogna, avrei fatto se si fosse trattato di qualunque altra ragazza.
[18] Ora capisco cosa intendeva Robin quando l’altro giorno mi ha rassicurato che mi sarei sentito come uno di loro “in men che non si dica”. Il fatto è che non so cosa mi preoccupa di più adesso. Se essere un potenziale sacrificio o uno di loro.  
[19] Ehi, è arrivato!
[20] Essere capitano degli Assi di Picche equivale a diventare uno stratega esperto e certe cose quando le impari una volta non le dimentichi mai più. 
  
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