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Autore: onmelancholyhill    17/02/2018    1 recensioni
Un matrimonio soffocante in cui tutto è andato storto. Un partner che con gli anni si è rivelato essere un mostro. Una storia senza via d'uscita. E' l'inizio di un incubo.
Genere: Dark, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella mia ingenuità avevo pensato che la mia musa sarebbe tornata. Come se una cosa come la musa esista. Forse i grandi scrittori ce l’hanno, o forse ne parlano per poter avere qualcosa da dire quando fanno i tour promozionali dei loro nuovi best sellers. Sara è stata portata via sei mesi fa ormai, ma si potrebbe dire che non se n’è mai andata. E’ nella schermata bianca di Pages che non ne vuole sapere di riempirsi. Avevo letto da qualche parte di uno scrittore che quando gli chiesero come facesse a scrivere romanzi così lunghi, rispose “Una parola alla volta.” Probabilmente si sentiva simpatico. Ma ogni frase che scrivo sembra più ridicola della precedente. E’ come se Sara stesse fissando lo schermo insieme a me, pronta a giudicarmi come un tredicenne alle prese con un saggio su Manzoni.
No, la mia carriera di scrittore è finita. 

Non che mi lamenti alla fine. Chi scrive per riempirsi il portafoglio non è un granché come scrittore. Ridendo al cliché della cosa, provai a chiedere un posto come insegnante di italiano al liceo della mia città, ma non ci troviamo in un romanzo di Stephen King. Scrittore fallito che insegna inglese in un liceo sperduto del Maine. Mi accontento di ripetizioni anche se i soldi non bastano mai. I miei genitori mandano qualcosa ogni tanto ma stiamo scavando nei nostri risparmi e prima o poi la cosa andrà affrontata in maniera più decisa. Quando mi hanno offerto di andare a vivere con loro ho ringraziato ma ho detto no. Marco ha perso sua madre, non volevo perdesse anche i suoi amici spostandosi a mezzo paese di distanza. 

Sbuffo infastidito. Normalmente riesco a buttare giù qualcosa, giusto per orgoglio. Tre-quattro righe una più brutta dell’altra. So che non pubblicherò mai un altro libro, ma scrivere fa parte di me. Oggi nulla. Fisso il cursore che lampeggia sentendomi a disagio. Può essere la mancanza di sonno che mi ha afflitto negli ultimi sei mesi. Guardo l’orologio, 11:34. Marco non esce da scuola prima dell’una. Imprecando sottovoce abbasso lo schermo del portatile e mi alzo. Da quando Sara non c’è più mi sono abituato a percorrere il corridoio con gli occhi semichiusi, cercando di dimenticare le urla, il dolore, il sangue. Ma questo rituale oggi non aiuta. Mi bastano una decina di passi al buio per essere in sala, li ho contati. Ma appena esco dallo studio, e abbasso le palpebre, il terrore mi stringe lo stomaco.  E’ come se lei fosse lì accanto a me. Corro verso la sala, il cuore che batte forte in petto. Ottimo, mi mancava la paranoia. Riprenditi cristo.

Come se dire a chi sta male di riprendersi abbia mai funzionato. Me lo dico anche da solo, quanto posso star messo male? La casa è immersa nel silenzio, tutto è al suo posto. Ma qualcosa non va. Ho buttato una buona parte della mia adolescenza guardando a ripetizione Star Wars e se uno di quei personaggi fosse qui direbbe I feel a disturbance in the Force. Ma questa è la vita vera, e sembra tutto apposto. Forse è questo che si prova ad avere una crisi di panico. 

Mi siedo sul divano e prendo il telecomando in mano. Fisso lo schermo nero del televisore, senza nessun particolare desiderio vedere qualcosa. Prendo un respiro profondo e lo accendo. Mi distrarrà un po’, è solo una crisi di panico. Sono passati sei mesi ma è normale è accaduto proprio qui è normale sentirsi così anche un dottore te lo direbbe stai calmo. 

E’ il TG1 e il presentatore sta parlando degli ultimi risultati del campionato. Non mi interessano particolarmente, da quando non faccio più le schedine non seguo più le partite. Un vizio innocuo, qualche euro al mese, solo quando era sicuro. Ma a lei non andava bene. Non le andava mai bene niente. Il senso di disagio aumenta. Lo sguardo mi cade sulle scritte in sovrimpressione sul bordo basso dello schermo. Il TG è in chiusura e i titoli delle notizie annunciate prima che accendessi lo schermo scorrono davanti ai miei occhi.

TRANI: DUE GIORNI FA EVASIONE DAL CARCERE FEMMINILE. AMMINISTRAZIONE AMMETTE INSABBIAMENTO. TRE LATITANTI.

Per un attimo tutto si ferma e ho tutto il tempo di ammirare l’accuratezza della frase avere il cuore in gola. Deglutisco.
E’ lei è lei è lei è lei
Ho le mani che tremano, ma riesco a spegnere il televisore. Il silenzio torna padrone dell’appartamento. Non sono paranoico, non sto avendo un attacco di panico. Sono fottutamente terrorizzato. 

Il senso di disagio mi colpisce più forte di prima. E ora capisco cos’è. 

E’ il suo profumo che aleggia indolente nell’aria.

E quando una mano mi afferra la spalla sinistra e sento il freddo della lama sulla gola, sono sollevato. Finalmente è finita.




E siamo arrivati al nostro epilogo. Forse il finale vi lascerà l'amaro in bocca, forse speravate in un lieto fine. Sinceramente ci speravo anche io, ma quando la storia ti porta da qualche parte è difficile farle cambiare direzione. Andrea è una persona fragile e non ci si riprende facilmente da una vita di abusi fisici e psicologici.
Se ne avesse avuta l'occasione avrebbe lottato? Secondo me sì, come ha lottato nel capitolo precedente. In un certo senso Andrea non si è mai arreso, ha semplicemente accettato la fine quando questa era ormai inevitabile. Ma anche qui, questa è solo la mia interpretazione. Non avrei potuto immaginare un finale diverso, ma questo non vuol dire che io pretenda di sapere cosa pensassero, nel profondo, i personaggi. Magari avrete un'idea diversa, e non sarebbe meno corretta della mia. 
E questo ovviamente non vuol dire che la mia personale opinione è che non ci si possa mai riprendere dopo abusi del genere. E' questa storia che è andata così, che mi ha portato a scoprire la vita di Andrea e  Sara. Come si erano conosciuti, come hanno vissuto, come sono arrivati alla fine. Ho dovuto fare delle scelte mentre scrivevo, ma guardando indietro ai 9 mesi che ci ho messo per farlo (sono lento, lo so) mi rendo conto che non fossero poi così libere, come scelte.
Spero vi sia piaciuta e aspetto di sentire le vostre opinioni nelle recensioni, che come sempre mi fanno un immenso piacere. 

Alla prossima storia!
- Alessandro

 

   
 
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