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Autore: lenemckinnon    22/02/2018    0 recensioni
"Sirius Black non era mai stato una di quelle persone che si possono definire brillanti, eppure aveva fin da subito capito che Marlene McKinnon non avrebbe mai potuto essere sua amica. Quello che non sapeva, però, era che quello che c’era tra di loro non era odio, bensì qualcosa di molto, molto più complesso."
Esistono molti modi per amarsi: cercarsi, incontrarsi, odiarsi, rimpiangersi...Sirius Black e Marlene McKinnon ne hanno sperimentati molti, attraverso le molteplici liti e il loro desiderio inconfessato di proteggersi. Ho progettato questa raccolta che ripercorre - non necessariamente in ordine cronologico - molti di questi momenti di sarcasmo, di follia, di amore e di vita.
Blackinnon/accenni Jily
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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15 Aprile 1975, Hogwarts 
 
La quarta ora di lezione era appena terminata e l’intero corpo studentesco si stava precipitando nella Sala Grande per poter finalmente gustare il ricco banchetto che li attendeva. Dovunque nel Castello si udivano le voci concitate degli studenti che si davano appuntamento per studiare al parco nel pomeriggio, dal momento che finalmente era arrivata la primavera.
 
Il Grifondoro Sirius Black, da parte sua, pensava solamente al fatto che la luna piena avrebbe fatto capolino di lì a pochi giorni, e non riusciva a trattenere il suo entusiasmo per l'imminente scorribanda notturna. Saltellava continuamente in mezzo ai corridoi, provocando non poche imprecazioni da parte del pacato James che se lo vedeva atterrare sui piedi una volta si e dieci anche.
 
Per cercare di frenare questo entusiasmo incontenibile, Remus aveva avuto la brillante idea di proporre ai Malandrini di stendersi sotto la loro Quercia, quel pomeriggio, per procedere con i disegni della Mappa, ed era sostenuto a gran voce da James. Erroneamente, credevano che l'agitazione dell'amico in questo modo si sarebbe incanalata verso progetti ben più utili, ma avevano solamente ottenuto come risultato l'esplosione di numerose ghiande sulla testa.
 
Esasperato da quella iperattività, James era ricorso all'aiuto di Marlene, l'unica capace di trascinare Sirius in giro per passeggiate attorno a Hogwarts così lunghe da essere in grado di sfinirlo.
 
Il giorno seguente, infatti, Marlene irruppe nel dormitorio maschile del terzo anno a passo di marcia e sguardo sostenuto.
 
"E’ il mio regalo di compleanno!” gli aveva detto quella mattina quando con la grazia di un assassino seriale l’aveva scortato via dal tepore del castello, fuori, nel candido gelo delle stradine di Hogsmeade.
 
Ancora intontito dal sonno e dal fresco mattutino - perché si, d'accordo, era arrivata la primavera, ma si trovavano pur sempre in Inghilterra per Merlino - Sirius faceva quasi fatica a tenere gli occhi aperti e si malediceva per il suo spirito di avventura che aveva sempre la meglio quando Marlene gli proponeva qualche rocambolesca fuga dal Castello.
"Marley, per il sinistro floscio di Agrippa, vuoi dirmi dove mi stai trascinando? Sono le sette del mattino!"
"Ed é il giorno del mio compleanno, quindi ho il diritto di divertirmi un po'! Quelle pigrone dormivano ancora tutte, e io volevo vedere l'alba!" Esclamò Marlene piena di energia.
Sirius emise un sonoro verso lamentoso, ma continuò imperterrito a trascinarsi di fianco a lei. Avevano appena oltrepassato Hogsmeade e si stavano dirigendo verso le irte alture che proteggevano i confini di Hogwarts.
 
Sarebbe stato inutile protestare, e Sirius lo sapeva bene; quando Marlene si metteva una cosa in testa, nulla avrebbe potuto farle cambiare idea, e tutto sommato quella passeggiata mattutina non dispiaceva neanche a lui.
 
Marlene era estremamente fissata con le ricorrenze: non c'era Natale o compleanno che lei non si ostinasse a festeggiare con tutta sé stessa, reclamando a gran voce la partecipazione di tutta la casata Grifondoro anche per futilità come l'onomastico di Adone, il gatto di Lily, il quale veniva fatto roteare per tutta la Sala Comune non prima di essere stato agghindato a festa.
 
Dopo essersi arrampicata tra le rocce, Marlene si bloccò improvvisamente, facendo sussultare Sirius che si era fermato ad osservarla.
 
"Oh quanto mi rende felice!" Urlò la ragazza rivolta più a sé stessa che al suo compagno di viaggio.
 
Sirius alzò finalmente lo sguardo sul panorama che si stendeva immacolato di fronte a lui; per prima cosa lo colpirono i capelli di Marlene, che sembrava riuscissero a catturare ogni scintillio della luce prodotta dal sorgere del sole, poi la lontananza delle colline ormai verdi, sulle quali si distendevano infiniti gli alberi a formare boschi e ordinate radure, e poi ancora i capelli di Marlene, era davvero inspiegabile come potessero essere così luminosi...
 
"Terra chiama Sirius! Ma mi ascolti? Ho detto che la caverna da dove si vede meglio il sole é laggiù! Riesci a muoverti prima che faccia notte?" Lo riprese scherzosamente Marlene.
Con uno scossone delle spalle Sirius continuò ad arrampicarsi dietro di lei sulle rocce, finché non raggiunsero uno spazio più pianeggiante, dietro il quale effettivamente c'era un ammasso di rocce che poteva essere definito una grotta.
 
"E questo sarebbe il tuo nascondiglio magico, McKitten? É qui che ti alleni segretamente a Quidditch sognando il giorno in cui James ti includerà nella squadra?" Replicò Sirius con un sorrisetto divertito.
 
Sirius Black, e Marlene lo sapeva bene, aveva la  sorprendente capacità di risultare molesto anche nel semplice respirare, figuriamoci poi nel sorridere.
Scrollò la testa e tornò a fissare la caverna, senza ascoltare nemmeno una parola, ben consapevole della presenza di quel sorrisetto incurante.
Fastidioso come una zanzara, pensò lei, ritrovandosi a muovere una mano come per scacciarne una invisibile. Era esattamente così. Veloce e insidioso, dannoso se fatto avvicinare troppo.
 
"Sei simpatico come un Ippogrifo rabbioso, Black, davvero. Il prossimo anno i Prewett non saranno più i battitori di Grifondoro e allora vedremo chi ti scaglierà il primo bolide della stagione addosso. Comunque, questo posto me l'ha mostrato mio fratello Max quando ero al primo anno e da allora mi piace venire ogni tanto a vedere l'alba, é un po' come riunirsi in famiglia! Anche se certamente é meno chiassoso che avere Mark e Matt alle calcagna!" Concluse Marlene con un sorriso pieno di ricordi.
 
"Non sapevo avessi così tanti fratelli...mi ricordo di Max, si é diplomato due anni fa vero?" La interrogò Sirius.
 
"Esatto, giocava nella squadra come Portiere, mentre i gemelli, Mark e Matt, erano Cercatori...sono usciti l'anno scorso e ora si sono messi in testa di lavorare come Spezzaincantesimi per la Gringott!" Spiegò velocemente la ragazza.
 
Famiglia: Sirius ci pensava spesso, e non erano mai pensieri piacevoli. Walburga Black non era esattamente tale da poter essere definita una madre amorevole e suo padre Orion mascherava nell'indifferenza il suo vivido disprezzo per lui.
 
"Tu hai un fratello, giusto?" Proseguì allegra Marlene.
La domanda gli arrivò veloce come una pallottola al cuore, mandandolo in frantumi.
"Regulus non é mio fratello. Ha scelto la sua strada, io ho scelto la mia e di conseguenza non abbiamo più nulla da dirci".
 
Marlene si morse il labbro con perplessità, rendendosi conto del lampo di dolore che era passato attraverso gli occhi del ragazzo. 
 
Non sapeva dello sguardo carico di dolore che i due fratelli  si erano scambiati quella notte - quell'ultima, tremenda notte - in cui Sirius aveva smesso per sempre di essere un Black e Regulus era diventato il primogenito; non sapeva che entrambi si erano supplicati a vicenda, gli occhi travolti dalle lacrime che dicevano "Resta" - Regulus - e "Vieni via con me" - Sirius. "Non posso" - si erano risposti entrambi.
Marlene non sapeva che il cupo rumore che il baule di Sirius aveva prodotto chiudendosi con uno scatto definitivo facendoli sobbalzare aveva lasciato loro una voragine nel cuore che mai più avrebbe potuto essere ricucita.
Marlene non poteva conoscere che, quando il filo dorato che sull'arazzo di Grimmauld Place li decretava fratelli era stato reciso, Sirius aveva avvertito uno strappo all'ombelico. 
La sua innocenza le impediva di immaginare che, a volte, nel cuore della notte, Sirius si sedeva di fronte al caminetto della Sala Comune e intingeva la piuma nel calamaio, pronto a scrivere una lettera di scuse nel tentativo di ricucire il loro rapporto.
Lettere mai scritte e mai inviate
 
Sirius fu risucchiato dal suo vortice di pensieri unicamente perché era di nuovo stato rapito dallo sfarfallio dei capelli di Marlene. Non riusciva a capacitarsi della loro brillantezza e della naturalezza con cui catturavano i raggi del sole e inondavano di luce gli oggetti circostanti. 
 
"Sono divertenti, non trovi? Tutti quei rimpianti della vita che la gente tiene solo per sé." Forse Marlene non sapeva, ma certamente aveva abbastanza cervello per capire.
 
"Buon compleanno, Lène" Sirius sospirò, mentre un brivido di freddo gli percorreva la schiena; poi fece una cosa che non aveva mai fatto: le scoccò un bacio sulla guancia.
 
Veloce e insidioso, dannoso se fatto avvicinare troppo

 

  
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