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Autore: NPC_Stories    26/02/2018    1 recensioni
Dee Dee è una giovanissima elfa mezza-vampira. Quando si rende conto che nel mondo sembra non esserci posto per lei, decide di andare nel luogo che identifica come la patria dei reietti e dei mostri: la città sotterranea e multiculturale di Skullport.
Solo che per arrivarci dovrà affrontare numerose sfide che potrebbero affinare le sue abilità e rafforzare il suo carattere, ma potrebbero anche distruggere il suo spirito. Sulla sua strada incontrerà un riottoso compagno di avventure, un elfo scuro con un attaccamento morboso verso la città sotterranea.
Riuscirà la giovane dhampir a superare le sue prove, e soprattutto a dimostrare al suo nuovo compagno che è abbastanza forte per sopravvivere in una città di criminali? Riuscirà lui a mantenere la distanza che vorrebbe mantenere?
.
Spoiler: niente romance. La differenza di età la renderebbe una cosa creepy.
Nota: come al solito sono tutti personaggi originali, tendenzialmente la storia non tratta di personaggi famosi dei Forgotten Realms, anche se può capitare che vengano citati o che compaiano a spot in un capitolo o due.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1363 DR: Kalokagathìa (Parte 2)


Daren si fece strada attraverso i folletti presi dal panico; non era difficile, si aprivano intorno a lui come se fosse stato la Morte in persona. Cercò di raggiungere Tuyy e Lizy, doveva dirgli degli illithid e del perché aveva ucciso il gloura. Vedeva bene il desmodu perché svettava su tutti gli altri con la sua corporatura massiccia, ma Lizy si confondeva facilmente nella folla.
Fu lei a trovarlo, o meglio, gli si buttò addosso. Daren non se l'aspettava e si ritrovò per terra, con una creatura mezza donna e mezza ragno che gli gravava addosso.
Non aveva mai visto Lizy nella sua forma ibrida e quell’immagine gli fece perdere un altro pezzetto della poca fiducia che aveva nelle donne. L’aranea aveva ancora un corpo da essere umano, ma osservando bene il suo volto si riusciva a notare che la bocca sembrava dipinta e che una sottile spaccatura attraversava verticalmente il viso dal naso al mento.
Quando Lizy parlò, Daren scoprì che quella che sembrava la parte inferiore del suo viso erano in realtà due larghi e piatti cheliceri. La sua vera bocca era dietro i cheliceri e lui non aveva alcun desiderio di vederla.
“Per quale diavolo di motivo hai ucciso quella creatura? Che cos'hai nella testa?”
“Illithid!” Rispose, annaspando sotto il peso della ragazza.
Lizy spalancò gli occhi, temendo che il drow fosse sotto il controllo mentale di quei mostri.
Tuyy si avvicinò a grandi passi e con una sola mano possente riuscì a sollevare l'aranea dal drow. “Gloura che fa strani rumori aveva luce brutta.” Cercò di spiegare. “Se guardiano nero non uccide, Tuyy fa.”
Lizy spostò lo sguardo da Tuyy a Daren, sconcertata, e per non rischiare si trasformò in una marea di ragnetti e fuggì verso una delle uscite.
“Bah! Femmine!” Sbottò il drow, rialzandosi. “A quanto pare saremo io e te contro un contingente illithid, amico mio.” Daren tese un braccio per indicare al desmodu il fondo della grotta, dove i gloura stavano cominciando a riemergere dai cunicoli. Qualcosa nelle gallerie li aveva terrorizzati, abbastanza da spingerli di nuovo nella caverna dove era morto il loro amico.
“Mostri-tentacoli arriva per prende piccoli ometti con ali?”
“Sì. E mi raccomando, è importante che nessun illithid sopravviva. Credo che siano…” Daren cercò di ricordare con precisione la visione che aveva avuto “una mezza dozzina, con un paio di grossi mostri psionici che usano come bestie da caccia. Non farti ingannare dal loro aspetto, sono molto intelligenti.”
Parole al vento. Il desmodu era già partito alla carica. Daren gemette immaginando già la disfatta del suo alleato.
Sono molto più intelligenti di te. Pensó con un sospiro. E allora andiamo.
 
All'inizio gli illithid erano concentrarti sul radunare i gloura come un cane da pastore raduna le pecore, cercando di farli convogliare verso uno specifico cunicolo che piegava subito verso il basso. Alcuni cercarono di fuggire, ma la maggior parte di loro era terrorizzata oppure sotto controllo mentale. Furono i loro mostri da guardia ad accorgersi per primi dell'arrivo del desmodu e del drow.
I due cerebrilith si lanciarono con ferocia verso i guerrieri, riconoscendoli come una potenziale interferenza. Assomigliavano vagamente a degli enormi umanoidi che camminavano poggiandosi sui piedi e sui pugni, avevano le ossa all'esterno del corpo anziché all'interno, e per stazza non avevano nulla da invidiare ai desmodu. Tuyy bloccò l'assalto del primo cerebrilith facendo affidamento sulla sua mole e la sua forza: quando il mostro gli si lanciò addosso a fauci spalancate, Tuyy usò l’asta della sua lancia per intercettare il morso. La creatura morse soltanto il legno e il metallo.
L'altro cerebrilith non ebbe maggior fortuna, perché anche se il drow non era un avversario forzuto e solido come il desmodu, quantomeno era più sfuggente. Il morso della bestia mancò di larga misura il minuto elfo scuro.
Tuyy sganciò la sua arma dalla morsa del nemico e menó tre fendenti devastanti in rapida successione, usando entrambe le estremità della sua strana lancia desmodu, la notbora, che aveva una lama dritta da un lato ed un uncino dall'altro. Il mostro sarà anche stato una creatura intelligente, ma non aveva previsto che un combattente corpulento e pesante come il desmodu potesse essere così veloce nei suoi attacchi. Tre brutti tagli sulle zampe anteriori furono il monito che gli serviva per cominciare a prendere sul serio il guerriero, e per di più quando aveva cercato di ripararsi il volto con una zampa il desmodu lo aveva morso. Morso! Il cerebrilith ringhiò, mostrando una chiostra di zanne molto più spaventose dei piccoli denti aguzzi di Tuyy.
Daren, d'altro canto, aveva fatto della velocità e della destrezza il fulcro del suo stile di combattimento: muoveva la spada bastarda con la grazia e la rapidità di un danzatore, ma i suoi colpi erano tutt'altro che leggeri. Il cerebrilith che lo aveva preso di mira improvvisamente si ritrovò ad invidiare il suo compagno.
I ruggiti di dolore delle bestie avevano attirato l'attenzione degli illithid, ma avevano già i loro affari a cui badare. Soltanto uno di loro venne incaricato di gestire i due molesti predoni, che secondo la mentalità di quelle grette creature dovevano essere lì per rubare i loro schiavi.
L’illithid si sfregó le mani con cupidigia e i tentacoli che aveva al posto della bocca fremettero di impazienza, come se avesse davanti un compito triviale ma remunerativo. Focalizzó tutta la sua attenzione sui suoi poteri mentali, cercando la forza dentro di sé, e in pochi secondi decise come indirizzare il suo potere psionico: avrebbe dominato la mente dei due guerrieri, facendo sì che obbedissero a lui, e così la città avrebbe avuto due nuovi schiavi per le fosse dei combattimenti.
Il ragionamento dello schiavista non era sbagliato: solitamente i guerrieri si addestrano nelle arti marziali, nell'uso delle armi, perfezionano le tattiche belliche del corpo-a-corpo, fortificano il loro fisico e non la loro mente. Quello che non sapeva era che Tuyy era fortemente motivato dalla sua missione e dal suo odio per la viscida razza dei “mostri-tentacoli”, e Daren era cresciuto in una città dove se permettevi a qualcuno di leggerti nella mente potevi considerarti già bell'e morto, quindi chiunque cercava di imparare a resistere alle intrusioni mentali.
Si concentrò per lungo tempo per intessere al meglio il suo incantesimo psionico, ma purtroppo solo alla fine si accorse che era stato tutto inutile. I due guerrieri stavano continuando a combattere, ignorandolo bellamente. Un moto di indignazione sorse spontaneo nell'animo dell’illithid, ma lui subito lo soppresse. L'orgoglio era una stupida debolezza delle razze inferiori, gli illithid comprendevano che i vantaggi della collaborazione erano ben superiori alle sciocche rivalità fra pari. I suoi compagni avevano assistito al suo fallimento, ma anziché muovergli critiche ne avrebbero tratto una lezione sui loro nemici e su come combatterli.
Nel frattempo anche i cerebrilith, creature intelligenti, avevano modificato la loro tecnica di combattimento per adattarla a nemici così efficaci nell'attacco. Facendo appello ai loro poteri psionici innati, modificarono la loro struttura fisica per diventare creature ectoplasmatiche, solo parzialmente tangibili. Daren e Tuyy continuarono a cercare di colpirle, ma ora le loro armi passavano attraverso i cerebrilith come se affondassero in una sostanza solo un po’ più densa dell'aria. Riuscivano comunque a ferire i mostri, ma soltanto i colpi più devastanti potevano penetrare l'essenza collosa delle bestie e andare ad intaccare davvero il loro corpo fisico.
Gli illithid, a loro volta, stavano rivalutando quale tecnica usare con i due combattenti scatenati. Uno di loro provò ad inviare onde di energia caotica per confondere le loro menti, ma senza riuscire a fare presa. Un altro concentrò i suoi poteri per scatenare fra le sue mani una scintilla elettrica, poi la fece estendere attraverso l'aria in una linea perfettamente dritta che colpisse entrambi gli attaccanti. Tuyy riuscì a scansarsi malamente dalla traiettoria di quel fulmine psionico, ma venne comunque colpito di striscio e ne uscì un po’ bruciacchiato. Il drow invece aveva molta esperienza nell'evitare i trucchetti dei maghi e scartò di lato proprio al momento giusto, schivando agevolmente l'attacco.
Prendendo atto che i tentativi di confondere o dominare mentalmente i nemici non stavano funzionando, mentre un attacco diretto aveva danneggiato almeno il desmodu, gli altri illithid decisero per una strategia comune: riversarono ondate di potere psionico direttamente nella testa dei guerrieri, con una forza tale che avrebbe dovuto spappolare i loro cervelli. Tuyy e Daren erano ostinati e resistenti, ma nemmeno loro potevano far fronte a un simile attacco congiunto senza risentirne almeno un po’; il desmodu in particolare avvertì la forza di quel colpo come se la sua testa venisse schiacciata fra un maglio e un’incudine. Il drow barcollò sotto la forza di quell'attacco e per un momento sentì la mente completamente sconnessa dai sensi; sentiva che sarebbe potuto morire se avesse mollato il colpo. Ma no, non poteva morire. Il suo odio per gli illithid lo sosteneva, e anche se non era in grado di formulare pensieri coerenti al momento, era come se il suo corpo mantenesse una traccia della sua forza di volontà e della sua cocciutaggine. Il suo fisico lottó, e sopravvisse.
Daren scosse la testa per schiarirsi le idee e riuscì appena in tempo a farsi forza per resistere ad un nuovo attacco psionico dei cerebrilith. Rispose attaccando furiosamente il mostro che gli stava più vicino, e fu così che ne rimase solo uno. Tuyy al suo fianco stava combattendo con la stessa ostinazione e ferocia, ma non con altrettanto successo. Dopo aver ucciso il mostro davanti a sé, il drow andò ad aiutare il suo alleato e insieme affondarono le armi nell'ultimo cerebrilith. La bestia non riuscì a reggere l'assalto combinato dei due guerrieri e perì sotto le loro lame.
Caduti i cerebrilith, Daren poteva vedere chiaramente che davanti a lui erano usciti tre illithid da una galleria, e più lontano alla sua sinistra ce n’erano altri due. Tre, in realtà, ma uno di quei tre si era allontanato per condurre via i gloura sotto controllo mentale. Gli illithid di solito sono forti quando possono attaccare da lontano, ma deboli e fragili nel corpo a corpo, quindi era il momento giusto per attaccarli con violenza.
Tuyy evidentemente la pensava allo stesso modo. Si lanciò verso il gruppetto più lontano, caricando con la notbora puntata in avanti come una lancia. La lama dritta e affusolata della sua arma si conficcò nel fianco di uno dei due illithid; Tuyy liberò la sua arma muovendola verso l’esterno, squarciando la carne molle di quella creatura aberrante.
Waela mal’ai!, gridò mentalmente il drow. Idiota di un folle. Partire in carica quando si tiene a malapena in piedi!
Daren doveva riflettere su cosa fare, e doveva decidere in fretta. La cosa più logica e tatticamente migliore sarebbe stata buttarsi in mezzo ai tre illithid che aveva di fronte e usare le sue abilità da guerriero per colpirli tutti e tre in rapida successione, ma sarebbe stato più sicuro che lui e Tuyy si aiutassero a vicenda. Inoltre, il paladino non avrebbe resistito ad un altro colpo, era chiaramente allo stremo.
Se non faccio qualcosa per aiutarlo morirà, ma se ora vado a curarlo perderò l’occasione di affrontare tre illithid con una mossa imprudente e quindi inaspettata. Daren strinse la presa sull’elsa della spada, ma non di proposito; la sua mano era attraversata da spasmi nervosi, anche in conseguenza degli attacchi mentali. Se diamo agli illithid il tempo di riorganizzarsi e di reagire alla morte dei cerebrilith, il pericolo sarà maggiore e probabilmente Tuyy verrà ucciso lo stesso… e anche io. Se lo lascio fare gli illithid lo abbatteranno, ma mi farà guadagnare tempo, per allora potrei aver già ucciso questi tre. Se agisco subito.
Guardò il desmodu che apriva il fianco dell’illithid con la punta della notbora, mentre un altro nemico si preparava ad attaccarlo con un nuovo attacco mentale.
F’sarn waela mal’ai, ammise con un sospiro, e scattò con la velocità di un gatto verso il suo compagno d’avventura. Tuyy non si accorse che il drow l’aveva raggiunto, perché era troppo impegnato ad attaccare e a restare ostinatamente in piedi. Se ne accorse solo quando la piccola mano dell’elfo gli afferrò un brandello della membrana che univa il braccio sinistro alla gamba. In quell’istante tutto il suo corpo venne pervaso e attraversato da una scossa di energia risanatrice, che arrivò dritta alla testa risalendo dalle vene e dalla spina dorsale, come un’onda d’urto. Non era stata dolorosa ma nemmeno troppo piacevole; gli aveva lasciato addosso l’impronta di una sensazione stranissima, come se il suo corpo avesse appena starnutito. Eppure ora la sua mente era fresca e riposata come prima del combattimento, il mal di testa era scomparso e anche le bruciature della scossa elettrica erano guarite.
“Magie di piccolo nero è fastidio come lui.” Sorrise a denti stretti, e Daren decise di interpretarlo come un ringraziamento.
“L’offerta di castrarti da dentro è sempre valida.” Rispose in amicizia, alzando la bastarda per combattere l’illithid ancora sano.

Gli illithid cercarono di allontanarsi da loro per continuare ad attaccare con le loro onde mentali, ma i due guerrieri ormai avevano capito come resistere a quegli attacchi. Uno degli schiavisti riuscì quasi ad assoggettare Tuyy al suo controllo, ma non appena Daren si accorse che gli occhi del paladino stavano andando fuori fuoco, identificò l’illithid che stava cercando di controllarlo e lo aprì in due come un budino.
“Non posso combattere bene se devo tenerti d’occhio!” Si lamentò il drow, gridando contro il desmodu. Tuyy si sentì offeso perché non sapeva nemmeno cosa fosse successo, avrebbe voluto rispondergli male senza sapere nemmeno cosa dire, e guardandolo Daren si accorse che i suoi occhi stavano andando fuori fuoco di nuovo. Entro pochi secondi il desmodu sarebbe stato un burattino nelle mani degli illithid e questa volta non aveva idea di chi fosse il responsabile.
Il desmodu, ignaro della volontà aliena che stava già infiltrandosi nella sua mente, agganciò con l’uncino della notbora l’illithid davanti a lui per evitare che scappasse e lo affettò con tre rapide mosse. “Tuyy grande guerriero. Parole di guardiano è vento di culo di troll.” Si vantò, fiero della sua mossa. Daren però se n’era già andato, per correre verso gli altri tre illithid che avevano pensato bene di alzarsi in aria con i loro poteri di levitazione. Di certo si credevano al sicuro.
Il drow rinfoderò la bastarda e sganciò dalla spalla il bastone che portava sempre con sé. Mormorò la frase di comando e il bastone magico mutò forma, trasformandosi in un arco lungo. Daren non sapeva quale dei tre avesse preso il controllo del desmodu, quindi dovette scegliere a caso il suo bersaglio.
Una freccia che sembrava fatta di pura energia luminosa scoccò in direzione di uno dei tre illithid. Il mostro si ritrovò con un piede perforato e ululò di dolore, ma anche attraverso il dolore riuscì a trovare la forza per dirigergli contro una folata di energia gelida. Il drow non riuscì ad evitare il colpo e ne rimase mezzo congelato, ma il suo continuare a muoversi gli consentì di scrollarsi di dosso quasi subito quella sensazione di torpore. Uno dei suoi compagni notò con piacere che questa tecnica sembrava funzionare e si affrettò ad imitarlo, mentre il terzo era troppo impegnato a tenere Tuyy sotto dominazione. Finalmente il cervello di quella creatura inferiore aveva capitolato, e l’illithid poteva comandarlo come un burattino.
Tuyy attaccò l’elfo scuro con un fendente micidiale della notbora, ma Daren sapeva che sarebbe potuto succedere e si era preparato a dover schivare i fendenti del confuso desmodu.
La cosa positiva era che, essendo stato attaccato in modo piuttosto palese da due illithid, ora sapeva molto bene quale dei tre tenesse Tuyy sotto controllo. Lanciare frecce mentre si trovava così vicino al guerriero era pericoloso, ma era un rischio che doveva correre.
Scoccò cinque frecce in rapida successione, più di quante sarebbe stato in grado di scagliarne normalmente, ma aveva un oggetto magico che gli permetteva di muoversi a velocità fulminante per un periodo limitato di tempo. Tuyy ovviamente approfittò della sua distrazione per attaccarlo, ma a metà dell’affondo vacillò e perse la presa sulla notbora; l’illithid che lo controllava era stato colpito al torace, alla spalla destra e alle braccia. Sebbene non fosse morto, la sua concentrazione era stata spezzata e il desmodu era libero.

Questo è quello che intendevo col tenerti d’occhio.” Rincarò il drow, parlando aspramente al suo compagno.
Tuyy non ebbe modo di rispondere, perché furono entrambi investiti da due folate di energia gelida che per poco non li misero in ginocchio. Il terzo illithid, quello appena colpito da Daren, approfittò di quel momento per bere una pozione risanatrice.
“Sto cominciando a odiarli!” Sbottò l’elfo scuro.
Tuyy non rispose: il guerriero gestiva l’odio alla sua maniera. Raccolse la sua lancia da terra, la sollevò con un braccio e con un unico gesto possente la scagliò attraverso l’aria come un giavellotto. La notbora penetrò nel ventre dell’illithid che lo aveva ammaliato con la sua magia psionica, infilzandolo come uno spiedino. Il colpo di Tuyy era certamente devastante e carico di tutto il suo risentimento, ma purtroppo l’illithid era ancora vivo e ora l’arma del desmodu era fuori portata.
“Dai, te lo tiro giù io.” Promise il drow con un sorriso ferino, e ricominciò a bersagliare il nemico con le sue frecce di energia.
Fedele alla parola data, non si fermò finché il mostro fluttuante non fu morto; una freccia nel torace, una al collo e una dritta in un occhio, per sicurezza. La levitazione si interruppe e il corpo cadde a terra, mentre Daren dirigeva altre due frecce verso uno dei due illithid rimasti.

I due schiavisti si guardarono negli occhi, considerarono i loro tre compagni morti, e decisero saggiamente di tentare la fuga fluttuando verso l’alto. Nella volta della grotta c’era una piccola apertura, grande a sufficienza per far passare un essere umano o una simile creatura.
Solo che ora quell’apertura non c’era più: era stata completamente ostruita da una fitta coltre di ragnatele.
Trovarsi la strada sbarrata così era uno spiacevole imprevisto, e gli illithid odiavano gli imprevisti. Tuttavia uno dei due odiò molto di più le cinque frecce che lo infilzarono come un puntaspilli mentre pensava a come aggirare l’ostacolo.
Una missione abbastanza semplice si stava rivelando un incubo per i due schiavisti, e divenne anche peggio quando l’illithid più malconcio si vide piovere addosso un nugolo di ragnetti. Cominciò ad agitare le braccia, senza ottenere alcun effetto, e i morsi dolorosi delle minuscole creature gli impedivano di concentrarsi per evocare i suoi poteri mentali.
L’altro illithid evocò una fiamma fra le mani e la incanalò in un’onda di fuoco verso il cunicolo invaso dalle ragnatele, bruciando all’istante quei fastidiosi fili collosi. Purtroppo, questa buona idea fu del tutto vanificata dal successivo attacco del drow; solo quattro frecce colpirono il bersaglio, ma furono sufficienti per fargli perdere i sensi.
Lo sciame di ragni continuò a mordere l’illithid rimasto, infiltrandosi sotto i vestiti e sotto la pelle. Sopraffatto dal dolore e probabilmente dall’orrore, anche l’ultimo schiavista perse i sensi e cominciò a fluttuare lentamente verso terra come il suo compagno.

Lizy tornò in forma umana non appena riuscì a staccarsi dal corpo dell’illithid; lo sciame di ragnetti si radunò in un punto, ammassandosi come una montagnetta, e quel mucchio si trasformò nell’aranea dall’aspetto umano.
Daren e Tuyy non c’erano più. Lei non lo sapeva, ma erano andati ad inseguire l’ultimo illithid rimasto, quello che tempo prima si era staccato dagli altri per occuparsi degli schiavi.
L’aranea decretò che aveva già rischiato fin troppo per i suoi gusti, e decise di aspettarli lì in quella grotta. Anzi, era tentata di frugare i cadaveri degli schiavisti e del gloura, in cerca di oggetti di valore. Per come la vedeva lei, quell’avventura le stava portando molti più fastidi e pericoli che benefici, e se la meritava una qualche ricompensa.


           

   
 
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