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Autore: NPC_Stories    02/03/2018    1 recensioni
Dee Dee è una giovanissima elfa mezza-vampira. Quando si rende conto che nel mondo sembra non esserci posto per lei, decide di andare nel luogo che identifica come la patria dei reietti e dei mostri: la città sotterranea e multiculturale di Skullport.
Solo che per arrivarci dovrà affrontare numerose sfide che potrebbero affinare le sue abilità e rafforzare il suo carattere, ma potrebbero anche distruggere il suo spirito. Sulla sua strada incontrerà un riottoso compagno di avventure, un elfo scuro con un attaccamento morboso verso la città sotterranea.
Riuscirà la giovane dhampir a superare le sue prove, e soprattutto a dimostrare al suo nuovo compagno che è abbastanza forte per sopravvivere in una città di criminali? Riuscirà lui a mantenere la distanza che vorrebbe mantenere?
.
Spoiler: niente romance. La differenza di età la renderebbe una cosa creepy.
Nota: come al solito sono tutti personaggi originali, tendenzialmente la storia non tratta di personaggi famosi dei Forgotten Realms, anche se può capitare che vengano citati o che compaiano a spot in un capitolo o due.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1363 DR: Kalokagathìa (Parte 3)


Lizy tagliò la gola agli illithid stesi a terra, per assicurarsi che fossero morti davvero. Poi cominciò a frugare nelle loro tasche, raccogliendo un discreto bottino in gemme preziose e anelli che forse erano magici, ma più probabilmente erano infusi di potere psionico. Stava per spostarsi a frugare anche il cadavere del gloura, quando si accorse che c'era un altro folletto semi-sdraiato sul corpo dell'arpista: Lizy non poteva vederlo bene perché le dava le spalle, ma dal tono dei suoi singhiozzi sospettava che fosse una femmina.
Frugare un cadavere che veniva ancora pianto sembrava una cosa di cattivo gusto perfino a lei. Si avvicinò alla gloura in lacrime e le poggió cautamente una mano sulla spalla. Lei non sussultò nemmeno.
“Perché?” Domandò invece, facendosi sentire a fatica fra i singhiozzi. “Perché fare una cosa così crudele?”
“Non lo so.” Rispose Lizy a bassa voce. “Non l'ho capito.”
“Cosa c'è da capire?” Intervenne Daren, che era appena tornato nella caverna e aveva udito il commento di Lizy. “Non mi piaceva la sua faccia.”
Il drow sembrava un po’ malconcio dopo lo scontro con gli illithid, chiaramente la vittoria aveva avuto il suo prezzo. Tuyy lo seguiva pochi passi indietro, trainandosi dietro il cadavere dell'ultimo illithid. Daren gli rivolse una breve frase nel linguaggio che solo loro due capivano e che Lizy non riuscì a decifrare, poi si avvicinò a grandi passi alla femmina gloura.
“Rivendico tutto ciò che si trova in questa caverna.” Annunció in Sottocomune, scandendo chiaramente le parole. “Vattene adesso, ragazza gloura, o anche tu apparterrai a me.”
La femmina rabbrividì, stringendo più forte il corpo del compagno. “Se devi uccidermi come hai ucciso il mio amato, allora fallo.” Mormorò, in tono spento.
Daren rimase impassibile, ma dentro di sé stava imprecando.
Lutto? Vith, ci mancava di dover gestire il tuo lutto. Nel Buio Profondo nessuno ha tempo per piangere, sciocca!
“Ma che dici, io non ti ucciderò. Una cosetta graziosa come te.” Il drow fece scostare Lizy, si accovacció accanto alla gloura e le accarezzò una guancia. Lei tremò di disgusto al suo tocco e si rifiutò di guardarlo. “Ti prenderò come schiava, insieme a questi due.” Sussurrò, indicando Tuyy e Lizy con un cenno del capo. Poi afferrò la ragazza per i capelli, per costringerla a guardarlo negli occhi. “Ti taglierò quelle fastidiose ali, così non potrai fuggire via da me. E non ti farò mai sentire la mancanza del tuo compagno, te lo prometto…” si leccò le labbra rivolgendole uno sguardo viscido. Finalmente la gloura stava cominciando a mostrare paura. Daren calcó la mano, stringendo più forte la presa sui suoi capelli e avvicinandosi per sussurrarle all'orecchio: “Potrei cominciare ora. Potrei possederti accanto al cadavere del tuo amato. Pensi che gli dispiacerà?”
La gloura cominciò a dimenarsi, sopraffatta dall'orrore, e Daren lasciò che gli sfuggisse di mano. Avrebbe potuto cercare di trattenerla, ma lui voleva che se ne andasse. E lei se ne andò, fuggì come una disperata, un po’ correndo e un po’ volando.

Daren si alzò con tutta calma, spazzolandosi i vestiti con le mani. Ferire e terrorizzare creature inermi non gli faceva piacere, ma la paura è sempre il modo migliore per riaccendere l’istinto di sopravvivenza. Lo sguardo del drow si spostò sul cadavere del folletto, il motivo per cui la femmina era rimasta nella grotta incurante della battaglia. 
È tutta colpa tua. Pensò, con disprezzo. L'arrivo degli illithid, il dolore di quella fanciulla e il mio, e Tuyy che è quasi morto nello scontro… tutto questo per la tua ricompensa. Diede un calcio alla testa del cadavere, spezzandogli il collo. Che tu sia maledetto. Avevi un popolo che ti amava e ti ammirava. Che tu sia maledetto finché non avrai capito ciò che hai fatto.
Lizy si avvicinò con cautela. “Ehi, va tutto bene? Non è che gli illithid ti hanno scombinato il cervello?”
Daren scosse la testa. “No, sono un po’ ferito ma sono lucido.”
“Ah… va bene… allora forse ti mancano le nozioni di base. È inutile prendere a calci un cadavere, perché insomma, è già morto. I cadaveri si frugano in cerca di tesori.”
Daren le rivolse uno sguardo vacuo. Lizy lo stava davvero trattando con condiscendenza? “Oh, per la miseria.” Sospirò. “Se vuoi prendere ciò che apparteneva al gloura, allora anche questo è suo.” Le lanciò un sacchetto che conteneva alcune gemme e oggetti di potere, che nella sua visione sarebbe stato la ricompensa del gloura. L'aveva trovata indosso all'ultimo illithid, quello che si era attardato per organizzare il trasporto degli schiavi. 
Lizy afferrò il sacchetto al volo e l'aprì, lasciandosi sfuggire un fischio di ammirazione. “Perché questo tesoro apparteneva al folletto? Non ti ho visto frugare il cadavere.”
“Era il suo compenso per aver venduto i suoi compagni agli illithid.” Spiegó brevemente il drow. “E tu ti meriti un ringraziamento per l'aiuto che ci hai dato.”
Lizy soppesó il sacchetto in una mano e poi lo fece sparire nel suo zaino. “Sei diventato ricco con questo atteggiamento?”
“Sono diventato ricco uccidendo cose.” Le ricordó Daren. “Andiamo, ci sono questi cadaveri illithid da nascondere e poi dobbiamo proseguire nel nostro viaggio.”
Lizy lo aiutò a nascondere i cadaveri. Tuyy provò a dare una mano, ma sembrava incapace di capire il concetto.
“No, non puoi infilzare le loro teste sulle stalagmiti!” Lo rimproverò l’aranea.
“Resto di corpo nascosto. Tu detto Tuyy nasconde corpi. Detto nulla di teste-tentacoli.”
Lizy prese le teste e andò a nasconderle con i corpi. “Noi non vogliamo lasciare tracce, lo capisci?” Spiegó con pazienza.
“Se mostri-tentacoli capisce che noi può uccidere loro, loro restituisce tribù di Tuyy.” 
“Neanche per sogno!” Daren si schierò con Lizy. “Hai visto quanto è stato difficile uccidere questi, ed erano in pochi! Non possiamo allarmare un'intera città. Manderebbero un contingente a distruggerci. Decine di illithid!”
“E non è facile spaventare quei mostri, non sono mica ragazzine indifese.” Disse Lizy, lanciando una frecciatina al drow.
Finirono di nascondere i cadaveri e le teste.

Camminarono diverse ore finché, arrivati ad un bivio, Daren decise di fare una deviazione e prese il cunicolo di destra anziché quello di sinistra. Scoprirono presto la ragione: c'era un corso d'acqua potabile, una rarità nel sottosuolo. L'acqua significava poter riempire gli otri, dissetarsi per bene, e, nel caso di Daren, anche lavare sé stesso e i suoi abiti. I drow sono abbastanza maniacali con la pulizia.
Decisero di accamparsi lì. 

Stabilirono di alternarsi nel fare la guardia e a Lizy toccò il primo turno. Si aspettava da un momento all'altro che il loro piccolo accampamento venisse scoperto e attaccato dagli illithid, oppure che i gloura li stessero seguendo per vendicarsi. Non accade nulla di tutto ciò.
Alcune ore dopo rientrò all'accampamento per farsi dare il cambio. Tuyy era sveglio e l'aspettava, mentre Daren si era rincantucciato in un angolo, ufficialmente per dormire. Non stava dormendo, ma il fatto che avesse detto di volerlo fare era stato preso come un segnale del suo volersi isolare.
“Pensavo che qualcuno ci avrebbe seguiti.” Disse Lizy a bassa voce, avvicinandosi al desmodu. “Invece non ho visto nessuno.”

Daren stava guardando nella sua sfera di cristallo. L'oggetto magico gli restituiva immagini molto nitide, nemmeno deformate dalla convessità della sfera. 
Il bardo suonava un violino, ad occhi chiusi, rapito dal suono della sua musica. Era in piedi sul tavolo di una taverna. Intorno a lui, un gruppo di umani cantavano e alzavano i boccali. Il drow non poteva sentirli, ma vedeva le loro bocche muoversi senza sosta; difficile che fosse una conversazione.
Il bardo aprí gli occhi, due pozzi neri come la notte, senza iride o sclera, solo neri. 
Si mise a battere un piede sulla tavola e iniziò a cantare a sua volta. Altri boccali si alzarono. Evidentemente la sua esibizione era apprezzata, la sua stranezza del tutto accettata.
Una bambina di circa sei anni, orecchie a punta e grandi occhi verdi, se ne stava seduta in mezzo a quella folla di umani e in qualche modo era riuscita a procurarsi una ciotola di honimud. Era un dolce tipico della zona, a base di panna, miele, frutta secca e farina d'orzo, e quella ciotola probabilmente era il fabbisogno nutritivo di una settimana per un essere umano adulto. La piccola stava mangiando quella pappa dolce con una mano perché non c'erano cucchiai della giusta misura per lei, e si era sporcata mezza faccia.

Quella scena gli strappó un sorriso, ma anche un senso di fastidio.
Bene, sì, ottimo, è così che tieni d'occhio tua sorella. Pensò il drow, rimproverando mentalmente il bardo. Dovrei avvertire i su… sua madre. I pensieri scartarono di loro spontanea volontà, e il drow faticò parecchio per riprenderne il controllo. Abbandonò la sfera, appena in tempo per sentire che Lizy era tornata e stava parlando con Tuyy.

“Beh, i gloura.” Stava dicendo Lizy. “Non sanno cosa hanno rischiato, credo. E non mi stupirebbe se volessero tenerci d'occhio o vendicarsi.”
“Tuyy non conosce piccoli omini con ali.” Disse lui. “Ma Tuyy sembra che loro non combatte.”
“Sì ma… chi lo sa… il loro amico ucciso davanti a tutti in quel modo. Perché non avete voluto spiegare il motivo di quel gesto? E perché terrorizzare la sua compagna?”

Daren sospirò, infastidito dalle interferenze dell’aranea.
“Perche…” alzò la voce in modo che lei lo sentisse. “Mi piace che la gente abbia paura di me. Mi scatena un brivido in mezzo alle gambe.” Disse in tono volutamente viscido.
“Fai schifo!” Lo rimproverò Lizy, con una smorfia disgustata. “Ti comporti come un bulletto da due soldi. E non posso nemmeno pensare che lo fai perché non hai nessun vero potere, ti ho visto aprire un illithid come una sardina! Che motivo hai di fare così?”
Daren scrollò le spalle. “La compagnia di Tuyy mi impedisce di essere malvagio quanto vorrei, e lasciar credere che potrei esserlo è la migliore alternativa.”
Lizy lo guardò in silenzio mentre ricomponeva i suoi averi, mettendo la sfera nella scarsella e il giaciglio nello zaino.
“Faccio il prossimo turno di guardia.” Annunció l'elfo scuro. “Ne ho piene le scatole di voi due.”

Lizy recuperò il sacco per dormire dal suo bagaglio e lo stese accanto al desmodu. Si sentiva più al sicuro così. 
Tuyy le restó accanto in silenzio mentre lei faceva l'inventario del bottino che aveva raccolto; sembrava che il grosso guerriero non avesse alcun interesse in quelle ricchezze. Alla fine, quando lei ormai si preparava a dormire, il desmodu le parlò sottovoce con quella sua strana intonazione borbottante. 
“Popolo di desmodu non ha parola per drow. In lingua desmodu le razze non-desmodu si chiamano solo Amici o Nemici. Finché razza non si conosce, non c'è parola. Drow si chiama Nemici.” Lizy ascoltò affascinata quel discorso, era sempre interessante capire come gli altri popoli organizzassero il linguaggio, e di conseguenza la percezione del mondo. Però non capiva dove lui volesse andare a parare. “Gloura io direi Amici. Tranquilli, buoni, quasi tutti. Solo uno cattivo. Drow invece sempre Nemici, ucciso molti desmodu, anche se ora uno di loro non-cattivo. Tuyy crede non-cattivo, non ha aura brutta. Ma drow in generale sempre Nemici, tu capisci?”
Lizy scosse la testa, lentamente. “Capisco quello che stai dicendo, ma non perché.”
Tuyy dovette fare uno sforzo per comprendere la sua risposta.
“Tuyy spiega. Gloura non aveva parola per drow. Nemmeno per desmodu e aranea. Loro oggi visto prima volta. Loro non sapeva Amici o Nemici. Ora loro sa.”
Lizy socchiuse le labbra in un muto “oh” di stupore.
“Se tu vedi razza buona e pensi Amici, non vuoi che loro vede razza malvagia e pensa Amici.” Continuó Tuyy. “Molto pericolo. Se loro primo drow vede non-nemico, molto pericolo.”
Lizy guardò verso l'oscurità. Da qualche parte, il drow era andato a sistemarsi per fare la guardia. Non troppo vicino, perché il rumore del ruscello era un ostacolo e avrebbe coperto l'arrivo di eventuali aggressori. Sperò che non fosse nemmeno troppo lontano.

Daren stava facendo la guardia. Molti pensieri cercavano di distrarlo ora che era solo e senza altri stimoli. La sua mente minacciava di partire per la tangente nel completo silenzio e nella noia delle gallerie vuote.
Accidenti, pensò ad un certo punto. Avevo in mente di usare la sfera per controllare come sta Dee Dee. 
Oh, beh. Non dovrei pensarci, deve imparare a badare a sé stessa un minimo. Sono certo che sta bene.
Daren scosse la testa, scrollandosi via i suoi dubbi, e si concentrò sul suo compito. Le ore seguenti trascorsero tranquille, senza brutte sorprese. 

           

   
 
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