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Autore: Heda_Lexa    03/03/2018    1 recensioni
Clexa AU potterverse
Una lama le marchiava la pelle e urla disumane uscivano dalla sua bocca. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era il dolore. Dolore. Tanto dolore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 14
 
I giorni passavano lenti, monotoni. Nia non aveva più attaccato e il mondo magico stava con il fiato sospeso nell’attesa della sua prossima mossa. I ragazzi che avevano deciso di rimanere a Hogwarts si allenavano ogni giorno, senza sosta. Nessuno voleva vederli morire. Anya si era ripresa del tutto ed aveva ripreso ad addestrare i ragazzi.  Lexa aveva mandato pattuglie in tutti i luoghi che sua madre non aveva ancora conquistato e passava le giornate chiusa nel suo ufficio a cercare un piano per vincere la guerra. Vi era sempre un via vai continuo di auror e insegnanti che l’aggiornava su ciò che succedeva al di fuori di Hogwarts.
Bellamy e Clarke avevano avuto un duro confronto su quanto successo. Era stata dura per Bellamy ricevere l’ennesimo rifiuto da parte di Clarke dopo che aveva dichiarato i suoi sentimenti, ma alla fine erano riusciti a chiarirsi e Bellamy aveva promesso che non avrebbe fatto più nulla per ostacolare la sua relazione con Lexa. Voleva solo che lei fosse felice, e se lo era con Lexa lo avrebbe accettato.
 
“Mi ha appena contattato il ministro americano. Hanno deciso di non aiutarci in questa guerra.” Disse Marcus.
“me lo aspettavo.. non vogliono dichiarare guerra aperta a mia madre per paura. Li capisco.- Lexa guardò pensierosa l’uomo di fronte a lei- Tranquillo Marcus, ce la faremo anche senza il loro aiuto.”
Kane annuì, il viso stanco e la barba non curata lo facevano sembrare più vecchio di quanto fosse realmente.
“Dovresti riposarti.. sei allo stremo.” Disse Lexa sinceramente preoccupata per Marcus.
“Sì hai ragione… anche tu però dovresti staccare per un po’ la spina..”
“Sì.. mi sono presa la serata libera. Finisco e poi chiudo tutto fino a domani mattina.”
Marcus annuì e se ne andò lasciando la ragazza a finire di leggere le ultime pergamene. Dopo una ventina di minuti la Heda chiuse tutto, si fece una doccia veloce e si incamminò verso la sala grande.
Vide Clarke seduta con i suoi amici; sembrava così spensierata e allegra che per un attimo pensò di non disturbarla.
Mentre era indecisa se andarsene o no Clarke si girò e la vide. Un ampio sorriso si stampò sul viso della ragazza che le fece segno con la mano di raggiungerla.
“Ciao ragazzi.” Disse Lexa un po’ imbarazzata.
“buonasera professoressa.”
“Vi ho già detto che non sono più una vostra professoressa, potete chiamarmi Lexa.”
I ragazzi annuirono imbarazzati, poi Clarke interruppe il silenzio che si era creato.
“Come mai sei venuta qua Lexa?”
“ehm.. volevo chiederti se ti andrebbe di venire con me.. volevo mostrarti una cosa.”
“Oh.. si certo. Volentieri.. allora ragazzi ci vediamo, buona serata.” Clarke si alzò mentre gli altri le salutavano, poi seguì Lexa. Camminarono per i corridoi di Hogwarts e, nonostante le continue domande di Clarke, Lexa si  rifiutò di dirle dove la stava portando.
“Ma questa non è la strada per la torre di astronomia?” chiese Clarke sempre più curiosa.
Lexa rimase in silenzio. Salirono gli ultimi scalini ed effettivamente si ritrovarono in cima alla torre di astronomia.
Una coperta era stesa sul pavimento con sopra un cestino da pic nic. Introno le candele rendevano l’atmosfera molto romantica.
“Ti avevo detto che mi sarebbe piaciuto portarti a vedere le stelle…” Clarke interruppe Lexa prendendo il suo viso tra le sue mani e dandole un delicato bacio a stampo.
“è tutto bellissimo.. grazie.”
Le due ragazze si stesero sulla coperta, mangiarono ciò che Lexa aveva fatto preparare dagli elfi in cucina e osservarono le stelle. Lexa mostrava a Clarke le costellazioni, spiegandole i diversi significati e raccontandole le storie e i miti che si celavano dietro a quello spettacolo che l’universo aveva offerto alla Terra. Fecero l’amore, più volte, sotto le stelle; il calore dei loro corpi che contrastava il freddo della notte, la loro felicità che contrastava il dolore della guerra.
 
 
 
 
 
Indra correva tra i corridoi del castello, il panico nei suoi occhi e il terrore nella sua voce quando  spiegò a Lexa cosa era appena successo dopo che era arrivata nel suo ufficio.
“il gruppo che hai inviato a Mount Wheter è stato catturato. Jasper Jordan è riuscito a scappare. Ci ha appena avvisati tramite gufo.”
Lexa imprecò, poi si calmò e ordinò a Indra di mandare qualcuno a recuperare il ragazzo e di convocare tutti nella sala grande immediatamente.
 
Negli ultimi periodi avevano avuto contatti con la setta dei Wallace,  una piccola comunità stanziata a Mount Wheter. Avevano avuto dei problemi per via della guerra in atto e Lexa non aveva esitato a mandare aiuti. D’altra parte Dante, il capo, e il preside Kane avevano stretto rapporti negli anni passati; gli alunni del sesto anno andavano nella comunità per qualche giorno così che imparassero senza stare sui libri ma dall’esperienze quotidiane.  Un paio di giorni prima avevano mandato un messaggio di aiuto e Marcus e Abby si erano offerti volontari e avevano preso una squadra con loro, ma a quanto pare le cose non erano andate secondo i piani.
 
 
 
Heda incuteva terrore dall’alto dei gradini della sala grande con il suo portamento regale e il suo abbigliamento da guerra. La sua voce era ferma e decisa mentre spiegava il piano che in poco tempo aveva  ideato per salvare i suoi compagni.
Tutti coloro che erano stati scelti per la missione di salvataggio si preparano per combattere e partirono.
 
 
Mentre volavano sulle scope Clarke si avvicinò a Lexa che stava guidando la spedizione.
“Mount Wheter è sempre stato neutrale.. perché schierarsi ora dalla parte di Nia?”
“Non lo so Clarke.. il presidente di quella setta avrà visto un’opportunità di sopravvivenza maggiore se si fosse schierata con mia madre.. ma ora dobbiamo solo essere concentrati sul salvare tutti loro e riportarli a casa..”
“Ho già perso mio padre, non posso perdere anche mia madre..” una lacrima solitaria rigò la guancia di Clarke.
“Non accadrà. Te lo prometto.”
 
 
Tutti avanzavano piano, nascosti nel bosco. Arrivarono a una ventina di metri dall’ingresso sigillato di Mount Wheter.
“Indra, tu e Octavia guidate il gruppo B. Aspettate il segnale. Entrate solo dopo averlo sentito.” Entrambe annuirono e si diressero con la loro squadra verso i tunnel sotterranei.
“Anya e Raven andate alla diga. Sapete cosa dovete fare.-le due si allontanarono lasciando l’ultima squadra da sola. - lanciamo la bomba che ha creato Raven e una volta che la porta si sarà aperta entriamo. Voi tre rimarrete qui a controllare-disse Lexa rivolgendosi all’auror Miller, Lincoln e Sinclair- e manderete il segnale che siamo dentro. Io ho il corno per il segnale della ritirata se dovesse succedere qualcosa. Se lo sentite scappate. Avete capito tutto?- il gruppo, formato da studenti e da auror annuì- iniziamo.”
Lexa lanciò la bomba che esplose non appena toccò la porta blindata. Ci fu un boato e poi solo silenzio.
Tutti controllarono che non ci fosse nessun nemico pronto ad attaccarli e una volta che furono sicuri Lexa, Bellamy, Monty e Clarke iniziarono a correre verso l’ingresso.
Dopo appena due passi una miriade di incantesimi si abbatté su di loro, e ciò li costrinse a tornare al riparo con gli altri.
Passarono diversi minuti, ma nessuno riusciva a percorrere quei metri che li separava dalla porta.
“Copritemi, passerò da dietro e li attaccherò alle spalle così potrete entrare.” Disse Lexa.
“Vengo con te- il padre di Miller si fece avanti- mio figlio è là dentro devo fare qualcosa per salvarlo.”
“Okay allora noi andiamo.”
Lexa strinse la mano di Clarke, poi si girò andandosene mentre gli altri iniziarono a lanciare incantesimi di contrattacco.
 Dopo pochi minuti gli incantesimi lanciati contro di loro cessarono, così Monty, Clarke e Bellamy riuscirono ad entrare a Mount Wheter.
Camminavano furtivi per i corridoi, ma stranamente non trovarono nessuna guardia a controllare.  Erano quasi arrivati alla sala di controllo quando sentirono il segnale della ritirata.
“No.. non possiamo ritirarci ora.” Il panico stava prendendo il sopravvento su Clarke.
“Clarke dobbiamo andarcene. Lexa ci ha detto che avrebbe suonato il corno solo in caso di emergenza. Dobbiamo scappare prima che ci prendano e ci uccidano.” Disse Bellamy, anche lui sempre più spaventato.
“No! Non posso lasciare mia madre a morire. Lei è la mia famiglia.”
“C’è Harper… non posso lasciarla. Non ora che ha bisogno di me.” Disse Monty.
Il silenzio calò tra di loro.
“Troveremo un modo di farcela anche senza Lexa- disse Bellamy convinto- forza andiamo. “
Tutti e tre proseguirono per i corridoi, l’ansia li stava divorando e la paura di non uscire più da quel posto cresceva sempre di più.
 
 
Nel tunnel
 Il segnale di ritirata rimbombò nei tunnel facendo trasalire tutta la squadra.
Indra, che era a capo del gruppo, non si fece prendere dal panico e ordinò a tutti di ritirarsi.
“ma non possiamo lasciarli morire.. sono i nostri amici.. Abby, lei è stata come una madre per me. Non possiamo abbandonarli.” Octavia non sembrava disposta ad abbandonare la missione.
“Non lo vorrei fare nemmeno io, ma questi sono gli ordini di Heda. Torneremo a prenderli.”
“No indra, io non scapperò.  Se voi volete andare andatevene. Io resto.”
“Octavia!- Indra era sempre più arrabbiata-  tu sei un soldato. Questo è un ordine e devi obbedire.”
“No.” Lo sguardo di Octavia era sempre più duro e la tensione tra le due era arrivata a livelli estremi.
“Se decidi di restare morirai.”
“io non me ne vado.”
Indra guardò un’ultima volta la ragazza, poi si voltò e insieme al resto della squadra scomparve nel tunnel.
Octavia entrò all’interno di Mount Wheter, con la sola paura di perdere le persone che amava a farle compagnia.
 
 
 
Alla diga
Raven e anya avevano appena messo al tappeto l’ultima guardia quando il segnale della ritirata arrivò dritto alle loro orecchie.
“no… non possiamo ritirarci ora.” Raven si girò terrorizzata verso Anya.
“Andiamocene Raven. noi in ogni caso non avremmo potuto fare più niente.”
“Ma li lasceremo a morire.”
“Dobbiamo andare ora Rae.”
“vai tu.. io non posso andarmene.” Raven si girò per dirigersi verso l’entrata di Mount Wheter.
“Perdonami Rae.” Sussurrò Anya, poi le si avvicinò, l’afferrò per un braccio e si smaterializzò vicino a Hogwarts.
 
 
 
Dentro Mount Wheter
 
Clarke, Bellamy e Monty  avevano trovato colui che fino a pochi mesi prima era il capo di quella setta, Dante Wallace. Lo avevano preso come ostaggio e si erano diretti alla stanza di controllo.
Una volta dentro Monty iniziò a controllare tutti gli scaffali per cercare qualcosa di utile da utilizzare.
“Dante ti prego ferma tuo figlio. Perché sta facendo questo?” chiese Clarke mentre lo teneva sotto tiro.
“facciamo ciò che è necessario per far sopravvivere la nostra gente.” Rispose Dante freddo.
“Ma noi vi abbiamo aiutato.. ogni volta che in questi mesi avete avuto bisogno di qualcosa il preside Kane vi ha sempre dato una mano.”
“Lo so Clarke.. ma alcune volte bisogna fare delle scelte…”
Wallace fu interrotto dall’apertura di quello che sembrava un portale su una delle pareti mostrndo la faccia del figlio Cage.
“Clarke.. che piacere vederti… sapevo che saresti diventata una leader..” una risata perversa uscì dalla bocca di Cage.
“Cage lascia andare i prigionieri.. potremmo trovare un accordo e dimenticare questa assurda storia.” Disse Clarke cercando di essere più convincente possibile.
“Mi dispiace Clarke ma non posso.. ho già un accordo molto vantaggioso. Vattene finché sei in tempo.”
Clarke guardò Bellamy e Monty, poi capì cosa doveva fare.
“Lasciali andare o ucciderò tuo padre.”  Clarke puntò la bacchetta contro Dante mentre fissava con sguardo deciso il figlio.
“Non oseresti..”
“te lo ripeto un’ultima volta Cage.. liberali o uccido tuo padre.” Clarke era sempre più determinata.
“Padre…- lo sguardo del figlio era sofferente- mi dispiace, non  posso.”
“Lo so figliolo.. proteggi la nostra gen..”
“Avada Kedavra!” Clarke lanciò la maledizione senza perdono. Il corpo di Dante cadde a terra con un tonfo sordo, gli occhi ancora spalancati.
“Nooo!!” la faccia di Cage si era trasformata in una smorfia di dolore; non si aspettava che Clarke andasse fino in fondo. Quello che assomigliava ad un portale si chiuse immediatamente lasciando i tre ragazzi da soli.
Clarke tremava fissando il cadavere davanti ai suoi occhi; Bellamy le si avvicinò e la strinse a sé.
“Potrei aver trovato qualcosa.. ma potrebbe portare a gravi conseguenze.” Disse Monty che aveva continuato la sua ricerca.
Gli altri due lo incitarono a parlare.
“Da questi scritti si capisce che sono malati.. tutti quanti. Hanno fatto un incantesimo di protezione che filtra l’aria. Se respirano aria non filtrata muoiono. Hanno fatto degli studi, su umani. Hanno trovato una cura ma hanno bisogno di maghi sani.”
“allora le sparizioni qui vicino non erano opere di Nia. Erano loro.” Disse Bellamy sorpreso.
La loro conversazione fu interrotta da Cage che si era di nuovo messo in contatto con loro.
“Guarda Clarke. Guarda morire i tuoi amici. E per prima toccherà a tua madre.” Cage era ormai fuori di sé. La ragazza vide la madre incatenata a un letto che urlava e si dimenava mentre un grosso coltello le veniva infilato in un ginocchio. Marcus urlava, implorando di lasciarla andare. Nello stesso momento dietro si aprì la porta dove venivano tenuti prigionieri mostrando i civili che mangiavano tranquillamente ai tavoli della sala da pranzo. Octavia entrò dalla porta, due guardie che la trattenevano di peso. Il viso pieno di escoriazione e una gamba che le sanguinava. Venne incatenata al muro insieme agli altri.
“No..” Bellamy sussultò alla vista della sorella.  Si girò verso Clarke che guardava inorridita la madre mentre veniva torturata.
“Cage sappiamo che siete malati- disse Clarke appena si fu ripresa-  se li lasci andare vi aiuteremo.”
“non si torna più indietro Clarke.”
La ragazza si voltò verso Monty. “ sei sicuro che il contro incantesimo funzionerà?”
“si” disse sicuro il ragazzo.
Clarke guardò Bellamy negli occhi per avere il suo appoggio. Quella decisione avrebbe portato alla morte di centinaia di persone innocenti.
Il  ragazzo le prese la mano.
“è mia sorella. È una mia responsabilità.”
All’unisono estrassero le bacchette e recitarono l’incantesimo.
Videro le guardie presenti iniziare a contorcersi dal dolore mentre la loro pelle deperiva.
Tutti e tre uscirono da quella stanza e si diressero a corsa verso la sala da pranzo. Mentre stavano uscendo sentirono il grido disperato e pieno di rabbia di Cage.
Non appena arrivarono lo spettacolo che si porse loro davanti era orribile. Uomini, donne e bambini erano a terra, morti, con la pelle deformata. Superarono i cadaveri in silenzio ed entrarono nella stanza dove erano tenuti prigionieri i loro amici.
Le guardie erano a terra prive di vita, ma di Cage non vi era traccia. Liberarono tutti e Clarke si diresse subito da sua madre.
Si abbracciarono intensamente, mentre entrambe piangevano di gioia.
“Cage è scappato.” Disse Harper mentre Monty la liberava.
Marcus prese Abby in braccio e la portò fuori.  Quando tutti furono liberati uscirono dal monte dove persone innocenti  avevano perso la vita per un motivo che Clarke e nessun altro aveva ancora capito.  
Una volta usciti trovarono Lincoln e Sinclair che, non vedendoli uscire, avevano deciso di non ritirarsi.
“avete visto Cage?” chiese Clarke.
“No..siete i primi che vediamo.” Disse Sinclair.
Lincoln non appena vide O’ in quelle condizioni si assicurò subito che stesse bene e poi la fece montare sulla scopa dietro di lui.
Anche il  resto del gruppo che faceva parte della missione di recupero montò sulle scope e caricò gli altri.
Dopo un paio di ore arrivarono ad Hogwarts.
Furono accolti dagli auror, dai professori e dagli studenti non appena entrarono dentro al castello.
I ragazzi abbracciarono i loro amici e Raven corse incontro a Clarke e Octavia e dopo averle abbracciate si fiondò su Abby chiedendole perdono per averla abbandonata.
“Come avete fatto?!” chiesa Indra stupita dalla riuscita dell’impresa.
Tutti si guardarono un po’ indugiando poi Clarke prese la parola.
“Dov’è Lexa?”
“E dov’è mio padre?” chiese Nate.
Il silenzio calò tra i professori e fu di nuovo Indra a parlare.
“quando siamo arrivati al castello dopo esserci ritirati è arrivata una lettera da parte della nostra Heda dove spiegava il piano che aveva attuato con sua madre per farci uccidere a Mount Wheter.
Ci ha traditi.”
 
 
 
 
 
 
Dimora di Nia, poco dopo il rientro a Hogwarts.
“Non mi aspettavo tutto ciò.. ma possiamo sempre sfruttare tutto quanto a nostro vantaggio.  Radunate le truppe e mettete in moto l’esercito. Tra poco il mondo magico sarà mio.”
   
 
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