IL CAPPELLO
Il cappello
rimasto sul letto
intatto;
d’allarme campanello
di tragiche sciagure.
Eppure,
perché tutto sembra sconvolto?
Le cose sono ancora tutte lì,
così,
al loro posto,
senza che nessuno le abbia mosse di
un dito.
Eppure tu non ci sei più.
A casa non tornerai mai più.
Le tue cose sono rimaste immobili,
intatte,
immacolate
come tu le avevi lasciate;
ma questo è il vuoto,
qualcosa che non si può colmare
con parole o lacrime amare.
La morte ha sconfitto
la vita, nella lotta quotidiana
contro l’indifferenza sovrana
di una qualche entità
che dicono ci stia dominando da
sempre;
ma perché tutto mi sembra così
inverosimile?
Non c’è nulla al di là del placido
velo della morte,
dove l’esistenza cambia il suo corso,
il suo sentiero,
e si addentra in un territorio
forestiero,
ai vivi ignoto.
E perché a volte, a distanza di mesi,
mi alzo e mi torni in mente?
Sembra che io sia vittima di una
paresi
mentale,
di qualcosa di innaturale,
poiché par che io sia rimasto fermo
a un periodo di tempo che se n’è
andato,
lesto,
che è volato via,
lungo la scia
degli anni che corrono,
delle stagioni che scorrono
sui calendari
leggendari,
nelle canzoni antiche e secolari.
Le pietre miliari
dell’esistenza
sono ardore e rispettiva impotenza;
le mani giunte in preghiera,
alla sera,
quando il meriggio è come se si
annientasse,
ed ogni giorno che passa è un giorno
perduto,
il buio che inghiotte ciò che è,
per non lasciare che nessuno si chieda
mai un perché.
Ed io che mi struggo ancora,
perché mi vien da pensarti,
vorrei illudermi
che tutto come prima tornerà,
ma il prima è perduto per sempre,
ciò che era mai ritornerà;
chi ha detto che la vita è un cerchio
mente,
ha la favella e la menzogna solerte,
eppure esiste un qualche elisir che
contrasti
la sensazione di sentirsi piccoli?
Insignificanti?
Un giorno anche le mie cose
resteranno lì,
immobili,
e non potrò più toccarle;
a qualcuno il facile compito di
cestinarle,
di buttarle,
di dimenticarle.
NOTA DELL’AUTORE
Poesia molto triste e molto sentita. Mi sono emozionato molto
sia mentre la scrivevo e sia quando la rileggevo.
Spero di non avervi rattristato.