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Autore: alessandroago_94    08/03/2018    8 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cappello

IL CAPPELLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il cappello

rimasto sul letto

intatto;

d’allarme campanello

di tragiche sciagure.

Eppure,

perché tutto sembra sconvolto?

Le cose sono ancora tutte lì,

così,

al loro posto,

senza che nessuno le abbia mosse di un dito.

Eppure tu non ci sei più.

A casa non tornerai mai più.

Le tue cose sono rimaste immobili,

intatte,

immacolate

come tu le avevi lasciate;

ma questo è il vuoto,

qualcosa che non si può colmare

con parole o lacrime amare.

La morte ha sconfitto

la vita, nella lotta quotidiana

contro l’indifferenza sovrana

di una qualche entità

che dicono ci stia dominando da sempre;

ma perché tutto mi sembra così inverosimile?

Non c’è nulla al di là del placido velo della morte,

dove l’esistenza cambia il suo corso,

il suo sentiero,

e si addentra in un territorio forestiero,

ai vivi ignoto.

E perché a volte, a distanza di mesi,

mi alzo e mi torni in mente?

Sembra che io sia vittima di una paresi

mentale,

di qualcosa di innaturale,

poiché par che io sia rimasto fermo

a un periodo di tempo che se n’è andato,

lesto,

che è volato via,

lungo la scia

degli anni che corrono,

delle stagioni che scorrono

sui calendari

leggendari,

nelle canzoni antiche e secolari.

Le pietre miliari

dell’esistenza

sono ardore e rispettiva impotenza;

le mani giunte in preghiera,

alla sera,

quando il meriggio è come se si annientasse,

ed ogni giorno che passa è un giorno perduto,

il buio che inghiotte ciò che è,

per non lasciare che nessuno si chieda mai un perché.

Ed io che mi struggo ancora,

perché mi vien da pensarti,

vorrei illudermi

che tutto come prima tornerà,

ma il prima è perduto per sempre,

ciò che era mai ritornerà;

chi ha detto che la vita è un cerchio mente,

ha la favella e la menzogna solerte,

eppure esiste un qualche elisir che contrasti

la sensazione di sentirsi piccoli?

Insignificanti?

Un giorno anche le mie cose resteranno lì,

immobili,

e non potrò più toccarle;

a qualcuno il facile compito di cestinarle,

di buttarle,

di dimenticarle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Poesia molto triste e molto sentita. Mi sono emozionato molto sia mentre la scrivevo e sia quando la rileggevo.

Spero di non avervi rattristato.

   
 
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