Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: rocchi68    13/03/2018    3 recensioni
Erano già passati almeno una decina di giorni da quando aveva abbozzato alla sua famiglia la possibilità di sposarsi con la sua ragazza.
A capo tavola si era accomodato suo padre.
Normalmente avrebbe dato il suo beneplacito, accogliendo la richiesta del figlio, ma quella sera gli uomini di casa erano sotto scacco.
(Sequel annunciato di "Moments". Per capire la trama sarebbe preferibile, ma non per forza necessario, leggere la serie precedente).
P.S. Scusate per le poche righe d'introduzione, ma non saprei che altro dire.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scott immaginava che lei avesse già avvertito tutte le persone che le stavano a cuore.
I suoi genitori nel vederla arrivare a casa con tutte le valigie e con uno sguardo stralunato, non ebbero grosse difficoltà a intuire cosa era successo.
Di solito era l’uomo ad andarsene e ad abbandonare il tetto della convivenza, ma in questo caso era toccato a Dawn lasciarsi quell’appartamento alle spalle.
E come capita tra famiglie che vorrebbero unirsi in una sola, anche la cara Alberta e relativi genitori erano venuti a sapere la verità.
Se lo aspettava?
Che Alberta fosse una testa matta e che fosse capace di lanciarsi anche nell’avventura più folle questo era assodato, ma di certo non lo credeva realistico.
Era abile di prendere un biglietto di andata e ritorno per la Lapponia solo per controllare la salute di Babbo Natale, ma era inverosimile che alzasse il culo dal suo posto sul divano per fare una veloce visita al fratello minore.
Citofonò con forza, costringendo Scott a scrollarsi dal suo stato di torpore e salì velocemente le scale, ritrovandosi dopo pochi istanti a sospingere il rosso all’interno dell’appartamento per poi fissarlo con sguardo spiritato.
Spinto fino al divano, aveva spento il televisore e aveva iniziato con l’interrogatorio che si era preparata durante quei 20 minuti scarsi di viaggio in macchina.
In macchina di sera e con il cielo che annunciava pioggia?
Senza quel suo fantoccio di fidanzato da trascinarsi dietro e da esibire manco fosse un fedele cagnolino?
Alberta doveva essere uscita di senno per osare in quella misura.
“Che cazzo combini?” Lo aggredì subito, strattonandolo con forza.
“Io…”
“Mi devi spiegare quale dei tuoi tre neuroni abbia deciso di mandare via Dawn!”
“Ma…”
“Era la ragazza perfetta per te, idiota.” Continuò, alzando la mano e stampandogli un bel cinque dita sulla guancia destra.
“Lei mi ha tradito.” Sputò in un attimo, tastandosi la mascella e cercando di stabilire se quella sberla potesse aver causato qualche danno.
“Stai mentendo.”
“Io…”
“I suoi genitori ci hanno chiamato mezzora fa e hanno aggredito nostra madre che si è messa a piangere come una fontana.”
“Ma…”
“Loro piangevano, nostra madre piangeva e Dawn era nel suo letto disperata.”
“Non è colpa mia.” Replicò lui con fastidio, facendola sbuffare.
“Cosa le hai fatto?”
“Io? È stata lei a tradirmi.” Sbottò seccato.
“Posso immaginarlo.” Soffiò sarcastica.
“Puoi dire quello che ti pare Alberta, ma io l’ho vista.”
“Hai visto cosa?”
“Lei cosa ha raccontato?” Domandò con un pizzico di curiosità, sperando che avesse mentito e di poterla, quindi, distruggere senza fatica.
“Che tu l’hai lasciata e l’hai mandata via senza un motivo valido.” Rispose Alberta senza pensare che quella potesse essere una menzogna.
Qualcuno, però, stava omaggiando il buon vecchio Pinocchio.
Chi stava mentendo?
Una volta sarebbe stata certa che Scott era un ragazzo marcio, dalla dubbia moralità e che, per ottenere un qualche vantaggio, era capace pure di barattare un suo qualche parente per dei chili di patate.
Ora, però, il discorso era diverso.
Fissandolo negli occhi era evidente che il suo fratellino non fosse più propenso a giocare con le bugie e con la sua memoria corta.
Una volta bastava osservarlo intensamente e lui si sarebbe tradito, magari abbozzando una risata fuoriposto oppure ritrovandosi incapace di tenere ferme le mani.
“Quella è solo una puttana.”
“Eh?”
“L’ho vista mentre si baciava con Beverly. Ti rendi conto? Sono rientrato un po’ prima dal progetto fuori città e lei stava baciando quel ciccione.”
“Ne sei sicuro?” Tentò, incrociando il suo sguardo feroce.
“Sarò anche stupido e tutto il resto, ma i miei occhi non mi hanno mai ingannato.”
“Ma…”
“Forse si vergognava troppo per ammetterlo con i suoi genitori, ma questa è la pura e semplice verità.”
“Non lo sapevo.”
“Sei venuta qui di corsa, basandoti solo sulle sue parole e ritrovandoti fregata.” Borbottò dispiaciuto Scott, invitando la sorella a sedersi vicino a lui sul posto rimasto libero.
“Comunque non ti stavo mentendo Scott.”
“Di che parli?”
“Lei era davvero la ragazza adatta a te.”
“Hai detto bene: era.”
“Mi spiace di averti remato contro in questi periodi.” Mormorò triste, abbassando il capo.
“Ormai è finita e non voglio pensarci più.”
“Ero vittima di una profonda invidia quando stavate per andare a convivere, ma poi ho notato che eri felice e la cosa mi faceva piacere.”
“È stato bello finché è durato.” Brontolò laconico, facendola sospirare.
“E ora che intenzioni hai?”
“Resterò in questo appartamento e cercherò di dimenticare ogni cosa.”
“E se non fosse questa la soluzione migliore?” Chiese Alberta, facendolo tremare.
“Quale altra carta posso giocarmi ora?” Sibilò triste, sentendo l’amarezza prendere il sopravvento e ritrovandosi ben presto a singhiozzare e a piangere disperatamente, trovando conforto in uno dei rari abbracci della sorella maggiore.
“Non puoi chiedere a me quali saranno i tuoi prossimi passi.” Rispose divertita, facendo sospirare il fratello.
“Se guardo in questa città, non trovo nulla che mi dia pace.”
“Che intendi dire?”
“Odio questa città. Tutto è sempre così maledettamente uguale.”
“E come dovrebbe essere scusa?” S’informò Alberta, inserendo una lieve nota di sarcasmo nella sua domanda.
“Esci in strada e vedi coppie felici e realizzate. Vedi progetti, felicità e grandi abbracci. Ti volti un attimo e realizzi che alcuni non sono sulla stessa lunghezza d’onda.”
“Ma…”
“Alla fine Alberta, dovrei essere io quello che prova invidia nei tuoi confronti.”
“Perché mai?”
“Perché mi hai appena superato.” Ammise, abbozzando un lieve sorriso.
“Non resterò in vetta per molto.” Pronosticò lei.
“Hai un lavoro, un fidanzato che ti adora e ti avvicini sempre più a realizzare tutti i tuoi progetti.” Elencò lui di rimando.
“Ma vivo ancora con i nostri genitori e Lucas non si sta identificando come il nuovo schiavo della famiglia Black.”
“Noi uomini siamo fregati.”
“Prima eri così triste da non leggere la possibilità, ma ora temi di rispettare la tradizione della nostra famiglia. Non è che, sotto quella maschera e quello sguardo preoccupato, ci sia una qualche consapevolezza che nessuno conosce?” Lo interrogò divertita.
“Avevi ragione.”
“Su che cosa?”
“Che dovrei smetterla di deprimermi.”
“Prima di riprendere a vivere, devi rispondere a una sola domanda.” Borbottò seria Alberta, prendendo una rivista e sfogliandola distrattamente.
“Quale?”
“Dawn era la tua felicità?”
“Devo proprio?”
“In base alla risposta posso farti conoscere la mia analisi.” Soffiò divertita.
“È vero.”
“In tal caso puoi cercare quanto vuoi, ma non troverai mai una ragazza che si avvicini agli standard che desideri.”
“Perché no?”
“Perché il tuo standard di base è Dawn e, purtroppo per te, non esiste al mondo una ragazza con caratteristiche simili.”
“Dovrei perdonarla?” Chiese lui, prendendo la rivista dalle mani della sorella e gettandola nuovamente nel mucchio.
“La ami ancora?”
“Non lo so.”
“L’hai mai tradita?”
“Sebbene lei creda il contrario, non sono mai stato così stupido da perdere ciò che avevo conquistato.”
“Errore: sei stato così stupido da perdere tutto quello che avevi faticosamente conquistato in questi anni, senza darle la possibilità di spiegarsi.” Replicò con un pizzico d’amarezza.
“Non riesco a perdonarla.”
“Se fosse un’altra, ti direi che fai bene, ma in questo caso è difficile pure per me.”
“Alberta…”
“Questa volta non ho intenzione di costringerti a ritornare sui tuoi passi.”
“E cosa dovrei fare?” Chiese Scott, fissandola intensamente.
“Il tempo guarisce ogni ferita.”
“Il tuo consiglio è di darmi del tempo?”
“Ti sembrerà stupido, ma è così.”
“E non devo fare nulla?” Domandò sconcertato, credendo che si trattasse di uno stupido scherzo.
“Resta immobile, lascia che tutto ti scorra addosso e se arrivi al punto di non ritorno, allora vuol dire che, per quanto orribile sia stato quel tradimento, tu amerai sempre e solo Dawn.”
“Non era la risposta che aspettavo di sentirmi dire, ma grazie.” Borbottò, baciando la sorella sulla guancia e scompigliandole affettuosamente i lunghi capelli.
 




Angolo autore:

Purtroppo oggi sono un po' di corsa e fatico a tenere un angolo più lungo del solito.

Ryuk: Vi avvertiamo solo che mancano 5 capitoli alla fine.

E che non siamo riusciti a rileggere il capitolo per correggere eventuali errori.
Detto questo vi saluto e vi auguro una buona settimana.
Alla prossima!
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: rocchi68