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Autore: Altair4    17/03/2018    0 recensioni
Se siete appassionati di Star Wars, Star Trek, Galattica, Farscape ecc… questa storia potrebbe piacervi. Sequel di “Senza Nome le origini”, è ambientata in un’altra dimensione rispetto la nostra ed in una galassia a spirale barrata come la Via Lattea. Questa galassia è chiamata Trixtar ed è ricca di mondi popolati da esseri viventi e senzienti. Come nella storia precedente ci saranno dei gialli da risolvere, per cui Senza Nome sarà ancora una volta alla ricerca della verità, stavolta però con l’aiuto di personaggi davvero singolari. Tanto singolari da non saper definire se una delle coppie che si formeranno sia het, FemSlash…ecc. Non resta che togliervi la curiosità…
Genere: Avventura, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cleria sfrecciava rapida tra gli asteroidi, aveva ormai seminato i Terziani, in un attimo era dentro l’atmosfera di Vera, si rallegrava delle sue capacità di pilota ed in fondo si era divertita.        -In barba a quei brutti nanerottoli! Arrivo Vera!-
I Verani non avevano dei radar a protezione del pianeta, probabilmente solo in caso di guerra gli sciamani si sarebbero presi per mano ed avrebbero creato così un sistema per individuare i nemici. Ma al momento nessuno scrutava i cieli di Vera, la Paichiana passò attraverso delle nuvolette soffici come la panna montata, scansò all’ultimo momento un gruppo di uccelli dalla lunga coda e virò per la foresta dove si trovava la casa di Frero e Pepa. Aveva imparato il trucchetto da Ṡénza, si avvicinava a terra, inclinava la punta della freccia verso l’alto e cominciava a far dissolvere la parte posteriore della navetta. In questo modo i piedi potevano già toccare il suolo mano mano che i cristalli sparivano e fu così che arrivò di corsa verso la porta della casetta da nani di Frero, senza neanche dover atterrare. Non finì di bussare che Tril le aprì la porta.
         -Tutto bene amore? Ero preoccupatissimo-
         -Kreosiano di poca fede, ecco qua tutti gli zirconi di cui abbiamo bisogno-
         -Bravissima! Sono purissimi! Sono perfetti-
         -Adesso toccherà a me stare in pensiero…Prescilla ha contattato quei due?- Chiese Cleria.
         -No, i regnanti ancora non rispondono, dobbiamo partire subito-
Rispose Tril. Cleria tutta seria guardò Prescilla e le disse:
         -Tieni le mani a posto quando sarai sola con il mio fidanzato-
         -Cleria? Cosa dici…- Rispose Tril.
         -Se fossi solo un po’ più giovane dovresti preoccuparti, ma tranquilla ho già raggiunto la pace dei sensi-
La Verana rise di gusto, mentre Tril e Cleria la guardavano un po’ sorpresi.
         -Prescilla? Ti ci metti anche te?-
         -Scherzavamo, vero Cleria?-
         -M-sì certo più o meno…non posso venire anche io? Ho incontrato sia navette Verane che Terziane quando sono andata nella zona degli asteroidi, potrebbero essere là fuori ad aspettarvi, potrei esservi utile…potrei proteggervi…ho preso tantissimi cristalli, possiamo andare tranquillamente con due frecce Xiariane-
         -Cleria! Avevamo detto che avremmo diviso il rischio, ma non così!- Rispose Tril preoccupato.
         -Lascia che venga, ma non potrà scendere sulla luna con noi, ci aspetterà in orbita, non voglio spaventare i regnanti- Disse Prescilla.
         -Tril, non possiamo permettere che vi succeda qualcosa, devo venire anche io!-
         -Cleria…preferirei…-
         -Non ti fidi di me, vero? A Ṡénza lo lasceresti fare. Dimmi che non è vero se ne hai il coraggio!-
         -Probabilmente andrebbe lei da sola con Prescilla ed è quello che dovrei fare io…-
         -Puoi dire quello che vuoi, io ti seguirò comunque-
         -Non resta che arrendermi…vedo già il mio futuro con te…una lotta continua…-
         -Bè, non ti annoierai mai!-
Decisero di partire subito, era da poco calata la notte, avrebbero fatto solo una sosta a metà strada per riposarsi, li aspettavano otto ore di volo. Per la prima parte del viaggio Cleria avrebbe ospitato Prescilla nella freccia, Tril nella seconda parte e l’avrebbe condotta fino al cospetto dei regnanti. Pepa e Frero li salutarono fiduciosi, Krio muoveva la coda in modo spasmodico voleva seguirli ma rimase su Vera.
         -Vi aspettiamo sani e salvi, pensiamo noi a Krio, fate buon viaggio- Dissero in coro Pepa e Frero.
 
Intanto Treodor si trovava da solo a dover governare la casa-nave, in compagnia della tipica regina cattiva delle favole, radicata dentro Ṡénza come il peggiore dei parassiti. Era stato costretto a stordirla e l’aveva messa in ibernazione per imprigionarla, tutto questo nella speranza che Kara, non sentendo più loro notizie, lo contattasse.
         -Kara dove sei quando ho più bisogno di te? Coraggio, sono qui con la mente aperta come mai è successo in vita mia, pronto ad ascoltarti ed a parlarti-
Come se avesse sentito le sue preghiere, Kara aprì una connessione con lui-
         -Treodor che succede a Ṡénza? Non riesco a contattarla è come se ci fosse un’interferenza, è svenuta?-
         -No…non proprio l’ho ibernata-
         -Perché l’hai ibernata?-
         -E’ successo un casino pazzesco, questo è il viaggio più allucinante che mi sia mai capitato…ricordi la roccia che ha colpito la nostra nave e quella strana presenza, quella forma di energia che non riuscivi bene a distinguere?-
         -Sì certo…non era solo dell’energia della materia oscura?-
         -No, è un’entità, l’anima della regina Berla del pianeta Stork, era imprigionata tra gli asteroidi e noi l’abbiamo liberata…o meglio lei ha urtato contro di noi ed ora è dentro Ṡénza, ho dovuto stordirla e metterla in ibernazione, se si sveglia ed io non ho un piano mi farà a fette!-
         -Conosco personalmente la regina Berla, abbiamo consigliato noi al popolo di Stork questa soluzione, ma non doveva trovarsi in questa fascia di asteroidi…-
         -Che cosa devo fare? Tra un giorno e mezzo saremo vicino Vera, non posso fermare Xronodor da solo!-
         -Proverò a contattare Ṡénza anche se è ibernata, ma non sarà facile…-
Treodor sospirò, detestava non poter fare niente, avrebbe voluto bersi qualche birra e lamentarsi, ma doveva aspettare istruzioni da Kara.
Intanto Ṡénza stava vivendo il peggior incubo della sua vita, Berla cercava di soggiogarla e si trovavano in una specie di limbo, bloccate lì dallo stato di ibernazione. La regina di Stork apparve a Ṡénza con una forma umanoide: era bellissima con un ovale perfetto del viso, molto scura di carnagione, i capelli erano neri con i riflessi blu, le iridi dei suoi occhi erano così scure che non si distinguevano dalla pupilla e le davano uno sguardo inquietante, Ṡénza era praticamente il suo opposto: carnagione chiara, capelli platino, occhi cerulei chiari.
         -Cosa hai fatto a Treodor? Dove siamo?-
         -Il tuo caro amico ci ha colpito alla nuca e ci ha messo in ibernazione, ma presto troverò il modo di uscire di qui, vi ucciderò entrambi e raggiungerò Stork senza il vostro aiuto-
         -Il freddo ti indebolisce lo sento, altrimenti saresti già riuscita a scappare-
         -Sciocchezze! Ho imparato a governare la mia energia vitale, troverò una soluzione-
         -Resteremo bloccate qui e non potrò salvare Cleria, Tril e tutti gli abitanti di Vera ed è tutta colpa tua!-
         -Stupida ragazzina, me ne andrò presto di qui e tu morirai-
Le menti di Berla e Ṡénza erano come fuse, potevano leggersi l’un l’altra.
         -Sento chiaramente cosa hai fatto per essere stata esiliata! Finché i tuoi genitori erano in vita, tu non avevi nessun potere e loro erano dei regnanti giusti, ma tu volevi tutto…li hai fatti uccidere, hai preso il trono ed hai trattato il tuo popolo come schiavi…ohmiodio…sento e vedo la crudeltà di quello che hai fatto! Hai fatto uccidere anche vecchi e bambini…tutti i tuoi possibili successori al trono…hai ucciso anche colui che amavi perché pensavi che ti avesse tradito…-
         -Lui mi aveva tradito! Ne sono certa e per giunta con mia cugina…li ho visti nei loro atteggiamenti complici, camminavano da soli nel giardino del palazzo, si sono scambiati dei messaggi…-
         -Stai mentendo a te stessa! Posso vedere la verità che tu vuoi ignorare! Non ti stava tradendo, preparava la tua festa di compleanno, doveva essere una sorpresa…e tu… tu lo hai ucciso con le tue stesse mani…lo hai colpito al cuore con un pugnale di pietra dura…come hai potuto?-
         -Smettila di leggermi nella mente! Non ti riguarda-
         -Non riesco a smettere, vorrei ma è inevitabile…vedo la scena…vedo lui che ti supplica, che ti dice che ti ama…e tu non lo ascolti, sei accecata dalla rabbia…-
Ṡénza cerava di non guardare, ma il gesto efferato che aveva dannato per sempre l’anima della regina Berla si mostrò a lei ancora una volta nella sua crudezza. Erano nel giardino del palazzo, l’amato di Berla era di fronte a lei bloccato da due guardie mentre lei lo interrogava. Ad ogni risposta lei lo schiaffeggiava, le lacrime uscivano copiose da quegli occhi neri come la notte mentre tentava di difendersi a parole e le dichiarava il suo amore incondizionato. Ad un tratto Berla aveva estratto un pugnale di simil-ossidiana e diceva:
         -Tu hai osato tradirmi, sono l’erede al trono! Hai osato tradirmi con mia cugina, in questo palazzo, nel mio palazzo!-
         -Berla non è così, chiedi a tua cugina…volevamo farti una sorpresa…non amo che te!-
Berla non lo ascoltò e sotto lo sguardo esterrefatto dei soldati, piantò il pugnale di simil-ossidiana in pieno petto del suo amato. Sangue di un marrone scuro cupo cominciò a fluire, come un fiume inondò Ṡénza e Berla come se fossero state veramente presenti.
         -Basta, perché me lo ricordi, smettila!-
         -Non riesco a controllare la mia empatia, non l’ho mai saputa controllare…guarda! Il tuo senso di colpa ti ha dannato l’anima! Non vuoi vedere la verità…è dopo questo gesto crudele che tu hai voluto il potere, per colmare la tua perdita, il vuoto dopo la morte del tuo amato! Sei un’anima malata, meriti di scontare l’esilio, lasciaci andare, lasciaci vivere! Dobbiamo salvare delle vite, lasciaci compiere il nostro dovere, non abbiamo nulla a che vedere con la tua svenuta!-
Berla sembrò quasi spegnersi come se prendesse fiato, in quel momento una voce lontana ma sempre più vicina si fece spazio nella mente di Ṡénza.
         -Sono Kara, rispondi!-
         -Kara! Aiutami non ce la faccio più…il dolore è insopportabile-
         -Ṡénza devi ricacciare Berla nel suo contenitore e portarla in un posto sicuro!-
         -Come faccio? Mi sta facendo impazzire, vedo tutte le sue miserie, tutti i gravi delitti che ha commesso…-
         -Tu sei una Xiariana, la tua mente è forte, usa il suo dolore contro di lei, falle capire il male che ha commesso, così la controllerai e la forzerai e rientrare nel contenitore-
         -Quale contenitore?-
         -Deve esserci un contenitore, dove si trova il contenitore si trova anche la sua anima, deve essere per forza sulla nave-
         -Potrebbe essere la roccia! Non l’abbiamo mai vista, è conficcata dentro uno dei vertici della navetta-
         -L’anima di Berla non può allontanarsi troppo dal contenitore, è di sicuro dentro la nave-
         -Lo sapevo che me ne dovevo occupare io! Ma come faccio a convincerla ad entrarci-
         -Apri la tua mente alla sua, falle vedere i suoi errori…sento che ce la farai-
         -Non so come fare…-
         -Coraggio apri la tua mente, quando sarà il momento dirò a Treodor di farti uscire dall’ibernazione, a quel punto tu dovrai scacciarla fuori e la farete rientrare nel contenitore-
Il contatto con Kara sparì e Ṡénza si ritrovò di nuovo faccia a faccia con la coscienza di Berla. Rivedere la morte del suo amato aveva indebolito la regina di Stork, adesso però cercava di trovare una ragione, un motivo per non credere alla verità, mentire a se stessa l’aiutava ad andare avanti. Questa volta Ṡénza invece di respingere i suoi pensieri li accettò e cominciò ad aprire la mente come le aveva suggerito Kara e successe qualcosa che non accadeva da lungo tempo: un luccichio si formò sulla testa della mezza Xiariana in prossimità del computer organico. Questo organo alieno era situato tra i due emisferi cerebrali e l’ippocampo ed ospitava i chip creati dal dottor Spellman sotto la guida di Feidor, la madre di Ṡénza. Quando questa parte del cervello si illuminava, significava un aumento delle facoltà. Treodor vide un segnale di avaria alla capsula dell’ibernazione e rimase in allerta, preoccupato che la regina riuscisse ad uscire da quella trappola criogenica, ma sul momento non accadde nulla. All’interno Ṡénza stava dando vita alle immagini degli atti criminosi di Berla in modo che li rivivessero entrambe nel modo più coinvolgente possibile.
         -Cosa stai facendo? Fermati! Non servirà a niente, ho compiuto quegli atti perché dovevo! Non me ne pento! Lo rifarei!-
         -Uccideresti qui piccoli innocenti? Faresti morire ancora i tuoi genitori, le persone che ti amavano e soprattutto lui, la tua anima gemella, l’unico che poteva tenere a bada il tuo lato oscuro, la luce della tua vita?-
         -Lui…non era così importante…lui…mi impediva di essere ciò che sono!-
         -Non è vero, lui ti rendeva migliore!-
Ṡénza si concentrò ancora e le fece rivivere la scena della morte del suo amato da diverse angolazioni. Usando l’immaginazione le fece percepire il pensiero di lui, l’amore per lei nonostante tutto, il dolore di non essere creduto, il dolore di essere rifiutato e trattato come un oggetto sconveniente. L’immagine del coltello, che entrava nel petto, fu vista da entrambe come se loro stesse fossero colpite a morte. Ṡénza le fece percepire perfino il dolore fisico e anche se era tutto immaginario caddero entrambe a terra come in fin di vita. In quel momento Kara che era in ascolto, dette il segnale a Treodor, il quale andò ad aprire la capsula dell’ibernazione e portò Ṡénza ancora in uno stato glaciale vicino più possibile a dove era entrato il meteorite.
         -Adesso Treodor cerca il meteorite-
         -Non so dov’è esattamente e credo di non poterci arrivare…dovrebbe andare Ṡénza usando la sua capacità di governare i metalli…ma tenterò-
Mentre Ṡénza riprendeva colore, Treodor era arrivato il più possibile vicino al luogo di impatto della roccia e come al solito si lamentava.
         -Ma guarda te se una roccia del cavolo doveva creare tutto questo casino! Dove sei finita?-
         -Treodor quello che cerchi non ha la forma di una roccia, cerca un oggetto metallico di colore bianco a forma di uovo-
         -Ok, ma una volta preso questo uovo cosa ci devo fare?-
         -E’ sicuramente aperto, portalo vicino a Ṡénza, aspetta che Berla venga espulsa, ci sono dei pulsanti: uno l’attirerà dentro, l’altro serve per chiudere-
         -E se fosse rotto?-
         -Non è possibile che sia rotto è di un materiale quasi indistruttibile, l’impatto deve averlo aperto casualmente, su avanti, cercalo! Ṡénza si sta risvegliando e con lei la regina, non so quanto tempo potrà tenerla a bada-
 
Mentre Treodor cercava il contenitore nei meandri tecnologici della nave, sua sorella Cleria era in compagnia di Prescilla in uno spazio ristretto nel freddo cosmico, nessuna delle due poteva uscire a prendere una boccata d’aria.
         -Fammi capire…dunque…come vi siete conosciuti tu e Tril?-
         -Lui è venuto sul nostro pianeta…e ci ha saltato la vita…-
         -Non ce lo vedo Tril come persona d’azione e che fa del male a qualcuno-
         -Infatti non è un violento, ci ha tratti in salvo, la sua nave è molto veloce-
         -Ed hai capito subito che era la persona per te?-
         -No…in realtà no, anche se sentivo di star bene vicino a lui, a volte nemmeno capivo perché volevo stare con lui…poi ho visto che Tril era interessato a Ṡénza e mi sono resa conto di quello che provavo-
         -Tril era innamorato di Ṡénza?-
         -No…credeva…ma ama solo me!-
Dopo una pausa di silenzio, Cleria chiese in modo timido:
         -Tu Prescilla? Ti sei mai innamorata?-
         -Sì certo, sono stata sposata, ma non volevo figli ed allora lui chiese di sciogliere il matrimonio-
         -Capisco l’importanza di avere figli…ma addirittura rinunciare a te…-
         -Sono felice così, non mi serve nessuno, il mio compito di sciamana della regina è tutto quello che voglio dalla vita-
         -Certo siete strani voi Verani, a volte faccio fatica a capirvi, non ti manca tuo marito?-
         -No, come ti dicevo sono felice così…ma ti prego, parliamo d’altro-
Cleria non voleva parlare di sé, temeva di fare qualche gaffe e non poteva permetterselo.
         -Perché invece non cerchi di dormire un po’? Ti sveglierò quando arriviamo al punto di incontro con Tril-
         -Non riesco a riposare…sono preoccupata, temo che incontreremo qualche Terziano o Verano che obbedisce al volere di Rol- rispose angosciata Prescilla.
         -Puoi stare tranquilla, Tril ci sta seguendo a distanza e tiene d’occhio tutto il perimetro intorno a noi, dice che nessuno ci ha seguito e stiamo andando dalla parte opposta dove si trova la fascia di asteroidi, quindi nessuno ci può incolpare che vogliamo rubare l’Ergon-
         -Quando tutta questa storia sarà finita dove andrete ad abitare tu e Tril? Su Paico o su Kreios?-
         -Di sicuro non su Kreios, sono tutti razzisti là-
         -Razzisti? Non sono anche loro alleati di Kara?-
         -Sì certo, ma odiano le persone innamorate…-
         -Ti prendi beffe di me?- Rispose Prescilla stupita.
         -Beffe?- Chiese Cleria.
         -Ti prendi gioco di me?- Spiegò Prescilla.
-Ehm no…su Kreios dicono che l’amore è una malattia, non ci accetterebbero come coppia, non hanno accettato i genitori di Tril…-
         -Ora ricordo, me ne aveva parlato, ma non mi aveva spiegato bene…mi disse che i suoi si erano comportati male…non sapevo tutta la storia-
         -Non si sono comportati male, si sono innamorati…-
         -Capisco, hanno trascurato i loro doveri-
         -Questo non lo so, Tril non vuole mai parlarne…-
         -Ma va tutto bene tra di voi?-
         -Sì certo-
         -E quando farete dei piccoli?-
         -Prescilla non capisco perché a me fai il terzo grado ed io non ti posso chiedere nulla!-
         -Perché non ho nulla da rispondere-
Prescilla si fece scura in volto e smise di parlare, Cleria capì che non era il caso di insistere, si concentrò di più sul volo e contattò Tril.
         -Tril, va tutto bene?-
         -Sì certo, nessuno ci ha seguito, non possono nemmeno immaginare cosa stiamo combinando-
         -Lo spero tanto…-
          -Inoltre sarai contenta di sapere che tra poco arriveremo a metà strada, credo che il nanopianeta tra Terzia e Jhoer sia il posto migliore dove fermarci-
         -Affermativo. Però è strano, sta andando tutto troppo liscio…non vorrei fare la iettatrice, ma non mi sento tranquilla-
Dopo poco che viaggiavano i computer di bordo misero in evidenza il nanopianeta, era poco più grande della Luna e non aveva atmosfera. Atterrarono con le loro frecce in verticale, il fondo delle navette si toccarono in modo che si formasse un collegamento e Prescilla passò dal mezzo di Cleria a quello di Tril.
         -Come stai Prescilla?- Chiese premuroso Tril.
         -Tutto bene, non sono stanca, per me possiamo continuare-
         -Ne sei sicura?-
         -Assolutamente-
         -Tu Cleria, come ti senti?-
         -Sono un po’ stanca ma preferisco proseguire, l’energia vitale che mi fornisce la navetta è sufficiente, non mi manca nulla, però è davvero noioso volare così!-
         -Allora se ve la sentite, proseguiamo-
Le due frecce lasciarono il nanopianeta in pochi secondi e si riportarono sulla rotta originaria.
         -Tril, farò un giro di ricognizione intorno a voi- Cleria aveva un presentimento e voleva assolutamente constatare di persona che nessuno li avesse seguiti. Il fatto che fosse da sola nella freccia le dava un piccolo vantaggio ed in pochi secondi si era lasciata alle spalle Tril e Prescilla. La visione a trecentosessantacinque gradi le mostrava un’immagine dello spazio unica nel suo genere, le sembrava di essere immersa in un mare di stelle, come se potesse davvero toccarle, ma in realtà erano così incredibilmente lontane, non riusciva mai ad avvicinarsi veramente e restavano lì immutabili, perfette come sempre. Tril intanto chiacchierava con Prescilla.
         -Cleria mi ha raccontato come vi siete conosciuti, che tu l’hai salvata…davvero prima eri interessato a Ṡénza?-
         -Non lo so esattamente, lo sai come sono i Kreosiani…-
         -Mi ha anche detto che i tuoi genitori sono stati esiliati da Kreios solo perché erano innamorati…tu mi avevi detto che si erano comportati male-
         -Secondo me, invece di pensare alla pace su Kreios, sono stati tutto il tempo ad amoreggiare…-
         -E tu non sapevi cosa significasse amare qualcuno prima di incontrare Cleria, ho ragione amico mio?-
         -Sì…ora li capisco di più e penso anche che mi abbiano raccontato una storia non del tutto veritiera su di loro, se sopravvivremo vorrei incontrarli e parlarci-
         -Mi sembra saggio…ho chiesta a Cleria quando farete dei piccoli vostri, ma lei non mi ha risposto-
Tril rimase così sorpreso che per un attimo perse il controllo della navetta, rapido si riportò in posizione.
         -Potremmo anche non volerne…no? Tu non ne hai voluti-
         -Diciamo che la cosa non mi divertiva molto-
         -Non ti divertiva? Ora non vorrei entrare in argomenti strettamente personali…non sarà mica doloroso avere rapporti per i Verani? Perché so di alcune popolazioni per cui insomma, è quasi rischioso per la salute-
         -Doloroso? No no, noioso semmai-
         -Ah ok allora siete come i Kreosiani-
         -No mio caro, diciamo che non mi piacciono i Verani-
         -Non ti piacciono i Verani? Non capisco-
Prescilla si sentiva più a suo agio con Tril che con Cleria e gli parlò sinceramente.
         -Preferisco le Verane-
Tril rimase scioccato ma non come prima e non perse il controllo della navetta.
         -Ecco perché non vuoi avere figli ed hai sciolto il matrimonio-
         -Potrei avere figli comunque, ma ho preferito così, la meditazione aiuta e poi l’unica persona di cui mai potrei innamorami davvero è già felicemente sposata, non potrei mai turbarla-
         -Mi dispiace così tanto Prescilla, ora che so cosa significa avere un partner, posso capirti molto di più-
         -Non preoccuparti, vederla felice è tutto quello che voglio-
Prescilla cominciò a sbadigliare, non era abituata a viaggiare nello spazio in quel modo, era stata in tensione per tutto il tempo e adesso stava subendo un calo nervoso.
         -Riposati Prescilla, ti chiamerò quando saremo in prossimità di Jhoer, così tu mi dirai verso quale satellite dirigermi-
         -Sì amico mio, grazie…-
Prescilla chiuse gli occhi e si addormentò sospesa nel buio dello spazio.  
 
Ad anni luce di distanza, Treodor aveva dovuto aprire il telaio interno della sua nave come una scatola di sardine e cercava di raggiungere il contenitore dove rinchiudere Berla.
         -Dove diavolo si è cacciato? Eppure dovrebbe essere qui, ma perché queste navi le fanno così poco accessibili-
Con una mano tastava lo spazio ristretto dove non era potuto entrare perché troppo grosso, stava ispezionando una sorta di intercapedine che serviva ad isolare la nave. Dopo essersi quasi slogato un braccio afferrò qualcosa di liscio e tondeggiante. Trionfante lo tirò fuori e lo guardò attentamente: era un contenitore della grandezza e forma di un avocado e si vedeva chiaramente una fessura centrale da cui probabilmente era uscita l’anima di Berla.
         -Ho trovato il trabiccolo maledetto ed ora a noi due Berla-
Ṡénza era sdraiata a terra pochi metri da lui, il suo bel viso sofferente testimoniava il fatto che dentro di lei era in corso una vera a propria guerra dell’anima.
         -Berla hai visto cosa hai provocato? Quanto male vorrai infliggere ancora?- Diceva Ṡénza.
         -Non posso stare in eterno confinata nello spazio è peggio della morte! Vi lascerò andare, vi prego riportatemi sul mio pianeta, vi scongiuro-
         -Non posso farlo…non sta a me decidere, devi tornare nel contenitore dove ti hanno messo i tuoi sudditi-
         -No, ti prego no!-
Ṡénza si svegliò, guardò Treodor, lui gli sorrise, ma lei lo afferrò e lo appiccicò al muro.
         -Lasciatemi tornare sul mio pianeta, e vi lascerò vivere!-
         -Ṡénza devi farla uscire! Kara dice che puoi-
         -No, la tua bella non è abbastanza forte, obbedisci, portami sul mio pianeta-
Ṡénza impossessata da Berla prese Treodor per la gola e cominciò a strozzarlo, era troppo forte per il Paichiano, in pochi secondi avrebbe potuto ucciderlo.
         -Fermati Berla stai uccidendo di nuovo!-
Ṡénza aveva parlato e riuscì a bloccare il suo corpo, Treodor si afflosciò a terra tossendo. La scena che aveva di fronte era assurda, Ṡénza parlava e si rispondeva da sola come una pazza schizofrenica, aveva recuperato un parziale uso del suo corpo:
         -Portami su Stork ed io non vi farò alcun male- Diceva Berla.
         -Non posso farlo, sei stata condannata giustamente all’esilio, non voglio essere responsabile di altre morti!-
         -Fallo od ucciderò il tuo amico- Rispondeva Berla.
         -Non te lo permetterò-
Ṡénza sembrava un automa senza controllo, prima si muoveva verso Treodor poi tornava indietro, ad un certo punto cadde a terra con le mani sul viso come se cercasse di sfregiarsi.
         -Fermati Berla lasciala andare!-
Disse Treodor, Ṡénza si voltò verso di lui.
         -Inserisci le coordinate di Stork o lei muore-
Poi si mise le mani alla gola e cominciò a strangolarsi.
         -No…Treodor…non lo fare, la posso…fermare-
Treodor afferrò le mani di Ṡénza cercando di liberarle la gola, ma era troppo forte, allora preso dalla disperazione l’abbracciò con forza e disse:
         -Ti prego non lei, non lei! Prendi me, non avranno scampo senza di lei- Cominciò a piangere come un ragazzino, le lacrime arrivarono al viso di Ṡénza, la quale finalmente riuscì a liberarsi. Una luce fuoriuscì da Ṡénza e Berla apparve a loro con le sue sembianze ma trasparente come uno spettro.
         -Riportatemi sul mio pianeta, non lo dirò un’altra volta-
Il viso di lei sembrava come rassegnato, i suoi occhi neri erano spenti e tristi.
         -Tu meriti una punizione, anche se ci hai risparmiato- disse Ṡénza.
         -Allora distruggi il mio contenitore, la mia anima si disperderà ed io morirò, così il mio amore sarà vendicato…lui e tutte le vittime del mio dolore…-
         -Di cosa sta parlando questa squilibrata?- Chiese Treodor.
         -Una storia lunga, poi te la racconterò…se ne usciremo vivi-
         -Allora cosa aspettate? Distruggete il contenitore- Disse Berla con rabbia.
         -Non voglio farlo!- Rispose Ṡénza.
         -Se vuoi lo faccio io Ṡénza, ci metto un attimo, questa pazza mi ha stufato!- Replicò Treodor.
         -Fermati, non ne abbiamo il diritto! Chiederò a Kara cosa posso fare-
Ṡénza si concentrò e Kara arrivò subito nei suoi pensieri.
         -Kara cosa devo fare? Chiede di morire-
         -Non sta a te decidere e non possiamo riportarla sul suo pianeta-
         -Non c’è un modo per redimerla?-
         -Le sue colpe sono gravi, merita l’esilio eterno-
         -Se la riportiamo sul suo pianeta nel contenitore e lasciamo al suo popolo la scelta?-
         -Hanno già deciso…ma se vuoi posso consultarli-
         -Aspetto il responso- Pensò Ṡénza e poi si rivolse a Treodor e Berla
-Kara si consulterà con il tuo popolo, se mi daranno il permesso ti riporterò sul tuo pianeta nel contenitore e decideranno loro cosa farne di te-
         -Mi rispediranno nello spazio lo so…ho avuto pietà di voi, perché voi non potete averne per me?-
         -Perché non te lo meriti strega!- Rispose Treodor.
         -E’ inutile che ti scaldi, io sono così e niente potrà cambiarmi, come non potrà mai cambiare quello che Ṡénza prova per te! Non ti vuole hai capito? L’ho visto bene dentro di lei, vuole il suo David, quello sciocco terrestre inutile!-
         -Stai zitta, non voglio sapere niente!-
         -Berla non dire una parola di più- Intervenne Ṡénza.
         -Cara Ṡénza, sapessi cosa si agita in quella mente perversa da Paichiano selvaggio, vorrebbe approfittarsi di te anche mentre dormi-
         -Non è vero, non lo ha fatto quando ero sotto la tua influenza, non mi farebbe mai del male-
         -Se continua a parlare lo rompo io il contenitore e non sentirò nessuno rimorso!- Commentò Treodor furioso.
         -Calmati Treodor lo fa per farci arrabbiare, ci conosce bene, ha visto le nostre menti! Aspettiamo di sentire cosa dice Kara-
Per diversi minuti restarono tutti e tre a fissarsi senza sapere cosa dire e cosa fare, poi Treodor disse:
         -Vado un attimo ai comandi per vedere se è tutto in ordine, torno subito, tu strega non ti muovere di un millimetro-
         -Insolente!- Rispose lei incrociando le braccia e mostrandogli le spalle. Ṡénza rimase dov’era ed osservava quello spettro tremolante.
         -Perché non mi hai ucciso?-  Chiese Ṡénza.
         -Sei diventata fortissima all’improvviso, ho ceduto perché non ce la facevo più-
         -Non per quello che ha detto Treodor?-
         -No…-
         -Forse in te c’è un po’ di pietà…forse possono averne anche gli Storkiani e confinarti nello spazio solo per un certo periodo…-
         -Non lo faranno mai, stiamo perdendo tempo, Kara ti dirà che nemmeno mi rivogliono e che dovrai lanciare il contenitore nello spazio…-
         -E’ possibile…-
         -Tu non sai cosa vuol dire restare sospesi nel silenzio dello spazio, il tempo non passa mai ed i fantasmi del mio passato mi tormentano…voglio il nulla completo, ti supplico, ti scongiuro!-
Berla sembrò quasi cadere in ginocchio, però quando avvertì che Treodor tornava si alzò di scatto.
         -E’ tutto ok in plancia, si sa nulla da Kara?-
         -No…purtroppo no…-
         -Quando mi avrete rigettato nello spazio cosa farete?- Chiese Berla.
         -Andremo a salvare mia sorella ed il nostro amico Tril, ecco cosa faremo!-
         -Una flotta di Paichiani sta per raggiungere Vera, farà una strage…se ci fermi i Verani non avranno nessuna speranza di sopravvivere ed avrai anche questo sulla coscienza- Commentò Ṡénza.
         -Non vi fermerò, ma voi distruggete il contenitore-
         -Berla…non posso farlo…non ho mai ucciso nessuno…- Le rispose Ṡénza.
         -Non ti capisco Ṡénza, se insiste accontentiamola! Se ci ferma non ci sarà più speranza per Cleria e gli altri!- Treodor non aveva paura di ucciderla, lo aveva fatto altre volte.
         -No aspetta, voglio sapere cosa ne pensano gli Storkiani-
In quel momento Kara entrò in contatto con Ṡénza.
         -Ho potutto parlare con il rappresentante del consiglio che ora regola la vita su Stork, non c’è più una monarchia…dopo che Berla ha sterminato tutti i suoi parenti, gli Storkiani non hanno più voluto nessun’altra famiglia reale al potere…-
         -Kara…arriva al punto, cosa hanno deliberato?-
         -Per fortuna li ho trovati riuniti…hanno deciso che dovete rimetterla nel contenitore e dovete lanciarla nello spazio -
Ṡénza riportò tutto a Treodor e Berla.
         -Insomma nessuno ha il coraggio di prendersi la responsabilità di ucciderla, complimenti Berla sei degna del tuo pianeta natale-
         -Non sono d’accordo Treodor, è una lezione magistrale per quello che ha fatto-
         -Sì ricordo il tuo ragionamento, mi ricordo della tortura morale, solo che questa è per l’eternità…comunque non c’è problema, la mettiamo dentro il contenitore e ci penso io a lanciarla nello spazio quando torno su Paico, magari nelle zone proibite la faranno fuori come vuole lei- Disse Treodor.
         -No vi prego!-
Treodor prese il contenitore e si diresse verso Berla.
         -Su da brava non fare storie ed entra nel tuo guscio-
         -No mai!-
         -Non ti farai rincorrere per tutta la nave?!-
Treodor si avvicinò ancora di più a lei e stava per premere il bottone per aspirarla dentro, quando Berla passò attraverso il pavimento, gli riapparve alle spalle, entrò di nuovo dentro di lui, sguainò la spada e si girò verso Ṡénza.
         -Ti prego non fargli del male…- Disse Ṡénza che non sapeva cosa fare.
         -Non temere la mia quota massima di cattiveria l’ho già consumata in questa vita. Vedi questo contenitore? Non ha una forma a caso, l’uovo è molto resistente, quando ha sfondato la vostra nave si è solo leggermente aperto permettendomi di uscire, ma basta conoscere il suo punto debole e va in frantumi- Disse Berla con la voce di Treodor, poi lanciò in aria il contenitore e con un colpo mirato della spada Paichiana lo spaccò in due. Treodor cadde a terra, molecole di energia si dispersero in tutte le direzioni come fuochi d’artificio, Berla si era suicidata, la sua anima era finalmente libera.
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
Mentre Cleria e Tril conducono Prescilla dai regnanti, Ṡénza e Treodor si trovano a dover combattere contro un fantasma, l’anima della regina Berla esiliata dai sui sudditi nello spazio. Non vi sarà fuggita la preghiera di Treodor a Berla, la quale in pratica decide di non fare più del male: Ṡénza con il suo potere mentale l’aveva fatta riflettere, mentre Treodor con la sua devozione l’ha infine convinta a fare la cosa giusta e cioè lasciare liberi in nostri eroi… poi si suicida non vuole restare per sempre da sola nello spazio, rinchiusa in un guscio insieme al suo dolore.

Alla prossima
Ciaux
Altair
   
 
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