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Autore: jarmione    19/03/2018    2 recensioni
ATTENZIONE!! UN ISABELLA DIVERSA DA QUELLA CHE CONOSCIAMO!!
“Hai intenzione di dirlo ad Esme?”
Carlisle si morse il labbro inferiore, senza rispondere.
Sapeva che Edward gli avrebbe letto la mente, aveva ben poco da dire a quel ragazzo.
“Hai idea delle conseguenze?”
“Ne sono consapevole”
“E di noi?” Chiese ancora Edward “Rosalie non sarà d’accordo e Jasper non sempre riesce a controllarsi”
“Risolverò anche questo” tagliò corto Carlisle, uscendo dalla macchina e salendo le scale.
Edward lo raggiunse.
“Spero tu sappia quello che fai” e detto questo se ne torno nella sua stanza.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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Un leggero profumo di the aromatizzato all’arancia aleggiò per tutta la casa.
Bella emise un piccolo gemito e lentamente aprì gli occhi, venendo invasa da quell’odore.
Tentò di mettersi su a sedere ma, quando fece peso sul polso destro, gemette più forte avvertendo un dolore lancinante.
Istintivamente lo sollevò e portò l’altra mano su di esso, come a voler far cessare il dolore, accorgendosi che era bendato.
Si tirò su di scatto e sgranò gli occhi, con la testa che iniziò a girarle per la velocità.
Dov’era? Che stava succedendo? Chi l’aveva medicata?
Erano tante le domande ma nessuno a cui porle.
Cercò di mettersi in piedi ma si sentiva debole e si ritrovò seduta di nuovo sul letto.
Fece un profondo respiro e si guardo attorno.
Era in una camera da letto e per giunta di un ragazzo, a giudicare dai vari oggetti presenti al suo interno.
Le pareti, il soffitto e il pavimento erano di legno e, guardando fuori dalla finestra, notò che aveva persino cominciato a piovere oltre al fatto che c’era solo la vista della foresta.
Realizzò che era buio ma non vedeva ne’ la luna ne’ il cielo talmente le chiome degli alberi erano fitte.
Nonostante tutto avesse un aria da brivido, nella stanza c’era un bel calduccio, dovuto ad una stufetta elettrica di quelle portatili.
I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore di passi.
“Ben svegliata” una voce maschile, dolce e quasi vivace, la fece sobbalzare.
Alzò lo sguardo e vide Jacob, che si avvicinava con un vassoio.
Sopra una teiera, una tazza e un piattino con cinque biscotti fatti in casa.
“J…Jacob?”
“In carne ed ossa”
Bella lo guardò sbalordita.
Non era invecchiato…nemmeno un po’ o, almeno, non era evidente.
“Sei…sei…”
Jacob sembrò intuire la sua domanda muta “Ancora giovane? I lupi sono come i vampiri” disse tranquillamente, tanto Bella sapeva tutto “con la differenza che noi prima o poi invecchiamo e moriamo, ma lo facciamo lentamente”
Bella sorrise appena “Ho notato”
Poi si accorse dell’abbigliamento del ragazzo.
Fuori faceva freddo e lui andava in giro con bermuda e maglietta smanicata.
Non volle nemmeno sapere come fosse possibile, pensò che i lupi fossero il contrario dei vampiri, cioè più caldi.
“Dove mi trovo?” chiese.
“A casa mia” rispose “sei svenuta, hai dormito per ben sei ore”
Bella si portò una mano alla testa indolenzita, ma che dava comunque meno fastidio del polso.
Il polso…
“Edward…” guardò Jacob “Carlisle!”
“Tranquilla stanno bene” disse secco Jacob, che non li aveva mai visti di buon occhio “ho già parlato con loro, resterai qui per il tempo necessario di riprenderti”
Lei tentò di ribattere ma Jacob la fermò offrendole il the
“Bevi, ti farà stare meglio” le porse la tazza piena e il cucchiaino per lo zucchero.
“Io sto bene”
“Nessuno sta bene a contatto con le sanguisughe”
“Jacob!”
“Perché non è vero?” domandò lui come se fosse una cosa ovvia “Bella hai rischiato di morire!”
“Ne sono consapevole…”
“E quindi perché insisti a volerli vedere?”
Bella lo guardò scandalizzata “Jake sono la mia famiglia! Carlisle mi ha salvata”
“Lasciandoti poi con i succhia sangue dell’Italia”
“Non aveva scelta”
“L’aveva eccome!” ribattè “ma ha preferito ignorare tutte le altre strade e seguire il suo egoismo”
“Non…” Bella deglutì “non ti permetto di parlare in questo modo dei Cullen” si alzò in piedi, non badando al lieve capogiro.
Non avrebbe permesso a Jacob di insultare i Cullen.
Poteva capire l’astio che correva fra Vampiri e Licantropi, ma non poteva accettare che dicesse quelle brutte cose in sua presenza.
“Dove pensi di andare?”
“Da Carlisle”
“Ti ha quasi ucciso Bella!” l’afferrò per il polso, quello sano “non te lo permetto”
“Non hai nessun diritto su di me” ribattè Bella “ti credevo mio amico!” fece per liberarsi ma la presa di Jacob era salda e forte.
Per un attimo credette che il polso si stesse spezzando.
“Io sono tuo amico!” esclamò il ragazzo “ed è per questo che non voglio che il tuo ritorno si trasformi nella tua dipartita”
Bella esitò
“Non voglio che ti accada nulla” continuò lui con tono più calmo “non voglio vederti morire”
Bella tremò visibilmente.
Che cosa doveva fare?”
“Voglio comunque parlare con Carlisle” disse “fammeli almeno chiamare”
Jacob distolse lo sguardo.
Non voleva nessun tipo di contatto con i Cullen e voleva che Bella facesse lo stesso.
Ma come poteva impedirglielo?
Era impossibile.
Mollò la presa e frugò nel cassetto del comodino, estraendo il cellulare ed aprendo la rubrica.
“Non ti sarà difficile trovare il loro numero”
Lei non rispose ed iniziò a cercarlo.
In effetti non le fu difficile trovare il numero dei Cullen.
Anche se non era scritto, era chiaro che “Schifose sanguisughe” poteva essere solo il loro numero.
Non ebbe nemmeno la forza di urlargli contro.
Aveva bisogno di sentire Carlisle.
Pochi squilli e poi risposero.
“Bella!”
La voce squillante di Alice le penetrò nell’orecchio facendola sobbalzare.
“Alice…”
“Meno male che stai bene!”
“Si…si meno male”
“Bella che hai?”
“Voglio parlare con Carlisle”
Ci fu un attimo di silenzio
“Alice…”
“Ecco…”
“È successo qualcosa? Alice che è successo?” Bella sentì il battito accelerare e il respiro farsi affannoso.
Che era successo?
“Bella?” era la voce di Emmet
“Emmet che succede?”
“Tranquilla va tutto bene, non è successo niente” la rassicurò “Carlisle sta bene, solo che…ecco…gli serve un attimo per riprendersi”
Bella emise un sospiro di sollievo.
Carlisle non voleva parlarle dalla vergogna, dal senso di colpa.
Ma colpa aveva?
L’istinto era difficile da controllare e lo sapeva.
Non aveva paura di lui.
Capì che doveva dargli tempo.
“Puoi…puoi dirgli…che non ho paura di lui e che…non lo incolpo di nulla”
Ancora silenzio.
“Va bene, tranquilla”
“Grazie Emmet”
“Figurati” si udirono delle voci di sottofondo, volevano tutti sentire Bella.
Alla fine fu Esme a prendere il telefono.
“Bella! Tesoro!”
“Ciao mamma”
“Stai bene?”
“Sto bene, tranquilla” rispose cercando di mantenere un tono calmo “Jacob si è preso cura di me” abbozzò un sorriso e, con la coda dell’occhio, vide che Jacob fece lo stesso.
“E’ un caro ragazzo” Esme si tranquillizzò
“Cane rognoso!”
“Emmet!”
Bella rise
“E’ meno rognoso di lui”
“Oh sì confermo”
“Me la pagherai Bella!”
Bella capì di essere in viva voce “Vedremo” poi tornò a rivolgersi ad Esme “domani torno a casa, se non vi da disturbo”
“Alla buon ora!” cinguettò Alice
“Quando vuoi cara” Esme non stava nella pelle “ci vediamo domani”
“A domani” e mise giù, porgendo il telefono a Jacob “grazie”
“Di niente” lo mise via “vorrei che non tornassi, ma so che fermarti sarebbe peggio” distolse lo sguardo
“E’ la mia famiglia…non ho paura di loro e non ne ho di Edward”
“Lo so…” sospirò “adesso riposati, domani ti riaccompagno io”
Non aggiunse altro e non diede il tempo a Bella di rispondere.
Uscì di casa e si addentrò nella foresta.
Rimase dietro ad un albero e, appena Bella si sdraiò, riprese il suo giro.
Si inoltrò sempre di più nella fitta foresta.
Lo fece da umano, non aveva voglia di trasformarsi.
Arrivato all’altezza del fiume si fermò.
“Io sarò anche un cane bagnato, ma neanche tu scherzi con il tuo odore”
Un tonfo a terra, sulla sponda opposta, fece capolino Edward.
In piedi su una roccia, osservava Jacob.
“Siete stati stupidi a portarla da me” mormorò
“Prima di tutto, a me dello stupido non lo dai e secondo…” esitò un attimo “E’ stato il dottore a portarla da te, io gli sono andato dietro”
“Come un cagnolino?”
“Spiritoso” Jacob strinse i pugni.
Edward abbozzò un sorriso, poi tornò serio “Lei sta bene?”
Jacob annuì “Non grazie a voi”
“Pensi che a me sia piaciuto?” ringhiò Edward “pensi che lo volessi?”
“Io penso che tu sia solo un parassita e che Bella non deve rischiare la sua vita per uno come te”
Edward distolse lo sguardo.
Jacob aveva ragione.
“Non potrò impedirle a lungo di stare lontano da voi” proseguì Jacob “ma se vorrà vederti, e lo farà, io la seguirò, le starò appiccicato come un cagnolino”
“E poi sarei io lo spiritoso”
Nonostante fosse nella sua forma umana, Jacob emise un ringhio sommesso “Se oserai farle del male…”
“Che cosa mi farai?”
“Non è a lei che dovrai rispondere e nemmeno alle sanguisughe Italiane”
“Lo vedremo” e con un balzo, Edward scomparve fra gli alberi.
Jacob ringhiò e, sentendo la rabbia invadergli tutto il corpo, si trasformò.
Corso sulle montagne e sfogò la sua frustrazione con un ululato.
  
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