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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    20/03/2018    1 recensioni
Storia su richiesta.
Tema: Neve
"Non appena misi piede al parco una folata di vento mi colpii in pieno alle spalle, portandomi le ciocche di capelli, liberi dal cappello, davanti al viso. Abbassai lo sguardo per ripararmi dal freddo con la sciarpa sentendo gli occhi pizzicare.
Quando alzai di nuovo lo sguardo sentii qualcosa di freddo accarezzarmi una guancia.
Alzai il viso verso il cielo e mentre, il mio respiro prese forma in una nuvola di fronte a me, vidi un fiocco di neve posarsi sul mio naso.
Sbattei le palpebre ripetutamente, stupita. Stava nevicando!"
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Yuki (Neve)




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≈ ≈ ≈







Era una fredda e buia notte di Dicembre quando decisi di uscire fuori a prendere una boccata d'aria fresca.
L'aria gelida mi colpì in pieno viso non appena misi piede fuori dal mio appartamento, nonostante il mio abbigliamento pesante e la sciarpa a coprirmi metà volto il freddo era ancora pungente.
Alzai lo sguardo verso il cielo. Le stelle erano poco visibili quella sera, per via delle varie nuvole che si erano formate coprendo anche la luminosa luna.
Decisi di dirigermi verso il parco per fare una passeggiata. Lo stesso parco dove passai la mia infanzia e parte della mia carriera artistica.
Quel parco, infatti, è sempre stato fonte di ispirazione per i miei paesaggi e adesso potrà essere luogo di pace.
Allungai il passo ansiosa di arrivare a destinazione mentre le luci della città mi illuminavano il cammino e mi riscaldavano di tanto in tanto.
Mentre camminavo sentivo lo schiamazzo dei bambini che, accompagnati dalle madri, si ritiravano a casa con l'arrivo dell'oscurità.
Non potei fare a meno di sorridere alla vista di quei visi spensierati e ancora pieni di speranza. Come era bello avere quell'età: senza reali problemi, senza responsabilità.
Sospirai. Come avevo fatto a ridurmi in quel modo?
L'essere adulti mi aveva colpito in pieno lo stomaco facendo crescere in me una sensazione di malessere e malinconia ogni volta che il cielo si annuvolava.
Per trovare un attimo di pausa, o solo potermi sfogare, mi obbligavo a camminare verso il parco. Semplicemente così, a piedi, senza nessun mezzo con solo il rumore dei mie passi a rimbombarmi nelle orecchie, respirando a fondo divertendomi a creare delle nuvolette con il mio respiro.
Forse quello era l'unico aspetto infantile che mi era rimasto.
Non appena misi piede al parco una folata di vento mi colpii in pieno alle spalle, portandomi le ciocche di capelli, liberi dal cappello, davanti al viso. Abbassai lo sguardo per ripararmi dal freddo con la sciarpa sentendo gli occhi pizzicare.
Quando alzai di nuovo lo sguardo sentii qualcosa di freddo accarezzarmi una guancia.
Alzai il viso verso il cielo e mentre, il mio respiro prese forma in una nuvola di fronte a me, vidi un fiocco di neve posarsi sul mio naso.
Sbattei le palpebre ripetutamente, stupita. Stava nevicando!
Sorrisi e mi sentii subito una bambina, eccitata di vedere il mio elemento. Ho sempre amato la neve, sentivo un forte legame con essa.
Ricordo ancora la prima volta che la vidi, da ragazzina. Era proprio una giornata di Dicembre e mi accorsi che stava nevicando affacciandomi dalla finestra.
Corsi subito fuori rischiando di scivolare per il ghiaccio formatosi nei gradini. Quel giorno mi misi a girare su me stessa sotto la neve, battendo i piedi nel cemento della strada creando un ritmo disconnesso per quella strana danza. Ballai sotto la neve a lungo, fino a quando un leggero strato di neve si era formato ai miei piedi. Mi ero chinata a raccoglierne un po' e a lanciarla in aria ignorando i rimproveri di mia madre per averla presa senza l'ausilio dei guanti rendendo le mie mani rosse e screpolate da lì a poco.
Sorrisi al ricordo e allungai le mani per raggiungere qualche fiocco e riportare alla luce quella sensazione di tanti anni fa, ma quando uno di essi si posava sulla mia mano spariva.
Chiusi gli occhi rimanendo immobile in quella posizione. Non mi importava se qualcuno potesse vedermi, o pensare che fossi strana. In quel momento c'eravamo solo io e la neve.
Neve. Così bella e delicata.
Bianca, la somma di tutti i colori eppure sottovalutata, non compresa. Come me, ma non mi sono mai sentita sola sotto la neve.
Oh, neve se solo tu potessi portarmi via.
Insegnami ad essere come te.
Sempre pronta a cadere, ma non appena alzi lo sguardo la puoi rivedere di nuovo pronta a scendere proprio come un attimo fa.
Come vorrei avere anche io la forza di potermi rialzare sempre, non importa quante volte dovessi cadere volevo sempre rialzarmi.
Sentii gli occhi pizzicare di nuovo ma questa volta per la tristezza occupata nel mio cuore.
Quando sentii l'ennesimo fiocco toccarmi il viso mi accorsi che una strana pressione aveva avvolto il mio petto così tanto che mi mancò il respiro.
La testa cominciò a farmi male e sentii le punta delle dita bruciare. Aprii d'istinto gli occhi stranita dalla strana sensazione e senza perdere tempo mi tolsi i guanti per controllare le condizioni delle mie mani lasciandoli cadere per terra.
Un brivido freddo mi percosse la schiena quando vidi le punta delle mie dita cambiare colore e diventare bluastre. Stranamente, però, non avevo paura.
Il brivido non era nato dal timore ma dal piacere. Improvvisamente mi sentii al sicuro e mi abbandonai al cambiamento notando che, ormai, l'intera mano aveva cambiato colore. Più il colore si espandeva lungo il mio corpo più mi sentivo bene.
Percepii il mio corpo muoversi da solo mentre si liberava dall'ostacolo dei vestiti. Non sentivo freddo. Non sentivo nulla al di fuori della neve che continuava a posarsi su di me.
Per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii libera, ma libera davvero.
Libera da ogni oppressione, dal giudizio della gente, dalle responsabilità. Non mi importava nemmeno se qualcuno potesse vedermi lì, completamente nuda ricoperta solamente di una luminosa luce blu.
Riuscivo a sentire i capelli accarezzarmi le spalle mossi dal vento mentre la neve percorreva le curve del mio corpo. Ogni volta che la neve incontrava la luce, creando il contrasto freddo-caldo, non riuscivo a trattenere un sospiro di sollievo. Era come se il mio corpo non ne avesse mai abbastanza, voleva di più.
Quando ogni parte del mio corpo fu ricoperta da quella strana luce sentii la mia pelle seccarsi così tanto che finì per sgretolarsi davanti ai miei occhi senza, tuttavia, sentire dolore.
Il resto del corpo prese esempio staccandosi e innalzandosi verso il cielo mentre i capelli continuavano a sfiorarmi le spalle, la schiena per poi finire sul pavimento accanto ai vestiti.
Non riuscii a trattenere una risata. Ero felice.
Stavo tornando a casa, la mia vera casa. Un luogo dove potevo essere me stessa.
Ero diventata finalmente io. Ero neve.





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