“Tem… cosa fai?”
Shikamaru era rimasto impalato sul posto. Non riusciva a spostare lo
sguardo dalla bocca di Temari, notando come la lingua leccasse quelle labbra
peccaminose, prendendosi quello che doveva essere…
“Ho sciolto del cioccolato. Non si nota?”
Lui l’aveva notato, e anche molto bene, mentre nella sua mente si formavano
tanti di quei pensieri e di quei “giochi” con il cioccolato da far paura anche
a lui.
Maledetta seccatura! Che
cosa mi hai fatto?!
“Shika… a cosa stai pensando?”
Temari si era avvicinata a quello che era a tutto gli effetti suo marito,
non potendo fare a meno di sentirsi fiera di se stessa per l’effetto che gli
faceva dopo tanti anni insieme. Non poteva non notare lo sguardo languido, le
guance leggermente rosse o la patta dei pantaloni rigonfia. E tutto a causa di
un poco di cioccolato.
“Perché il cioccolato?”
“Perché ne avevo voglia.”
“Di cioccolato?”
Sua moglie non era un amante dei dolci, quindi perché…
“Di te col cioccolato. Avrei voglia di assaggiarti.”
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, portando Shikamaru a
prendere il viso di Temari e a baciarlo, spingendola verso il lavello.
“Ma che fai, Shika?”
“Prendi il cioccolato. Ho voglia anche io di assaggiarti.”
L’ultima cosa che fecero, prima di fiondarsi l’uno sull’altra, fu chiudere
la porta della camera a chiave. L’ultima cosa che volevano era che Shikadai li
interrompesse proprio sul più bello.