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Autore: _Rhapsody_    26/03/2018    2 recensioni
Una raccolta dei momenti secondo me più significativi per questa coppia, a partire ovviamente dai fantomatici 3 anni prima dell'arrivo dei cyborgs.
" (...) guardò anche lei il cielo senza capire come mai il sayan fosse così interessato nella volta celeste.
– Non ti facevo appassionato di astronomia – gli disse, sperando di aver attirato la sua attenzione e di farlo girare verso di lei, invano. - Infatti non lo sono - - E allora perchè ogni sera guardi le stelle? - Bingo!"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Anche oggi stava nevicando, la città era imbiancata già da un paio di giorni, un tempismo perfetto dato che il giorno seguente sarebbe stato Natale. Bulma era in salotto con la madre e la stava aiutando a rimettere in ordine dopo la grande festa che avevano dato per celebrare la vigilia. Dopo un'ora era tutto apparentemente a posto e la madre le diede la buonanotte. Una volta rimasta sola, la ragazza si avvicinò all'ampia porta-finestra che dava sul giardino e guardò fuori con attenzione. La luce è spenta, bene. Tirò un grosso sospiro e facendosi coraggio si diresse al piano di sopra.

Bulma era sempre stata una ragazza decisa e determinata, convinta delle proprie azioni e delle proprie scelte. Ma mai come quella sera, di fronte a quella porta, si sentì così insicura e sciocca, pentendosi di quella che fino a pochi minuti prima le sembrava ancora un'idea carina. Era tardi però, ormai ci aveva investito gran parte del suo tempo ma soprattutto, ormai aveva bussato.
Venne accolta sull'uscio da un visibilmente irritato Vegeta, che non appena la vide le incollò il suo sguardo infastidito e al contempo confuso addosso. Che ci fa ora lei qui? - Ehm...ciao Vegeta! - il sayan la guardò ancora più stranito, non solo perché era strano fosse lì ma anche per come si stava comportando. Si, se ne rendeva conto anche da sola...sembrava un'idiota. Ultimamente Vegeta la metteva terribilmente in soggezione ed essere lì in quella situazione non la stava di certo aiutando, anzi. Si ricompose in fretta però, d'altronde in quella situazione ci si era ficcata da sola e da sola l'avrebbe dovuta gestire - Scusa se ti disturbo, posso entrare un secondo? - - Perché? - Ovvio, perché renderle le cose facili? – Non ti ruberò molto tempo, promesso! – Sbuffando, il sayan si fece da parte per permetterle di entrare nella stanza. Si sentiva a disagio ad averla lì, da sola. Voleva che se ne andasse al più presto e che i pensieri che stava avendo su di lei negli ultimi tempi tornassero a tacere.

Una volta entrata la sicurezza di Bulma vacillò ulteriormente, si sentiva terribilmente in imbarazzo a trovarsi nella stanza di Vegeta. Il ragazzo non si era allontanato dalla porta e la osservava impaziente con le braccia incrociate, desideroso di poter tornare a starsene per i fatti suoi. Visto che Vegeta non la stava affatto aiutando, Bulma decise di prendere in mano la situazione e di arrivare al punto: prendendo un bel respiro tirò fuori dalla tasca una capsula e la attivò. Da una nuvoletta di fumo si materializzò una scatola piuttosto grossa e la avvicinò in direzione del sayan, che la guardò stranito - Che diavolo sarebbe? - Bulma gli sorrise – E' il tuo regalo di Natale, aprilo! – - E perchè mi avresti fatto un regalo? - - Perchè è Natale e a Natale... - Vegeta la interruppe subito – So cos'è il Natale, mio malgrado tua madre non ha fatto altro che parlarmene per due settimane...comunque non spiega perché dovresti fare un regalo a me – Bulma arrossì leggermente e cercò di spiegargli il motivo del proprio gesto – Bhé, a Natale bisogna essere più buoni...e poi vivi anche tu qui, non mi sembrava giusto escluderti – Vegeta si sentì incredibilmente a disagio. Ma quanto è sciocca? - Dai avanti, aprilo! Se non ti piace puoi ridarmelo – Il sayan la fissò negli occhi, ma riuscì a sostenere lo sguardo di Bulma per poco. Le prese senza tante cerimonie il pacco dalle mani ed iniziò a sfasciarlo. Una volta aperto non poté credere ai suoi occhi. Nella scatola, in tutta la sua regale fierezza, vi era una battle suit, la SUA battle suit. Incredulo, la prese fra le mani e la tirò fuori, lasciando cadere a terra la scatola. Accarezzò con le dita il simbolo della sua casata, e notò con orgoglio il mantello cremisi che scendeva a partire dagli spallacci. Scrutò la divisa quasi rapito, riusciva quasi a sentire il suo sangue fremere fiero nelle sue vene, risvegliato alla vista di quello che era molto più di un simbolo di ciò che era stato e che era destinato ad essere. In quel momento realizzò meglio cosa era successo. Bulma aveva riprodotto una copia identica della sua vecchia divisa. Per lui. Stupida donna. Bulma non si accorse del cambiamento d'animo di Vegeta e iniziò a spiegargli della divisa estasiata, come ogni volta che parlava di una sua nuova invenzione del resto - Spero di aver fatto il simbolo correttamente, e di aver azzeccato i colori...comunque anche se non sembra è di un materiale più resistente rispetto a quelle a cui eri abituato... - Il sayan non la stava minimamente ascoltando e guardandola blaterare non riuscì a fare a meno di ripensare a quando poco più di un mese prima, dopo il suo incidente con la gravity room, l'aveva sorpresa a vegliare su di lui. Una vena sulla tempia iniziò a pulsare. - Perché lo hai fatto? -
- Eh? -
- Perché mi hai dato questo regalo? - Bulma fece una risatina, completamente ignara della furia che si stava scatenando nel ragazzo di fronte a sé – E a chi altro avrei potuto darlo? -
- Perché mi hai fatto un regalo? -
- Te l'ho detto, a Natale bisogna cercare di essere più b – Siccome stava chiaramente sviando il discorso, Vegeta la interruppe nuovamente – Cosa hai regalato a tua madre? - Si avvicinò a lei di un passo. Il sayan le ripeté di nuovo la domanda, il suo tono sempre più perentorio - Ehm...un profumo – Un altro passo – Ok quindi vediamo...sei uscita di casa, sei andata al negozio, hai pagato, cosa che mi sembra non sia un problema per te, e poi te ne sei tornata a casa...ti ci sarà voluta più o meno un'ora giusto? - Che sta succedendo? Perché la stava facendo sentire in colpa per cosa aveva regalato a sua madre? Si sentiva confusa - Lo voleva da tempo quel profumo... - lo guardò confusa con i suoi grandi occhi blu quasi chiedendogli scusa. Vegeta sospirò esasperato – Quanto tempo ti ci è voluto per fare la mia battle suit? - oh, ecco dove vuole andare a parare - Non è stato così difficile, sembra un gran lavoro ma è stata una sciocchezza in realtà... - - Quanto ti ci è voluto?!? - Un altro passo. Un mese e mezzo - Tre settimane...un mese – Come un toro di fronte ad un drappo rosso Vegeta sbuffò dal naso - Per quale motivo hai usato un mese della tua vita per fare un regalo proprio a me? - Il sayan iniziava ad esserle veramente tanto vicino e Bulma stava iniziando ad avere difficoltà a concentrarsi - Volevo solo fare un gesto carino...non dare inizio ad un interrogatorio -
- Perché volevi fare un gesto carino per me? Hai forse fatto dei regali simili per i namecciani che ospitavi? - Merda. Lui sapeva – Volevo solo essere gentile, se avessi anche solo sospettato che l'avresti presa così mi sarei risparmiata il disturbo... - e fece per avviarsi alla porta , ma non riuscì ad avvicinarsi abbastanza perché Vegeta le sbarrò la strada col proprio braccio. Merda!!
- Lo sai? Noi sayan non siamo semplicemente più forti di voi terrestri...i nostri sensi sono molto più sviluppati dei vostri – Bulma non poteva fare altro che fissare lui o il suo bicipite, opzione che non migliorava di molto la sua capacità di rimanere concentrata.
Sai cosa significa? - non attese la risposta della ragazza – Significa che posso sentire distintamente il tuo respiro, il tuo cuore che pompa il sangue nelle vene... - e con lo sguardo seguì una linea immaginaria che dalla sua bocca portava al collo, per poi incollare di nuovo i suoi occhi neri a quelli blu di lei.
- No, non sei affatto inquietante... - Bulma doveva cercare in qualche modo di recuperare un minimo di lucidità e pensò che il sarcasmo potesse funzionare, si sbagliava. Infatti, mentre cercava di passare sotto al braccio di Vegeta, lui le si parò davanti. Il sayan non accennava a muoversi di un passo ma in compenso avvicinò ulteriormente il proprio viso a quello di lei, e con un sorriso beffardo le chiese – Perché stai tremando? - Col respiro affannato Bulma rispose – Perché mi stai spaventando – Vegeta ridacchiò – O no, sei molte cose ma spaventata di me non rientra fra queste...peccato, almeno vorrebbe dire che non sei una sciocca – l'irritazione si era impossessata ancora una volta di lui – Perché sei arrabbiato? - E' così sbagliato? - - Mi accorgo di come mi osservi ultimamente, pensando di non essere vista...o di come il tuo battito aumenti quando entro nella stanza... - Bulma voleva piangere, si sentiva persa e umiliata, e la cosa peggiore, proprio da lui. Vegeta sorrise beffardo, soddisfatto del rossore sulle guance della ragazza - In effetti ora che ci penso non servono affatto i sensi dei sayan per accorgersene...è per questo che il terrestre ti ha piantato vero? - Le sorrise maligno, e Bulma non riusciva a credere di essere finita in quella situazione e ancor meno di quanto lui potesse bearsi del suo disagio. Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta - Piantala di dire sciocchezze e fammi uscire – Ma il sayan non dava segni di volersi fermare – Non pensavo mi sarei mai trovato a compatire quell'idiota ma cavoli questo è troppo anche per lui! Appena non c'è provi ad infilarti subito nel mio letto – Aveva sentito troppo, con le lacrime che ormai le rigavano il viso Bulma scattò e tirò uno schiaffo in pieno volto a Vegeta. Ovviamente il sayan non si era spostato nemmeno di un millimetro per il colpo e la ragazza era conscia del fatto che avrebbe potuto evitarlo con ridicola facilità. Perché si fosse fatto colpire di proposito la ragazza non riusciva a capirlo ma non le importava, voleva solo andarsene. Questa volta Vegeta le lasciò lo spazio per muoversi. Una volta uscita dalla stanza Bulma iniziò a correre verso la sua stanza, mortificata. Lui sapeva.

   
 
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