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Autore: la luna nera    28/03/2018    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi voi!”
“Ma chi…. Manuel?” Nico si voltò e riconobbe l’amico. “Chi non muore, si rivede!”
“A cosa dobbiamo l’onore della tua presenza?” Giulio era pronto a dirgliene di tutte. “La tua dolce amorosa ti ha concesso un’ora d’aria da dedicare agli scarti della società?” Ovviamente si riferiva a se stesso e agli altri.
Lui raggiunse la combriccola con il cellulare in mano. “Ah-ah, simpatico….. Aurora è in bagno a cambiarsi d’abito.” Riportò attenzione e conversazione sul telefono. “Grandi novità!” I suoi occhi brillavano. “Ricordate la presunta navicella atterrata pochi giorni fa nel campo di Gino?” Attese un attimo. “Da fonti attendibili ma non ufficiali, sembra si tratti di una piccola sonda sganciata da una nave madre in orbita oltre la Luna, captata da certi strumenti di osservazione.”
“E allora?” Chiese Giulio.
“Gli alieni sono sbarcati sulla Terra. Sono qui fra noi, non capite?” Era elettrizzato al solo pensiero di poterli incontrare sul serio.
“E tu hai avuto il coraggio di venire a chiacchierare con loro invece di aspettarmi in macchina come ti avevo detto per una stronzata del genere?!” Aurora lo raggiunse su tutte le furie con l’abito modello abat-jour degli anni venti.
“Stronzata?! Ma stai scherzando?!” Sorrise. “E’ l’occasione che sto aspettando da una vita e tu la chiami stronzata?!”
“Naturalmente.” Incrociò le braccia. “Ritieni un ufo più interessante della sottoscritta?”
“Sì.” La sua risposa secca non fu accettata positivamente dalla ragazza. “Ma tu pensi di essere il fulcro dell’universo? Pensi che la gente non abbia altri interessi che non riguardino te?”
“Io sono sempre stata considerata il bene più prezioso e sai benissimo quanti ragazzi si sono sfidati per conquistarmi. Nessuno può mettermi in secondo piano, non posso accettare una cosa simile.”
“Aurora, ma che cosa dici?” Quelle parole lo avevano colpito moltissimo.
“Manuel, io sono così e mi sembra ovvio esigere un tale comportamento da chi mi ama. Evidentemente tu non mi ami come dovresti.” C’era una profonda arroganza in quelle parole. “Andiamocene immediatamente prima che perda la pazienza.”
Ma lui restò muto. Non l’amava come doveva? E come l’avrebbe dovuta amare?
Alla sua immobilità, Aurora si rivolse al suo ex. “Orion, tu mica hai da fare? Usciamo di nuovo insieme come ai vecchi tempi, visto che qualcuno preferisce i marziani a me?”
Pure lui pareva ipnotizzato, non aveva neanche ascoltato la pesante discussione fra i due, tantomeno la sua domanda.
“Orion! Hai perso l’udito?! Sai che odio ripetere le cose!”
Lui, per tutta risposta, si mise seduto. “Scusa, non mi sento bene. Che hai detto?”
Lei sbuffò, visibilmente scocciata rivolgendosi di nuovo all’altro. “Manuel, voglio darti una seconda possibilità: metti via quello stupido telefono antidiluviano e andiamocene da qualche altra parte a bere qualcosa.”
“Cosa?” Adesso nella sua voce c’era una grande rabbia.”  Scusa, preferisco restare qui.” Aveva capito che l’interesse mostrato nei suoi confronti era stato solo un espediente per tentare di ingelosire Orion, non aveva mai provato nulla per lui e lui, da perfetto allocco innamorato, era caduto appieno nella trappola. “E poi ho altro da fare.”  La sua attenzione tornò a focalizzarsi sul telefono.
Gli afferrò il cellulare di mano, per poco non lo fece finire a terra. “Se vuoi avere una seconda possibilità di continuare ad uscire assieme a me, devi scegliere: o me o questa gregge di pecoroni che crede agli alieni come te.” Disse indicando prima se stessa e poi il gruppo di amici.
“Loro sono i miei amici, come puoi chiedermi una cosa del genere?”
“Io posso eccome. Scegli.” Era determinata. “E fallo adesso.”
Manuel era rimasto senza parole. Aveva sopportato tanto, dalle schernite per la sua convinzione dell’esistenza degli alieni alle battutine velenose rivolte nei confronti della sorella e degli amici, ma con quelle parole aveva veramente raggiunto l’apice dell’egoismo e della strafottenza.  Tutti erano ammutoliti in attesa della sua decisione: guardò prima lei, il cui sguardo era freddo e impassibile, poi gli altri, notando Teresa con gli occhi lucidi. “Preferisco scegliere chi mi accetta per come sono, con i miei pregi e con i miei difetti. E tu non sei fra questi.” Era stato difficile rifiutarla, ma finalmente c’era riuscito. “Mi spiace solo di averlo capito soltanto adesso.” Il suo cuore era sanguinante, solo il tempo avrebbe guarito quelle ferite.
“Vedi? Avevo ragione io.” Rise soddisfatta. “Io ho sempre ragione. Sapevo che avresti preferito loro a me: tu non capisci nulla, Manuel, non capisci nulla. Dovresti ringraziarmi del tempo che ti ho dedicato e che hai gettato via così. A questo punto, arrangiati. Io non voglio avere più niente a che fare con te.” Si fermò un instante in attesa di una risposta che non arrivava. “Solo Orion è degno di me, solo uno che mi ama incondizionatamente come lui può essere degno di me.”
“Scusa, ma poco fa non fa non hai chiesto il nostro aiuto perché ti ha mollato, forse, per un’altra?” Chiese Eva.
“Sì. Infatti voglio affrontare ed eliminare la mia rivale.” Si avvicinò ad Orion.” Tu sei mio. Non posso perderti, lo capisci, vero?”
Lui si alzò. “Io appartengo solo a me stesso. Lasciami stare.” E si allontanò nella notte

I giorni si susseguivano, il tempo passava ma non passavano i problemi creati da Aurora. Continuava a “perseguitare” Orion e più lui la ignorava, la trattava male e ci discuteva, più lei gli stava addosso con la convinzione di riconquistare il suo ex fidanzato. Sì, perché nonostante tutto era certa di poterci riuscire.
Manuel aveva scelto di stare da solo per un po’ di tempo, doveva ancora metabolizzare l’accaduto e togliersi dalla testa Aurora una volta per tutte. Trascorreva lunghe notti, ascoltando Vasco, in osservazione, nella speranza di riuscire a vedere qualche cosa scendere dal cielo. Lui sapeva che esseri extra terrestri erano sbarcati, li aveva visti poco tempo prima e quell’unico fotogramma catturato con il cellulare ne era la prova tangibile. Pure i membri dell’Alien Hunters erano di quell’avviso, però purtroppo non era sufficiente a confermare la presenza aliena sulla Terra. Dell’astronave madre avvistata in concomitanza con il presunto atterraggi nel campo di Gino non c’era più traccia, forse aveva sganciato una piccola sonda o una navicella prima di tornarsene nelle profondità dello spazio. Almeno era ciò che immaginava e che sperava di verificare. Oppure chissà.
Inutile dire che tutti quanti erano preoccupati per lui, in primis Melissa che non sopportava di vedere il fratello in quelle condizioni a causa di Aurora. Non da meno, Teresa aveva il morale a pezzi, era consapevole della fragile emotività del ragazzo che amava e dunque, benché desiderasse tantissimo trascorrere del tempo con lui e fargli tornare il sorriso sulle labbra, capiva di doverlo lasciare stare ed attendere con pazienza il momento opportuno.

 

 

PIANETA HILON


 

Iersys si era ritirato nel Megalos del Castello, cosa che faceva piuttosto spesso negli ultimi giorni, specie da quando la missione segreta era entrata nella fase più delicata. Non aveva ancora ricevuto aggiornamenti dal Pianeta d’Acqua e, nonostante confidasse nelle enormi capacità del Generale Ireon, una goccia di timore lo disturbava sempre e comunque. Era consapevole degli enormi rischi cui sarebbero andati incontro qualora fosse emerso il vero motivo che li aveva riportati in contatto con quel remoto mondo, ma la posta in gioco era troppo alta poiché ne andava del futuro di Hilon e di tutti i suoi abitanti.
“Maestro Iersys.” La pesante porta del Megalos si chiuse non appena il re in persona ve ne ebbe varcato la soglia.
“Maestà.” Si profuse in un ossequioso inchino, mentre in cuor suo iniziava ad avvertire qualche sentore di pericolo.
“Passate molto tempo fra queste mura, specialmente negli ultimi giorni.” Il re si avvicinò alla finestra presso la quale si trovava l’altro, pur tuttavia evitando di guardarlo in volto. “Voi ben sapete quanto mi stia a cuore il benessere dei miei sudditi e voi non rappresentate certo un’eccezione.” C’era una calma inquietante nel tono della sua voce. “Il fatto che vi ritiriate spesso nel Megalos mi fa preoccupare, Maestro d’Armi: ditemi dunque cosa vi affligge e sarò ben lieto di aiutarvi.”
“Il vostro interesse, Sire, vi fa onore e mi lusinga. Ad ogni modo potete stare tranquillo poiché niente mi affligge. Ciò che mi porta qui è solo la grande nostalgia delle glorie militari vissute da quando la Maestà Vostra siede sul trono.” Indicò con il movimento del braccio destro gli imponenti arazzi decorati con scene di battaglie presenti sui muri. “Io sono un Maestro d’Armi e come tale provo orgoglio nel contemplare i nostri successi raffigurati in questo luogo. Spero che tutto questo non vi rechi disturbo, Sire.”
Re Kipsoron passò in rassegna con soddisfazione tutte le scene di guerra rappresentate. “Non posso darvi torto: osservare le nostre gesta è un modo per onorare il nostro potente regno e chi sta all’origine di esso.” Gonfiò il petto sentendosene l’artefice, poi la sua attenzione cadde su una scena di guerra dove stava rappresentato il giovane Capitano, figlio del Generale Ireon. “Questo intrepido soldato….” Indicò proprio lui. “Non l’ho più visto dalla fine dell’ultima rivolta. Che fine ha fatto?”
“Ha dato la vita per Hilon, Sire.” Rispose prontamente l’altro.
“E come mai non ne sono stato informato? Questo suo gesto eroico meritava un riconoscimento, seppur postumo.”
“Ecco, Maestà, il suo corpo è scomparso. So che è stato fatto anche l’impossibile per recuperare i suoi resti e dar loro degna sepoltura.” Fece una breve pausa. “Purtroppo non è stato possibile. Il Generale è rimasto molto provato dalla dolorosa perdita, ne è orgoglioso, sì, ma è pur sempre un padre che ha visto perire il proprio figlio.”
“Mhm, capisco. Gli porterò personalmente le mie condoglianze.” Si avviò verso l’uscita del Megalos mentre Iersys lo salutava con un grande inchino.
Chissà se aveva creduto a tutto ciò che gli aveva raccontato…..






 

 

Hello everybody!
Aggiornamento lampo, approfittando del periodo propizio che sto attraversando e che mi permette di andare avanti con la storia. Sto tenendo le dita incrociate perché tutto vada bene e possa terminare la stesura in tempi ragionevoli, anche perché sta uscendo più lunga di quanto avevo previsto.
Allora…. Manuel ha finalmente aperto gli occhi staccandosi definitivamente da Aurora. Ha preso del tempo per ritrovare se stesso e continuare la caccia agli alieni: ora abbiamo la certezza che qualcuno si trova sulla Terra e la piccola sonda sganciata da una nave madre ne è la conferma. Su Hilon intanto, il re sospetta qualcosa e il Maestro Iersys tenta di tenere nascosta la verità, mentre il Generale Ireon potrebbe essere molto vicino. Oppure no?
Vi auguro di trascorrere una Buona Pasqua e una altrettanto piacevole Pasquetta.
Grazie a tutti voi lettori, inclusi quelli silenziosi, e in particolare ai recensori.

Un abbraccio
La Luna Nera

 

 

  
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