IL MIO NATALE
Oggi mi sento proprio scatenato;
mi sono guardato
nello specchio,
mi sono visto riflesso,
e non ho notato nulla di bello.
Non che sia una novità;
nella vita, non si può ingannare la
realtà
che fa i fatti,
alla mano i dati
di cui prenderne atto.
Che attrattive posso avere
nel falso mondo dell’amore?
Gente ai miei piedi per falsità,
oh, per carità,
ben lungi da me.
L’amore, forse, è il mondo della
menzogna,
quello che dove svanisce ogni
vergogna;
a volte è lecito giocare col compagno,
e tutto questo per tornaconto e
guadagno.
A me dispiace, ma non voglio cedere;
è guerra tra me e Amore.
Lui è sinuoso, entra di notte
nel mio cuore e par che bussi
a tutte le sue porte.
Io sono astioso,
mi chiudo dentro, a riccio,
non cederò fintanto che non voglio.
È forse una sirena, Amore?
Ha un gran bel canto,
se le porte non le apro lui si sfoga,
canta ogni melodia e ogni nota,
è qualcosa che non si ferma fino al
mattino presto,
quando, stanco di combattere, mi
alzo.
Amore bussa, poi canta,
poi cerca di confondermi con qualche
escamotage,
ma l’unica parola francese che mi
piace è dérapage;
io quindi non cedo e non mollo,
non me importa se poi affogo.
Affogo nel suo assedio;
possibile che la tentazione si celi
dietro ad ogni angolo?
Abbasso la guardia per un attimo,
ed eccola che appare, carnale.
Amore, lasciami stare.
Io e Amore al tavolo del compromesso;
non cedo, ma lo confesso,
a volte ascoltare il suo canto è
davvero molto bello.
Ma è illusione;
è tranello, e allora torno desto,
non ci saranno trattative,
saltano concili e improbabili
aspettative.
La verità è che dentro di me, a
volte,
mi sento ancora un bambino;
neanche ragazzino,
quando ormai alle anagrafe
sono un giovane uomo che potrebbe
diventare padre.
Amore che alza il suo dito
per far l’invito,
io non ci bado.
Che poi sono brutto io,
della bellezza di Amore che me ne
faccio?
Anzi, che se ne fa lei di me!
La farei solo sfigurare!
Perché sono un tipo che lascia
scorrere le ore,
che non si ferma mai a pensare
che se l’aria è pesante è meglio
cambiare
prospettiva,
trovarne una più produttiva.
Vorrei solo che il tempo si fermasse
in un lungo momento dal sapore
d’infinito;
il cielo sopra di me, mio soffitto,
il mio corpo abbandonato
su un tappeto di umido muschio,
ad aspettare il Natale; non quello di
tutti,
non un venticinque dicembre dove vive
la mediocrità,
e il povero lo si lascia a morire di
freddo ai margini della società,
ma un Natale che sia solo mio,
una sorta di mela matura
da raccogliere da un albero che non
sia dedito al peccato,
che mi aiuti a vivere davvero
e a non vedermi sempre troppo
sciupato e umiliato.
NOTA DELL’AUTORE
Non saprei come definire questa poesia xD ha una parvenza
giocosa, dietro la quale ho celato un po’ il mio mondo, credo che questo
trapeli abbastanza.
Grazie per l’attenzione. E buona imminente Pasqua a tutti ^^
E niente… alla prossima ^^ grazie, ancora!