Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lady Snape    01/04/2018    1 recensioni
[AVVISO SPOILER: Questa fanfiction nasce dopo aver letto il capitolo 102 del manga, quindi se non siete in pari, sconsiglio la lettura.]
Dal testo: «Sono il Capitano di Vascello Talia Swan, lavoro a stretto contatto con i Titani, faccio parte dell’unità speciale che li gestisce, conosco tutto quello che vi serve sapere per batterli e, nascoste sotto la mia giacca, ho tutte le mappe che possono esservi utili, mappe dei territori di Marley, ma non soltanto di quelli.»
A questo punto Levi fece cenno a un soldato alto, con i capelli chiari di verificare che le mappe ci fossero davvero, ma allo stesso tempo si mise in guardia con le sue lame. Da quello che sapevano, poteva anche essere un Titano.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Paradis' Chronicle'
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Capitolo 4 – Fratelli diversi
 
Doveva ammetterlo, quelle mura erano spaventosamente enormi, fuori dalla portata tecnologica di quegli abitanti, ad una rapida occhiata, tanto non si notava nessun giunto tra un concio e l’altro. Mentre continuava a cavalcare, Talia si chiedeva come avessero potuto accettare di vivere in un luogo così claustrofobico per tanto tempo. Osservando gli abitanti di quella città, sembrava di essere tornati indietro nel tempo di almeno sessant’anni e la faccenda era parecchio inquietante: con tutta probabilità certe tecnologie, che per lei erano scontate, erano assenti del tutto e questo si ripercuoteva senza dubbio sulla qualità della vita. La sua anima di medico si chiedeva quanto fosse facile far scoppiare un’epidemia in un luogo chiuso e senza tante cure disponibili. Ebbe un brivido, sperando che nessuno a Marley pensasse a una soluzione del genere.
 
Qualcuno, che era per la strada in quel pomeriggio inoltrato, la notò a cavallo ammanettata e suppose che, vedendo la sua divisa palesemente diversa da quella della Legione Esplorativa, stessero facendo velocemente i conti su chi fosse. Non ci volle molto, affinché qualcuno si complimentasse con i suoi carcerieri per aver catturato un nemico. Si limitò a non guardarli sfacciatamente in viso, evitando così qualunque tipo di scontro.
 
Arrivarono al quartier generale e, come era facile immaginare, Talia fu accompagnata nei sotterranei, in una cella. Chiese invano un bagno e dei vestiti puliti, detestava la sensazione che le stava dando la salsedine e la sabbia, ma si dovette rassegnare, dopo che le sue richieste non ebbero risposta. Si sedette sul tavolaccio che avrebbe costituito il suo giaciglio per la notte e provò a rilassare le spalle visto che, per paura, non le avevano slegato le braccia. Sospettavano che potesse essere anche lei un Titano e non poteva dar loro torto: in troppo si erano infiltrati e poi si erano rivelati tutt’altro.
 
Fu solo la mattina dopo che, forse per pietà, che finalmente le slegarono le braccia e, forse perché prese a grattarsi in modo davvero eccessivo, cosa che diede immensamente fastidio al Capitano Levi, le concessero di lavarsi e cambiarsi, sotto la supervisione di Mikasa: se la ragazza avesse potuto, l’avrebbe uccisa. Percepiva odio da ogni suo sguardo e movimento e decise che era il caso di non fare il benché minimo movimento brusco, come se avesse a che fare con un animale feroce, per evitare di essere attaccata inutilmente. Non aveva messo in conto, per ingenuità o per eccessiva fiducia, che avrebbe dovuto sopportare tanto disprezzo. Si diede mentalmente della stupida mentre dava le spalle, nuda come un verme, a quella ragazza, armata di tutto punto.
 
Con indosso quella che sembrava una vecchia uniforme della Legione Esplorativa, fu invitata con poca grazia a entrare in una stanza. Era una specie di aula, con tanto di lavagna, cattedra e una sgangherata gradinata, compresa di banchi. Forse era un’aula che utilizzavano per addestrare le reclute, informare l’esercito delle operazioni o qualcosa di simile. In maniera del tutto informale, l’attendeva una donna con una benda sull’occhio, che a Talia ricordava tanto un pirata. Era seduta sulla cattedra, con in mano dei documenti, in maniche di camicia arrotolate e, supponeva la prigioniera, si era zittita al suo ingresso, interrompendo una conversazione che stava avendo con Levi e Armin. C’erano anche gli altri soldati che aveva visto sull’arenile, seduti qui e là.
 
«Sono il Comandante Hanji Zoe e mi hanno informato della tua intenzione di passarci delle informazioni.» disse senza fronzoli, porgendole la mano destra. A quanto pareva erano poco formali, incredibilmente diversi da ciò a cui Talia era abituata. La stretta era salda e decisa.
 
«Talia Swan, piacere di conoscerla e sì, l’intenzione è proprio quella.» rispose, non sapendo se poteva accomodarsi o meno, quindi incrociò le braccia dietro la schiena in attesa di ordini, anche se la posizione in quel momento non era delle più comode, avendola sopportata per tutta la notte.
 
«Che vuol dire che siamo in pericolo?» era stato Levi a parlare, usando un tono piuttosto minaccioso e uno sguardo omicida. Non gli stava simpatica, evidentemente. Non fece preamboli, ma si riagganciò alle parole che aveva detto lei in riva al mare, quando si era consegnata nelle loro mani.
 
Talia soppesò le parole.
«Non c’è ancora un piano preciso contro di voi, considerando che stanno agendo alla cieca, inviando corazzate, quelle navi in ferro, ad attaccarvi. Da un lato stanno attenti a non violare il patto di non belligeranza che Re Fritz ha firmato con loro, considerandole semplici ricognizioni, dall’altro sono spinti ad attaccarvi per tornaconto personale. Marley usa abitualmente i Titani e i giganti puri in guerra, ma gli altri Stati stanno elaborando man mano strategie che riescono ad aggirarli ed è per questo che vogliono la Coordinata: riuscirebbero a costringere i giganti puri ad obbedire a degli ordini, rendendoli più temibili, oltre ad avere un più compatto battaglione di Titani, governati da un’unica volontà.»
 
«Eppure il Titano Bestia riusciva a comandarli…» sussurrò quasi Levi, aggrottando la fronte più del solito. Quel mostro aveva ordinato ai giganti di stare fermi, accerchiando il distretto di Shiningashina, e lui lo ricordava benissimo, avendoci avuto a che fare personalmente. La fissò dritto negli occhi, nel dubbio che potesse mentirgli sull’argomento.
 
«Sì, Zeke è l’unico che riesce a farlo.» rispose la donna con un sospiro.
 
«Zeke?!» questa volta era stato il giovane Eren ad intervenire, alzandosi di scatto dalla sua sedia e lasciando che questa si rovesciasse sul pavimento. Guardò Talia, ma guardò anche gli altri presenti in modo terrorizzato, sembrava dovesse vomitare da un momento all’altro, gli occhi verdi ad esprimere un’emozione tanto complessa che le parole non potevano sciogliere.
 
«Ok… mi sa tanto che sapete qualcosa di Zeke.» constatò la donna dai capelli rossi. Si guardò intorno stupita e preoccupata insieme e vide gli sguardi di molti carichi di angoscia e imbarazzo. La situazione si stava rivelando più complessa di quanto avesse previsto. Il Comandante Hanji tirò su gli occhiali sul naso, spingendoli con un dito, quasi nascondendo un sospiro: a questo punto si vide costretta a raccontarle qualcosa dei tre quaderni e di Grisha Jaeger. Il racconto fu sintetico, limitato ai punti essenziali, affinché la prigioniera potesse capirci qualcosa.
 
«Capisco, beh, sì, è il tuo fratellastro» disse Talia guardando Eren «ma, se posso dire la mia, non ci sta con la testa. È diventato decisamente ossessionato da Paradis, per lui è una questione personale, perché è cresciuto con l’idea di dover dimostrare di essere diverso da suo padre e» questa volta il suo sguardo si spostò verso Levi «ha un conto in sospeso con il Capitano Levi.»
 
«Quando vuole.» disse Levi, con tono apatico, quasi stesse parlando del tempo. Si era seduto di spalle alla finestra e il suo viso era controluce, ma, assurdamente, quegli occhi grigi parevano essere illuminati da luce propria.
 
«Io non lo prenderei sottogamba, se fossi in te.» probabilmente Talia non aveva il diritto di rimbeccarlo in quella maniera, era pur sempre una prigioniera, ma Zeke le aveva sempre fatto venire i brividi e anche Levi, ad essere sinceri, non la rassicurava più di tanto: sentiva una sorta di oscura energia emanare da lui e più lo guardava più capiva lo stato d’animo di Zeke quando parlava di lui. Era decisamente preoccupata di quello che sarebbe potuto accadere se i due avrebbero dovuto fronteggiarsi. Anche Hanji si accorse della tensione che stava man mano crescendo su questo argomento e cambiò discorso.
 
«Quanti sono e chi sono i Titani?»
 
«Ottima domanda!» rispose Talia, distogliendo lo sguardo dagli occhi glaciali di Levi e spostandosi verso la lavagna. Per fortuna c’erano dei gessetti. Tracciò i nomi di chi aveva il potere dei Titani e quale di questi poteri avessero.
 
 «Partiamo da quelli in vostro possesso. Eren Jaeger ha in sé il potere di due Titani, la Coordinata e il Titano d’attacco. Il primo è quello che era tramandato nella famiglia reale, ma credo che l’idea di Grisha di sottrarlo loro non sia stata così sconsiderata: qualcosa potrà muoversi proprio a seguito di quel gesto disperato.» ammise «Il Titano Colossale è Armin Arlert» e lo scrisse sulla lavagna. Sentì gli occhi di tutti puntati addosso «Lo so, perché non sono cieca e perché ho lavorato talmente a lungo con i Titani, che sono in grado di riconoscerli da lontano, fidatevi. Nelle vostre mani c’è anche il Titano Femmina, Annie Leonhart.»
 
«Annie probabilmente è morta.» disse Armin quasi sconsolato. Lo sguardo era puntato nel vuoto, quasi a ricordare quello che era successo diversi anni prima, quando c’era stato quell’incredibile attacco all’interno della capitale.
 
«Perché lo pensi?»
 
«È intrappolata in una specie di grande cristallo.» a rispondere fu Hanji «Nessuno è riuscito a infrangerlo, abbiamo provato in diversi modi, ma sembra indistruttibile.»
 
«Chi può infrangerlo è in questa stanza» ammise Talia, come se stesse dicendo una cosa talmente scontata da risultare ridicola «La Coordinata può ordinarglielo, il punto è che usare il potere della Coordinata non è così semplice, visto che Eren non ha sangue reale nelle vene. Ho delle teorie al riguardo, che ho sviluppato guardando Zeke all’opera. Comunque, questi Titani sono nelle vostre mani.»
 
Lasciò che digerissero l’informazione di poter infrangere la bara che Annie aveva creato per proteggersi, poi Talia passò ad elencare i poteri del Titano Mandibola, Porko Galliard, che aveva mangiato la loro compagna Ymir, e del Titano Quadrupede, Pieck, che avevano conosciuto al fianco del Titano Bestia, anche se non avevano potuto ancora saggiare la sua spiccata intelligenza.
 
«Infine abbiamo Reiner Brown, il Titano Corazzato, che conoscete bene ed è al momento l’anello debole tra i Titani. Vive un eterno conflitto con sé stesso, potrebbe essere facilmente manipolabile, sempre che arriviamo in tempo: non mi meraviglierei se decidesse di farla finita.» Talia non sopportava che Reiner potesse farsi del male: era stato torturato fin troppo nello spirito, era stato costretto a sopportare troppo dolore e la sua mente stava cedendo. Ora l’esercito aveva messo gli occhi su Gabi, sua cugina, perché i legami di sangue facilitavano il controllo futuro dei poteri del Titano e la cosa la mandava in bestia. Si accorse di essersi fermata ed essersi persa nei suoi pensieri «L’ultimo, e forse uno dei più temibili, è il Titano Martello. Non so chi sia, è l’unico che è fuori dal controllo dell’esercito e viene ereditato dalla famiglia Tybur. Sono eldiani con uno status particolare, per cui è loro permesso avere una splendida eredità da passarsi. C’è chi dice che sono loro a tirare le fila di Marley, ma sono solo voci perlopiù messe a tacere quando possibile. Il Titano non è di sicuro il capofamiglia, sospetto di uno dei famigliari che gli stanno sempre intorno, ma non ho prove, li ho visti poche volte e so solo per sentito dire come combatte.»
 
Calò il silenzio nella stanza, tutti persi a cercare di capire come sarebbe stato possibile riuscire a organizzare una controffensiva per difendersi, prima di tutto, e poi per riuscire a spuntarla in qualche maniera contro chi era tecnologicamente più avvantaggiato, aveva una capacità di controllo dei Titani e una conoscenza spiccata dell’argomento. Talia lesse nei loro sguardi il loro stato d’animo e non vide nulla di costruttivo al momento, avevano bisogni davvero di tempo per riuscire a organizzare una controffensiva o, come sperava, di portare avanti un attacco preventivo. A un certo punto, vide fremere Hanji, era come se si stesse trattenendo.
 
«Ho tante di quelle domande che non so da quale cominciare!» disse infine, provocando un verso sconsolato da parte degli altri.
 
«Spara!» disse Talia appoggiandosi alla cattedra, gli occhi blu scintillanti.
 
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Benvenuti a questo quarto capitolo!

Come sta andando? E’ arrivato il momento di mettere le carte in tavola e provare a organizzare qualcosa di concreto, che si riallaccerà alla storia prinvipale, quella del nostro caro Isayama.
Talia ha nel cuore un progetto ambizioso e utopico che verrà fuori man mano.
Una piccola scheda del personaggio che ho scritto tempo fa, mentre immaginavo questa storia.
 
Talia Swan
Età: 30 anni
Altezza: 162 cm
Peso: 57 kg
Capelli: rossi lunghi
Occhi: blu
 
 
Il suo nome deriva da quello della Grazia della mitologia greca: Talia, Prosperità e portatrice di fiori.
Suo padre è Lucas Swan, colonnello dell'esercito marleyano in pensione.
Talia e Capitano di Vascello della marina militare di Marley, ma negli ultimi anni ha svolto un lavoro di ufficio a causa della sua particolare capacità mnemonica: ha una memoria tale per cui riesce a memorizzare un numero di dati superiore a quello di qualunque altro soldato, oltre ad aver ideato una particolare forma di interrogatorio riservata ai portatori di titani per ottenere il maggior numero di informazioni riguardo le loro missioni in forma di gigante, dove la loro coscienza potrebbe perdersi in determinati momenti. E' in grado di capire se mentono: l'esercito di Marley non si fida mai completamente dei loro rapporti scritti.
   
 
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