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Autore: Attendre et esperer    02/04/2018    0 recensioni
[What if? - Fernand Mondego/Edmond Dantès]
Una versione alternativa in cui i due sono amici dalla più lontana infanzia, un piccolo viaggio che tratta parte della loro storia, dalla tenera età fino all'adolescenza, incamminandosi verso l'età adulta, in brevi ma importanti passi.
{ATTENZIONE: I capitoli in seguito proposti sono frutto di una serie di brevi racconti proposti su tumblr. L'autrice mi ha dato il suo consenso nel tradurre i suoi lavori dall'inglese all'italiano, perciò ogni merito va solo ed esclusivamente a lei.
Tra le note a fine capitolo sarà possibile trovare ogni link per accedere alle storie originali}
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forever yours [pour toujours // por siempre tuo]'
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Edmond fece ritorno sei mesi dopo, esausto ed affaticato, la tristezza che si mischiava al senso di nausea che attorcigliava lo stomaco in una potente morsa. Gli occhi stanchi non ne potevano più di vedere solo mare all’orizzonte e la gola incominciò a detestare il gusto salato che il vento portava con sé.
Ciò che invece stringeva il cuore era tristezza e ricordi non appena vide Marsiglia, nel mentre che le lacrime uscivano senza riguardi.
Nessuno marinaio  si burlò delle sue condizioni, conoscevano benissimo quella sensazione.

Notò presto, tra i popolani riunitisi al molo ad accogliere la nave mercantile, Mercédès e Fernand  che, a braccetto, attendevano con ansia il suo ritorno. A differenza della ragazza, il più grande non esibì sorriso di alcuna natura – ormai Edmond aveva imparato a non offendersi per quel suo tratto così riservato – soprattutto dopo aver notato come invece brillavano i suoi occhi.

Il capitano Leclère non lasciò andare il giovane finché non conclusero i dovuti controlli, assicurandosi che ogni cosa fosse dove doveva essere, finché il carico de Le Pharaon  non fosse stato al sicuro.
Il marinaio allora obbedì senza fare pressioni, conosceva benissimo i due catalani e sapeva che lo avrebbero atteso anche per ore se fosse stato necessario, proprio come lo hanno aspettato in questi sei lunghi mesi.

Quando finalmente poté rimettere piede a terra, Mercédès corse rapida da lui, prendendogli le mani e sorridendo con la gioia che sempre la contraddistingueva.
“Quanto ci sei mancato!” esclamò, all’apice della felicità. “Oh, Edmond! Quanto abbiamo sofferto la tua mancanza!  Non ci lasciare mai più, hai capito? Mai più, per il nostro bene! Perché ci sei mancato troppo!”
“E io voi” rispose con un sorriso rivolto a Fernand, il quale s’incamminò per raggiungerli “Presto, torniamo a casa” disse Edmond,  afferrandoli per il braccio, troppo logoro per provare qualcosa se non sollievo e malinconia.

“Guardati, sei distrutto” affermò il più grande in tono grave “Fermati a casa nostra. Mia madre avrà pronti per te cibo e bevande. Oh, e perché no, rimani anche per la notte.”

“Ho bisogno di rivedere mio padre prima”

“Oh! Ma lui non è qui adesso!” cinguettò Mercédès, senza allentare la presa su di lui. Ella stringeva la mano ad entrambi, camminando fra i due ragazzi – orgogliosa nel suo passo deciso, le piccole lentiggini sulle spalle abbronzate invisibili al Sole che tramontava, i capelli color del carbone raccolti in una treccia – la stessa con cui lei amava modellare la chioma di Edmond quando quest’ultimoda bambini permetteva ancora ai suoi capelli di crescere. Fernand, a differenza della cugina, sfoggiava un atteggiamento più quieto; lo sguardo sempre schivo e serio, illuminato occasionalmente da un leggero sorriso.

“E dove si trova?” chiese il giovane marinaio, continuando a fissare il catalano. L’ hombre davanti a lui ora era diventato più alto – dovette ammettere – osservando i tratti del viso essersi fatti più maturi ed  il petto più ampio. Era bello, senza ombra di dubbio.

“E’ partito per Avignon, se rimembro correttamente” rispose Mondego, rinnovandogli ancora una volta l’invito a passare la notte da loro, posando con fermezza gli occhi su quelli di Edmond, il quale, inaspettatamente, sentì le guance bruciare.

“Oh, per favore accetta, Edmond! Ci sei mancato così tanto e non possiamo lasciarti da solo! Vieni da noi a narraci i luoghi che hai visitato, le meraviglie che hai visto! Sarà come ascoltare una storia dalle Les milles et une nuit!” le sue preghiere non trovarono fine finché egli non fu costretto ad accettare; facendole battere le mani per la contentezza, mentre Fernand rideva piano vicino a loro.
Edmond era contento, nonostante la stanchezza e la nausea che prepotente lo seguiva ad ogni passo, nonostante sentisse forte la mancanza di suo padre.

 


Quattro ore dopo, l’intera abitazione era caduta nel silenzio del dolce riposo. Edmond venne ospitato nella camera dell’amico  – Madame Mondego aveva insistito che egli si cibasse di qualche boccone, che si ristorasse con acqua pura, e magari uscire per una passeggiata, in modo tale da coricarsi poi a letto  – eppure anche con ciò il ragazzo non riusciva a cadere tra le braccia di Morfeo.

C’era qualcosa che tormentava la sua mente – qualcosa di cui avrebbe voluto parlare, avendo però timore nel menzionarla. Non voleva affrontare la verità, desiderava solo starsene al sicuro, ad ascoltare nel silenzio della stanza il respiro calmo e pesante del compagno, ma allo stesso tempo vorrebbe svegliare Fernand perché è spaventato dai suoi pensieri e  –

“Dormi” la voce del più grande arrivò stanca e roca alle sue orecchie “Smettila di pensare, Edmond, e dormi”

“Non ci riesco” rispose in un sussurro “Mi sei mancato” aggiunse, le parole uscirono dalle sue labbra come un lamento infantile, tentando di soffocare la sensazione di abbandono e lontananza che aveva avvertito per tutto quel lungo viaggio.

Fernand rimase in silenzio per qualche attimo, e nel buio Edmond udì le lenzuola scostarsi ed il letto cigolare per il movimento improvviso, e subito un’ondata di sollievo sommerse il suo cuore. Riusciva a respirare senza affanno ora, spostando il proprio peso di lato per far spazio al giovane.

Appena il più grande s’introdusse sotto le coperte, Edmond si premette contro il suo petto, desiderioso di quella vicinanza, sospirando nuovamente. Fernand allora avvolse le braccia attorno alla vita del marinaio, tenendolo stretto a sé, protetto e confortato mentre le  labbra del maggiore premevano contro la sua fronte e poi sulla guancia bronzea. Una terza volta Edmond si lasciò scappare un sospiro, stavolta di gradimento.

“Sono qui adesso” sussurrò, le palpebre ormai in procinto di chiudersi “Perdonami se sono stato lontano per tutto questo tempo”

“Va bene così” mormorò Fernand “Anch’io sono qui. Dormi ora”

“Non te ne andrai via”  Non era nemmeno una domanda, ma un’assoluta affermazione, eppure egli ugualmente rispose:

“No. Dormi”











Angolo della Traduttrice: A chiunque sia giunto fin qui a leggere, grazie di cuore.
Link alla storia originale: https://monte-cristo-incorrect-quotes.tumblr.com/post/171130690972/your-roommate-is-crushing-on-me-and-my-roommate
   
 
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