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Autore: Yellow Canadair    04/04/2018    3 recensioni
Non leggete questa storia, per favore. È piena zeppa di fluff, di agenti segreti che fanno a botte, di spiriti misteriosi che infestano le loro case. E poi parliamo del Cp9, ve li ricordate quei ragazzacci, a Enies Lobby? Qui sono passati due anni, ma le vecchie abitudini sono dure a morire.
Tra una missione e l'altra vivono in una grande torre al centro dell'Arcipelago di Catarina, e anche se ormai Spandam è il loro galoppino e l'hanno soprannominato "scendiletto", i guai non sono ancora finiti.
E poi c'è Stussy, l'agente del CP0. Davvero volete leggere di quando fece a Lucci una proposta indecente? Ma dai, ci sono storie molto più piccanti di questa.
C'è anche Gigi L'Unto, proprietario della peggior locanda della Rotta Maggiore: per leggere la sua storia dovete esser vaccinati pure contro la peste nera, ve l'assicuro. Però sua figlia è molto carina.
C'è anche Lili, una segretaria che è anche pilota, ma questo Rob Lucci non vuole che si sappia in giro, quindi in questa storia non piloterà un bel niente (forse).
Ancora non vi ho convinti a lasciar perdere? Beh, se amavate i completi eleganti del Cp9 passate oltre: qui vengono denudati spesso.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cipher Pool 9, Jabura, Kaku, Kumadori, Rob Lucci
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dal CP9 al CP0 - storie da agenti segreti'
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Il Cp9 in: non sono gay, ma posso imparare!

Atto II: corri, Jabura!

 

«Qual è il problema? Perché non si trova un maestro?» Rob Lucci non ne poteva più: cercare un bravo maestro all’inizio gli era sembrato una quisquilia, un minuscolo sassolino sulla strada, un ostacolo facilmente superabile, e invece era difficile quasi quanto convincere Jabura a prendere lezioni di ballo!

«Il motivo più diffuso è il periodo: siamo quasi a maggio, ci sono i saggi delle scuole di danza, nessuno vuole lasciare le sue classi per una trasferta, per quanto molto ben pagata» rispose Lili, la loro segretaria.

Naturalmente Lucci le aveva lasciato un foglio con tutti i dettagli per il possibile maestro, dal compenso al vitto, all’alloggio, al trasferimento. E sì, era una trasferta davvero ben pagata.

Visto che la Torre era ancora in ristrutturazione, le riunioni dell’ex CP9 venivano svolte nel salotto di Blueno, seduti chi sui cuscini, chi sul parquet, e Lucci sulla grande e morbida poltrona di velluto rosso.

«Ci sono altri tre numeri nell’elenco, posso completare il primo giro di chiamate e poi decidiamo se aumentare la parcella o diminuire i giorni di prove.»

«Dov’è Jabura?» chiese Lucci a bruciapelo alla ragazza.

Lili lo fissò smarrita. «Non lo so, boss. Di solito è sempre in giro, ma è da ieri che non lo vedo.»

«Chapapa, lo dicevo io, che si sta nascondendo!» intervenne Fukuro aprendosi di pochi centimetri la zip.

«E da chi?» chiese Blueno, al quale suonava strana un’azione del genere da parte di quell’attaccabrighe del collega.

«CHAPAPA, DAL TIZIO GAY DELL’ALTRA DIVISIONE!» spalancò la bocca Fukuro «Vuole assolutamente avere una storia con lui!»

«YOOOOYOOOIII» intervenne con voce tonante Kumadori «FUKURO, IL TUO ATTEGGIAMENTO VERSO GLI ALTRUI SENTIMENTI È MOOOOOOOOOOLTO IRRISPETTOSOOOOOOOOOOOOO!!»

«È davvero braccato da uno che vuole uscire con lui?» domandò Lili al boss.

«È quello che si merita per il suo vizio di non mettersi una camicia decente» le rispose Lucci.

«FARO SEPPUKU PER ESTINGUERE IL PECCATO DELLA TUA LEGGEREZZA SU QUESTI SACRI ARGOMENTI!»

«Vallo a cercare» ordinò il leader alla segretaria «Lo voglio qui entro mezz’ora»

«Tekkai!» Kumadori ci tentava ogni singola volta. «NON RIESCO A MORIREEEEEEEEE»

In quel momento si sentì bussare alla porta di casa.

«Avanti» dissero Lucci, Kaku e Fukuro, con tre toni diversi, ma poi si ricordarono che non erano in ufficio, ma a casa di Blueno; fu il padrone di casa ad andare ad aprire.

«Buongiorno!» salutò calorosamente il Comandante Fedora «Non vi ho trovati nella zona degli uffici, e ho immaginato che foste in uno degli appartamenti!»

Rob Lucci si alzò dalla poltrona e, attraversato il salotto, raggiunse il Comandante nell’ingresso. «C’è qualche problema?»

«No, volevo chiedere invece se voi aveste qualche problema. Perché vi siete rintanati qui?»

«Troppo via vai nelle altre zone» rimediò immediatamente Lucci, senza perdere la sua algida compostezza «Quando gli operai saranno andati via, torneremo a occupare i primi due piani della Torre. Per ora, preferisco tenere le riunioni qui»

Gli agenti in realtà avevano bisogno, anche se nessuno l’ammetteva a voce alta, di qualche giorno in un posto tranquillo prima di prendere atto che la loro meravigliosa Torre era stata invasa e i loro appartamenti rasi al suolo.

«Vado, boss» lo informò Lili, approfittando dell’interruzione del Comandante Fedora. «Comandante» la salutò formalmente con un cenno del capo, e uscì trotterellando sui suoi tacchi.

Fedora rispose al saluto e la guardò allontanarsi. Ai suoi quarant’anni di carriera bastò far caso a come camminasse per capire che non era un’agente. «Ah, gironzola nella torre da quando sono arrivata! Chi è?» domandò a Lucci.

«La segretaria amministrativa»

«Chapapa, e pilo-» stava per salire la voce di Fukuro dal salotto, ma Kaku gli richiuse la zip con un movimento rapidissimo, degno di un ninja.

Perché Rob Lucci non voleva assolutamente far sapere a nessuno che il suo reparto aveva in dotazione un aereo, e che la ragazza oltre a essere segretaria era anche la loro pilota personale. Mai e poi mai. Sarebbe stata una rivelazione troppo importante, e lui non voleva che Stussy ci mettesse le unghie su.

«Cosa?» domandò Fedora.

«Pilastro della nostra amministrazione» sottolineò Califa aggiustandosi gli occhiali sul naso. «Gestisce Spandam» completò.

«Oh, naturalmente» sorrise Fedora aggiustandosi il cappello di feltro «Non dev’essere facile, per lui, ritrovarsi a un rango così basso…»

Per lui. Certo. Mica per Rob Lucci e soci, che avevano assunto del personale apposta per rimediare agli errori di Spandam: era così che all’inizio era stata ingaggiata la ragazza.

«State preparando la missione per Ruby Island, vero?» domandò Fedora. Ovviamente lei era a conoscenza delle mansioni dei due reparti sotto di lei.

«Esatto» rispose a tono Lucci «Ci stiamo documentando»

«C’è qualche problema? Vi serve nulla?»

Nessuno riuscì a fermare Fukuro, che spiattellò subito: «Chapapa, ci serve un maestro di ballo, ma non troviamo nessuno disposto a…»

«Un maestro di ballo?» si illuminò Fedora «Non c’è bisogno di chiamare nessuno!» disse.

«In che senso?» la incalzò Lucci.

«Nel senso che un sottoposto di Stussy è un ballerino professionista! Pensate, ha vinto anche dei concorsi!»

Alcuni dei colleghi di Lucci avevano già fatto un disastroso due più due: il ballerino in questione non poteva essere che Quero Vas, unico maschio in mezzo a tante donne.

E l’allievo sarebbe stato, ovviamente, Jabura.

«Non è un maestro di ballo, ma sicuramente saprà dare una buona infarinatura a chi andrà sotto copertura!» proseguì il Comandante Fedora, soddisfatta per la soluzione che, sia in termini economici che in termini pratici, era perfetta.

Lucci da un lato godeva tantissimo per la situazione scabrosa in cui si era cacciato il rivale, dall’altro…  nah, non c’era un altro lato. Vedere Jabura che da cacciatore si era trasformato in preda era troppo divertente.

Proprio in quel momento passò in corridoio il ragazzo del reparto di Stussy, che vagava nella Torre alla ricerca del suo oggetto del desiderio.

Fedora lo notò al volo, forse per un colpo d’occhio, forse per l’Ambizione della Percezione. «Oh, Quero Vas!» gioì la donna, prima che qualcuno degli agenti potesse dire qualcosa, prendere tempo, rifiutare, temporeggiare, ma purtroppo la pietà non sarebbe mai stata la prima istintiva reazione dei Governativi.

Richiamato dal suo superiore, Quero Vas si avvicinò e salutò sconsolato gli agenti che si erano accalcati sulla porta di casa di Blueno.

«Quero, che succede? Sei un po’ giù?» considerò Fedora, quando lo vide più vicino.

«Fedora, ho trovato l’uomo della mia vita» dichiarò Quero Vas «Ma si è nascosto!»

Fedora, reputando la risposta poco rilevante, la ignorò: «Ho una novità per te, potresti dare delle lezioni di ballo a…»

La quota azzurra del reparto di Stussy implorò Rob Lucci: «Sto cercando Jabura! Dimmi che è qui»

Lo sguardo gelido dell’uomo e quello minaccioso di Hattori lo fecero desistere dall’appendersi al bavero per pregarlo.

«Non è qui. Abbiamo mandato qualcuno a cercarlo» lo freddò.

«Quero Vas» s’impose Fedora «Per una missione dovrai insegnare a ballare a due membri dello staff di Lucci: solo pochi passi, le basi. Serve per un’infiltrazione a una gara di ballo.» spiegò sbrigativamente.

Il ragazzo, da che era concentrato sulla ricerca dell’amato, cambiò espressione e si fece serio e attento, come ben si confaceva a un agente del Cipher Pol al quale si chiede una professionalità altissima.

«Per una gara di ballo le sole basi non basteranno» avversò, con voce ferma e ben conscio di quanto stava dicendo. «Bisognerà fare un corso intensivo, e naturalmente dipende dalla preparazione dei ballerini e dalla loro… predisposizione alla danza.» disse in poche parole. «Non posso fare miracoli, se loro non mi daranno una collaborazione totale. Quanto tempo abbiamo?»

«Meno di due mesi» rispose Califa, emergendo da dietro alle spalle di Lucci.

«È pochissimo» disse Quero Vas scuotendo il capo con scetticismo.

«Quero Vas ha un vero talento per ballare! è bravissimo, ed è un bravo insegnante, anche se i vostri agenti non hanno mai ballato, con lui non avranno problemi!» promise Fedora, la quale aveva imparato qualche passo persino durante la traversata per arrivare lì a Catarina.

«Ho solo vinto qualche premio…» appuntò l’uomo, falsamente modesto. «A chi è che dovrei insegnare qualche passo?»

«I due ballerini in questione sono lei» Lucci indicò la sua collega Califa «e Jabura» aggiunse come gran finale.

Gli occhi di Quero Vas si illuminarono della luce di mille galassie, il suo sorriso si aprì fino a raggiungere le vette opposte della Grand Line, il suo appetito sessuale… no, non ve lo dico. Riuscì a sembrare un lupo famelico anche senza avere il Frutto Dog-Dog modello Lupo. «Oh, ma davvero?» disse. «Ci sarà bisogno di molto impegno da parte di entrambi, ma sono sicuro che io e Jabura ce la faremo» promise il ragazzo.

«Devi insegnare anche a Califa» sottolineò Lucci indicando la donna.

«Questa è molestia sessuale!» rispose lei bellicosa.

«Ha ragione, sarebbe molestia sessuale. Mi concentrerò solo su Jabura.» promise l’agente.

«Quero Vas» lo rimproverò Fedora «Non anteporre i tuoi interessi alla missione. Insegnerai a tutti e due»

«Vado a cercarlo allora» promise il nuovo maestro di ballo «Così possiamo cominciare subito» e prima che Fedora o Lucci potessero fermarlo, sparì con il Soru nel corridoio della Torre.

«Ottimo» si deliziò Fedora «Avete già risolto il problema!» sorrise andandosene.

Tornarono tutti in casa, e Blueno chiuse la porta.

Il silenzio venne rotto da Kumadori: «YOOOYOI… UN GRANDE DANNO ABBIAMO PORTATO AL NOSTRO FEDELE COMPAGNO, MA ALTRESÌ IMMENSO GUADAGNO PER LA NOSTRA OPERAZIONE! IL FALLIMENTO DI UNO È LA VITTORIA DELL’ALTRO! IL BIANCO CHE COMPENSA IL NERO! IL BENE CHE SI BILANCIA CON IL MALE! AMORE! ODIO! L’ASSASSINIO E LA NUOVA VITA! COSA ANDRÀ A TRIOOOONFARE?»

«Chapapa, per Jabura, non la verginità ana-»

«FUKURO QUESTA È MOLESTIA SESSUALE!» insorse Califa.

«Per favore, non perdiamo la concentrazione» tirò le redini a tutti Rob Lucci «Abbiamo risolto un problema, ma ce ne sono ancora altri. Cerchiamo di muoverci.» concluse riportando l’ordine.

Kaku stava per ricominciare a esporre alcune sue idee, e chiedere a Califa di riassumere alcuni punti salienti della missione, quando si sentì un rumore provenire dalla finestra, come se qualcuno ci stesse lanciando contro dei sassolini.

Kaku, infastidito dall’interruzione, si affacciò alla finestra, e la sassaiola cessò.

«Jabura?» si sorprese.

«È andato via?» gridò il Lupo sottovoce.

L’agente era nel parco, ai piedi della Torre, sotto un ombrello con la segretaria, la quale aveva in mano una manciata dei sassolini del ghiaino dei vialetti.

«Ti stiamo cercando da tutta la mattina» disse gelidamente Lucci affacciandosi.

«Apri del tutto quella finestra, entro col Soru!» ordinò Jabura. Poi si rivolse alla segretaria: «Preparati, saliamo» disse apprestandosi a sollevarla.

«Non ci pensare neanche» rispose la ragazza sorridendo. Certo non si faceva prendere in braccio da uno degli agenti!

Blueno sospirò.

«Entra, dai» muggì apparendo dall’Air Door accanto a Jabura e alla ragazza (che l’aveva ripescato nella sala d’attesa della filovia che portava sull’Isola dell’Est).

Con Jabura finalmente presente, la riunione per la missione a Ruby Island poteva riprendere.

Lilian Rea, la segretaria, fu fatta accomodare sul divano vicino al termosifone per asciugarsi i piedi; Blueno le mise in mano un pacco di biscotti, e lei continuò il proprio rapporto con i suoi superiori: «Dicevo… per quanto riguarda un maestro di danza, ci sono altri tre numeri nell’elenco, posso completare il primo giro di chiamate e poi decidiamo se aumentare la parcella o diminuire i giorni di prove»

«Abbiamo risolto» disse Lucci «Abbiamo trovato un maestro interno»

«E chi sarebbe?» chiese Jabura.

Lucci glissò con noncuranza. «Prenderemo appuntamento il prima possibile e frequenterai le lezioni nella palestra della torre a partire da domani»

«Perfetto, ma posso sapere di grazia chi è?» ringhiò il Lupo «Se è un “maestro interno” sarà qualcuno del Cipher, no?»

Califa si guardò interessatissima la punta delle sue scarpe col tacco.

Blueno si alzò e cominciò a mettere pentole a caso sui fornelli.

Kumadori tentò il Seppuku per solidarietà.

«Mbè? È un segreto mondiale? Che vi prende?»

Una zip si spalancò! «Chapapa, è Quero Vas! Sarà lui il tuo maestro!»

«Volevamo dirtelo in maniera meno molesta, Jabura» disse Califa.

Jabura saltò in piedi rosso di collera. «COSA?! DOVRÒ BALLARE CON LE MANI INCOLLATE AL CULO!» imprecò «QUELLO NON ASPETTA ALTRO PER-» poi si ricordò chi era il leader del reparto: «SEI STATO TU! L’HAI FATTO APPOSTA!»

«Non sei così importante, idiota!» rispose a tono Lucci «Non spreco il mio tempo progettando vendette infantili contro uno come te!»

«SAPEVI CHE QUELLO MI DÀ LA CACCIA!»

«E quindi?! Sei un agente, devi eseguire gli ordini, non sei costretto a uscirci a cena!» si alzò in piedi Rob Lucci, furioso.

Kaku aprì la zip di Fukuro.

«Chapapa, in realtà è stato il Comandante Fedora!» chiacchierò subito lui, catturando l’attenzione del litigante. «Quando le abbiamo detto che stavamo cercando un maestro di ballo, l’ha subito detto a Quero Vas! Nessuno di noi ha potuto farci niente!»

Così concluse, e Jabura rinunciò a prendersela con Rob Lucci.

Si trascinò sul divano e vi si sedette cogitabondo.

Lili, seduta lì da prima a godersi lo spettacolo degli agenti che si urlavano addosso, gli offrì prontamente i biscotti dal sacchetto che Blueno le aveva dato.

«YOYOI!» colmò il silenzio Kumadori «TACERE BISOGNAVA, ANDARE AVANTI» recitò con voce profonda.

«Era la soluzione più a portata di mano» concluse Kaku «Bisogna dare la priorità alla missione, lo sai.»

Rob Lucci avrebbe voluto continuare con la pianificazione, ma la lingua di Jabura fu più lesta: «Possiamo rapirne uno, di maestro! Lo mandiamo a prendere con l’aereo, e domani possiamo cominciare!»

«Sì, ma in quel caso dobbiamo prima capire qual è quello più indicato da rapire» propose Califa, analitica. «Bisogna andare a colpo sicuro» suggerì.

«Si perderebbe ancora più tempo e noi non ne abbiamo, lo sai» lo guardò Kaku severamente.

Rob Lucci li guardò gelido: non valeva nemmeno la pena sprecare parole.

 

~

 

Gli operai erano andati via, gli agenti si erano sistemati ognuno nei propri appartamenti, stringendosi un po’, e Fedora aveva preso il pieno comando dei due reparti di Catarina. Anche se c’era meno spazio in casa, i lavori del Cipher Pol procedevano meglio, ed era più facile per tutti lavorare con il doppio dell’organico.

E poi Fedora ci aveva guadagnato un super-attico: l’ultimo piano, che dove una volta vivevano Lucci e Kaku nei rispettivi appartamenti, e che poi era stato conteso da Stussy, alla fine se l’era preso lei, il Comandante. Tutto lo spazio che voleva.

Lucci cercava di non pensarci, perché quando ci pensava gli montava la rabbia.

Undici e cinquantacinque, lì nell’atrio della Torre di Catarina. Cinque giorni dopo il trasloco del reparto di Stussy. Cinque giorni di agguati a Jabura, di inseguimenti, di uso smodato del Door-Door di Blueno per scampare a trappole mortali.

Quero Vas poteva avere un gusto dubbio nello scegliere le microfantasie che adornavano le sue camicie, ma una cosa era certa: come agente segreto specializzato nei pedinamenti era davvero bravissimo, tanto di cappello.

Ma Jabura era un osso duro per chiunque, anche per un altro agente del CP0, e se aveva deciso di non farsi acchiappare, non si sarebbe fatto prendere. E poi la posta in gioco era altissima!

A quel punto, però, la storia rischiava di diventare lunga e logorante: per questo il Lupo, stanco, aveva deciso di scendere in campo a volto scoperto, lì, nell’atrio della Torre di Catarina, davanti al grande portone di legno e bronzo lavorato, e dire ancora una volta, davanti a testimoni, che NO, NON GLI PIACEVANO GLI UOMINI.

«Ci vediamo oggi pomeriggio alle cinque!» disse Quero Vas, alludendo alla loro prima lezione di ballo.

«Toccami e ti ammazzo» minacciò Jabura.

Quero Vas sorrise davanti a quella fiera determinazione, davanti a quell’uomo così ostinato e orgoglioso che gli risvegliava i migliori moti risorgimentali che difficilmente i suoi slip di seta a fiorellini riuscivano a contenere.

«Ma come…? Io volevo mostrarti che Shigan speciale so fare…» rispose, allusivo.

Jabura si piantò a gambe larghe davanti a lui, incrociò le braccia e sogghignò: «Nessuno Shigan può farmi niente… io sono un maestro del Tekkai. L’unico in grado di muoversi con il Tekkai su tutto il corpo»

«E questo è molto interessante» considerò Quero Vas «Riesci a fartelo anche sul tuo…»

«Il pene non è un muscolo, Quero Vas» gli ricordò Yue, la ragazza dai capelli verdi, passando di lì. «Non si può fare lì, il Tekkai»

«Anche perché non ne avrei certo bisogno» sottolineò incautamente Jabura, tradito dal suo stesso vanto.

A proposito…

«Che intimo porti?» chiese sfacciato Quero Vas, senza staccare gli occhi grigi dai pettorali di Jabura.

«Che cazzo di domanda è?» fece il Lupo. «Per l’ultima volta, idiota, MI PIACCIONO LE DONNE»

A beneficio dei lettori sottolineiamo che Jabura gliel’aveva già detto molte altre volte, ma Quero Vas non voleva capire.

«E dai, che intimo porti?»

Califa, arrivata scendendo le scale e fermatasi a sentire, commentò acida: «Che razza di molestia sessuale»

«Porto i boxer, maledetto mentecatto!»

In quel momento arrivò Fukuro, entrando con Blueno dall’ingresso principale. «Chapapa, in realtà spesso e volentieri non usa nient-» Blueno ritenne opportuno chiudere la zip a Fukuro ed evitare di buttare benzina sul fuoco.

«Perché non mi vuoi dare un’opportunità?» s’infuriò Quero «È perché sono gay, vero?»

«No, maledizione! È perché hai il cazzo!»

«Magari ti piace!»              

Rob Lucci, giunto lì guidato dalla cagnara, cominciava a non sopportare più quella situazione. Va bene che Jabura era il suo rivale naturale, ma quei due stavano mettendo a rischio una convivenza cominciata già nel peggiore dei modi.

Stussy intervenne in difesa del suo agente e si rivolse a Jabura: «Potresti almeno comportarti civilmente, invece di scappare come un moccioso»

«È IL TUO SOTTOPOSTO CHE DOVREBBE METTERSI UNA MUSERUOLA!» s’infuriò Jabura.

«STUSSY, LA TUA POSIZIONE NON GIUSTIFICAAAAA LE TUE PAROLEEEE!» cominciò Kumadori roteando il suo bastone. «YOOOYOI! Ma del resto la mia posizione non giustifica le mie… io… io…»

Spandam e Lili si affacciarono dal loro ufficio, attirati dalla grandissima caciara, e persino Funkfleed con un piccolo barrito fece capolino alle spalle di Spandam.

«IO FARÒ SEPPUKU PER LAVARE LE MIE COLPE!»

Arrivò anche Kaku, e si fermò accanto al suo leader a osservare serio la situazione, temendo che degenerasse in rissa sanguinosa. Rischio che, considerando i caratteri arroganti e facili alla lite che avevano un po’ tutti gli agenti del Cipher Pol Aigis 0, tanto più se del reparto di Rob Lucci, era più che concreto.

Comparvero anche le altre agenti di Stussy: Stella, Giò-Giò la cantante, e Tortilla: l’atrio si andava sempre più popolando.

«Che devo fare per provarti che non mi piacciono gli uomini?» sbottò Jabura «Baciare tutte le presenti?»

Le agenti con uno scatto di Soru fecero un passo indietro.

«Questa è una molestia sessuale» intervenne Califa, e tutte annuirono.

Jabura era commosso da tale cooperazione.

Quero Vas interruppe: «Non è che baciare una donna ti renda automaticamente etero» chiosò «Ne ho baciate parecchie anche io, e no, non sono bisessuale» assicurò.

«FUKURO, MALEDIZIONE, PARLA! PER UNA VOLTA CHE PUOI SPETTEGOLARE!»

Fukuro fece un salto per la sorpresa, poi cominciò a chiocciare: «Chapapa, tutto quello che potevo raccontargli, l’ho raccontato! Le tue storie, i flirt a Enies Lobby, quando Gatherine ti ha respinto per Lucci»

Hattori quasi cadde dalla spalla di Lucci per l’inaspettata rivelazione, mentre il suo proprietario si rivolse con aria inquisitoria verso Fukuro.

«Non la conosci, chapapa, era una ragazza che faceva l’inserviente a Enies Lobby e quando ti ha visto scendere dal treno ha piantato Jabura in meno di cinque min-»

Jabura si avventò sul collega e gli chiuse la zip. «TUTTO MA NON QUESTO, STUPIDO CHIACCHIERONE!»

«Ah, davvero?» sorrise perfido Lucci «Ti ho rubato la fidanzata?»

«Non vantartene! Ci hai messo tre anni e mezzo per saperlo!» abbaiò Jabura, rosso per l’imbarazzo.

«Perché non dai una possibilità a Quero Vas?» propose Stussy con sussiego, rovistando nella sua pochette in cerca di un rossetto. «Magari ti piace. È un bravo ragazzo, sai?»

«MA IO AMO LE TETTE!»

«Finora» lo corresse l’aspirante partner.

«Come devo fare a convincerti?!» s’incazzò il Lupo. «Se baciarle non è abbastanza, e non posso certo chiedere a qualcuna di…»

«ANCHE QUESTA È MOLESTIA SESSUALE» si ribellò Califa.

«I racconti del tuo passato non mi incantano… e poi lo sanno tutti che sei un bugiardo»

Jabura si guardò intorno: tutti gli agenti si erano radunati in quel posto, e la situazione andava chiusa. Baciarle non valeva, scoparne una lì non era fattibile…

Si buttò in ginocchio davanti a Lili, la segretaria.

Lei arrossì e si strinse al faldone che portava in braccio. «Ti prego non dirmi che veramente stai…» sussurrò agghiacciata mentre l’uomo le prendeva platealmente la mano.

«Lilian Rea Yaeger» declamò Jabura guardandola negli occhi «Mi vuoi sposare?»

«Ma sei scemo…?» balbettò la ragazza.

“Salvami” le fece Jabura con il labiale.

«No!» rispose Lili «Hai saltato cena, cinema, completini sexy e via dicendo!»

Ma proprio in quel momento arrivò con impeto il Comandante Fedora. «Che ci fate tutti qui?» disse «Sembra quasi il finale di una storia corale!»

«Chapapa, Jabura e Quero Vas si stanno accordando sulle lezioni pomeridiane di ballo!»

«IO NON CI BALLO, CON QUELLO!» esplose l’allievo.

«Poche storie» lo rimbrottò Lucci, cercando di riportare il proprio sottoposto all’ordine «L’infiltrazione lo richiede, e quindi si fa» disse perentorio. Che diamine, d’accordo che si trattava di quello scemo di lupo, ma era pur sempre uno dei migliori agenti governativi in circolazione, non poteva fare i capricci!

«Quero Vas è bravissimo e molto professionale, quando si tratta di danza, non ti devi preoccupare» cercò di invogliarlo Avicina, una delle agenti del reparto di Stussy che conosceva bene il suo collega.

Jabura gridò: «Se è così bravo, perché non ci va lui, in missione al posto mio?!»

«Sarebbe da pensarci» suggerì Kaku a Lucci. Era molto più comodo usare un’agente che sapesse già ballare, piuttosto che istruirne uno da zero. Lucci annuì: non era una cattiva idea.

Ma intanto, al centro dell’atrio, si stava svolgendo il dramma.

«Non cercare di sottrarti… ti insegnerò a muovere il bacino, Jabura.» gongolò Quero Vas. «E comunque, lezioni o no… viviamo sotto la stesso tetto. Prima o poi abbasserai la guardia, e io sarò dietro di te.»

E in quel momento Jabura si fermò. Si guardò attorno e capì di essere arrivato al capolinea. Aveva terminato le risorse ed esaurito le idee. Gli si prospettavano dei mesi di fughe e agguati lì, a casa sua. Niente più relax tra una missione e l’altra. Niente più bevute in libertà nella sua casa-giardino. Niente più pause pacifiche da Gigi L’Unto.

Strinse i pugni contemplando l’ultima disastrosa spiaggia, una distesa di sabbia di un metro quadrato circondata da vulcani in eruzione.

«E va bene!» gridò «HAI VINTO, QUERO VAS!»

Tutti gli occhi erano puntati su di lui.

La pendola suonò mezzogiorno.

«SONO GAY!»

Silenzio.

«Lo sapevo» sussurrò eccitato l’agente segreto dalle fantasiose camicie.

«MI PIACCIONO GLI UOMINI!» rincarò la dose Jabura.

Poi sparì, con il Soru più rapido mai visto.

E un attimo dopo aveva preso Rob Lucci per il bavero e lo stava baciando in piena bocca, ad occhi chiusi, con il bacino pericolosamente a contatto con quello del leader del suo reparto.

Un bacio intenso, appassionato, che lasciò senza parole chiunque in quella stanza.

In primis Rob Lucci, che rimase per la prima volta in vita sua paralizzato.

Jabura si staccò dalle labbra del rivale e lo guardò per un attimo languido, poi si voltò verso Quero Vas, allontanò Lucci con un gesto secco e rivelò: «Sono gay. Ma non potevo dirlo a nessuno, perché non potevo tradire il mio compagno, il quale ci teneva molto al segreto e adesso probabilmente vorrà ammazzarmi»

Hattori svenne, ma Califa lo prese al volo.

«Stiamo insieme da due anni, e io non posso uscire con te perché… sto con lui»

Spandam si dileguò: era bravissimo a fiutare il pericolo.

«Io sono mortificato, non credevo che…» sussurrò velocissimamente Quero Vas.

«È stato difficile per me arrivare a questa decisione» ammise Jabura, pulendosi il muso « Facciamo sempre come cane e gatto per salvare le apparenze, ma la situazione è diventata insostenibile…» si interruppe: nessuno lo stava guardando, né tantomeno ascoltando, e l’ombra di qualcosa enorme (e folle di ira) lo coprì del tutto.

Quero Vas con un battito di Soru sparì alla vista, imitato da tutti i presenti che corsero al riparo.

Jabura si voltò.

Ah beh, se l’aspettava.

Rob Lucci, in forma ibrida e alto circa quattro metri lo stava puntando, con la coda che frustava l’aria, le orecchie all’indietro e le fauci scoperte, pronte a distruggere quel maledetto deficiente, cane infame, sordido escapista del cazzo.

Jabura ghignò. «Avresti fatto altrettanto, tu»

Andò in forma ibrida, e scappò a tutta velocità sotto la pioggia, nel parco dell’isola, e poi sul ponte che portava a una delle altre isole, con Rob Lucci dietro che voleva semplicemente ucciderlo infliggendogli più dolore possibile.

Corsero all’impazzata sui tetti di Catarina per cinque giorni e cinque notti, poi cominciarono a suonarsele di santa ragione in un vecchio campo di pallacanestro all’aperto dell’Isola dell’Ovest; le scommesse volarono alle stelle, soprattutto quando il combattimento superò i tre giorni di durata.

Stussy consigliò al Comandante Fedora di abbatterli a fucilate, ma per fortuna il consiglio rimase inascoltato. Invece si aprì un fiorente giro di scommesse clandestine, a Catarina, giro da cui nemmeno gli agenti si sottrassero: era troppo divertente.

«Ma non si faranno male?» fece la segretaria, Lili, preoccupata.

Kaku fece spallucce: «Jabura incassa, Lucci attacca. Non credo si faranno nulla di serio. Sono degli esseri sovrumani, cosa credi?» ribadì.

Della sessualità di Jabura non si parlò più per un sacco di tempo, a Catarina: ogni volta che Quero Vas lo incrociava nei corridoi, Jabura gli ghignava, e lui chinava il capo come un penitente. Per non parlare di Rob Lucci: nessuno aveva il coraggio di ricordargli l’accaduto, neanche Fukuro. Anche gli altri sottoposti di Stussy mantennero il riserbo sulla questione, anche per non dare adito ad altri giri di scommesse clandestine su incontri di lotta libera.

A Ruby Island andarono Quero Vas e Califa, e vinsero anche la competizione: lui fu bravissimo, e lei si sentì più tranquilla e non lo accusò di “molestia sessuale”; la missione finì con otto cadaveri, ventitre contusi e la principessa da proteggere in analisi perché quelli che dovevano difenderla erano più violenti dei rapitori, ma questo nella storia del Cipher succedeva spesso.

Quando i due litiganti tornarono dalla terapia intensiva erano un po’ ammaccati, ma di nuovo rissosi e irascibili come al solito, e ai loro colleghi bastava questo.

«Chapapa, quindi è vero che hai una relazione con Lucci?»

«Ma sei scemo? era per scollarmi Quero Vas» ribattè Jabura bevendo birra gelata da un boccale nella locanda di Gigi l’Unto. «Quel gattaccio non lo toccherei nemmeno con un bastoncino»

«Certo che era davvero un bel bacio, però» considerò Lili con aria sognante.

«La tua occasione l’hai avuta e l’hai sprecata» ridacchiò Jabura.

«Non mi aspettavo che saresti arrivato a tanto, per uscire da quella situazione» cincischiò Blueno.

«YOOOYOOOI!! TOTALMENTE INASPETTATO, E MAI PENSATO DA NESSUN ESSERE VIVENTE!» intervenne Kumadori.

Jabura fece spallucce e si pulì il muso sporco di birra. Sospirò e disse: «Ero con le spalle al muro. Ho pensato…»

Pausa ad effetto.

«”Non sono gay, ma posso imparare”»

 

 

 

Dietro le quinte...

E la mini-storia è finita! Grazie Jabura, puoi toglierti le mani dal di dietro, non ti molesterà più nessuno! Grazie mille ai lettori, che con le loro recensioni tengono in piedi l'umore dell'autrice ♥ grazie davvero tantissimo!

La mini-storia è finita, la raccolta no: rimanete su questo canale, aggiornerò sicuramente! 

Per quanto riguarda la storia, ho poco da dire. Il nome "Quero Vas" è preso da un comune italiano in provincia di Belluno, Kumadori con "Tacere bisognava, andare avanti" cita La Canzone del Piave del 1918. La battuta finale che dà il nome alla storia è di Homer J. Simpson. 

Spero che vi siano piaciuti tutti i personaggi!! Non ho approfondito molto le sottoposte di Stussy, non erano di rilievo nella trama e non volevo appesantirla inutilmente, volevo solo che i lettori avessero "la percezione" di un altro gruppo un po' simile a quello di Lucci (almeno per numero e ruolo all'interno del CP), salvo ovviamente Quero Vas e la sua amica Yue, in qualche scena.

Come stanno invece i Bambini Cattivi del CP0? Spero di non essermi arrugginita e di riuscire ancora a gestirli! ^^ sono sempre ipercontenta quando scrivo di loro, li adoro, e mi piace sapere se ai lettori sono piaciuti ♥ e se hanno, invece, dei suggerimenti :3 

Jabura è stato il protagonista assoluto della storia, contro il suo volere. La scena finale del bacio è stata partorita da quel martire di MLegasy, sorprendendomi tantissimo perché lui e lo yaoi sono come il diavolo e l'acqua santa. Eppure! 

Grazie ancora a tutti quanti per essere arrivati fino a qui e per supportare con le visite questa storia! E grazie soprattutto ai miei recensori di fiducia ♥ grazie, grazie tantissimo! ♥

Un bacione enorme,

Yellow Canadair

  
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