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Autore: boae_inaki    04/04/2018    0 recensioni
“Mi sento tramortito da te, dalla tua aurea, e ti protegger๒ e ti amer๒ sempre qualsiasi cosa accada.”
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Hermione Granger/ Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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cap5

Capitolo 5

Igor Karfkaroff si sentiva un gufo specializzato in spostamenti est-ovest, e aveva la terribile sensazione di essere prossimo a diventare una Passaporta. “Giuro che la porter in Inghilterra una volta per tutte” pens, raggiungendo il vialetto di Villa Malfoy.

Una volta arrivato alla soglia tossicchi e buss, senza considerare i vari campanelli o cose varie, molto ordinari, pens il Preside.

Non avvert alcun rumore dall’interno, cos continu a bussare, finch non senti dei passi leggeri dietro la porta. Un elfo domestico apr il portone di legno di ciliegio osservando il preside bulgaro coi lunghi baffi che incorniciavano un viso stanco.

-Salve signore, desidera?- esclam con voce squillante l’elfo chinandosi.

-Vorrei parlare con Narcissa Black, se mi possibile.- rispose.

-Chiama e porta da lei signore, intanto pu accomodarsi in Sala se desidera.- rispose l’elfo, sempre intento ad inchinarsi aprendo il portone.

Il preside entr nella dimora e prima di sedersi studi l’ambiente circostante rendendosi conto che l’elfo si stava dirigendo in un cortile interno dell’imponente Villa Malfoy. Si chiese quanti anni avesse quella casa e perch era terribilmente cupa, ovunque guardasse. Perfino a una persona oscura come lui faceva impressione quel posto. Era tutto cos terribilmente oscuro, inquietante e rigido, i muri e l’arredo esprimevano una terribile sensazione di severit e malvagit, ma tutto ci assunse un altro aspetto quando dalla porta comunicante con quella che sarebbe dovuta essere la cucina appar Narcissa Malfoy scortata dall’elfo.

-Ecco a lei signora, il suo ospite.- annunci l’elfo varcando la soglia e defilandosi con un profondo inchino per lasciare un po' d’intimit alla sua padrona. In quel momento Igor si sentiva pi in sintonia con l’elfo che con Narcissa.

-Igor Karkaroff.- esclam la donna. Il Preside la studi prima di parlare. Not che la sua imbattibile eleganza era deturpata dal suo viso scarno e solcato, pallido come la neve. Ebbe quasi piet di lei. Vide che la sua veste di un tessuto pregiato era ormai smunta e usurata, come se temesse che da un momento all’altro una fuga improvvisa l’avesse costretta a scappare via. I suoi occhi esprimevano un forte senso di paura e di rassegnatezza.

-Narcissa Black.- rispose, infine Karkaroff. -Buongiorno.- disse poi, prendendole la mano e facendo un bacio a mano da vero gentiluomo.

-Cosa vuoi?- disse a bassa voce la donna guardando il pavimento.

-E’ semplice. Devi venire con me. Una persona vorrebbe parlarti, se non collabori, e mi auguro che tu non lo faccia, non ti sar torto un capello e nell’arco di due giorni sarai di nuovo qui.- disse semplicemente l’uomo guardandola negli occhi.

-Tu, vile uomo, credi di venire a casa mia per portarmi chiss dove proprio mentre mio figlio e mio marito non sono qui? Molto vigliacco, come sempre. E cosa dovrei fare? Sai benissimo che con la fine della guerra io e la mia famiglia ci siamo nobilmente defilati da certe situazioni, abbiamo bisogno di tranquillit. Tornatene da dove sei venuto Igor, qui non troverai nulla che ti possa servire.- concluse la donna acquistando un po' pi di colore sul volto.

-Beh, allora cara Narcissa, non sai cosa ti aspetta.- concluse l’uomo con un ghigno sul volto. Fece per voltarsi e raggiungere la porta, ma di scatto prese la bacchetta dal mantello nella tasca interna e si gir di scatto.

-Stupeficium.-

Colp in pieno la donna che si era gi voltata. Ella cadde a terra, tramortita. Karkaroff raccolse il suo corpo, la prese in braccio e usc dalla villa. Una volta terminato di attraversare il vialetto e il cancello principale prese una piccola spazzola dal cappuccio e vi si strinse assieme al corpo dell’esile donna.

 

*

 

-Ancora non messa bene, miseriaccia. Non sembra nemmeno lei.- disse Ron osservando l’enorme castello.

-Ronald, sono passati quattro giorni dalla fine della guerra, cosa credi, che gli elfi oltre che a essere sfruttati debbano anche fare miracoli?- gli inve contro Hermione.

-Hermione, C.R.E.P.A.- disse Ron, per poi ridere a crepapelle. I gemelli gli diedero una pacca su una spalla in segno d’approvazione.

-Ci sar Hagrid nella capanna? Pensavo che lui potesse accompagnarci.- chiese Harry ignorando i suoi compagni.

-Si, vedo del fumo. Ehi guardate! Thor!- rispose Hermione contenta avvicinandosi al cane gigante che correva verso di loro con la bava alla bocca. Quando Hermione si chin ad accarezzarlo e il cane prese a leccarle tutta la faccia, Hagrid usc dalla capanna.

-Ragazzi! Che fate qua? Non ci avete mica pensato di tornare al castello eh?- url Hagrid con un grosso sorriso stampato in faccia. I ragazzi si avvicinarono a salutarlo, Hermione arriv per ultima perch non riusciva a liberarsi di Thor. Amava i cani, gli ricordavano.. Basta Hermione, si disse, mentre gli si formava un groppo in gola.

-Hagrid hai da fare?- chiese Harry mentre il gigante lo stritolava.

-No, no, no mica mi disturbate! Entrate?- esclam in risposta Hagrid.

-No, Hagrid, dobbiamo fare un paio di cose.- rispose Harry. -Dobbiamo andare nella Foresta, non so se hai visto un po' come sta andando.. sai gli unicorni ammazzati..-

-Cosa dici? Unicorni?- chiese Hagrid strabuzzando gli occhi. Harry cap che non era a conoscenza dei fatti, cos gli raccont tutto, da ci che accadde alla festa a ci che era successo nella foresta.

-Per tutti i gargoyle galoppanti!- escalm infine il gigante. -Mica tornato di nuovo?- grid esasperato.

-Non sappiamo nulla Hagrid, purtroppo, ma vogliamo capire qualcosa. Chi beve il sangue di unicorno ha un’anima dannata e ha bisogno di sopravvivere. Secondo noi qualche insorto che c’entra con Voldemort, qualcuno di oscuro che magari non conosciamo nemmeno. Effettivamente se fosse un Mangiamorte non avrebbe bisogno di sangue di unicorno, poi ormai sono gi tutti ad Azkaban oppure morti, vogliamo capire bene chi sia. A Harry fa male la cicatrice.- disse Hermione in tono pratico.

-Miseriaccia.- disse Hagrid grattandosi la fronte. -Beh, prendo la balestra e entriamo.-

-Io inizio ad andare, se i centauri vedono me per primo non attaccheranno.- disse Harry.

-Vengo con te!- esclam Hermione all’unisono con Ginny.

Alla soglia della foresta videro delle grandi lapidi in marmo bianco con delle incisioni sopra e vi passarono in mezzo. Harry lesse i nomi e si ferm.

Remus Lupin e Ninfadora Tonks. Che possa la loro anima forte proteggerci dall’alto.

 

Lesse anche di alcuni alunni, Lavanda Brown, Colin Canon, e scorrendo tra le lapidi lesse trattenendo le lacrime gi dalla prima lapide:

 

Severus Piton, nato Serpeverde e morto Grifondoro. Possa Hogwarts mantenere eternamente il suo ricordo.

Rimase un attimo a fissarla. Se solo avesse saputo tutto dall’inizio.. se solo avesse potuto capire. Le ragazze lo raggiunsero con una cera pessima, entrambe pallide. Anche loro avevano notato le lapidi e le avevano osservate tutte. Harry si chin su quella del professor Piton e trasfigur un fiore in una piccola statua di una cerva e l’appoggi nel prato verde dove sotto giaceva il suo corpo.

-Grazie..- mormor alla lapide.

Come si alz Ginny lo strinse in un forte abbraccio mentre Hermione si avvicinava al limitare della Foresta. Stava per scoppiare in lacrime, non riusciva pi a mantenere il peso della guerra, dei ricordi e di tutto ci che era successo. Troppe vite sacrificate, vite giuste di persone coraggiose. Pens a Sirius, a quanto la sua morte fosse stata ingiusta e crudele. L’uccisione di Bellatrix non l’aveva minimamente toccata, non le importava. Lei rivoleva indietro Sirius, non la vendetta. Strinse i pugni e si gir, vedendo Harry e Ginny arrivare verso di lei mano per la mano. Ah, l’amore, pens Hermione. Harry la guard in faccia, notando la sua espressione funerea.

-Hermione, mi dispiace tanto, non dovevo..- prima di terminare la frase fece una strana espressione, come se gli si fosse accesa una lampadina. -Hermione, vieni con me!- disse Harry con gli occhi illuminati lasciando Ginny cos da sola mentre prendeva la mano della sua migliore amica per portarla chiss dove. Quando si accorse di Ginny torn indietro e prese la mano anche a lei e le trascin nel bel mezzo della foresta correndo come un pazzo.

-Dov’era, dov’era, dov’era.. ECCOCI!- url. Moll le mani delle ragazze e si inginocchi cercando a terra freneticamente. Era stato veloce come un fulmine e le aveva trascinate nel bel mezzo della Foresta, dove gli alberi erano fitti e la vegetazione copiosa, cos tanto che a stento si percepiva la luce del sole fra i rami.

Harry sollev un pugno in aria con fare trionfante e sorrideva soddisfatto.

-Prendila.- disse Harry a Hermione mettendole sulla mano una piccola pietra scura con un’incisione sopra che Hermione riconobbe subito: erano i Doni della Morte.

Non cap subito cosa intendesse fare Harry. Sapeva benissimo che con quella pietra se si riportavano in vita i defunti la morte gli si sarebbe ritorta contro.

-Harry io.. sei impazzito?- disse Hermione guardando con aria esterrefatta la pietra della Resurrezione. -Io..non possiamo, Harry, lo sai..-

-Non puoi cosa? Ah no,no,no, non riportare in vita nessuno anche perch non so come si fa! Ma se ci pensi tantissimo e sei disperata puoi avere..ehm..un breve colloquio coi defunti, io ci sono riuscito, ricordi? Prima di raggiungere…- rispose Harry, ma Hermione gi non lo stava pi ascoltando.

Guardava quella piccola pietra cercando di realizzare che.. che un addio ci sarebbe potuto essere, non c’era mai stato e magari poteva vederlo pi di una volta.. insomma, voleva studiare quella pietra, voleva capire fino a che punto poteva spingersi. Mentre stava per aprire bocca Ginny url.

-PER LE MUTANDE DI MERLINO! COS’E’ QUELLO?!- Harry e Hermione presero subito la bacchetta, la ragazza ripose la pietra nella sua borsetta magica. Non c’era nessuno, sono un bagno di goccioline argentate e un corpo che pareva essere esploso in alcune parti di un Unicorno.  Era una visione raccapricciante.

-Oh Merlino..- disse Harry col fiato mozzo. Hermione rilass i muscoli e si avvicin a ci che restava del corpo. Cercava delle tracce ma sembrava essere tutto accuratamente nascosto, ma not un particolare interessante. Le foglie erano distribuite in modo molto differente, sembravano disposte a casaccio ma in un punto ben preciso. Era un incantesimo. Cos Hermione avvicin la bacchetta al suolo e mormor: -Revelio.- E si ud un fruscio di foglie in lontananza, infatti Hermione aveva ragione, l’artefice aveva occultato il suo passaggio. Studi il suolo e vide che oltre a delle orme c’era una sentiero abbastanza grande solcato nel terreno.

-Un secchio..- mormor Hermione pi a se stessa che agli altri. -Harry, qualcuno venuto per portare del sangue di Unicorno via dalla Foresta, ne sono certa, guarda un po'.- Hermione e Ginny si sporsero e videro delle orme di alcuni passi e un solco continuo di qualcosa che era stato trascinato.

-Ma se era un mago.. perch non l’ha fatto levitare?- chiese Ginny.

-Beh, immagina un centauro o qualsiasi altra creatura che vede un secchio volare per la foresta, facendo cos poteva acquattarsi e nascondersi per non farsi notare.- rispose Hermione come se fosse la cosa pi semplice del mondo.

-Seguiamo le tracce.- disse Harry e s’incamminarono a lungo. A met strada trovarono Hagrid assieme ai gemelli e a Ron che aveva un’aria terrorizzata. Gli spiegarono la situazione e s’incamminarono assieme continuando a seguire le tracce, finch non arrivarono a…la fine della foresta proibita, al confine di Hogwarts. Hermione analizz la situazione.

-Bene, allora possiamo escludere il fatto che costui o costei viva nella foresta, qualcuno che porta il sangue d’Unicorno a qualcun altro, perci qualcuno debole che non pu farcela da solo, quindi.. quindi le cose da fare sono poche.- disse la ragazza grattandosi il mento per cercare di riflettere.

-O nulle?- chiese Harry. -Non sappiamo nulla.-

-Beh, se incontrassimo qualche centauro potremmo sapere qualcosa in pi magari, ma stranamente non abbiamo incontrato anima viva. Comunque possiamo chiedere a Kingsley di mettere dei controlli a Hogsmeade e ai confini di Hogwarts e se incontrassimo qualche creatura della foresta potremmo chiedergli di tenerci al corrente di tutti i movimenti. Harry te lo devono, hai salvato la vita a tutti loro.- Disse Hermione rispondendo gi alla domanda che Harry stava per porle.

-Bene. Torniamo indietro.- disse Ron iniziando a camminare. Non ce la faceva proprio a stare in quel posto.

-Ragazzi, un attimo.- disse George. -Quanto amo le scene del delitto!- esclam Fred. Hermione si gir e not che i gemelli erano chini a terra e George stringeva qualcosa in mano. -Ecco a te, detective.- disse George porgendo alla ragazza un bracciale di cuoio scuro, quasi nero. Si vedeva che era l da poco, pens Hermione, altrimenti sarebbe stato rovinato e il cuoio si sarebbe deteriorato. Guard bene e not che i passanti che lo chiudevano visibili dall’esterno del pesante bracciale avevano inciso sopra qualcosa. Hermione dovette guardare bene per poi leggere.. Durmstrang. E al di sotto c’erano anche delle altre iscrizioni in bulgaro, dove vi era scritto dove si trovava la scuola e altre informazioni. Hermione ebbe un tremito. Pens subito a Viktor.

-Ragazzi, io.. guardate.- a Hermione mancavano le parole. Tutti si sporsero per guardare l’incisione e rimasero perplessi. Il primo a parlare fu Ron.

-Io lo sapevo che quel Viktor aveva qualcosa di sbagliato.- ringhi.

-No, pensate bene. Igor Karkaroff era un Mangiamorte. Anche se possiamo non escludere Viktor.. effettivamente..- disse Harry senza staccare gli occhi dal bracciale.

-Io.. io credo che dovremmo cercare entrambi.- disse Hermione. -Ho l’indirizzo di Viktor, di quando ci scambiavamo le lettere, posso mandargliene una.-

-Per cosa? Per chiedergli se per caso di recente venuto a fare visita ad Hogwarts?- chiese Ron.

-No, beh, posso chiedergli se possiamo incontrarci.. posso..oh Harry ma tutte quelle lettere che ti hanno mandato dopo la guerra? Non che per caso anche Viktor te ne aveva spedita una se non ricordo male?- chiese Hermione che si rivolse all’amico con aria speranzosa.

-Io..ancora non ne ho aperta mezza, ma credo di si, ora non ricordo.- rispose l’amico.

-Ragazzi ci provo a chiedere a Magorian se ha mica visto qualcosa..o Cassandro, in giro qui non ce li vedo.- disse Hagrid.

-Perfetto Hagrid!- esclam Hermione. E fra tesi e supposizioni intrapresero il cammino di ritorno.

 

*

 

 

-Padrona..eccomi.- si annunci Igor varcando la soglia con una donna fra le braccia. La port in sala dove la pos su un divano. Cerc la sua bacchetta e una volta trovata in una tasca interna della sua veste la tolse e la mise dentro il suo cappotto. In un angolo Lucretia, sopra uno scalino tra la sala e la cucina, avvolta dalla sua versa nera intarsiata di dettagli dorati e col viso accerchiato dai suoi capelli biondo chiarissimo che le scendevano da un lato come una cascata di morbidi boccoli sorrise al suo servo. Batt brevemente le mani e disse con la voce pi candida che quest’ultimo avesse mai sentito: -Bravo Igor! Sono fiera di te! Sei stato rapido.- e pian piano si avvicinava al divano dove stava Narcissa.

-Per lei questo ed altro, mia Signora.- disse Karkaroff baciandole una mano. -A breve si risveglier, ho dovuto Schiantarla.-

-Cominciamo bene.. allora, su, risvegliala!- ordin Lucretia. Si sedette in una grande poltrona rivestita in un morbido tessuto nero in perfetto contrasto coi muri neri e il pavimento color crema. Igor si chin verso Narcissa puntandole la bacchetta contro la tempia mormorando: -Innerva-, e ella si risvegli di colpo mettendo a fuoco l’ambiente circostante. Di riflesso si gir di lato e scorse la tonica e esile figura di Lucretia elegantemente seduta sulla poltrona con in mano un calice contenente un liquido argenteo.

-Dolce risveglio, cara pronipote?- disse quest’ultima mostrandole uno dei suoi sorrisi pi belli e maligni. -Sarai stanca, hai fatto un lungo viaggio.- e alz un sopracciglio guardando il calice.

-Tu.. tu chi sei?- mormor Narcissa sussultando. -Aspetta io..credo di averti gi vista.- esclam con un’espressione interrogatoria.

-Certo, mia cara, molto probabilmente in qualche dipinto nella tua vecchia casa d’infanzia, ma non credo che tu mi abbia mai conosciuta. Io sono Lucretia Black, tua prozia alla lontana, e io e te abbiamo una cosa preziosissima in comune: il sangue, mia cara, facciamo parte della stessa stirpe.- rispose dolcemente Lucretia. Igor pens che quella donna fosse un’attrice nata, quanta malignit era celata sotto a quel tono.

-Ah si, ho presente, ma non credo di averti mai conosciuta.- disse Narcissa mettendosi a sedere con delle movenze nevrotiche. -E..quindi io..ma tu non dovresti essere defunta? Se sei una mia prozia allora dovresti essere almeno invecchiata..io..io non capisco, scusami.- concluse impacciatamente la donna. Sembrava una cerva di fronte a un cacciatore.

-Cara, non devi temermi. La mia storia ti sar preservata per dopo, ma io ho richiesto di te per un semplice motivo: la tua collaborazione. Purtroppo come hai ben detto, io dovrei essere morta e sepolta, ma grazie a una forte magia sono tornata in vita, ma per poter restare in vita adesso ho poco tempo per ritrovare una pietra molto preziosa, non per la materia, bada a ci che dico, bens per la magia contenuta all’interno di essa, e vedi, cara, questa pietra risiede nella nostra cripta di famiglia, dove vi si trovano le reliquie dei nostri antenati pi lontani. La cripta stata costruita circa nel 1765 in vista della morte di un nostro antenato, e fu costruita anche per conservare poi due anni dopo il corpo della moglie. Al tempo della mia morte i miei spiriti assieme alla mia anima e la mia vitalit sono stati rinchiusi dentro la pietra, assieme a un’altra componente fondamentale, dopo avrai le corrette spiegazioni. Perci al termine di ci necessito visceralmente di questa pietra, chiamatasi Rubinia, per vivere, perci confido nel tuo aiuto per ritrovare la cripta e per capire come accedervi, dato che stata sigillata con degli incantesimi molto potenti quanto antichissimi.- spieg Lucretia scandendo le parole, per cercare di catturare la curiosit della pronipote. Narcissa pens prima di rispondere e decise e constat subito che Lucretia non era un’angelo caduto dall’Empireo, ma un diavolo travestito, perci ci teneva a dosare le parole. Respir affondo e cominci a parlare.

-Allora, zia cara, io ho gi sentito parlare di questa cripta e sono pi che convinta che essa sia in Inghilterra, e a giudicare dallo stendardo- e indic la parete alle spalle di Lucretia-la presenza di Igor, e il freddo raggelante mi pare che ci troviamo in Bulgaria. Ora, io ho un’enciclopedia intera che parla della stirpe dei Black dalle origini quasi primitive del Mondo Magico, perci credo che potrebbe aiutarti. In pi l’ultima volta che ho sentito parlare della cripta del settecento stato a casa di mia sorella Andromeda. Lei ancora viva e ne al corrente, ma non credo sappia dove sia. Purtroppo della stirpe dei Black siamo rimaste solo noi.- concluse Narcissa acquistando sicurezza notando l’espressione di assenso della prozia. Ella nel mentre si era alzata per studiare lo stendardo che raffigurava un paesaggio Bulgaro a lei ignoto. La guard a lungo con un sorriso a malapena abbozzato e infine form un sorriso a 32 denti e le si avvicin per abbracciarla. Igor si irrigid pensando che volesse ucciderla, ma cos non fu.

-Bene, allora Igor, che aspetti? Andiamo in Inghilterra!- esclam Lucretia sciogliendo il caloroso abbraccio.

 

 

   
 
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