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Autore: lmpaoli94    11/04/2018    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono nati o vissuti i pokémon leggendari dalla prima generazione alla quarta generazione?
Bene, sarà mio compito raccontarlo in queste piccole serie di one – shot.
Buona lettura!
P. S. Ogni fatto e riferimento a qualsiasi cosa che scrivo, è puro frutto della mia immaginazione.
P. S. P. S.: Ho deciso di fermarmi alla quarta generazione per il semplice motivo che dalla quinta generazione in poi non conosco nemmeno i nomi dei pokémon XD
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Il cielo era illuminato dalla luce delle stelle.
Era da molti anni che Verdeazzupoli non si godeva una nottata come quella.
Era tutto diverso.
C’era qualcosa di strano nell’aria.
E non erano solo le stelle.
Kinji, un giovane allenatore alle prime armi, si allenava giorno e sera nella grotta ondosa che si trovava a nord della città.
Quella notte, quando stava rincasando, vide che la misteriosa roccia bianca che era posta al centro di Verdeazzupoli, iniziò a brillare di luce propria.
“Ma cosa…”
Non aveva mia visto niente di simile.
Sembrava che qualcosa stesse uscendo da quella roccia.
A prima vista poteva sembrare la sua immaginazione.
Ma quando qualcosa si materializzò proprio dinanzi a lui, la sua sorpresa aumentò notevolmente.
«Ehi, ciao bambino. Vuoi giocare?»
«Cosa? Bambino?»
Kinji non sapeva cosa rispondere.
Se fosse stata una persona fifona, sarebbe scappato via a gambe levate.
Ma era tutto il contrario.
«E tu chi saresti? O meglio, cosa saresti?»
«Mi chiamo Jirachi, e sono un piccolo pokémon» rispose la creatura con tono dolce.
«Un pokémon? Ma se non ti ho mai visto prima…»
«Non mi faccio molto vedere in giro… Solo qualche volta ogni mille anni.»
«Che cosa?! Tu avresti…»
Ma prima che il giovane allenatore potesse finire la domanda, sua madre lo richiamò a gran voce dalla sua casa che si trovava nelle vicinanze.
«Kinji, ma cosa stai facendo?»
«Io? Niente, mamma.»
«Allora vieni immediatamente a casa. Domani mattina devi alzarti presto per andare a scuola.»
«Vengo subito.»
Una volta smesso di parlare con sua madre, il pokémon misterioso era scomparso nel nulla senza lasciare alcuna traccia.

Quando stava per addormentarsi, Kinji ripensò all’incontro con quel pokémon.
“Sarà stata la mia immaginazione… sicuramente…”
Stava per chiudere gli occhi.
Era molto stanco.
La mattina dopo avrebbe avuto un altro noiosissimo giorno di scuola.
Ma qualcosa non lo faceva dormire.
“Ma cosa diavolo sta succedendo?”
Alcuni rumori provenienti dalla cucina attirarono la sua attenzione.
Vide sua madre dormire sommessamente nel suo letto.
“Ma se lei è qui, chi può essere?”
Scese al piano di sotto con circospezione, senza fare il minimo rumore.
La cucina era illuminata dalla lampadina che stava in frigo.
Qualcuno stava frugando in cerca di qualcosa da mangiare.
Kinji, con il cuore in gola, pensava di cogliere la persona sula fatto.
Ma dinanzi al frigorifero non c’era nessuno.
“Non è possibile…”
Si guardò attorno ma non c’era nessuno.
Una volta chiuso il frigo, vide ancora quella strana luce provenire dalla roccia bianca.
“Ancora una volta…”
Uscì di casa con curiosità altissima.
E una volta che la luce si placò, quel bizzarro pokémon si mostro ancora a lui.
«Ehi, ciao bambino. Adesso siamo soli. Vuoi giocare?»
«Ancora tu!» gridò silenziosamente «Eri tu nella mia cucina poco fa’?»
«Sì. Volevo attirare la tua attenzione. E ci sono riuscito.»
«Ma cosa vuoi da me?»
«Giocare con te!»
«Non ho tempo di giocare, specie di creatura strana e bizzarra. Devo dormire. Domani ho una lunghissima giornata impegnativa.»
«Ma se non giocherò stasera, mi riaddormenterò come per magia per altri mille anni» fece il Jirachi con tono triste.
«È impossibile. Nessuna creatura si addormenta per magia» ribatté il ragazzino.
«Scommettiamo?»
«Sì. Fammi vedere.»
«Non voglio. Ho dormito fin troppo a lungo.»
«Lo vedi? Stai dicendo un mucchio di bugie.»
Il pokémon, con occhi lucidi, se n’andò piano piano.
«Nessuno mi aveva mai dato del bugiardo» rispose Jirachi singhiozzando.
«Scusa, non volevo…»
«Fa lo stesso.»
Il bambino fissava con sguardo curioso Jirachi.
«Perché mi stai fissando?»
«Sei molto buffo, sai?»
«E quindi?»
«Come sei nato?»
«Non ne ho la minima idea. So soltanto che ho la facoltà di esaudire tre desideri a tuo piacimento.»
«Quindi potrei desiderare qualsiasi cosa?»
«Sì, esatto.»
«Forte! Che cosa potrei desiderare?»
«Per esempio giocare con me…»
«Se desiderassi di diventare il più grande allenatore di tutti i tempi?»
«Scontato. Però potrei farlo.»
«Perché dici così?»
«Niente. Me l’aveva chiesto un bambino come te l’ultima volta che mi ero risvegliato.»
«E sei riuscito ad esaudirlo?»
«Certo.»
«E come si chiamava questo bambino?»
«Non ricordo il suo nome. So soltanto che una volta che avevo esaudito il suo desiderio era scomparso nel nulla, così che io non ho potuto giocare con nessuno. Ma questa volta non accadrà. Se vuoi un mio desiderio bene, ma prima dovrai giocare con me.»
«Ok… A cosa vorresti giocare?»
«Che ne dici se giochiamo a nascondino?»
«Va bene. Conti tu e io mi nascondo?»
«No, facciamo il contrario» propose Jirachi.
«Ok.»
Il bambino cominciò a contare piano piano fino a trenta.
Una volta riaperti gli occhi, adocchiò subito il pokémon.
Egli era nascosto dietro la sua roccia bianca intento a fissarlo.
«Ti ho trovato!» esclamò il bambino.
«Accidenti! Non è giusto!» protestò il pokémon.
«Ahahah, non sei stato molto furbo.»
«Fa lo stesso… Bene, hai vinto tu. Chiedimi pure qualsiasi cosa.»
«Perché? Abbiamo già finito di giocare?»
«Visto che domani hai una giornata molto lunga, forse è meglio che tu ritorni a dormire… Allora? Cosa vorresti?»
Il bambino si immerse nei suoi pensieri per alcuni secondi.
«Sai cosa vorrei? Vorrei che tu non esaudissi nessun desiderio.»
«Perché?»
«Perché il mio più grande desiderio è averti incontrato.»
Jirachi fu commosso dalle parole di Kinji.
«Grazie. Nessuno mi aveva mai detto niente del genere.»
Improvvisamente, Jirachi chiuse gli occhi e una luce accecante lo avvolse.
«Jirachi, adesso dove andrai?»
«Rimarrò per sempre racchiuso dentro i tuoi pensieri» fece il pokémon prima di cadere in un sonno profondo.

Quando Kinji si risvegliò era mattina.
Il sole splendeva alto su Verdeazzupoli.
Erano appena le otto del mattino.
«Kinji, svegliati. Altrimenti farai tardi» fece sua madre.
Una volta aperti gli occhi, vide con grande sorpresa che Jirachi non c’era più.
“E se fosse stato tutto un sogno?” pensò.
Ma girando il suo sguardo, vide un tanzaku appeso nella sua stanza, e il suo viso si riempì di un sorriso.
«No… Non è stato un sogno… È stato il mio più grande desiderio.»

P. S.: Tanzaku: I tanzaku (短冊) sono desideri o preghiere che vengono appesi ai rami degli alberi di bambù e sono tipici della festa giapponese di Tanabata (七夕)
Tanabata: Festa tradizionale giapponese.
   
 
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