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Autore: Audrey_Ntray    11/04/2018    2 recensioni
Tutti sanno che Sasuke ha un ragazzo, ma nessuno lo ha mai visto. Se lo immaginano aitante e muscoloso, alto, posato, di gran classe, il principe azzurro pronto a sollevare fra le sue possenti braccia la damigella in pericolo. Peccato che le fantasticherie non trovino riscontro nella realtà e Naruto Uzumaki sia tutto il contrario di ciò che si aspettavano.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 2 – *SIZZLE* *SIZZLE*

“Ricordi quando ti ho detto che eravamo mal assortiti?” domandò Kiba con lo sguardo fisso verso il mare. Shikamaru mugugnò. “Beh, scherzavo. C’è chi sta messo peggio di noi”.

Nell’acqua cristallina di Okinawa, Naruto minacciava l’incolumità di Sasuke, sollevando ondate e gettandole addosso al povero malcapitato, che si riparava con poco successo e imprecava. Il fatto che non stesse cercando di uccidere l’altro o di sottrarsi a quell’alquanto spiacevole situazione la diceva lunga sul vero umore di Sasuke.

“Se gli salta sopra lo affoga” constatò Kiba.

“Io non capisco. Come è possibile che uno così” disse Ino, indicando genericamente Naruto “possa stare con uno così?” e l’indice inquisitore si spostò su Sasuke.

“Per me lo minaccia”.

“Tu dici?”

“Estorsione, sicuro. Se no non si spiega”.

“Magari se ci parliamo è simpatico” provò Sakura, aggrottando le sopracciglia, incerta delle sue stesse parole.

“Ma da quando Sasuke guarda la simpatia? Insomma, io e te siamo simpatiche, eppure con lui non abbiamo mai avuto una possibilità”.

“Ovvio che non avete mai avuto una possibilità, a Sasuke piace ingoiare salsicce” si intromise Sai, mentre rischiava un’ustione, scacciato sotto il sole dalle due ragazze che avevano deciso di sacrificarlo per il bene comune.

“Eppure la mia salsiccia non l’ha mai voluta, e ammettiamolo, io sono decisamente meglio di Sancho Panza” puntualizzò Kiba.

“Magari ha una fissa per i biondi” tentò Sakura.

“Io sono biondissima, eppure nada”.

“Ma tu non hai la salsiccia” le ricordò Sai.

“Quindi ricapitoliamo” Kiba si passò una mano sul mento e studiò ancora Naruto “a Sasuke piacciono biondi, salsiccia muniti e grassi”. Non fece in tempo a finire che Ino gli tirò uno schiaffo su una spalla. Kiba gemette di stupore, più che di dolore, e la guardò torvo. “Che ho detto adesso?”

“Hai insultato Sasuke-kun”.

“Non ho insultato proprio nessuno, ho solo esposto la verità dei fatti”.

Probabilmente sfinito dalla discussione insensata che i quattro si stavano ostinando a portare avanti sulla base di supposizioni inconsistenti, Shikamaru si sollevò da terra con un sospiro.

“Dove vai?” gli chiese il suo ragazzo, sollevando dubbioso un sopracciglio.

“Vado a fare un bagno, qualcuno viene con me?”

I quattro si guardarono l’un l’altro, incerti su quale fosse il piano d’azione più efficiente da adottare. Alla fine sembrarono convenire su un qualche ingegnoso stratagemma e Sakura balzò in piedi.

“Vengo io con te!” trillò e i due si avviarono sulla sabbia rovente, saltellando un po’ goffi e avanzando veloci. Raggiunsero Hinata, che stava in ammollo dentro una ciambella gialla ed enorme e si immersero al suo fianco.

“L’acqua è gelata” si lamentò Sakura. Hinata annuì. Shikamaru rimase immobile, ma i brividi che gli percorrevano le braccia e gli drizzavano i peli tradivano tutto il disagio provato.

“Ci si abitua, però” tentò conciliante la giovane rampolla dell’impero commerciale Hyuuga, un istante prima che qualcosa di grosso e arancione perdesse l’equilibrio e affondasse a pochi centimetri da loro. Sakura urlò, mentre l’acqua salmastra le bagnava i capelli.

“Sasuke!” si lamentò Naruto, riemergendo e sputacchiando.

“Hai fatto tutto da solo” puntualizzò il suo ragazzo, ma l’altro lo ignorò, già impegnato a sincerarsi che Shikamaru, Hinata e Sakura non avessero subito danni. Nel trovarli tutti relativamente vivi, solo un po’ più bagnati, sorrise. “Ehi, non è che vi va di fare qualcosa insieme? Ho una palla nello zaino, magari possiamo giocarci”. La ragionevolezza avrebbe voluto che per ogni domanda posta si aspettasse quanto meno un accenno di risposta, prima di partire in quarta, gocciolanti e ballonzolanti, verso la spiaggia, probabilmente a recuperare il già menzionato pallone. Sakura storse il naso schifata e, anche a distanza, l’occhiata che le lanciò Ino le fece capire che erano ancora una volta sulla stessa lunghezza d’onda.

“Ma fa sempre così?” chiese a Sasuke, che se ne stava in piedi, vagamente infreddolito, a guardare Naruto percorrere a balzelli la spiaggia.

“Spesso” rispose Sasuke con una sorta di disprezzo, che fece tornare vivida nella mente di Sakura l’ipotesi della minaccia con aggiunta di estorsione.

“Sembra simpatico. Naruto, dico” tentò quindi la ragazza.

Sasuke sbuffò una risata e si voltò a guardarla. I suoi occhi neri erano insolitamente brillanti, ma Sakura non avrebbe saputo dire se fosse per i riflessi del sole o per una sorta di personale divertimento al pensiero della disperata condizione del suo ragazzo.

“Si vede che non lo conosci” rispose solo.

Quando Naruto tornò, munito di pallone dall’aria mezza sgonfia, si era in qualche modo trascinato dietro Kiba e Ino.

“In sette è più divertente” berciò. Non fu chiaro a nessuno il modo in cui tutti si ritrovarono un po’ perplessi a lanciare un pallone in aria, fra Naruto che sbraitava, Kiba che rideva, Ino che cercava invano di salvare i suoi capelli dalla pericolosa azione dell’acqua salmastra e Hinata che sfoderava inaspettate doti atletiche. Fu un confuso vorticare di corpi nell’acqua, fin quando Naruto non decise che per Sasuke era evidentemente l’ora di morire. Nessuno se lo aspettava, a parte Sasuke, che sembrò accogliere la palla di lardo che gli si scaraventò contro con una certa insofferente attesa. Quando Naruto gli saltò addosso e lo trascinò in acqua con uno splash, ci fu un singulto di stupore generale.

“Adesso lo ammazza” bisbigliò Kiba, aspettandosi l’imminente dipartita di Naruto, perché Sasuke non perdona certi smacchi alla sua persona, soprattutto quando dati smacchi prevedono contatto corporeo. Invece quello che successe dopo fu fuori da ogni aspettativa e portò Sakura sul punto dello svenimento.

Naruto riemerse dall’acqua con insolita verve, trascinandosi dietro un alquanto irritato Sasuke, che aveva pronta sulle labbra una scia di improperi che avrebbero ridotto il suo ragazzo a un verme tremolante di sensi di colpa. Ma Naruto non gli diede il tempo di parlare. Ancora stesi in acqua, con solo le spalle e la testa visibili sopra la superficie limpida e calma, Naruto si scaraventò sulle labbra di Sasuke, per morderle e mangiarle, baciandolo con tutto il bisogno e la necessità di due amanti che non si vedono da troppo tempo. E Sasuke, fuori da ogni aspettativa, ricambiò, circondando il collo dell’altro con le braccia, per tirarselo un po’ più addosso. Aveva chiaramente dimenticato la presenza dei suoi amici, altrimenti non si sarebbe spiegato come Sasuke Uchiha, l’essere più angelo che uomo, capace di mandare in fumo cervelli e di far impazzire cuori, potesse lasciarsi andare a così erotiche e languide effusioni romantiche.

“Oddio” gemette Kiba “credo che vomiterò”.

“Ho bisogno di uscire e possibilmente non vedere” gracchiò Ino a bassa voce, con un nodo in gola che rendeva difficile parlare. Kiba annuì e i due si diressero ciondolanti fuori dall’acqua, nel mezzo di uno stato di trance mistica. Solo Sakura non riusciva a distogliere lo sguardo dai due, mentre Shikamaru rincorreva la palla, dimenticata e trascinata via dalla corrente, e Hinata si rigirava tranquilla nell’acqua, come se la visione davanti a lei non fosse la più scandalosa che avesse mai visto.

 

***

 

In hotel Sakura si rigirò fra le mani la chiave della stanza: 122, quella di fianco a Sasuke-kun. Un tempo sarebbe impazzita di gioia al pensiero di essere a un solo muro di distanza dal suo amato, ora le prospettive rendevano la situazione un po’ meno rosea.

"Lo sai che faranno sesso, vero?" la informò Kiba, mentre Naruto cominciava a trascinare il borsone su per le scale e Sasuke gli faceva amorevolmente notare che "c'è un ascensore, idiota".

“Non se li teniamo fuori dalla stanza” sentenziò sicura Ino.

“E come dovremmo fare?” chiese Sakura.

“Che so… discoteca? Qualche locale? Passeggiata sulla spiaggia?”

“Durante la quale Naruto scompare misteriosamente, magari” scosse la testa Kiba. “Quelli non li tieni lontani neanche se li narcotizzi, te lo dico io”.

“Sasuke-kun non è una persona così libidinosa” Ino si portò una mano davanti alle labbra, oltraggiata.

“Sasuke no, magari, ma quel porcellotto del suo ragazzo di sicuro sì. Dev’essere una bestia a letto”.

“Che schifo” gemette Sakura disgustata e Hinata divenne rossa, balbettò qualcosa e si diresse verso le scale.

“Qualche dote deve pure averla, e se è un idiota, grassone e antipatico, resta solo il sesso”.

“No, non voglio sapere, non ditemi niente” mugugnò Ino, tappandosi le orecchie.

“Credo che Kiba abbia ragione” si intromise Sai, che sembrava ponderare seriamente tutta quella situazione, come se stesse cercando di districare la matassa di un irrisolvibile problema matematico. “Insomma, a giudicare dal bacio di prima, sembrerebbe piuttosto abile in ambito-”.

Ino gli sferrò un calcio, così forte che Sai perse l’equilibrio e cadde a terra in ginocchio.

“Non ti azzardare mai più a parlarne!” gli puntò contro un dito accusatorio e Sai, suo malgrado, annuì con un mezzo sorriso, abituato alle esplosioni emotive della ragazza.

“Quindi che si fa?” Sakura sembrava l’unica davvero preoccupata dalla situazione. L’idea di sentire Sasuke gemere e ansimare, mentre Naruto faceva cose sul suo corpo era la realizzazione di ogni suo più ansiogeno incubo. Insomma, se Naruto fosse stato anche solo vagamente simile all’immagine partorita dalla mente di Sai, in qualche modo avrebbe potuto convivere con la situazione, ma così, con tutto quel grasso e quella demenza, era solo ciò che di più raccapricciante avrebbe mai potuto immaginare. Suo malgrado non credeva ci fossero soluzioni. Che Sasuke non l’avesse voluta quando, all’inizio del loro rapporto, gli si era avvicinata accecata dall’ammirazione era un dato di fatto. E per quanto non capisse cosa potesse esserci in Naruto di così esaltante da rendere Sasuke cieco di fronte ai suoi infiniti difetti, quella che le si palesava di fronte era la realtà che volente o nolente avrebbe dovuto accettare.

“Dobbiamo assolutamente fare qualcosa per far capire a Sasuke-kun che sta sbagliando” bisbigliò Ino, mentre entravano nella loro stanza e sistemavano le valigie.

“E se non stesse sbagliando? Se Naruto fosse davvero la persona giusta per lui? ”

“Ma l’hai visto? Insomma, quell’ammasso di lardo con la bellezza di Sasuke? Io ho accettato che Sasuke fosse gay” Ino si mise seduta sul letto e accavallò le gambe, gli occhi fissi in quelli di Sakura. “Lo sai che per me non è stato facile, conosci come la pensa la mia famiglia e come l’ho sempre pensata io”.

Sakura annuì e si chinò per aprire la valigia. Aveva bisogno di una doccia, adesso più che mai. Sentiva la sabbia appiccicata addosso, mescolata a sudore e salsedine, cominciava a darle prurito. O forse, più semplicemente, era la voglia di allontanarsi da una conversazione che la stava mettendo a disagio. Naruto non le piaceva, era innegabile. Anche lei come Ino e Kiba non riusciva a capire. Eppure non aveva neanche la volontà di andare contro il pensiero di Sasuke, guidata dal senso di inferiorità che da sempre provava nei confronti del ragazzo.

“Comunque, penso che questa sia la nostra occasione per far capire a Sasuke-kun che Naruto non fa per lui”.

“Stanno insieme da tre anni, Ino”.

“Ma non si vedono mai! Ci sarà un motivo per cui non si vedono mai!”

“Sasuke-kun studia e Naruto lavora, è per questo”.

“Ma ti senti? Se si fossero amati davvero avrebbero trovato un modo per stare insieme più spesso, no? Tu cosa faresti al posto di Naruto?”

Sakura, suo malgrado, dovette ammetterlo: se fosse stata in Naruto, non sarebbe riuscita a stare senza Sasuke così a lungo. Nel suo silenzio Ino trovò rinnovato vigore. Incrociò le gambe sul letto e saltellò un po’.

“Aiutami a far aprire a Sasuke gli occhi!”

Sakura non era convinta che fosse la cosa giusta da fare e lo sguardo speranzoso di Ino non riuscì a dissipare tutti i dubbi che l’attanagliavano. Strinse a sé l’asciugamano e si diresse verso il bagno.

“Io faccio una doccia”.

“Muoviti, che devo farla anch’io e dobbiamo trovarci con gli altri fra neanche un’ora”.

Sakura sbuffò e borbottò maledizioni verso Ino, mentre si chiudeva la porta alle spalle e sperava che qualsiasi cosa avessero fatto quella sera non avrebbe attirato l’odio di Sasuke su di lei.

 

   
 
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