Note
Ciao a tutti!
Ringrazio tantissimo Summers84 per la recensione e per aver inserito questa
storia tra le preferite.
Ringrazio di cuore anche Chander10 e jarapu che hanno inserito la storia
tra le seguite.
Senza ulteriori indugi vi lascio alla lettura del (breve) secondo capitolo.
Buonanotte,
Mel
Capitolo 2
Sirius P.O.V.
All I need is rest
Get that pain off my chest
All I need is silence
Give me sex and violence
It's all the same
It's all the same to me
La mia insolenza non ha giovato per niente alla causa: non ho scoperto il
tipo di rapporto che ha con Narcissa, né che tipo di attività svolga, né i
suoi impegni.
Sono teso per l’incontro che avverrà a breve: so che Lucius non mi ha
mentito, perché anche Narcissa ha fatto riferimento a quell’appuntamento,
specificando di preferire restare nelle sue stanze, come al solito. Non ho
obiettato.
Infine il Marchio Nero mi avverte che il momento è giunto e qualche secondo dopo nel sontuoso salotto, proprio sul tappeto accanto ai divani di pelle nera, compaiono Lord Voldemort insieme a quella pazza di mia cugina, che potrebbe riconoscermi, e a quel lurido Greyback, che se solo collegasse le narici al cervello potrebbe fiutare in me un odore diverso.
Faccio appello a tutta la mia calma, la mia forza e a malincuore mi inchino.
- Risparmiami i convenevoli, Lucius. – taglia corto il Signore Oscuro, fissandomi con quei suoi occhi rossi che terrorizzano un mucchio di gente là fuori.
Ma non me. Non è peggio di un Dissennatore.
Sembra avere fretta, mentre Bellatrix è esaltata.
- Abbiamo catturato gli Indicibili che ci hai indicato! – esulta.
Noto due uomini a terra, molto magri, piegati su loro stessi. Non hanno
nulla a trattenerli e mi chiedo quanto abbiamo dovuto cruciarli per ridurli
in quello stato.
Senza forze, sanguinanti, tremanti come bambini.
- Che cosa aspetti Lucius? – mi incita Lord Voldemort. – Mi era parso di capire che avessi un conto in sospeso con loro. Coraggio, falli confessare. -.
Ignorando i fatti mi sforzo di fare buon viso a cattivo gioco e sfodero il mio sorriso peggiore, posizionandomi davanti ai due.
Per una provvidenza alla quale non credo più è proprio mia cugina a venirmi in soccorso.
- Su, coraggio, fai loro sputare fuori dove si trova la profezia.
Quindi Voldemort sta cercando una profezia.
I prigionieri iniziano a supplicarmi. A piangere.
- Malfoy no…
- … Lucius ti prego.
Penso a tutto il peggio che ho subìto ad Azkaban per farmi possedere dalla rabbia e non provare pietà, perché la Cruciatus funziona solo se si desidera fare del male e la mia copertura è al sicuro solo a prezzo della loro condanna.
- Crucio!
E che qualcuno mi perdoni per questo, mentre si contorcono, sanguinano, urlano. Sarà un pomeriggio molto lungo.
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Li ho uccisi.
Li ho torturati fino allo sfinimento, tra le loro grida e le risate di
Bella, poi li ho semplicemente ammazzati su ordine di Voldemort. Come un
Mangiamorte. Proprio come loro.
E li ho dovuti lasciare a Greyback… Greyback!
Fatico a trattenere i conati mentre mi sbarazzo dei resti sbranati da quel… lurido. Ma non riesco a liberarmene prima che Narcissa veda lo
scempio e me in quello stato.
- Oh, caro! – si precipita a stringermi, disgustata. La cingo in automatico e lei prosegue. – Sono stanca di questo. Di vederti così. Non siamo così, noi, Lucius. Ti prego, ti prego, fuggiamo . -.
È solo per abitudine che immagazzino l’informazione che mia cugina è una
potenziale alleata e persino Lucius non condivide tali violenze: il mio
senso di colpa non lascia spazio né al sollievo né alla sorpresa.
Quella sera scendo le scale con urgenza e so solo pensare che devo pagare
per ciò che ho fatto, per il crimine commesso. Voglio solo riposo, solo il
silenzio, voglio che cessino le urla nella mia mente, voglio liberare il
mio petto da questo peso.
Annullo l’effetto della Pozione Polisucco e immagino di apparire come una
vera schifezza dato il sorriso sghembo che scorgo sul viso di Lucius.
Tra qualche minuto non sorriderà più. Gli avvicino un nuovo vassoio.
- Cambiati. – non ammetto repliche. - E dopo mangerai. E dopo mi darai quello che merito per averli uccisi e averli lasciati a Greyback. Per essermi comportato come uno di voi, per essere stato vostro complice. -.
A quelle parole spalanca gli occhi: ha capito che cosa è successo. Abbassa lo sguardo sconfortato.
Insisto col porgergli gli indumenti e finalmente obbedisce e li accetta.
Con la bacchetta gli fornisco tutta l’acqua necessaria e il sapone e tutto
ciò di cui ha bisogno per la pulizia. Brucio i vecchi vestiti e lui esce
indossando una vecchia tuta grigia che fa apparire i capelli ancora più
chiari.
Inizia a sbocconcellare qualcosa e quando termina mi denudo, non prima di
aver chiuso la porta con un incantesimo che solo io posso rompere.
- Che cosa stai facendo, Black? Abbi un po’ di contegno!
- Non ti piace quello che vedi? – lo provoco.
Il Malandrino in me riprende un po’ di controllo mentre lui si indigna non poco a quelle parole.
- Ti sei già fatto scoprire e ti hanno torturato fino a farti perdere il senno?
- Le faccio io le domande, per l’ultima volta! – sbotto a voce troppo alta. – Adesso colpiscimi! Ce l’hai con me per tutto questo. Ebbene, sfogati. Come vuoi. Nessun limite. -.
Lui alza gli occhi al cielo. Non mi prende sul serio? È impietosito?
- Per quanto trovi la tua proposta… allettante… - comincia lentamente, scandendo ogni parola. – Non credere che il dolore fisico ridurrà il biasimo che provi per te stesso in questo momento. -.
- Ad Azkaban funzionava benissimo. – replico. - Chiacchiera meno e approfittane. -.
Ho bisogno dell’oblio di Azkaban, ho bisogno del dolore, ho bisogno del suo corpo per smettere di pensare. Sesso e violenza a volte vanno a braccetto.
- Black, non ho alcuna intenzione di…
Non ce la faccio più a tollerare la sua accondiscendenza.
Non lo faccio finire.
Cado ancora più in basso.
- Imperio!
Sesso e violenza è ciò che merito. Ed espiazione è ciò che ottengo, pugno dopo pugno, livido dopo livido, spinta dopo spinta.