L’ASSENZA
So che tu sei già lì,
in attesa;
resteremo così,
la nostra vita sospesa
su un fil di lana,
incompresa
come questa mia ultima lagna.
Io non verrò,
non so se ti mancherò,
poiché metto in conto pure
che starai meglio senza di me;
oppure, non te ne accorgerai neanche
della mia assenza, perché
in fondo le ultime volte non ci siamo
neppure guardati,
neppure salutati,
ma questa mattina mi manchi,
ed io posso far altro che dormire sui
miei fianchi,
riposarli, poverini, perché sono
stanchi,
ed oggi è domenica,
tutta quella gente mi stanca,
non so se lo sai.
Non so quello che tu mi dirai;
oppure, se la mia assenza noterai.
In fondo, sono uno tra tanti,
noi siamo schegge impazzite
e latitanti,
in un mondo di conflitti e di
sconfitte,
ed io avevo paura anche solo di
crederci,
ma noi già sappiamo che non potremo
più vederci.
Oggi era la nostra ultima occasione;
delusione,
inizia l’estate e tutti vanno al
mare,
solo io resterò a poltrire
e a godere
del silenzio degli altri.
Gli schiamazzi sono tutti verso la
costa,
ed è proprio vero che là la vita
costa,
le spiagge brulicano di ombrelloni,
il mare inquinato e sporco è pieni di
bagnanti
cialtroni,
che finite le brevi ferie torneranno
a lamentarsi
che in Italia si lavora troppo poco,
o troppo male,
che le sirene degli allarmi risuonano
sempre dalle
vetrine dei negozi in frantumi,
spariti abiti firmati e costumi,
perché quando il silenzio delle
vacanze estive cala sull’umanità
c’è sempre qualcuno che ne
approfitta,
ed arraffa senza pietà.
Intanto giocano in acqua con la
palla,
preparano nel frattempo la nuova
balla
da propinare al vicino d’ombrellone,
sotto il solleone,
la canicola d’agosto
è ciò che più vorrei evitare;
vorrei affrontarla in un altro posto,
magari in Lapponia,
in Estonia,
che il caldo sia ben lungi da me
e dall’assillare le mie giornate
fatte di ventilatore
e di sguardo perso oltre le semplici
ore.
Ma questa è l’estate,
ed è ciò che tu non sei;
non vorrei
mai divagare,
devo restare sul pezzo,
perché mi basta pensare
che un razzo
sanguinolento è uscito dal mio cuore,
e… aspetterò che torni di nuovo
settembre,
per rivederti al fuori di una stupida
estate fanfarona,
affinché mi sia tornata per bene la
voglia di rivederti,
tra dirupi scoscesi e apocalissi
immaginarie,
varie.
Intanto, lascerò che la mia mente si
apra a nuovi mondi,
non lascerò che i bagordi
di una società corrosa fino al
midollo
possano entrare a metter subbuglio
nel mio debolissimo e sommesso
orgoglio.
E tu, per questi quattro mesi
abbondanti,
sarai canzone,
sarai emozione
che renderà vivida
ogni mi esperienza,
ogni mia azione.
Ma a te che importa, intanto
siamo solo amianto
letale per le nostre anime;
la mia, che ho già iniziato ad
avvelenare,
la tua, che è qualcosa che si può
solo stimare e lodare.
NOTA DELL’AUTORE
Ehm… non so, spero che anche questa poesia sia stata di
vostro gradimento ^^
Grazie del fedele supporto!