Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lady Snape    12/04/2018    1 recensioni
[AVVISO SPOILER: Questa fanfiction nasce dopo aver letto il capitolo 102 del manga, quindi se non siete in pari, sconsiglio la lettura.]
Dal testo: «Sono il Capitano di Vascello Talia Swan, lavoro a stretto contatto con i Titani, faccio parte dell’unità speciale che li gestisce, conosco tutto quello che vi serve sapere per batterli e, nascoste sotto la mia giacca, ho tutte le mappe che possono esservi utili, mappe dei territori di Marley, ma non soltanto di quelli.»
A questo punto Levi fece cenno a un soldato alto, con i capelli chiari di verificare che le mappe ci fossero davvero, ma allo stesso tempo si mise in guardia con le sue lame. Da quello che sapevano, poteva anche essere un Titano.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Paradis' Chronicle'
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Capitolo 7 – Frammenti
 
Hanji aveva passato la serata con un riottoso e palesemente incazzato Levi. Era ormai notte fonda e stava riordinando le carte sulla sua scrivania. Ripensava alla conversazione che le era costata il tavolino che aveva in quell’angolo dell’ufficio, che somigliava a un salotto. Levi lo aveva sfondato con un calcio per poi guadagnare l’uscita. Non riusciva a biasimarlo, perché quello che gli aveva chiesto era davvero crudele.
 
Dopo una lunga conversazione con Talia, aveva convenuto che provare a risvegliare Annie era un’ottima idea: avrebbero scoperto qualcosa in più utile alla loro causa, avrebbero avuto un Titano in più nel combattimento e, una parte di lei, quella disposta a tutto, sarebbe stata anche d’accordo a far divorare la ragazza da qualcuno, se questa si fosse rifiutata di passare dalla loro parte e partecipare attivamente al piano. Il problema era Levi. Annie per Levi era il Titano Femmina che aveva sterminato tutta la sua squadra, era il fallimento della 57° spedizione fuori dalle Mura, era qualcuno che avrebbe voluto vedere morto e di sicuro si sarebbe premurato di farlo a pezzi personalmente. Era leggendaria la sua disintegrazione del gigante che aveva ucciso i suoi amici, Farlan e Isabel, durante la sua prima missione, ed era chiaro a tutti che aveva spaventato a morte addirittura il Titano Bestia: Annie ora sarebbe stato un bersaglio facile e Hanji non voleva sapere cosa sarebbe stato in grado di farle. Si stropicciò l’occhio sotto la lente: forse la notte avrebbe portato consiglio.
 
Hanji non aveva fatto i conti con la difficoltà di Levi ad approcciarsi a chicchessia, tanto che spesso doveva fare da traduttrice simultanea ai pensieri sconnessi del Capitano, e questo caso non fece eccezione. L’uomo era talmente fuori di sé, che finì per litigare con la lingua tagliente di Talia: per l’occasione la donna aveva anche tirato fuori una certa dose di sarcasmo e cinismo. E la bomba esplose.
 
Levi prese per il collo Talia e la bloccò contro il muro della mensa, sotto lo sguardo attonito di tutti: nonostante il pessimo carattere, erano rari i momenti in cui agiva in maniera sconsiderata e improvvisa. La teneva ferma con tutto il peso del suo corpo, in modo che non potesse liberarsi, regalandole uno degli sguardi più cattivi che avessero mai visto.
Il colorito di Talia diventava sempre più rosso, fino a che non riuscì a divincolare una gamba e gli sferrò un calcio in un fianco. Levi era troppo fuori di sé per riuscire a pararlo e accusò il colpo. La donna tossicchiò in ginocchio, lo sguardo puntato sul suo assalitore e una mano a sfiorare lo stivale, dove custodiva il suo pugnale.
 
«Capitano Levi, stiamo parlando solo di ipotesi, non sappiamo nemmeno se funzionerà!» Armin, prendendo il coraggio a quattro mani, tentava di addolcire la pillola, pur confidando che l’esperimento riuscisse per tante ragioni: per la loro causa, per il piano da attuare e perché lui Annie voleva davvero che stesse bene, nonostante fosse consapevole dei crimini che aveva commesso. Fece cenno a Sasha di andare a chiamare il Comandante, perché intuiva che presto tutto sarebbe precipitato.
 
«Levati dai coglioni, devo tirare fuori da questa stronza tutta la merda che ha in corpo» venne fuori dalla bocca di Levi, quasi sibilando.
 
Talia non rispose, ma partì alla carica con il pugnale in mano, lanciando fendenti a destra e a manca. Levi arretrò, schivando, per poi tirare fuori un coltello dalla cintura. Teneva la lama come si fa nelle risse di strada e questo allarmò Talia: aveva scelto l’arma peggiore per battersi con Levi, che, a quanto pareva, era decisamente su un altro livello. La donna si trovò per lo più a dover schivare, per evitare che lui andasse a segno e fu miracolata in un paio di episodi: uno aveva visto la lama sfiorare il suo collo e dall’altro ne uscì con una ferita superficiale al braccio sinistro.
 
Così com’era iniziata, finì, perché l’arrivo di Hanji mise tutti a tacere, con la promessa che, quando sarebbero riusciti nel loro intento, Levi sarebbe stato lì, con le lame pronte a rendere inoffensiva Annie (ma il Comandante temeva che l’avrebbe uccisa) al minimo cenno di ostilità.
 
«Ahia!» Talia trattenne un’imprecazione, quando Hanji con malagrazia le strinse i due lembi di pelle per metterle dei punti sul braccio. Di solito non si occupava di queste cose, ma doveva fare due chiacchiere con quella matta furiosa. Al pazzo scatenato ci avrebbe pensato in un altro momento.
 
«Cerca di capire il suo punto di vista» disse, passando l’ago nella pelle.
 
«Tutti abbiamo perso qualcosa con tutta questa storia dei giganti, cosa lo rende speciale?»
 
«Non posso raccontarti troppo del suo passato, non sarebbe giusto nei suoi confronti, visto che sono state confidenze e per farmele ci ha messo anni, ma ha perso molto più degli altri in tutta la sua vita e mi sono sempre chiesta cosa lo faccia desistere dall’uccidersi»
 
Talia non proferì più verbo, perché non aveva mai visto Hanji Zoe così seria. Si diede della stupida, perché aveva letto in Levi segnali di una mente provata, paragonabile a quella dei ragazzi che per anni le erano stati affidati, ma aveva deciso deliberatamente di ignorarlo. Il suo disturbo ossessivo compulsivo, che lo portava a fare pulizie meticolose nella caserma, era la parte divertente delle sue psicopatie, ma aveva notato quanto poco dormisse e, sospettò, quando ci riusciva, i suoi sogni dovevano essere popolati da mostri. Non l’aveva mai visto sorridere, mai visto contento per qualcosa. Il suo sguardo era perennemente apatico, il tono sempre monotono e, quando era scoppiato, Talia era stata quasi felice di aver avuto finalmente una reazione da parte sua, un cambiamento, qualcosa che dimostrasse che fosse vivo.
 
La Squadra Levi, Hanji e Talia giunsero nella capitale un paio di giorni dopo. Fu il Comandante ad andare a colloquio con la regina Historia, per spiegare qual era la ragione della loro visita e sperare di riuscire ad arginare il controllo che la ragazza subiva da quella parte dell’esercito che aveva il potere da quelle parti. Nel frattempo tutti gli altri avevano avuto il permesso di recarsi nel sotterraneo dove era custodita Annie Leonhart.

Era un ambiente piuttosto spazioso per essere un sotterraneo. Talia apprese che tutta la capitale aveva una vera e propria città sotterranea, alta abbastanza da permettere di costruirci edifici a più piani e avere ancora spazio prima di giungere a toccare la volta. Di conseguenza quella sistemazione per Annie non era così sorprendente, per quanto avessero assicurato il cristallo alla parete.
 
«Abbiamo provato in tutti i modi a scalfire questo cristallo, ma non ha funzionato nulla e credo che nemmeno mordendo il cristallo in forma di titano serva a qualcosa» disse Armin, ormai sempre più lanciato nell’essere il vice di Hanji Zoe quando questa non era presente.
 
«No, non funzionerebbe, l’unico è il potere della Coordinata o la volontà di Annie stessa» ammise Talia.
 
Il cristallo fu posizionato al centro della stanza. Dal giorno della loro animata discussione Levi e Talia avevano accuratamente evitato di incrociare gli sguardi, ma lo sguainare delle lame di Levi portò la donna a cercare il suo sguardo: vi lesse la fermezza di portare a termine quello che aveva dichiarato. Avrebbe dovuto agire in fretta ed essere estremamente risoluta, prima che Levi perdesse la lucidità. Purtroppo Talia non aveva fatto i conti con l’altra Ackerman, che imitò il Capitano. Beh, doveva essere decisamente più veloce della scarsa pazienza di quei due.
 
Hanji arrivò con Historia al seguito e le danze iniziarono. Innanzitutto bisognò superare un certo imbarazzo nel dover trovare una sintonia tra Eren e la ragazza che non aveva potuto seguire tutti gli sviluppi contorti della Legione Esplorativa. Per fortuna i tre “scienziati” del gruppo diedero tutte le indicazioni possibili e dopo una serie di tentativi andati a vuoto, un sonoro “crack” fece capire a tutti che qualcosa stava accadendo.

Annie spalancò gli occhi azzurri, confusi e con una luce debole nello sguardo, essendo passati anni da quando si era rinchiusa nella sua personalissima prigione. In un fragore di vetri infranti il cristallo si tramutò in polvere luminescente e il corpo di Annie cadde stremato a terra. Respirava a fatica e Talia intervenne a sorreggerla.
 
«Respira lentamente, non abbiamo fretta»
 
«Ca…capitano Swan?!» la ragazza era decisamente stupita di vere il suo Capitano lì. Ma dov’erano? Mille domande si affollarono nella sua mente, incapace di capire dove fosse. Si guardò attorno e riconobbe Armin, che si era avvicinato nel frattempo, conscio anche lui delle ostilità dei due Ackerman lì presenti, sperando che la sua presenza così vicina li facesse desistere da attaccare. Anche Annie si accorse di loro e ne fu letteralmente terrorizzata.
 
«Non pensare a loro, guarda me. Sono cambiate un bel po’ di cose da quanto di sei chiusa qui dentro. Devo chiederti di non trasformarti per nessun motivo. Abbiamo tante cose da chiarire prima e ti prometto che loro non ti faranno assolutamente nulla.» nel dirlo guardò negli occhi Levi, che ricambiò lo sguardo di aperta ostilità «Tieni un profilo basso e andrà tutto bene» furono ordini quelli di Talia e la ragazza lo capì alla perfezione. Non mosse un dito senza che il suo superiore lo autorizzasse, anche se iniziava a sospettare che c’era qualcosa di profondamente anomalo.
 
____________
 
Perdono!
Avrei dovuto aggiornare ieri, ma tra studio e lavoro non sono riuscita a farlo. Sto lavorando per un evento di quelli epocali e ho già lavorato per una tappa del Giro d’Italia numero 100… Finito il momento “vanteria”, ma sul serio ne ho fin sopra i capelli e ogni volta che ne ho fin sopra i capelli mi viene voglia di scrivere, scrivere, scrivere!
Qui abbiamo assistito ai meravigliosi rapporti tra Ackerman: o hanno voglia di menarsi o si menano, hanno questo approccio violento che fa famiglia. Ricordo Mikasa con lo sguardo assassino verso Levi che picchiava Eren… nostalgia!
Per me Annie chiusa lì dentro non doveva starci più, che volete che vi dica?
Il prossimo capitolo sarà anche l’ultimo e alla fine di quello vi spiegherò un po’ di cosette.

A presto!
   
 
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