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Autore: _Lilli_    15/04/2018    1 recensioni
Una visita inaspettata ed una stramba proposta mettono di fronte ad un'ardua scelta Nàli, che si ritroverà a combattere per la propria vita e per quella dei suoi compagni d'avventura. Ma tanti dubbi la assalgono, la paura di non essere accettata per ciò che è. O che forse, non è affatto.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gandalf, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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«Sono davvero felice di averti ritrovata, mai avrei sperato di vedere la mia famiglia riunita  ma ho riflettuto a lungo da quando siamo partiti sulla pericolosità di questa spedizione e soprattutto a cosa dovremo affrontare una volta giunti ad Erebor.» Nàli osservava il Re stringendo il pugno lungo il fianco, non riuscendo a credere a quelle parole. «Questo è un modo criptico e prosaico per dirmi che devo andarmene?» Thorin sussultò udendo il tono duro con cui la ragazza si era rivolta a lui ed abbassò un istante il suo sguardo fiero. «Non voglio preoccuparmi anche per te ed affrontare questo viaggio con la paura che ti possa accadere qualcosa, non me lo perdonerei mai.» Il nano tornò a guardare Nàli che aveva iniziato a passeggiare avanti e indietro, sempre più incredula. «All’inizio ero felice di averti con noi e nessuno può e deve mettere in dubbio le mie parole ma le Terre Selvagge si avvicinano sempre di più e…» La nana sbuffò ed alzò la mano per interromperlo. «So benissimo che ci aspettano moltissimi pericoli, per favore non ripeterlo di nuovo. Non puoi chiedermi questo, sai a cosa ho rinunciato per seguirti ed ora non puoi ordinarmi di abbandonare la spedizione e tornare indietro; non c’è più nulla lì per me.» Fece un bel respiro per calmarsi e ricacciare indietro le lacrime, non voleva dargliela vinta e fargli vedere quanto la sua proposta l’avesse offesa; non attese oltre e si allontanò a grandi passi prima che Thorin potesse aggiungere altro, non aveva alcuna intenzione di ascoltarlo ne tantomeno dargli retta: avrebbe continuato il viaggio con o senza la sua approvazione.
 
 
Una forte pioggia si abbatteva sui viaggiatori e questo non contribuiva a migliorare l’umore già pessimo di Nàli che in silenzio seguiva il corteo di pony lanciando di tanto in tanto delle occhiate alla schiena di Thorin che in testa alla fila cercava di seguire il cammino reso più difficoltoso dal maltempo; l’atmosfera era piuttosto tesa, tutti avevano ascoltato la discussione della sera prima fingendo di dormire ma avevano avuto il buonsenso di non parlarne né di chiedere spiegazioni ma il disappunto sul volto di Gandalf era palese e non si preoccupava di nasconderlo dato che aveva faticato non poco a convincere la ragazza ad unirsi a loro e detestava veder andare in fumo i suoi sforzi per un mero capriccio. Kili avvicinò il suo pony a quello della nana che si trovava in fondo alla fila e alzando un lembo del cappuccio le sorrise, pregando in cuor suo di non essere cacciato via. «Spero che questa pioggia smetta presto di cadere, è piuttosto difficoltoso muoversi in queste condizioni.» Disse lei dopo alcuni istanti di silenzio, ricambiando il sorriso. «Trovare riparo in questa parte della Valle è quasi impossibile, credo sia per questo motivo che lo zio ha deciso di proseguire il viaggio.» Rispose il giovane e Nàli annuì chiedendosi cosa ne pensasse lui della decisione presa da Thorin la sera precedente. «Potete anche far finta di nulla ma immagino abbiate ascoltato tutti ciò che ci siamo detti, non abbiamo usato dei toni pacati. Anche tu sei dell’idea che debba lasciarvi e tornare indietro?» Chiese di punto in bianco mettendo per un istante Kili in difficoltà. «Io e gli altri non vogliamo che te ne vada, tutti sapevamo che non sarebbe stato facile e nessuno si è mai tirato indietro te compresa. Hai diritto quanto noi di combattere per riprenderci la nostra casa, ma posso capire Thorin: non vuole ammetterlo ma tiene molto a te e di conseguenza non vuole che ti accada nulla, crede che rispedirti indietro potrebbe essere la soluzione migliore.» Nàli annuì a quelle parole, grata per la sua sincerità; aveva confermato i suoi dubbi rendendola più determinata di prima: il Re sotto la Montagna poteva dire quello che voleva ma lei aveva la Compagnia dalla sua parte e questo la rassicurava. «Non voglio tornare indietro ma essere con voi nel momento in cui il drago verrà scacciato, per realizzare il sogno di mia madre.» Il resto del viaggio trascorse in silenzio, i viaggiatori si lasciarono alle spalle la foresta e verso sera smise persino di piovere con grande sollievo di tutti dato che ormai erano fradici fin dentro le ossa e difficilmente sarebbero riusciti a far asciugare i loro indumenti, con il misero fuoco che sarebbe stato acceso una volta fermatisi per la notte.

 
 
Sulla cima di una collina notarono i ruderi di quella che doveva essere una casa abbandonata e Thorin la raggiunse, per darle un’occhiata più da vicino. «Ci accamperemo qui per la notte. Fili, Kili occupatevi dei pony.» Ordinò ai due nipoti che prontamente eseguirono le sue direttive senza proferir parola, mentre i restanti nani si aggiravano alla scoperta del luogo. «Un fattore e la sua famiglia vivevano qui.» Disse Gandalf pensieroso, più a se stesso che rivolgendosi ai presenti, mentre scrutava l’interno della baracca. «Oin, Glòin accendete il fuoco.» Stava dicendo Thorin ai due nani poco più in la, che annuirono e si misero subito al lavoro. «Secondo me sarebbe più saggio proseguire. Potremmo raggiungere la valle nascosta.» Propose lo stregone al capo della spedizione andandogli incontro, che accolse la sua richiesta con un’occhiataccia. «Te l’ho già detto, non voglio avvicinarmi a quel posto.» L’uomo, esasperato, non capiva il comportamento del Re. «Perché no? Gli elfi ci aiuteranno, potremmo avere cibo, riposo, consigli.» Cercò di farlo ragionare, ma il nano era irremovibile. «Non mi servono i loro consigli.» Alcuni membri della Compagnia si fermarono per ascoltare lo scambio di battute tra i due, chiedendosi come sarebbe andata a finire. «Abbiamo una mappa che non riusciamo a leggere, Elrond potrebbe aiutarci.» Thorin, incredulo alle parole dello stregone, lo guardava con cipiglio severo. «Aiutarci? Un drago attacca Erebor, quale aiuto arrivò dagli elfi? Gli orchi saccheggiano Moria, profanano i nostri luoghi sacri. Gli elfi rimasero a guardare senza fare niente e tu mi chiedi di cercare le stesse persone che hanno tradito mio nonno? Che hanno tradito mio padre?» Le sue parole erano dure, a stento celavano la rabbia e l’umiliazione che a causa degli elfi lui e la sua gente erano stati costretti a sopportare in quei lunghi anni e si chiedeva perché Gandalf non capisse il suo punto di vista. «Tu non sei nessuno di loro due, non ti ho dato la mappa e la chiave perché tu ti ancorassi al passato.» Il nano, stringendo la mano sull’elsa della spada al suo fianco, distolse per un istante lo sguardo prima di rispondere. «Non sapevo appartenessero a te.» Lo stregone scrutò in silenzio Thorin, poi senza aggiungere altro si allontanò attraversando i ruderi abbandonati davanti a degli attoniti nani. «Va tutto bene? Gandalf dove vai?» Chiese Bilbo, in piedi accanto al suo pony. «A cercare la compagnia dell’unico qui che ha un minimo di buonsenso.» Rispose mentre saliva in groppa al suo cavallo. «E chi è?» Chiese ingenuamente lo Hobbit. «Io stesso signor Baggins! Ne ho abbastanza di nani per un giorno solo!» E detto ciò sparì velocemente alla loro vista lasciando i presenti senza parole. «Forza Bombur, abbiamo fame.» Si limitò a dire il Re mettendo così fine ad ogni discussione, e tutti i nani tornarono ad occuparsi della propria mansione. «Tornerà mai?» Chiese il mezzuomo con aria spaesata e preoccupata rivolgendosi a Balin e Nàli, che non sapendo cosa rispondere si guardarono scuotendo la testa.

 
 
La notte scese lentamente su di loro il buon profumo della zuppa aleggiava nell’aria facendo brontolare più di uno stomaco quando finalmente la cena venne servita. «È via da parecchio.» Esordì un preoccupato Bilbo avvicinandosi al fuoco, dopo aver scrutato l’oscurità alla ricerca di un qualunque segno da parte dello stregone. «Chi?» Chiese Bofur, intento a versare un’abbondante porzione di zuppa. «Gandalf!» Esclamò Bilbo, chiedendosi com’era possibile che solamente lui fosse in pensiero per la prolungata assenza dell’uomo. «È uno stregone, fa come vuole. Tieni, facci un favore: porta queste ai ragazzi.» E così dicendo depositò nelle mani di un attonito Hobbit due ciotole destinate ai giovani nani impegnati nell’accudire i pony.
Con le pance piene e finalmente riposati i nani si godettero la serata preparandosi per la notte ma Nàli non smetteva di guardare il punto in cui lo Scassinatore era sparito chiedendosi perché non fosse ancora tornato, Bofur accorgendosi del suo nervosismo cercò di rassicurarla dicendole che probabilmente aveva deciso di restare a far compagnia ai ragazzi e questo sembrò tranquillizzarla. Balin decise quindi di distrarla raccontandole altri particolari sulla Battaglia di Azanulbizar tra gli orchi di Azog il Profanatore ed i nani coinvolgendo anche il resto dei compagni che non erano mai stanchi di ascoltare quella storia, soprattutto se a farlo era qualcuno che aveva partecipato in prima persona e visto ciò che era accaduto; fu durante il racconto su come il loro esercito riuscì a respingere l’orda degli orchi che un agitato Fili irruppe nella radura tenendo in una mano le due ciotole vuote e cercando di riprendere fiato mentre l’intera Compagnia lo raggiungeva per cercare di capire cosa fosse successo. «I Troll, sono tre ed hanno rubato i pony. Lo Scassinatore, Bilbo, forse hanno catturato anche lui!» Esclamò e Thorin senza perder tempo afferrò la sua spada e corse nella direzione indicatagli dal nipote seguito dal resto dei compagni. Quando raggiunsero la radura videro il povero Hobbit volare sopra le loro teste ed atterrare tra le braccia di Kili che cadde a terra stringendolo a se. Urlando e brandendo le armi i nani uscirono allo scoperto attaccando i mostri presi alla sprovvista ed ebbero subito la meglio su di loro: per quanto grossi i Troll erano più stupidi e lenti mentre le armi naniche affilate, e le loro urla di dolore si diffusero per il bosco; scoppiò un vero pandemonio: i nani saltavano da una parte all’altra colpendo i Troll alle loro grosse gambe o sui loro volti quando questi ultimi si chinavano per cercare di afferrarli, ma i membri della Compagnia erano veloci e riuscivano a sgusciare via continuando ad attaccare e saltare e colpire. Un tremante signor Baggins approfittò della confusione per liberare i pony ma il loro nitrito attirò l’attenzione di uno dei mostri che vedendolo lasciò perdere i nani e lo raggiunse riuscendo a catturarlo senza troppi sforzi, poi con l’aiuto di uno dei suoi compari lo tenne in alto pronto a fargli del male. «Bilbo!» Esclamò Nàli facendo un passo avanti, ma Thorin prontamente la fermò spingendola dietro di se tra Dwalin e Kili per tenerla al sicuro. «Incrociate le braccia, o gli stacchiamo le sue!» Tutti esitarono, non potevano ne volevano arrendersi ma alla fine Scudodiquercia lanciando un’occhiata carica di odio al Troll infilzò la propria spada nel terreno e anche gli altri titubanti lo imitarono lasciando cadere le armi in terra chi in silenzio e chi borbottando. I Troll ne imprigionarono così la metà dentro dei sacchi puzzolenti e legarono gli altri su un grosso spiedo che facevano ruotare sul fuoco a cui avevano aggiunto altra legna.

 
 
«Non perdere tempo a cucinarli, sediamoci sopra di loro e spappoliamoli come gelatina.» Propose Maso, all’apparenza il più tonto dei tre Troll. «Andrebbero fatti saltati e grigliati con una spolveratina di salvia.» Rispose invece Guglielmo, che doveva essere il capo, mentre sistemava la corda di uno dei nani con gesti che sembravano assurdamente amorevoli. «Ohh, mi piace! Mi viene già l’acquolina.» Commentò estasiato il primo mostro ed i prigionieri che arrostivano sul fuoco si agitarono alle loro parole; tra loro vi era Nàli che cercando invano di liberarsi ascoltava disgustata i loro discorsi maledicendo i due giovani compagni per essere stati così sciocchi ed aver combinato quel gran casino per degli stupidi pony. «Scordiamoci il condimento, non abbiamo tutta la notte. L’alba non è lontana. Diamoci una mossa, non mi piace essere trasformato in pietra.» Si intromise il terzo Troll di nome Berto, che continuando a girare la cena sul fuoco scoppiettante sembrava contrariato dai discorsi inutili dei suoi amici. «Aspettate!» Una vocina si alzò al di sopra del loro chiacchiericcio e tutti gli sguardi si posarono sullo Hobbit che rinchiuso nel suo informe sacco, tra Bombur e Balin, fissava il capo di quei mostri disgustosi. «State facendo un terribile sbaglio.» Esordì, ignorando il battibecco nato tra Bofur e Dori intendi a decidere chi fosse più scemo tra loro e i Troll; riuscì ad alzarsi in piedi e saltellò verso di loro. «I-io parlavo del condimento.» Guglielmo lasciò stare il girarrosto e si chinò verso di lui. «Cosa c’entra il condimento?- Chiese, piuttosto interessato. «Ma li hai annusati? Ci vuole qualcosa di più forte della salvia prima di servirli su un piatto.» I nani, offesi dalle sue parole, iniziarono ad inveirgli contro minacciandolo in ogni modo. «Che ne sai di come si cucinano i nani?» Chiese invece Berto, abbastanza infastidito da quella interruzione. «Stai zitto! Sentiamo il fruburroscrashobbit che dice.» Rispose Guglielmo, chinandosi ancora di più sul povero Bilbo che preso alla sprovvista pensò velocemente a cosa poter dire; intanto i nani sulla graticola continuavano a girare, Nàli iniziava a sudare e le mancava il respiro ma cercò di rimanere lucida per cercare di capire cos’aveva in mente il loro Scassinatore. «Ahem il segreto per cucinare un nano è…» Il signor Baggins tacque, apparentemente incapace di poter dire altro. «Si? Forza, dicci il segreto.» Lo incalzò Guglielmo che iniziava a spazientirsi a sua volta. -Si, te lo sto dicendo.» Borbottò in risposta il poveretto, iniziando ad agitarsi. «Il segreto è: spellarli prima.» Disse dopo un attimo di esitazione, e chiuse gli occhi mentre attirava su di se le male parole dei compagni che ripresero ad inveire contro di lui apostrofandolo come uno sporco traditore. «Maso, prendimi un coltello da filettatura.» Ordinò Guglielmo, piuttosto eccitato all’idea di mettere in atto il consiglio di quello scricciolo. «Ma che fesserie stai impapocchiando, ho mangiato una montagna con tutta la pelle! Mandiamo giù in fretta stivali e tutto!» Si lamentò Berto, sempre più affamato e stanco di quelle chiacchiere. «Ha ragione, non c’è niente di male in un po’ di nano crudo.» Disse Maso, e facendo un passo avanti afferrò il povero Bombur per una gamba facendolo dondolare sopra le sue fauci. «Bello croccante!» Ormai la testa del nano stava per entrare nella bocca del Troll quando Bilbo parlò di nuovo. «N-non quello la, è infetto.» Maso si bloccò piuttosto disgustato e Guglielmo lo guardò male chiedendogli a cosa si riferisse. «Si, ha i vermi nelle sue tubature. I-in effetti ce li hanno tutti, sono infestati dai parassiti.Una faccenda terribile, io non rischierei dico davvero.» Consigliò Bilbo mentre uno spaventato Bombur volava oltre la sua testa, cadendo sopra Thorin e Kili. «Parassiti?! Noi non siamo parassiti! Ce li hai tu i parassiti, noi non siamo infestati!» Urlarono indignati il giovane nano ed Oin, che nonostante l’ausilio del suo cornetto acustico non era riuscito a capire le parole dello Hobbit; lo Scassinatore dal canto suo alzò gli occhi al cielo esasperato e Nàli notando il suo gesto capì il piano: iniziò ad agitarsi e ad urlare per attirare l’attenzione, seguita infine dal resto dei compagni che finalmente avevano compreso a loro volta cosa stesse accadendo. «Io ho dei parassiti grossi come il mio braccio! I miei parassiti sono i più grossi, ho degli enormi parassiti! Io ho pidocchi!» Si scatenò un’improvvisa confusione, tutti urlavano più che potevano elencando le più schifose malattie o infestazioni, ogni voce si sovrapponeva all’altra così tanto che non si capiva più chi diceva cosa. «Secondo te che ne facciamo di questi? Li lasciamo andare?» Chiese Berto in tono minaccioso, avvicinandosi pericolosamente al mezzuomo che assunse un’espressione eloquente beccandosi però un paio di spinte dal Troll visibilmente arrabbiato. «Credi che non so che ti frulla nel cervello? Questo piccolo furetto ci sta prendendo per degli stupidi.»Non si erano resi conto che il sole stava ormai per sorgere, lo si poteva scorgere da dietro un grosso masso su cui una figura a loro famigliare fece la sua apparizione brandendo il suo bastone. «L’alba vi prenderà tutti!» Tuonò con voce profonda e alzando le braccia al cielo colpì la roccia sotto di esso rompendola a metà: un grosso fascio di luce irruppe nella radura ed il sole trasformò i Troll in tre grosse statue di pietra sotto gli occhi stupefatti dei prigionieri che alla fine proruppero in grida di giubilo, sollevati e soprattutto felici di essere scampati ad una fine davvero orribile.

 
 
Una volta liberi da quei sacchi puzzolenti e recuperate le loro armi i nani si prepararono a riprendere il cammino, Nàli recuperò la sua spada e massaggiando un fianco dolorante raggiunse lo stregone che stava parlando con Thorin poco distante. «Devono essere calati dagli Erenbrulli.» Stava dicendo Gandalf, sorridendo poi alla ragazza che evitò accuratamente di incrociare lo sguardo con Scudodiquercia. «Da quando i Troll di montagna si avventurano così a sud?» Chiese ingenuamente allo stregone. «Mhm, non da un’Era. Non da quando un potere più oscuro guidava queste terre.» Rispose con voce tetra, e calò un pesante silenzio sul terzetto, che mise Nàli a disagio. «Non possono essersi mossi alla luce del giorno.» Continuò lei, guardandosi intorno. «Deve esserci una grotta nelle vicinanze dunque, che hanno usato per i loro spostamenti.» Dedusse la nana e senza aspettare ordini si mise alla sua ricerca seguita subito dopo da tutti gli altri; trovarono ben presto l’apertura di una galleria poco distante e si avventurarono al suo interno con circospezione arricciando il naso a causa del pessimo odore che si respirava, una puzza tremenda che li costrinse a coprire il volto con la manica delle loro giacche prima di potersi abituare a quel fetore nauseabondo. «Un bottino Troll. Attenti a cosa toccate.» Esordì Gandalf notando sacchi e forzieri sparsi nella grotta; trovarono molte monete d’oro che prontamente Gloin, Bofur e Nori decisero di mettere al sicuro sotterrandole dentro un discreto forziere. Nàli trovò alcune armi e tra queste uno splendido pugnale che dedusse fosse di forgiatura elfica a giudicare dalla splendida lama quindi lo ripulì dalle ragnatele e lo mise al sicuro all’interno della giacca, prima di uscire all’aperto per poter prendere una boccata d’aria; trovò la maggior parte dei nani intenti a scambiarsi i tesori appena recuperati seduti su tronchi e sassi e afferrando la sua borraccia bevve un lungo sorso d’acqua, iniziando ad accusare la stanchezza dovuta alla notte infernale appena trascorsa. «Non hai un bell’aspetto.» Scherzò Fili seguito da Kili quando la raggiunsero. «Neanche voi se è per questo, anzi mi sa che siete messi persino peggio.» Rise la nana passando la borraccia al fratello più grande e sedendosi accanto a Balin che scosse lievemente la testa. «Abbiamo tutti bisogno di riposare ragazzi miei, e devo dire che rischiare di essere mangiato mi ha fatto persino passare l’appetito.» I tre giovani scoppiarono a ridere ed il vecchio guerriero stava per aggiungere altro ma fu interrotto dall’arrivo di Thorin ed il resto dei compagni che usciti dalla galleria si unirono agli altri ormai pronti a rimettersi in viaggio, Nàli raccolse le sue cose e seguì i due giovani cercando di nuovo di evitare lo sguardo di Scudodiquercia perché temeva di dover affrontare una discussione con lui e rischiare di essere rispedita a casa soprattutto dopo la disavventura a cui erano miracolosamente scampati. Il nano in questione stava giusto incamminandosi nella sua direzione quando si bloccò all’improvviso tendendo l’orecchio e spostando lo sguardo in mezzo alla fitta boscaglia, alzò un braccio per intimare a tutti di fermarsi e fare silenzio per poter ascoltare meglio e posò la mano sull’elsa della spada che aveva recuperato in mezzo al bottino dei Troll. «Arriva qualcosa!» Esclamò infine, mettendo in allarme i presenti. «Rimanete uniti, tutti pronti!» Ordinò Gandalf raggiungendolo e sguainando la sua spada; tutti i nani impugnarono le proprie armi e si prepararono ad affrontare l’imminente pericolo.

 
 
 
-Angolo autrice-
Per la prima da quando ho iniziato a pubblicare questa storia, mi ritaglio un piccolo spazio. Vorrei innanzitutto ringraziare tutti i lettori che continuano a seguire questo racconto ma soprattutto chi recensisce facendomi sapere se davvero piace ciò che scrivo e se vale la pensa continuare a farlo. Siete tutti fantastici!
Volevo anche scusarmi per questa lunga pausa, purtroppo impegni famigliari mi hanno tenuta lontana dal capitolo ma finalmente sono riuscita a pubblicare e spero vi piaccia!
   
 
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