Non ho bevuto abbastanza per questa…
«Non ho bevuto abbastanza per questa stronzata» disse Kaku alzandosi dal tavolo. «E non mi interessa» Barcollò leggermente, poi riuscì a infilare la porta della cucina di casa di Rob Lucci, e in breve fu a dormire nel suo letto, ancora vestito.
Rimasti soli, Jabura e Lucci si guardarono in faccia.
«Non ci pensare neanche» sibilò Lucci, senza muoversi dalla sedia.
«Ti tiri indietro anche tu?» ghignò Jabura, cominciando a togliersi la giacca.
Erano due forti bevitori, alla fine di una serata in cui le bottiglie vuote stavano a terra come i morti sul campo durante le loro missioni. Birra? Vino? Non erano stati neppure contemplati: Jabura e Lucci bevevano cose che avevano più in comune con la benzina agricola, che con i normali alcolici; l’unica differenza era che il primo era più plateale, e trincava senza alcun riguardo, mentre il secondo sorseggiava in maniera più elegante e discreta.
Ma sempre bevitori di acquaragia rimanevano.
E per quanto fossero armi umane, per quanto fossero due uomini massicci, per quanto avessero le basi della Reazione Vitale per smaltire in fretta ciò che inghiottivano, erano pur sempre delle persone fatte di ossa e carne, e dopo la quinta bottiglia i sensi cominciavano a vacillare.
E sul pavimento della cucina dell’appartamento di Lucci, in quel momento, c’erano ben più di cinque bottiglie.
Jabura si tolse la giacca e rimase a torso nudo, con quella cravatta appesa al collo che prima o poi sarebbe stata usata da qualcuno per strangolarlo.
Rob Lucci lo squadrò da capo a piedi, critico e superbo, mentre il rivale si sfilava la cintura dai passanti del pantalone.
Era miracolosamente con un pantalone vero, e non con una di quelle sue solite tute, perché erano appena tornati da una missione che richiedeva un minimo di formalità: scortare i Nobili Mondiali era una delle seccature da pagare per essere saliti di rango, da CP9 a CP0.
«Non puoi essere così stupido» biascicò Lucci.
«Ti stai arrendendo» lo stuzzicò il Lupo.
Hattori non voleva nemmeno guardare. Si era accovacciato nel suo nido, un cestino di vimini con un vecchio maglione di Lucci, appoggiato sul piccolo frigorifero, e voleva solo dormire, visto che anche lui quella sera ci aveva dato dentro di brutto, con gli alcolici.
Era abituato alle scaramucce di quei due, bestie competitive della stessa risma, e per quanto la colpa fosse sempre di Jabura, che cominciava a stuzzicare con quella maledetta lingua tagliente, non poteva negare che Lucci ci cascasse sempre, e continuasse il litigio.
Ma quella era la gara più stupida del mondo. Fatta da due ubriachi, per di più. Il colombino si sforzò di tenere gli occhi aperti, se non altro per aiutare il suo amico in caso ce ne fosse stato bisogno.
Una gara a chi aveva i pettorali più forti. Roba che, in confronto, i campionati dell’oratorio a chi sputa più lontano erano competizioni di alta classe.
I due contendenti, a torso nudo nella cucina vuota, alla tre del mattino, si sfilarono dai pantaloni le rispettive cinture, se le legarono attorno ai pettorali, e… Hattori provava imbarazzo per loro.
E facevano a gara a chi la rompeva per primo gonfiando i muscoli.
Era una cosa così tamarra, così inutile, così demenziale e così rozza che il colombino provava vergogna per Lucci. Per Jabura no, era una cosa totalmente nelle corde di quel cavernicolo, che non era in grado neppure di allacciarsi una camicia. Ma Lucci non avrebbe dovuto cedere a certe provocazioni.
Hattori sperò che le due cinture, sotto la morsa di ferro di quei pettorali muscolosi, si spezzassero nello stesso identico istante: era l’unico modo per non far finire quella contesa in rissa.
Jabura era più grosso, Lucci più resistente.
L’avrebbe spuntata quello con la cintura di qualità migliore, sicuro. E chi era? Teoricamente, pensò Hattori, Lucci, con un gusto raffinato per i dettagli, però non aveva idea della qualità della cintura del rivale.
I due uomini si fissavano negli occhi, accesi dalla competizione e dall’alcol.
Poi Hattori, con il suo udito sottile, percepì un minuscolo cedimento.
E poi STRAP!
Una cintura si ruppe, uno dei due uomini rise con superbia.
Hattori chiuse le comunicazioni e volò via dalla cucina: ancora trenta secondi, e sarebbero volate le sedie.
E lui voleva dormire, non poteva perdere tempo con quei due animali che facevano a gara, nel cuore della notte, a chi avesse i pettorali più muscolosi!!
Dietro le quinte...
Piccola, stupida, e decisamente imbarazzante! Grazie lettori per aver letto nonostante l'altissimo tasso alcolico e di stupidità dimostrato da questi due maschi alfa... Hattori, sei tutti noi!
La One Shot nasce -ancora- da quella miniera di ispirazione che è stato il Cow-T 2018... e il prompt era PETTORALI MUSCOLOSI! Non poteva che uscire qualcosa di tamarrissimo.
Yellow Canadair