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Autore: Lancia Delta    19/04/2018    0 recensioni
[qiesta storia sta subendo un ristyling]
Crossover tra " La leggenda di Resenta Tiria" di S. Niffoi e Code Lyoko, il personaggio chiave di questa storia é Battista, egli vista la Città della torre di Ferro.
Quel che si ritrova davanti non se lo sarebbe mai aspettato, nemmeno sotto i peggiori auspici.
Riusciranno i nostri eroi a salvare la situazione??
Quando tutto sembrava risolto, qualcuno che ahiloro conoscono molto bene si rifà vivo...
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Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Città della Torre di Ferro 29 settembre


Diario di viaggio di Battista


Sono ormai passati alcuni mesi da quando sono andato in pensione, da quando ho incontrato Redenta, da quando mi è stata salvata la vita.

Il mio sogno da piccolo era quello di girare il mondo, ma il destino mi aveva condotto a restare ad Abbacrasta e a lavorare all' anagrafe, a registrare gli strani casi di suicidio che avvenivano nel mio paese.

Avevo approfittato del tempo libero che mi regalava la pensione per poter scrivere un libro dove raccontato dei casi di suicidio avvenuti al mio paese, naturalmente cambiando i nomi delle persone coinvolte.

Decisi di acquistare un pacchetto di volo più hotel last minut per la Città della Torre di Ferro, era costato abbastanza poco e comprendeva andata e ritorno e una settimana in hotel.

Ero arrivato in città da circa due ore, il tempo di scaricare valige e trolley e di farmi una veloce doccia, quando squillò il telefono, non sapevo chi potesse chiamarmi, qui non conoscevo nessuno, per cui pensai fosse uno scherzo telefonico.

Risposi comunque e dall' altro capo del telefono mi rispose una voce maschile, sembrava quella di un uomo di mezza età, l' uomo si presentò cordialmente, dicendo di essere il sig. Jean-Pierre Delmas, preside della scuola Kadic, Battista si presentò a sua volta, altrettanto cordialmente.

Dopodiché Battista chiese al preside come avesse ottenuto il suo numero,

Jean-Pierre rispose:

- Ho letto il suo libro, glielo dico, ne sono rimasto stregato, mi piacerebbe conoscerlo di persona e vorrei che fosse lei a presentare il suo libro ai miei studenti… Per quel che riguarda il suo numero di telefono, non è stato difficile, mi sono messo in contatto con il suo comune e lì mi hanno dato il suo numero.

- Capisco

Rispose Battista

- Quando posso venire?

Chiese Battista

- Quando vuole

Rispose il preside

- Che ne dice del primo ottobre?

Chiese Battista

- Va benissimo

Rispose Jean-Pierre

- A presto

Disse Battista

- A rivederla

Rispose il preside.

Detto questo Battista attaccò.

Era molto contento del fatto che il suo libro fosse conosciuto anche oltralpe e soprattutto del fatto che avrebbe dovuto parlarne a dei ragazzi.

Non vedevo l' ora che arrivasse quel giorno, ciò faceva si che la giornata si allungasse a dismisura.

Si erano fatte le 20:30

Era ora di cena, salì al quarto piano e cenai, mi sembrava così strana la cucina francese, rispetto a quella sarda…

Scesi in camera e accesi la TV, era una smart TV e riuscì a sapere cosa stava succedendo nella mia amata terra, la Sardegna, per fortuna non era successo niente di grave, per fortuna.

Mi guardai qualche streaming delle TV italiane e, verso le 23:30 mi coricai.


30 settembre


Domani è il grande giorno, domani dovrò presentare il mio libro, preferirei non pensarci, pensarci mi mette in ansia, preferirei distrarmi, visiterò la città.

Prima di uscire guardai su Google Maps dove si trovava esattamente il Kadic, per non sbagliarmi, poi uscì.

Tornai che era ora di cena, pranzai in un fast food, mai fatto un pranzo peggiore, cenai e mi coricai presto.

1 Ottobre

È il grande giorno, sono arrivato al Kadic, ero vestito di tutto punto, indossavo ancora quel cinto con cui mi stavo per suicidare

ora è acqua passata”

Pensai.

Erano le 9:20, mi ero seduto accanto al preside e al sig. Jim, l' insegnante di educazione fisica.

Passarono pochi minuti e l' aula magna si riempì di studenti, essi erano scortati da vari insegnanti, Jim me li presentò, erano la prof Hertz, una signora, sulla sessantina, con dei capelli ricci e grigi, insegnante di scienze e fisica, la signorina Mater, professoressa di matematica, il prof hurch, insegnante di storia e la prof Butter, insegnante di inglese.

Una volta fatti sedere tutti gli alunni, il preside chiese silenzio, esordì in un discorso:

- Oggi abbiamo qui l' onore di avere qui con noi il signor Battista, colui che ha scritto il libro “Cronache di Abbacrasta”, ve ne sarà donata una copia a tutti, autografata e dedicata da Battista. Ma non vorrei rubare altro tempo al vero protagonista di oggi, il signor Battista

Battista era un uomo non molto alto e di corporatura media, aveva i capelli e barba grigi e gli occhi scuri, e aveva l' aria di uno che nella vita ne aveva passate tante in vita sua.

Prese il microfono e iniziò a parlare.

  • Salve a tutti ragazzi, io sono Battista, vengo da un piccolo paese del centro della Sardegna chiamato Abbacrasta, ad Abbacrasta abitano poco più di milleottocento persone, milleottocentotrentasette, per essere precisi, nel circondario era conosciuto come “il paese delle cinghie, perché la gente, arrivata a un certo punto della vita, decideva di farla finita, prendendo il cinto, legandoselo al collo e impiccandosi, tutto ciò a causa di una misteriosa voce.

    Questo successe fino al giorno in cui arrivò Redenta, da quel giorno mai nessuno più decise di farla finita.

    Questa storia è dedicata soprattutto alla buonanima di mio nonno e di un mio carissimo amico arresisi alla Voce ormai cinquant'anni fa.

La prima a fare domande fu Aelita, una ragazzina non molto alta, piuttosto minuta e dai capelli di un' insolita colorazione rosa. Timidamente gli chiese:

Che aspetto ha Redenta?

Lo chiese poiché si era parecchio incuriosita dopo aver ascoltato la presentazione del libro.

Poi specificò.

Non come appare fisicamente, ma com' è averla accanto...

Averla accanto è come vedere quanto più di bello ci possa essere, la Vita. È come avere tutto l' amore delle persone a te care attorno.

Rispose Battista.

Jeremy pensò di fare domande del tipo che è statisticamente impossibile che in un paese di milleottocentotrentasette anime, ci siano stati così tanti casi di suicidio, ma dopo aver scoperto che in una fabbrica abbandonata, a pochi passi dalla sua scuola, si trovi un supercomputer in grado di gestire un mondo virtuale e che al suo interno nascondeva una spietata intelligenza artificiale, niente gli sembrava più strano.

Finita la presentazione del libro, i ragazzi tornarono nelle loro classi.

Si era fatta già ora di pranzo, per cui il preside mi invito a restare, avrei pranzato con lui e gli altri professori, in un tavolo abbastanza lontano da quelli dei ragazzi.

Jim, l' insegnante di educazione fisica, fu il primo a parlare, disse che lui non avrebbe mai e poi mai avuto il coraggio di parlare del suo passato, dei suoi scheletri nell' armadio… disse anche che quando qualcuno cercava di saperne qualcosa lo liquidava con la frase “preferirei non pararne”.

Io gli spiegai che se avesse fatto così i suoi scheletri nell' armadio si sarebbero rivoltati contro di lui e che avrebbe fatto la fine degli abbacrastesi descritti nella prima parte del mio libro.

Questa frase riuscì a intimorirlo abbastanza da fargli cambiare idea.


   
 
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