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Autore: NPC_Stories    20/04/2018    1 recensioni
Dee Dee è una giovanissima elfa mezza-vampira. Quando si rende conto che nel mondo sembra non esserci posto per lei, decide di andare nel luogo che identifica come la patria dei reietti e dei mostri: la città sotterranea e multiculturale di Skullport.
Solo che per arrivarci dovrà affrontare numerose sfide che potrebbero affinare le sue abilità e rafforzare il suo carattere, ma potrebbero anche distruggere il suo spirito. Sulla sua strada incontrerà un riottoso compagno di avventure, un elfo scuro con un attaccamento morboso verso la città sotterranea.
Riuscirà la giovane dhampir a superare le sue prove, e soprattutto a dimostrare al suo nuovo compagno che è abbastanza forte per sopravvivere in una città di criminali? Riuscirà lui a mantenere la distanza che vorrebbe mantenere?
.
Spoiler: niente romance. La differenza di età la renderebbe una cosa creepy.
Nota: come al solito sono tutti personaggi originali, tendenzialmente la storia non tratta di personaggi famosi dei Forgotten Realms, anche se può capitare che vengano citati o che compaiano a spot in un capitolo o due.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1363 DR: Non avere una casa, ma tornarci comunque


Lizy e Daren rimasero a Skullport per quella che poteva essere la loro ultima notte di sonno in due letti veri, prima di tornare ad avventurarsi nel dungeon, ognuno per la sua strada.
Il mattino dopo, di buon’ora, tornarono alla sede della compagnia mercantile in cui c’era una botola che portava direttamente al livello delle fattorie, dove vivevano i desmodu e molti altri servi che coltivavano e raccoglievano il cibo.
“Non credo che ti permetteranno di salire per questa via insieme a Dee Dee” notò l’aranea, mentre precedeva il drow nella discesa quasi verticale.
“Non importa, faremo il giro lungo.” Anticipò lui, riferendosi alla strada che avevano percorso il giorno prima; arrivando da Ch’Chitl ad un certo punto il gruppo si era separato ad un bivio; Lizy e Daren avevano deciso di proseguire verso il terzo livello dell’Undermountain, mentre i desmodu avevano preso la galleria in leggera discesa che portava al quarto livello. “Non le farà male, esplorare un po’ il vero Buio Profondo.”
Arrivarono ad un punto di quel camino naturale in cui il cunicolo si allargava un pochino e si piegava in una discesa più dolce, quasi orizzontale. Era un breve tratto, ma permetteva di riposarsi un poco.
“Perché lei?” Chiese Lizy di punto in bianco. Dalla sera prima era rosa dalla curiosità.
“Perché, chi? Cosa?” Il drow la raggiunse su quel piccolo spiazzo e le rivolse un’occhiata perplessa.
“Parlo della dhampir. Perché viaggi con lei? Chi te lo fa fare? Mi dai l’impressione di essere un solitario, insomma, non fai parte di quel… gruppo… dei tuoi concittadini, poi mi hai detto che uccidi ma non per conto di qualcuno, non hai mai fatto menzione di avere né amici, né partner di lavoro, né un gruppo a cui fare riferimento… e per carità, sono affari tuoi e rispetto la tua indipendenza, ma quindi perché lei?”
“Questi invece sono affari tuoi?”
“Hai minacciato la mia vita se avessi parlato a qualcuno di lei, quindi scusa se mi sento coinvolta.” Ribattè Lizy, offesa.
Daren scrollò le spalle, approfittandone per far riposare un po’ le braccia.
“Le sto insegnando a sopravvivere, quindi per il momento è sotto la mia responsabilità.”
“E perché?”
“Che piattola. Perché me lo ha chiesto, se proprio vuoi saperlo.”
Lizy non riuscì a nascondere un’espressione sorpresa e un po’ delusa.
“Ah. Tutto qui? Te lo ha chiesto. Mi immaginavo qualcosa di più… grosso.” Tentò, agitando una mano nell’aria.
Il drow inarcò un sopracciglio.
Lizy ci riprovò, rifiutando di fare la figura della stupida: “Sai, come… che foste accomunati da un segreto terribile, o che doveste collaborare per una missione segreta, o che almeno c’entrasse un patto con una creatura sovrannaturale.”
Daren mantenne l’espressione perplessa e rincarò con uno sguardo che esprimeva pietà.
“E secondo te, una qualunque di queste cose è più inusuale di un’avventuriera che chiede a qualcuno di insegnarle a fare l’avventuriera?”
Lizy fece per rispondere, ma scoprì di non avere una risposta. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, considerando l’obiezione dell’elfo scuro.
Sembrava una sciocchezza, una cosa da niente, ma in effetti non aveva mai visto o sentito di un avventuriero che chiedesse a qualcuno di insegnargli qualcosa.
“Per la miseria.” Bisbigliò alla fine. “Dove l’hai presa? Ne voglio una anch’io.”
Daren rise brevemente. “Non dirlo, è una rottura di scatole!”
“Non lo pensi davvero. Uno che se ne sta sempre per conto suo, si fa carico di qualcun altro? Si vede che è un balsamo per il tuo ego.”
Daren sospirò e le rivolse un ghignetto strafottente. “Pensala come vuoi. Certo, il drow è così pieno di sé che se potesse scopare con uno specchio lo farebbe. A me sta bene se lo pensi. Non posso nemmeno negarlo.” Continuò, con un sorriso che sapeva di resa. “Ma io non voglio appartenere ad un gruppo né uccidere su commissione perché le mie azioni sono una mia responsabilità, non di qualcun altro. Non deve valere necessariamente in entrambi i sensi, ti pare?”
Lizy riprese la discesa, pensando in silenzio a quello scambio di battute. Certo, non doveva necessariamente funzionare in entrambi i sensi, ma di solito era così. Nessuno a cui affibbiare la responsabilità, ma anche nessuno di cui prendersi carico. Alla fine della discesa, quando toccarono terra al quarto livello, si decise a fare al drow quella domanda che le premeva in testa da un po’:
“Sul serio, faresti sesso con uno specchio?”
“È solo un modo di dire, iblith.” Rispose secco, rivolgendole un insulto che in lingua drow significava escremento, ma anche persona non-drow.
Certo che farei metaforicamente sesso con uno specchio. Pensò il drow, mantenendo i tratti del viso impassibili e rilassati. Ma sarebbe una cosa senza sentimento.

Dee Dee aveva raccolto tutti i suoi averi, ma non aveva uno zaino in cui metterli. Quindi aveva fatto un fagotto e aveva legato il tutto con le stringhe che usava per tenere i suoi vecchi stivali aderenti alle gambe. Quegli stivali ormai erano da buttare, dopo settimane nell’Undermountain e fin troppo spesso anche nelle fogne. Avevano camminato su troppe melme e trappole e avevano fatto troppi bagni nell’acqua putrida, per essere ancora utilizzabili. Però aveva tenuto le stringhe, perché una delle prime cose che aveva imparato era che un’avventuriera non possiede mai abbastanza cordame. Che fosse per diminuire la circolazione sanguigna in un arto ferito, per una riparazione di fortuna allo zaino o alla tenda, o per strangolare qualcuno, le fascette di cuoio o di tessuto resistente erano una manna dal cielo.
'Non puoi fare sempre conto sulla tua capacità sovrannaturale di guarire rapidamente,' le aveva detto Daren all’inizio del suo addestramento, 'un giorno potresti perdere questa caratteristica, o potresti viaggiare insieme a una persona normale che non guarisce da sola per magia. Impara come funziona il corpo delle creature come elfi o umani: una volta che sai come funziona, lo puoi aggiustare o lo puoi rompere.'
Dee Dee aveva fatto tesoro di queste informazioni, perché su una cosa era sostanzialmente d’accordo con lui: rompere un corpo è molto facile, ma aggiustarlo, quella è una vera sfida.
Aveva deciso di tenere anche i suoi vecchi vestiti, più o meno per lo stesso motivo: una volta lavati con cura potevano diventare delle buone bende di recupero. Non tutti possono permettersi il lusso di avere un kit con gli strumenti giusti per il primo soccorso. Dee Dee non aveva molti soldi suoi, e comunque non aveva un posto dove spenderli.
Quindi ora se ne stava lì, con il suo fagotto di vecchi vestiti e con i pochi altri averi che possedeva, seduta su una stalagmite in compagnia di Tuyy. Aspettava che il drow tornasse a prenderla, ma non si sarebbe stupita poi molto se lui avesse deciso di non farsi vedere. Certo, avevano un accordo, ma lui avrebbe potuto scegliere di disattenderlo oppure avrebbe potuto lanciarle una sfida costringendola a cercare di tornare da sola al primo livello del Dungeon. Francamente, Dee Dee non si sentiva in grado di affrontare una simile prova da sola, non credeva di essere pronta. Se il suo compagno d'avventura aveva deciso diversamente, un po' questo la lusingava, ma soprattutto la terrorizzava.
Per fortuna, il drow non aveva simili aspettative su di lei. Quando ormai la dhampir credeva di essere stata piantata in asso, cominciò a sentire delle voci in lontananza; voci che le sembrava di conoscere.

“Ma tu non hai capito assolutamente nulla della vita. Qualsiasi cosa è più buona se la friggi.” Stava dicendo una voce femminile e un po’ acuta.
“È questo il problema: una volta che una cosa è fritta, non sai se in origine fosse buona, marcia, o addirittura velenosa. La pastella è la polvere luccicante del cibo.” Rispose la voce maschile.
“No, non puoi paragonare una vile sostanza magica che crea illusioni, con una diretta emanazione dei Piani Celesti come la pastella per friggere.”
Le voci arrivavano attutite e distorte, ma Dee Dee era certa che venissero dalla galleria che portava al fiume.
“Ecco, adesso mi è venuta fame.” Continuò la donna.
“Cosa parlo a fare con te, ho capito che voi aranea mangiate qualsiasi porcheria, anche i goblin morti.”
“Beh? Beh? Tu non mangi cose morte?”
“Sì, ma non cose morte da due settimane! E smetti di parlare di mangiare creature senzienti, che siamo arrivati e spaventi la gente.”
“Ah, io spavento la gente.”
Dee Dee resistette all’impulso di andare incontro ai due, ma si sporse il più possibile per cercare di guardare nella direzione da cui sarebbero arrivati. Tuyy mosse le orecchie, certamente li aveva sentiti, ma non fece commenti.
Poi apparvero, svoltando da dietro un angolo. La caverna si apriva all’improvviso in quel punto, e i due si trovarono nell’accampamento desmodu quasi senza accorgersene.
“Ah, ecco.” Commentò il drow, guardandosi intorno. “Bene allora… arrivederci e speriamo di incontrarci il meno possibile, guardiana della porta inferiore.”
Lizy annuì, senza mostrare troppo dispiacere per quel commiato. “Spero di non vederti più sconfinare qui, guardiano della porta superiore.” Gli fece eco, poi si diresse a passo sicuro verso gli anziani della tribù che si stavano avvicinando.
Daren la guardò allontanarsi per un momento, fece un cenno di saluto agli anziani, poi sondò la caverna con lo sguardo per cercare Dee Dee.

La dhampir fece un cenno con la mano e scese dalla stalagmite. Daren si avvicinò a lei e a Tuyy, senza nascondere la sua sorpresa.
“Ehi. Che fai qui? Pensavo fossi tornato dalla tua tribù.”
“Tuyy aspetta guardiano per dire cose. Intanto Tuyy dice a cucciolo come missione con teste-tentacoli. Missione bene, Tuyy pensa.”
“Sì. Bene… diciamo che non poteva andare meglio di così, ma non significa che sia andata bene.” Il drow non riuscì a contenere un moto di pessimismo.
“Anche Tuyy pensa. Mezza tribù morta. Ma questo prima. Missione andata meglio di come era se non facevamo.”
“E che discorso è…” sibilò Daren, il suo modo per dire e grazie al cazzo, “...qualsiasi cosa è meglio che non fare niente.”
“Poteva che Tuyy e guardiani moriva, e tribù restava in schiava di mostri. Questo peggio.”
Daren sbuffò e scrollò le spalle. “Sì, boh, hai ragione.” Ma vivere senza provare sarebbe davvero stato meglio?, pensò, ma non lo disse. Di sicuro Tuyy la pensava allo stesso modo. “E tu, Dee Dee? Vedo che sei sopravvissuta.”
La ragazza sbattè le palpebre un paio di volte, senza capire.
“Beh, ma certo, che pericoli c’erano qui? Ovvio che fono fopravviffuta.”
Daren annuì, accettando quella spiegazione, anche se non esisteva un luogo completamente sicuro nel Buio Profondo. Se lei percepiva quel luogo come privo di pericoli, o era molto ingenua oppure aveva imparato ad affrontare certe minacce e ormai le riteneva alla sua portata.
Questo si scoprirà col tempo, si disse l’elfo scuro, al momento non c’è fretta.

I tre camminarono in silenzio fino al villaggio un tempo devastato della tribù di Tuyy. Gli schiavi liberati si erano rimpadroniti della loro casa solo il giorno prima, ma da allora si erano dati da fare per liberare la zona dai cadaveri secondo le loro tradizioni funerarie (disporre i corpi in un’altra grotta per concimare i funghi) e ora stavano iniziando a ripulire la caverna dalle infestazioni animali e ad effettuare le prime riparazioni.
“Allora addio, Tuyy.” Lo salutò Dee Dee, porgendogli una mano. Il desmodu non comprese il gesto.
“Tu stai bene anche domani, cucciolo.” Gli rispose invece. Era il modo in cui il suo popolo salutava qualcuno al momento del commiato.
“Io ti devo ancora un favore.” Disse il drow, rivolgendosi al grosso desmodu nella lingua che solo loro parlavano, il celestiale. “Hai insistito tu per riportarmi indietro, giusto?”
“Volevo una missione senza perdite.” Rispose il guerriero, giocherellando con la notbora. “Non mi devi nulla, come io non devo nulla a te per aver organizzato la cosa, guardiano. Ognuno ha fatto il suo lavoro.”
Daren annuì, accettando la sua logica. Era un modo di pensare molto duro e privo di fronzoli, ma lo capiva.
“Allora addio.” Gli disse in sottocomune.
“Tu stai bene anche domani, nemico, ma Tuyy spera non vede più nemici in caverne di desmodu.” Fu l’onesta risposta. “Cosa mette paura a desmodu non-guerrieri.”
E vorrei ben vedere. Si disse Daren, nel rimettersi in cammino con Dee Dee. Poteva sentire gli sguardi dei desmodu sulle loro spalle, mentre seguivano con discrezione la loro uscita di scena. Ah, dov’è uno specchio quando ne ho bisogno…

Daren guidò la sua inesperta compagna di viaggio lungo i cunicoli del Buio Profondo, facendo un largo giro che permise loro di tornare al primo livello del dungeon. Ci vollero quasi due giorni, ma alla fine sbucarono da un camino verticale che si apriva in una immensa grotta abitata da pipistrelli giganti.
“Altri defmodu?” Domandò la ragazza, guardandoli volare in lontananza.
“No, quelli non sono i pipistrelli dei desmodu.” Rispose lui. Era la prima volta che parlavano da quando erano partiti, perché muoversi nei cunicoli naturali del Buio Profondo aveva messo in soggezione la dhampir. “Sono pipistrelli giganti che vivono qui. Dobbiamo scalare le pareti di questa grotta, lassù…” indicò un punto in lontananza e probabilmente a mezza altezza verso la volta della grotta “c’è una porta che conduce nuovamente nel dungeon. Non sarà difficile trovarla, è una porta costruita da nani, quindi è ben salda e visibile.”
“E i pipiftrelli?”
“Ah, cercheranno di mangiarci. Ma non vorrei ucciderli, fungono da cuscinetto fra le creature dell’Undermountain e il mondo là sopra.”
Si fecero strada nella gigantesca grotta, camminando lentamente a causa del terreno accidentato e irregolare. Il colore dei loro mantelli ricordava quello della roccia sotto di loro e stando accucciati potevano assomigliare a delle rocce, quindi muovendosi piano e in silenzio i pipistrelli non si sarebbero accorti di loro.
Impiegarono più di un’ora per attraversare la caverna in questo modo, ma alla fine giunsero alla parete sul lato nord-ovest.
“Ora scaliamo.” Sussurrò Daren.
Dee Dee era pronta: aveva passato le precedenti settimane ad allenarsi nelle arrampicate.

Dopo diversi minuti finalmente arrivarono in cima, senza problemi e senza aver fatto rumore, ma ovviamente la dhampir non ricevette una parola di complimento per i suoi sforzi.
Il drow scassinò la porta che li avrebbe ricondotti nel dungeon vero e proprio, poi si fece da parte indicando a Dee Dee di precederlo pure, con un ampio gesto del braccio.
“Ma io non fo dove fiamo.” Ribattè lei, spiazzata.
“Vero, ma voglio vederti provare. Non sarebbe male se tu imparassi ad orientarti, non puoi camminare sempre in luoghi che hai già visto una volta.”
Dee Dee gemette. “Ma quante cofe devo imparare?”
La risposta del drow fu secca e frustrante, ma era proprio quella che Dee Dee si aspettava: “Tutte.”

Fu presto chiaro che Dee Dee non era particolarmente brava ad orientarsi. Non che ci si potesse aspettare molto, visto che non era mai stata in quella zona del dungeon. Daren la portò in un corridoio non molto distante, poi disse con aria risolutiva: “Qui ci sei già stata, è vicino a dove hai abbattuto quell’ogre” e attese con pazienza che lei rimettesse insieme le sue memorie.
“Ma è ftato più di un mefe fa!”
“E allora? Le informazioni importanti hanno una scadenza?”
Dee Dee sospirò, e si rimise a cercare la strada.

Dopo un’ora il drow si arrese e la riportò alla stanza con il golem di carne draconica, dove avevano montato il campo.
“Eccoci qui. Spero che stavolta tu abbia memorizzato dei punti di riferimento.”
Lei annuì. In teoria sapeva come fare, ed in una caverna naturale ci sarebbe riuscita meglio, ma quei corridoi artificiali le sembravano tutti identici e le confondevano la mente.
Controllarono il loro accampamento, ma le loro cose non erano state toccate, nemmeno le provviste. La presenza del drolem sembrava essere un forte disincentivo, perfino per gli insetti spazzini.
“Allora, adeffo mi racconti com'è andata la miffione per recuperare i defmodu?” Chiese la ragazza con entusiasmo, dopo che ebbero sistemato le loro cose.
“Ma come, Tuyy non ti ha già detto tutto?”
“Fí ma… a modo fuo. Cofe come Nemico detto nemici tefte-tentacoli che loro doveva lafhiare compagni, perché fe no nemici dava difegni ad altri nemici e nemici attacca villaggio di nemici tefte-tentacoli. Non poffo dire di averci capito un’acca.” Daren diede un colpo di tosse che assomigliava sospettosamente a una risatina.
“Bello. Sarebbe divertente se fosse un bardo.”
“Però mi ha detto che fei fvenuto. Non mi ha detto perché. Mi fembra che tu ftia bene ora, però… ftai bene?”
Il drow rimase un po’ scioccato a questa domanda.
“Perché me lo chiedi?”
“Perché non dovrei? Fei un mio alleato, almeno finché non cambierai idea.”
Sei la prima che me lo chiede, pensò, e invece disse: “Sì, sto benissimo. Forse era un effetto collaterale della maledizione dell’illithid.”
Non posso fare conto su di lei. Non so se sia abbastanza forte.
“Quale maledizione?”
“Che, Tuyy non ti ha raccontato proprio niente?!”
Daren passó la successiva mezz'ora a raccontarle tutto, ma tacque sulla faccenda dei gloura.
Non so se sia abbastanza forte, ma è troppo presto per scoprirlo. Pensò, ripetendosi quello che aveva già detto a Lizy. Non si fida ancora abbastanza di me.

******************************** Fine...? ********************************



Nota dell'autrice: Sì, è la fine. Non della loro avventura, ma di questa storia. Sto scrivendo i successivi capitoli. Ho scelto di fare così per due motivi:
1) Le storie troppo lunghe, e non concluse, possono spaventare il lettore;
2) Intercorre un lasso di alcuni mesi fra questa storia e l'inizio della prossima. Se Daren o Dee Dee decidessero di raccontarmi cosa hanno fatto in quei mesi, sarebbe più facile aggiungere nuove oneshot o storie brevi fra queste due storie piuttosto che inserire retroattivamente capitoli in una storia lunghissima.

Spero che voi affezionati lettori e affezionate lettrici continuiate a seguirmi. Grazie per la vostra attenzione.

           

   
 
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