Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Il corsaro nero    23/04/2018    1 recensioni
In ogni fiaba si sa già il destino dei personaggi.
I buoni vivono per sempre felici e contenti mentre i cattivi muoiono.
Non ci si può fare niente.
Non si può sperare di cambiarlo... o forse no...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Tarble, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 28: IL MATRIMONIO DI TRUNKS


Lo vedi?” “No, non ancora.”

Vegeta e Tarble se ne stavano vicino alla strada, controllando chi parcheggiava davanti alla chiesa e chi usciva dalle macchine.

Non riesco a capire perché tarda così tanto... manca mezz'ora all'inizio della cerimonia...” disse, agitato, Tarble e Vegeta gli rispose: “Vedrai che arriverà... o almeno lo spero...” “Deve arrivare, me l'ha promesso!” “Che state facendo, voi due?” domandò una voce alle loro spalle.

I due sbiancarono e si voltarono.

Echalotte, vestita in maniera impeccabile, li guardava, appoggiata ad una parete e con le braccia incrociate, in completo silenzio.

Ma niente, mamma... aspettavamo l'arrivo di Mai...” balbettò Tarble ma la donna, avvicinandosi a loro, disse: “Non crediate che caschi alle vostre bugie da strapazzo... lo so che mi state nascondendo qualcosa, lo sento!” “Ecco, diciamo che dovrebbe arrivare una sorpresa per te, mamma... solo che la macchina con la sorpresa non è ancora arrivata.” le disse Vegeta e la donna si limitò a lanciargli una lunga occhiata poco convinta.

Era da giorni che aveva come la sensazione che i suoi familiari le stessero nascondendo qualcosa...

Tutto era cominciato durante i preparativi per il matrimonio di suo nipote... le era sembrato che Bulma e Trunks fossero sempre un po' nervosi quando parlavano con lei, come se temessero qualcosa...

In più, si domandava con chi passasse il tempo sua nipote Bra...

Una settimana fa, Bulma le aveva detto che quel pomeriggio sarebbe andata assieme a Trunks e a Mai, a comprare gli addobbi floreali mentre la piccola Bra sarebbe rimasta a casa con suo padre.

Così, aveva pensato che poteva essere l'occasione migliore per andare a comprare il regalo di nozze ma quando si era recata al centro commerciale aveva visto, con incredulità, suo figlio che faceva la spesa e non c'era alcuna traccia di Bra.

Aveva capito che c'era qualcosa di strano in tutta quella storia ma aveva deciso di far finta di niente e comportarsi come al solito.

Prima o poi, qualcuno avrebbe fatto un passo falso e scoperto tutto.

In più, era da giorni che si sentiva strana...

Aveva come la sensazione che stesse per succedere qualcosa...

Qualcosa che avrebbe cambiato tutto...

Echalotte guardò per un attimo i figli, poi disse: “Va bene, farò finta di credervi, per stavolta. La voglio proprio vedere la sorpresa... comunque, Vegeta, Bra sta parlando con un bambino suo coetaneo.” “COSA?!” urlò Vegeta, dirigendosi come una furia alla ricerca della figlia, mentre Tarble lo seguiva, preoccupato, dicendogli: “Vegeta, ti prego, calmati! Non fare così!”

Era meglio se lo fermava alla svelta altrimenti quel giorno, invece di un matrimonio, si sarebbe celebrato un funerale!

Finalmente, Vegeta individuò sua figlia che stava parlando con un altro bambino della sua età.

L'uomo si accorse che era Yamcha, il figlio dell'ex di sua moglie, morto tre anni prima a causa di un idiota ubriaco che l'aveva investito.

In ogni caso, quel moccioso, se voleva campare doveva stare alla larga da sua figlia!

Ti prego, Vegeta, non farlo! Sono solo dei bambini...” lo pregò Tarble, prendendolo per il braccio, ma Vegeta ribatté: “Fra qualche anno saranno grandi!” “Andiamo, non fare così...”

Nel frattempo, la piccola Bra stava parlando tranquillamente col bambino.

Quando lei e la sua famiglia andavano a trovare Yamcha e sua madre cercava sempre di giocare con lui ma, purtroppo, era troppo timido nei confronti delle bambine.

Forse, se si fosse lasciato un po' andare...

Ad un tratto, sentì degli strani rumori provenire dietro di lei.

Si girò e vide suo padre trattenuto a fatica da suo zio.

Evidentemente, non gli piaceva molto che parlasse con Yamcha...

Si girò per continuare il discorso ma si accorse che il bambino era sparito.

Succedeva sempre così, alla sua prima distrazione, scappava a gambe levate e si nascondeva nei luoghi più impensabili.

Una volta che era andata, assieme alla sua famiglia, a una festa a casa di quel vecchio con gli occhiali da sole che lasciava sempre in giro strane riviste di donne che erano nude ma che, stranamente, non stavano facendo il bagno, perché lo facessero, poi, non riusciva proprio a capirlo, lei quand'era nuda prima di farsi il bagno sentiva freddo e non capiva come quelle donne potessero sopportarlo, misteri dei grandi, e Yamcha si era nascosto nel posto doveva vivevano le tartarughe del vecchio sporcaccione, come lo chiamava la mamma, un altro assoluto mistero, perché quell'uomo sporco non lo era affatto.

Comunque, si mise tranquillamente alla ricerca di Yamcha.

Adorava giocare a nascondino, e grazie alle lunghe ore trascorre a cercarlo nei nascondigli più impensabili, era diventata una vera campionessa a trovare i vari bambini nascosti.

Mentre camminava, si avvicinò al parco dove Pan, col suo vestitino da festa, stava giocando a rincorrersi con un gruppo di bambini.

Bra restò senza parole.

La parte bassa del vestito era tutta sporca di terra, Pan, come al solito, non ci era stata affatto attenta.

Lei, invece, aveva ancora il suo bel vestitino pulito, non solo perché era il matrimonio del suo fratellone e ci teneva a fare bella figura, ma perché il solo pensiero di rovinare il suo bel vestito la faceva rabbrividire.

Peccato che alla sua amica non importasse affatto...

Sarebbe stata, di sicuro, una delle bambine più carine dell'asilo se non avesse avuto comportamenti così maschiacci...

Ehi, Bra! Perché non vieni a giocare con noi?” la chiamò Pan ma Bra, per niente intenzionata a sporcarsi, disse: “No, grazie...” “Potresti fare la principessa prigioniera dietro allo steccato che ci incita a combattere per salvarti.” le propose l'amica, avendo capito che l'amica non voleva sporcarsi il vestito, e la bimba immediatamente accettò.

Avanti, uomini! Dobbiamo superare i tremendi pericoli di questo parco per poter salvare la nostra principessa!” l'incitò Pan e gli altri bambini la seguirono divertiti.

Il gruppo conquistò il castello dello scivolo, poi affrontarono l'enigma dell'altalena e altri giochi.

I bambini che ci davano dentro col gioco erano Pan, ovviamente, e un bambino biondo e gli occhi azzurri che Bra non aveva mai visto prima.

Finalmente, Pan e il gruppo arrivarono allo steccato e Pan, dopo aver combattuto con un terribile guerriero invisibile, si avvicinò a Bra e le disse: “Siete salva, mia principessa. Premiate l'uomo più coraggioso.”

Bra diede un'occhiata al gruppo di bambini e, ad un tratto, si accorse che dietro alla castello si vedeva un'ombra.

Sorridendo, fece un segno a Pan di avvicinarsi e le sussurrò qualcosa nell'orecchio.

Pan, ridacchiando, si diresse in punta di piedi vicino al castello e, una volta lì, gridò: “BU!” “AAAHHH!!!” fece una voce, terrorizzata.

Un bambino con i capelli neri uscì terrorizzato dal suo nascondiglio.

Bra ridacchiò divertita.

Ecco dove si era cacciato Yamcha...

Ehi, Yamcha, perché non vieni a giocare anche tu?” lo chiamò la bambina con i capelli turchini e il bambino, imbarazzato, balbettò: “M-ma io... io...” “Su, non fare il timido. C'è posto per tutti.” gli disse, allegramente, Pan e una voce dietro di lei disse: “Quindi c'è posto anche per me?”

Pan alzò la testa e, sorridendo, riconobbe il suo amato nonnino, col suo solito sorriso sulle labbra, anche se era vestito in maniera molto elegante, cosa che, tra parentesi, gli stava proprio male, come a lei stava male indossare il vestito pieno di fiocchi e trine che la nonna le aveva fatto indossare per l'occasione.

Certo, nonnino.” affermò la bambina e Goku con un grosso sorriso sulle labbra, raggiunse la nipote e i suoi compagni, gridando: “Aspettami, Peter Pan! Arrivo!”

Il gruppo continuò a giocare tranquillo finché un'acuta voce femminile, non urlò: “GOKU!!!!”

L'uomo e la nipote si voltarono e videro una signora vestita elegantemente e con i capelli neri raccolti, raggiungerli furente.

Ehm... cosa c'è, Chichi?” domandò, preoccupato, Goku e la donna, adirata, gli disse: “Guarda come siete conciati tu e Pan! Vi sembra il modo di presentarvi per un matrimonio?!” “Mi dispiace, Chichi... ma a me e a Pan non piace vestirci in maniera così elegante...” tentò di giustificarti l'uomo, continuando a spostare la cravatta.

La moglie se ne accorse e urlò: “Cosa diavolo fai con quella cravatta?!” “Mi da' fastidio...” “Piantala con queste assurdità! Fila subito in chiesa che la sposa è già arrivata! Inoltre, smettila di chiamare Pan con un nome tanto assurdo!” “Vuoi dire Peter Pan? Ma a lei piace...” “E' una signorina! Non puoi chiamare una signorina con un nome da maschio...!”

Mentre i due continuavano a parlare, Bra si ricordò che doveva correre subito in chiesa, dato che era la damigella.

Mentre l'amica correva in chiesa seguita da Yamcha, Pan salutò i suoi nuovi amici.

Il bambino biondo si avvicinò a lei e le domandò: “Tornerai ancora qui? E' bello giocare con te, Peter Pan.” “Grazie, lo farò senz'altro.” “Io vengo qui a giocare tutte le domeniche.” “Allora lo farò anch'io... come ti chiami?” “Bish. Chiamami Bish.” si presentò il bambino e, mentre la nonna la prendeva per una mano per condurla in chiesa, gli promise: “Domenica prossima ci sarò, Bish. Così finiremo la nostra avventura!”


Silenzio.

Il parco era immerso nel più grande silenzio.

L'uomo si camminava in completo silenzio, circondato da tanta neve bianca.

Si sedette su una panchina e cominciò a riflettere.

Come doveva comportarsi con Echalotte?

Non poteva mica raggiungerla come se niente fosse e dire: “Tesoro, sono a casa.”

Doveva trovare un modo...

Presentarsi davanti a tutti era imbarazzante, e poi, ormai, il matrimonio era finito... forse, avrebbe dovuto recarsi a casa sua...

Però, in ogni caso, cosa doveva dirle?

Come doveva presentarsi dopo essersene andato così su due piedi?

Era così terribilmente confuso...


VIVA GLI SPOSI!!” “CONGRATULAZIONI!!”

Le urla di gioia si sentivano dappertutto.

Trunks e Mai si muovevano felici e sereni, tra la gioia e il riso che i loro amici li lanciavano.

Erano innamorati pazzi l'uno dell'altra e fra qualche mese sarebbe nato il loro bambino...

Bra guardava con gioia i due novelli sposi.

Era così felice che il fratellone e la sorellona si fossero sposati... e presto si sarebbe occupata del loro bambino come una sorella maggiore.

Il mazzo che la sorellona teneva tra le braccia era bellissimo, pieno zeppo di splendidi gigli bianchi, suo nonno le aveva raccontato che il giglio rappresentava la purezza e la nobiltà d'animo, nato da una goccia di latte caduta da Giunone, moglie di Giove, il dio romano che comandava su tutti, mentre allattava il piccolo Ercole, emblema di perfetta purezza e candore ma anche segno di nobiltà d'animo e fierezza, proprio come la sua sorellona.

Inoltre, il giglio faceva diventare ogni donna, soprattutto le spose, delle regine.

Ad un tratto, Mai lo lanciò.

Bra rimase senza parole.

Ma perché lo lanciava?! Era così bello... lei, quando si sarebbe sposata, non l'avrebbe mai fatto...

Il mazzo per un po', poi due mani delicate lo presero al volo.

Valese guardò con stupore quel mazzo.

Lei non aveva alcuna intenzione di prenderlo.

Non voleva certo farsi notare in quel matrimonio... non ce non le piacessero, anzi.

Era venuta alla celebrazione solo perché Goten aveva tanto insistito, dicendole di volerle farle conoscere i suoi amici.

Semplicemente, il mazzo le era proprio arrivato davanti e lei, per istinto, aveva allungato le mani.

Arrossì imbarazzata, soprattutto quando Goku, il padre di Goten, un tipo simpatico ed esuberante, applaudì e disse: “Caspita, i miei complimenti! Ottima presa!” “G-grazie...” sussurrò Valese, cercando di nascondersi dietro al mazzo.

Bulma, la madre di Trunks, il migliore amico di Goten e lo sposo, un tipo molto pepe, disse: “Ma allora sei tu la prossima che si sposa. Congratulazioni.” “B-beh...” “Se tu sei la sposa, scommetto che il sposo sarà Goten.”

Immediatamente, Goten e Valese divennero rossi come peperoni mentre Chichi, la madre di Goten, un tipo decisamente all'antica, urlò: “COOOOSA?!?!?!”

La donna si avvicinò alla giovane coppia, furente e avvisò, puntando il dito contro Goten: “Se speri che ti dia il permesso di sposarti, signorino, caschi male! E guai a te se scopro che voi due siete diventati troppo intimi!” “M-ma mamma... cosa dici?!” tentò di calmarla Goten ma Chichi non ne voleva sapere: “Mi ha sentita benissimo! Dovrai finire la scuola e trovarti un lavoro decente, prima che ti conceda il matrimonio!” “Suvvia...” “Niente suvvia, Goten! E se scopro che avete passato la notte insieme...”

Alla fine, fu Bulma, tra mille difficoltà, a convincerla a calmarsi, anche perché il pranzo era pronto.

Come al solito, Goku, Vegeta, Trunks, Goten e i loro relativi parenti razzolarono tutto quello che c'era in pochi minuti, tra lo sgomento generale degli altri invitati.

Una volta che ebbero tutti finito, Bulma si voltò verso Vegeta e lo vide guardare fuori dalla finestra con ansia.

Sapeva già cosa stava cercando: sperava di vedere suo padre che voleva dire la verità a sua madre sul suo abbandono...

Lo prese per una mano e sussurrò: “Vedrai che arriverà...” “Ormai è inutile, Bulma... per un attimo... mi sono illuso che lui arrivasse...” fu la risposta del marito.

Bulma rimase in silenzio un attimo, poi prese la sua borsa e la mise sul tavolo.

Cosa succede, Bulma?” le domandò Goku, mentre mangiava una coscia di pollo, con Chichi, imbarazzata, che gli diceva: “Goku, non si parla con la bocca piena!”

Bulma aprì la borsa e mostrò a tutti le sette sfere che aveva raccolto.

Ho trovato questa leggenda su internet un po' di tempo fa...” cominciò a raccontare la donna “Si riuniscono sette sfere e poi si esprime, mentalmente, un desiderio. Il desiderio espresso da più persone si avverrà.” “Urca, che storia incredibile! Facciamolo!” “Goku...” “Andiamo, Chichi. Sarà interessante. E, poi, pensa se magari apparisse un genio.” “Perché non ci metti un drago, già che ci sei?” fu la domanda di Vegeta.

Bulma tolse le sfere dalla borsa e le mise al centro del tavolo.

Tutti si avvicinarono e pensarono al proprio desiderio.

Ma vi fu un desiderio in comune per alcune persone.

Che due cuori innamorati e distanti, potessero ritrovarsi.


L'uomo continuava a girare in tondo per il parco.

Forse, aveva trovato il modo per potersi ripresentare a sua moglie.

Si sarebbe recato a casa loro, ad aspettarla per la fine della cerimonia.

Già immaginava che Echalotte gli avrebbe fatto una scenata, ma avrebbe aspettato davanti alla porta di casa finché lei non l'avrebbe ascoltato, anche per tutta la notte se fosse stato necessario!

Echalotte, da come ricordava lui, era fatta così: faceva sempre la dura ma, in fondo al cuore, era dolce e sensibile.

Sperò solo che il suo abbandono non l'avesse cambiata...

Si appoggiò ad una quercia e si mise a guardare il parco deserto e innevato.

Dopotutto, col freddo che c'era, la maggior parte delle famiglie preferiva starsene al calduccio in casa propria, infischiandosene del fatto che proprio quell'aria fredda faceva bene alla salute.

Solo lui ed Echalotte lo sapevano...


La donna dai capelli neri spingeva senza alcun problema la carrozzina dove c'era un bambino di soli sette mesi.

La giovane donna si girò verso il marito, che procedeva con passo lento e seccato, e gli urlò: “Beh, ti muovi? Guarda che ti lasciamo indietro.” “Bah...” fu la risposta dell'uomo, anche se, di nascosto, accelerò il passo, in quanto sapeva che Echalotte non scherzava affatto.

La donna si voltò verso di lui e disse, ridacchiando: “Se penso che sette mesi fa non portavi la barba...” “E che dovevo fare? Quel moccioso mi assomiglia come una goccia d'acqua! Anche se abbiamo il colore dei capelli diversi, dovevamo differenziarci subito! Non ho alcuna intenzione di essere scambiato per lui quando diventerà grande!”

Echalotte fece fatica a trattenere una risata mentre, al contrario, Vegeta guardava da un'altra parte, imbarazzato.

Comunque...” continuò la donna “La barba ti sta bene, anche se così sembri molto più vecchio...” “Molto spiritosa, Echalotte. Davvero molto spiritosa.” fu la risposta del marito, mentre diventava rosso come un peperone.

Echalotte continuò a ridere, finché non si sentì la voce del bambino: “Mamma.” “Bravo Vegeta. Io sono la mamma e questo brontolone è papà.”

Il piccolo rimase in silenzio.

Che strano.” notò Echalotte “Mamma lo dice sempre ma papà no... mi domando perché...” “Ma secondo te so cosa passa nella mente dei marmocchi di sette mesi?”

I due continuarono a camminare in completo silenzio, finché, ad un tratto, Vegeta si sedette su una panchina e disse: “Io mi fermo qui. Tu va pure avanti.” “Come vuoi, Vegeta. Vorrai che noi due prenderemo molta più aria buona rispetto a noi.” “Pensa quello che vuoi. Io mi fermo.”

Echalotte ridacchiò divertita, poi, sempre spingendo la carrozzina, si allontanò.

Il vento gelido le accarezza i capelli e le guance ma a lei non dava per niente fastidio, anzi.

Era felice.

Il suo matrimonio con Vegeta stava andando alla grande e il loro piccolo Vegeta era un bel bambino sano, anche se un po' troppo vivace...

Madre e figlio continuarono a camminare per un po', finché non arrivarono davanti al lago del parco.

Ad un tratto vide una sagoma appoggiata ad una quercia davanti al lago.

Non le ci volle molto per riconoscere suo marito.

Anche se non ne aveva mezza voglia, li aveva preceduti.

Si avvicinò a lui e domandò: “Ma non avevi detto che ti fermavi?” “Ci ho ripensato. Se si fosse rotta una ruota della carrozzina ce l'avresti avuta a morte con me per l'eternità.” fu la risposta del marito.

Echalotte sorrise: sapeva che, in realtà, suo marito era preoccupato per lei e per il bambino solo che era troppo orgoglioso per ammetterlo.

Ehi...” disse ad un tratto “Che ne dici se un giorno dessimo un fratellino o una sorellina a Vegeta?” “Stai scherzando, vero?” le domandò, agitato, il marito, voltandosi a guardarla “Devo ancora abituarmi all'idea di essermi sposato e di aver avuto un figlio...” “Almeno ci penserai?” “Magari ci penserò...” le disse Vegeta, mentre in cuor suo pensava: ...O magari no...

Echalotte ridacchiò, divertita.

Suo marito faceva tanto il duro irascibile ma al suo primo ordine, esaudiva tutti i suoi desideri, anche quelli più assurdi.

Era solo questione di tempo... fra qualche anno, Vegeta avrebbe avuto un fratello o una sorella con cui giocare.

Si avvicinò al corpo di suo marito e rimasero immobili a guardare il lago.

Ad un tratto, la donna sentì delle lunghe dita accarezzarle dolcemente il corpo.

Anche se non si girava sapeva benissimo che era suo marito.

Chiuse gli occhi, facendosi cullare dal morbido tocco di Vegeta e dall'amore che provava per lui...


Mentre si faceva cullare dal dolce sapore dei ricordi, l'uomo sentì qualcosa toccargli il piede.

Guardò per terra e rimase stupito nel vedere una sfera arancione con incise quattro stelle.

Rimase incredulo nel riconoscere in quella palla la sfera portafortuna di Bardack.

L'aveva vista così tante volte quando si recava a casa sua ma non riusciva proprio a spiegarsi come mai si trovasse in quel posto.

Bardack ci era affezionato da sempre, era l'ultimo ricordo di suo padre, e non riusciva proprio a capire come diavolo facesse a trovarsi lì, in quanto Bardack avrebbe preferito di gran lunga crepare sotto atroci sofferenze che perdere quella sfera.

Si voltò per vedere se c'era qualcun altro nei paraggi, che gli spiegasse come era finita la sfera del suo migliore amico in quel parco innevato, e fu allora che la vide.

Il vento gelido le muoveva i capelli neri e il suo sguardo era incredulo e confuso.

Non si aspettava di certo che fosse lì, come non se l'aspettava lui.

Aveva passato tutta la mattina a pensare a come comportarsi se si fosse imbattuto in lei ma ora che era successo, non sapeva più come comportarsi.

Dopotutto, non si aspettava di certo di rivederla così, all'improvviso.

Si concentrò sul suo viso.

Nonostante fossero passati tanti anni dall'ultima volta che l'aveva vista, non era affatto cambiata.

Era rimasta giovane e bella come sempre.

Aveva troppa paura di muoversi, temendo che essa sparisse nel nulla...

Così, rimase immobile mentre il vento rumoroso muoveva a lui e a sua moglie i capelli.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Il corsaro nero