~~Il giorno seguente Ojiro era intenzionato ad affrontare nuovamente Shinsou. Il pensiero del loro incontro lo aveva tenuto sveglio tutta la notte. Per quanto tentasse di capirlo o giustificarlo non ci riusciva. Del resto lui si era solo presentato come una qualunque persona avrebbe fatto e gli aveva anche detto di averlo perdonato. Perché trattarlo in quel modo?
In classe non riuscì a seguire le lezioni come avrebbe dovuto: sbagliò a matematica, si ritrovò a pensare alla questione durante gli allenamenti, non prese appunti. Ovviamente il motivo era il suo orgoglio. Il comportamento di Shinsou lo aveva ferito profondamente: si era aperto con lui, gli aveva dato una nuova possibilità e l’ altro l’ aveva respinto nel modo più brutale ed offensivo.
Mentre pensava a tutto questo venne travolto dalle urla ultrasoniche di Present Mic.

< OOOOOH NOOOOO! OJIRO PAY ATTENTION PLEASEEEEEEEE! YEAH! >

Cadde a terra tramortito. Non fu di certo una delle migliori esperienze. Dopo quel rimprovero ritornò attento e la giornata proseguì normalmente. Tuttavia si accorse del brusio degli altri e non poteva che comprenderli. Lui non era tipo da fare simili figure e sicuramente avevano intuito che qualcosa non andava.
Ebbe la conferma dei suoi sospetti quando, suonata l’ ultima campanella , Hagakure venne da lui tutta agitata.

< Ojiro va tutto bene? >
< Grazie dell’ attenzione Hagakure, sono solo un po’ stanco: non ho dormito bene stanotte >
< Mi dispiace… allora corri subito a casa a riposarti. Ti passo gli appunti di oggi via mail, così recuperi quello che non sei riuscito a fare. Vedrai che domani andrà meglio >

La gentilezza dell’ amica lo lasciava sempre senza parole. Pur essendo una persona invisibile era impossibile che passasse inosservata. La sua vitalità e generosità le permettevano di risaltare in qualunque situazione. Promise che avrebbe fatto quanto gli aveva detto per rassicurarla e si diresse direttamente verso gli armadietti, senza fermarsi a parlare con nessuno. Una volta lì, si cambiò subito le scarpe e si nascose in un’ altra fila di armadietti da cui poteva vedere chi arrivava fino a quando i suoi compagni non se ne furono andati ed arrivarono gli studenti delle sezioni ordinarie.
Come l’ altro giorno Shinsou era accompagnato da alcuni ragazzi che lo invidiavano, questa volta per il suo potere.

< Pensaci: potresti fare letteralmente tutto quello che vuoi. Perché rimani qui se non riconoscono le tue capacità? >
< Già, fossi in te mi darei alla pazza gioia e realizzerei ogni mio sogno più sfrenato. >

Che discorsi stupidi. Quello era il genere di cose che non riusciva a tollerare. I quirk erano dei doni ed andavano usati per scopi nobili non per il mero interesse personale. Ojiro avrebbe voluto dirglielo in faccia, ma in quel momento aveva altri propositi in mente.

< Adesso mi avete stancato andatevene via. >

La voce glaciale di Shinsou fece calare il silenzio fra i pochi studenti rimasti. Molti, addirittura ,se la diedero a gambe temendo una rissa imminente.

< Che ti prende amico? Noi stavamo solo… >
< Ho detto andatevene! >

Le parole uscirono con un tono normale, ma con un enfasi superiore a quella che avrebbe avuto un urlo. I due ragazzi se ne andarono mormorando insulti verso Shinsou. Ojiro stesso rimase impressionato, ma non era quello il momento di stare fermi e quindi, approfittando del momento in cui l’ altro si cambiava le scarpe, saltò silenziosamente sopra gli armadietti dandosi la spinta con la coda. Vedeva perfettamente Shinsou e stava per proseguire quando all’ improvviso:

< Ieri hai fatto l’ amico e ora mi vuoi colpire alle spalle? >

Si era accorto di lui. Com’ era possibile? Non aveva fatto il minimo rumore. Preso in contropiede tentennò per un istante. Successivamente si tuffò a terra, avvolgendo la propria coda attorno alla bocca dell’ altro. Pensava che in questo modo avrebbe potuto parlare apertamente senza temere il quirk del viola. Shinsou possedeva un potere in credibile, ma non era forte come lui e non si sarebbe potuto liberare della sua coda tanto facilmente. Tuttavia, il fatto che l’ avesse scoperto lo aveva posto nuovamente in una posizione di svantaggio. Se avesse detto qualcosa, il lavaggio del cervello si sarebbe comunque potuto verificarsi. Era nuovamente in svantaggio. Osservò il ragazzo e vide che, nonostante la situazione, la sua calma era imperturbabile. Decise comunque di rischiare il tutto per tutto.

< Io… > si fermò temendo che il quirk di Shinsou si attivasse. Non successe nulla. Shinsou era lì, immobile con la sua coda attorno alla bocca, volontariamente indifeso pur essendosi accorto delle sue intenzioni. Se in quel momento il biondo non stava a camminare per le strade come uno zombie era solo perché Shinsou glielo permetteva. Ed ora lo guardava con calma, disposto ad ascoltarlo nonostante l’ avesse attaccato alle spalle e fosse consapevole del dislivello fra di loro.
Lascia andare il viola, ritraendo la coda.

 < Perdonami… >

E’ tutto ciò che riesce a dire prima di correre via. Non riesce a sostenere lo sguardo di Shinsou, probabilmente carico di disprezzo. Là però, fra gli armadietti deserti, Shinsou lo guarda allontanarsi con profonda delusione e mormora lentamente queste parole:

< Piacere di conoscerti Ojiro >.
 



Angolo dell' autore: Ciao a tutti, torno dopo un periodo di inattività ma sono determinato a finire questa storia. Questo capitolo lo avevo scritto un po' di tempo fa, ma dal prossimo ho intenzione di darci dentro e cambiare anche un po' lo stile. Fatemi sapere se vi piace e alla prossima!XD