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Autore: DewoftheGalaxy    28/04/2018    1 recensioni
Assisi. Sera della Domenica delle Palme, 1211
Chiara, figlia di uno dei nobili più importanti della città, fugge per andare incontro ad una nuova vita e per seguire Francesco, il fraticello di cui parla tutta Assisi, che ha lasciato tutto per vivere povero e per seguire il Vangelo.
Ecco i pensieri e le vicende di una ragazza mentre compie una scelta che cambierà la sua vita per sempre, i suoi timori, le sue decisioni e le difficoltà che deve affrontare.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Subito dopo la consacrazione avevano iniziato a camminare, lei, Francesco e altri due frati.

Bisognava muoversi, fare in fretta, prima che arrivassero i parenti infuriati.

 

Francesco le aveva detto che l’avrebbe portata al monastero benedettino di San Paolo delle benedettine ma sarebbe stata solo una cosa temporanea perché la sistemazione finale di Chiara sarebbe stata San Damiano.

 

San Damiano.
La chiesetta di campagna immersa negli ulivi che Francesco aveva iniziato a riparare durante la sua conversione.
Proprio per quella chiesa che ormai era un rudere abbandonato a sé stesso aveva dato via i suoi soldi, attirandosi l’ira del padre.

 

Il cuore di Chiara era esploso di gioia quando l’amico glielo aveva annunciato durante il loro ultimo incontro, quello prima della fuga, quello decisivo.

 

Lei l’aveva abbracciato non finendo più di ringraziarlo.

 

Ora sorrideva ripensando a quell’episodio.

 

Si erano immersi nel bosco sul sentiero che conduceva al Subasio, il monte sul quale era arroccata Assisi e sul quale stava il monastero.

 

La notte era al suo culmine: la luna in cielo era piena e bianca e nella foresta si udivano i famigliari suoni notturni: lì un gufo che spalancava i suoi occhi gialli, là il gorgoglio del ruscello, lì lo stormire del vento fra le foglie, là un cervo che si abbeverava.

 

Luna che veglia e stelle testimoni di un cambiamento alla loro luce

 

Chiara si doveva ancora abituare alla sensazione della terra sotto i piedi nudi;   per chi era abituato a portare scarpe di raso e calze di seta fin dalla nascita non era una sensazione quotidiana

 

 

<< Tutto bene? >> Francesco le si era avvicinato all’improvviso, distogliendola dai suoi pensieri e facendola sussultare leggermente.

 

I suoi occhi scuri riflettevano la luce della torcia.

 

<< Scusa >> Aveva detto poi. << Non intendevo spaventarti…>>

 

<< Non fa niente >> Lei gli sorrise. << Ero persa nei miei pensieri….e comunque sì, tutto bene grazie.>>

Anche Francesco rispose al sorriso. << Lieto di saperlo e….>>  Non finì la frase che il sorriso si trasformò in un’esclamazione di sorpresa e gli occhi scintillarono di meraviglia.

 

<< Guarda Chiara! >> Indicò un campo lì vicino.

 

Lucciole.
Tanti piccoli esserini luminosi che invadevano il campo.

 

<< Sorelle lucciole…>>  Francesco era incantato da quella visione.

 

Amava tutti gli animali, li considerava suoi fratelli.
Quando vedeva i vermi sulla strada si chinava per spostarli affinché non venissero investiti e voleva scrivere all’imperatore Federico II per far sì che il giorno di Natale venisse dato abbastanza mangime agli uccelli.

 

Una volta liberò due colombe che venivano portate al mercato per essere vendute e l’uomo che le portava si fece frate, un’altra volta liberò da una trappola una lepre e l’animale continuava a saltargli in grembo per ringraziarlo e non si staccava più da lui.

 

L’amore di Francesco per il creato si estendeva a chiunque e a qualunque cosa.

 

<< VIENI CHIARA! >> l’esclamazione di Francesco la destò da quella visione scintillante.

 

Il fraticello si era gettato nel campo facendo muovere le lucciole.
Era divertito.

 

<< Francesco…>> Disse lei sorridendo. << Dobbiamo continuare, le lucciole ci sono sempre e i miei parenti potrebbero arrivare da un mo- >>

 

Chiara non riuscì a finire la frase perché l’amico l’afferrò per un braccio trascinandola nel mare di piccoli esseri luminescenti.

 

Francesco aveva gli occhi luccicanti di monelleria

 

<< Ma….Chicco?! >> Rise e anche Francesco rise.

 

Poi lui la prese per le mani e cominciarono a fare un girotondo.
Un girotondo in mezzo alle lucciole.
Un gioco da bambini.

 

Le lucciole si muovevano ad ogni loro giro creando un’atmosfera quasi magica e le stelle sopra di loro diventarono un unico disco bianco.
La corona del cielo.

 

Luna che veglia e stelle testimoni di giochi alla loro luce.

 

Girarono e girarono fino a che entrambi caddero al suolo ridendo.

 

Più in là i due frati, Elia e Leone, giocavano ad acchiappare le lucciole, ridendo ed urtandosi nel buio.


Essere fratelli vuol dire anche condividere la gioia. Pensò Chiara.  
Era vero, e lei in quel momento si era divertita come non mai.

 

Francesco l’aiutò ad alzarsi. << È così bello godere delle bellezze del Creatore! È così bello essere come bambini quando si è presenza delle Sue opere, stupirsi di tutto e godere come loro! >>

 

<< Noi siamo come bambini di fonte a Dio >> Continuò l’amica mentre riprendevano il sentiero. << Siamo così piccoli ed ingenui e molto spesso sbagliamo….eppure Lui è sempre lì pronto a tenderci la mano.>>

 

<< Già..>> Ora Francesco guardava davanti a sé, ma fu solo per poco e riposò lo sguardo su Chiara. << Tra poco arriveremo al monastero di San Paolo Chiara!. >>

 

<< Sono felice! >>

 

Lo era veramente: aveva riscoperto una gioia nascosta quella notte e presto avrebbe trovato la sua prima sistemazione della sua nuova vita.

 

E poi San Damiano. Già poi San Damiano e una vita di povertà, di quella stessa povertà in cui aveva vissuto Cristo, e di preghiera per il mondo.

 

Per un mondo migliore, per un mondo che avrebbe ascoltato le voci di Chiara e Francesco e sarebbe cambiato.
Un mondo libero e poi cielo libero

 

Chiara riprese a camminare al fianco dell’amico, avvistando in lontananza il monastero di San Paolo.

 
   
 
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