Per caso avevate deciso che Simon
dovesse diventare buono?
Allora
siete nel capitolo sbagliato, cliccate
pure qui per raggiungere l’inizio della vicenda o qui per continuare dall’ultimo capitolo.
Oppure avevate deciso che Simon
dovesse diventare cattivo?
Allora
siete nel capitolo sbagliato, cliccate
pure qui per raggiungere l’inizio della vicenda o qui per continuare dall’ultimo capitolo.
Non vi ricordate nessuna scelta per
Simon fra buono e cattivo?
Può
capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.
Avete recuperato tutti i capitoli
del bivio scelto?
Allora...
La terza scelta! Ho cercato per tutto il tempo la risposta alla domanda
sbagliata?
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
Con una violenza insolita, Simon gettò via il violino contro
il muro. Rimase per qualche istante ansimante, mentre gli occhi, lentamente, si
spegnevano, tornando dal color oro a quello azzurro. Le gambe gli cedettero,
cadde in ginocchio di fianco a quel violino speciale, quel violino
indistruttibile che una parte di lui in quel momento avrebbe volentieri fatto a
pezzi.
La porta della camera si aprì di scatto.
«Simon?»
«Che succede?»
Simon li guardò e quasi non credette ai suoi occhi. Lucy e
Kevin erano ancora lì, ancora vivi, integri, salvi. Erano ancora lì, sulla
soglia della sua stanza al Principato di Nisty. Li
guardò e altre lacrime gli scesero sul volto. Lucy corse ad abbracciarlo, ad
accarezzargli quei capelli biondi e neri ai quali era ormai abituata.
Il ragazzo rispose fra i singhiozzi: «Non... c’è...
speranza... per me. Qualunque... scelta faccia... morite... e io... rimango
solo...»
Kevin s’inginocchiò: «Cosa stai dicendo? Cos’è successo?»
Simon si staccò dall’abbraccio di Lucy e cercò di calmare il
proprio respiro per poter parlare: «Stasera... volevo prendere una decisione.
Non posso andare avanti così, mi sono detto, volevo prendere una decisione, se
essere buono o cattivo. Ma non riuscivo a scegliere. Così ho pensato...»
Lo sguardo gli cadde sul violino e Kevin completò per lui:
«... hai pensato di dare una sbirciata nel futuro.»
«Sì, ma è successa una cosa strana! Di solito vedo il futuro
e il futuro è quello, punto, non si può cambiare. Questa volta, però, ho visto due futuri, uno dove diventavo buono e
uno dove diventavo cattivo. Entrambi, però, sono pessimi. Non c’è speranza. In
entrambi...»
Simon si prese una piccola pausa.
«... morite per mano mia.»
Tirò un pugno sul pavimento: «E io non voglio! È l’unica
cosa di cui sono certo!»
Kevin abbassò lo sguardo, poi si alzò e prese in mano il
violino di Simon.
«Certo che è strano...»
«Cosa?»
Kevin si mise ad analizzare lo strumento, da ogni lato:
«L’hai detto tu, finora tu hai sempre visto un solo futuro, certo e non
modificabile.»
Simon sospirò: «Quando lo facevo ero solo un Veggente, non
uno Stregone Oscuro. Sono stato scemo io a pensare che potesse funzionare come
prima. Con i miei poteri aumentati...»
Kevin esclamò: «Appunto, aumentati! Ma queste visioni non
sono più potenti... sono più deboli!»
Simon lo guardò sorpreso: «Come?»
«Prima avevi una risposta certa, ora sembra che puoi vedere
le infinite possibilità delle tue scelte! Stai avendo più risposte a una sola
domanda! Non è un vantaggio!»
Simon scoppiò: «Una risposta l’ho avuta, e cioè che sono un
assassino! Se scelgo di essere buono ucciderò mia madre, mia zia e poi tutti
gli altri: se scelgo di essere cattivo presto o tardi ucciderò voi! Comunque
vada, finisco con l’uccidere le persone che amo, e io non voglio! Non
voglio...»
Simon si bloccò di colpo.
«... uccidere...»
Lucy si avvicinò cautamente al suo amore: «Simon?»
Il ragazzo, con gli occhi sbarratissimi, rimase attonito,
perso in un suo pensiero: «Uccidere...»
Kevin si avvicinò preoccupato: «Simon? Tutto ok?»
«MA CERTO!»
Il ragazzo, facendo prendere un colpo a Lucy e Kevin, era
schizzato in piedi di colpo, con un salto e con un entusiasmo che non gli
avevano mai visto.
«È questa la risposta! Come ho fatto a non capirlo prima?
Era così semplice! Non capite?»
Lucy, ancora per terra, con una mano sul cuore per lo
spavento, rispose: «Veramente... no...»
Simon era fuori di sé dall’entusiasmo: «Non era la risposta
ad essere sbagliata! Voi tutti avete continuato a chiedermi “buono o cattivo?”,
ma non funziona... è la domanda ad essere
sbagliata! Non posso rispondere correttamente alla domanda sbagliata!»
Kevin, in profonda concentrazione, chiese: «Ok... la domanda
è sbagliata. Qual è allora la domanda giusta?»
Simon lo afferrò per le spalle gli occhi sbarrati
dall’entusiasmo: «La domanda non è “chi
voglio essere”... ma “cosa voglio
fare”! È tutto qui! Tutto qui!»
Kevin, iniziando ad afferrare il ragionamento di Simon, gli
sorrise: «E allora, Simon... cosa vuoi
fare?»
Simon allargò le braccia ed esclamò come se fosse la cosa
più semplice del mondo: «NON VOGLIO UCCIDERE!»
Abbracciò Lucy e la baciò: «Capisci amore mio? Non m’importa
essere buono o cattivo... io non voglio
uccidere! Finora mi avevano tutti imposto che se ero buono non potevo usare
i miei poteri perché erano malvagi, e che se ero cattivo non potevo fare
nient’altro che del male... anzi, che non mi era possibile essere buono perché
non potendo contenere la mia magia questa avrebbe fatto per forza del male... ma
se... se per mantenere questo mio proposito usassi tutti i miei nuovi poteri...
a fin di bene?»
Lucy lo guardò perplessa: «È... possibile?»
Simon la guardò ridendo: «Certo che è possibile! L’ho già
fatto, anche solo per procurarmi questa casa! Avevo pensato di farlo per
egoismo, ma in realtà in quel momento ero davvero
preoccupato per te! Se finora ho pensato che fosse impossibile era perché
non ci avevo mai pensato seriamente! Hanno continuato a ripetermi tutti che
sono l’essere più potente mai esistito... quindi perché devo avere questo
limite? Se c’è una cosa che queste visioni mi hanno mostrato è che al contrario
di sempre, in questo momento, letteralmente, non ho limiti! Sono tutti gli altri che, in un modo o nell’altro,
me li hanno imposti! Ma voi non potete capire... perché nessuno può farlo,
oltre a me!»
Il ragazzo ormai era preda di un filo del ragionamento che
non si poteva più spezzare, e che difficilmente poteva essere seguito da
chiunque altro.
«È dall’inizio di questa storia che continuano a ripetermi
che c’è un’altra cosa impossibile...»
Il ragazzo si morse un labbro, con un guizzo di sfida negli
occhi: «Ora voglio verificare se è vero. Forse quando sono arrivato qui poteva
esserlo, ma ora...»
Incapaci di fermarlo, Lucy e Kevin rimasero ad osservare
Simon iniziare a scrivere sulle pareti della stanza quello che solo all’apparenza
sembrava un complicato pentagramma, ma che aveva sette righe e una marea di
simboli che i due non avevano mai visto prima. Lo Stregone scrisse velocemente,
con una foga insolita, per una decina di minuti, poi rimase lì a fissare la sua
opera, pensieroso.
«È il problema magico più difficile che abbia mai visto...
sicuramente con i mezzi ortodossi è irrisolvibile, eppure... se aggiungessi...»
Si voltò di colpo verso i compagni, li scrutò come se avesse
i raggi X, e poi esclamò: «Ma certo! Così!»
Aggiunse altri simboli, ne cancellò altri e infine gridò:
«SÌ! COSÌ! COSÌ FUNZIONA!»
Si precipitò da Lucy e Kevin, prendendo le loro mani:
«Ragazzi, potrei aver trovato la soluzione, ma mi serve il vostro aiuto. Anche
se sono... potente, la magia in
questo caso non basta. Avevano ragione in parte, con i normali mezzi è
impossibile, ma se tentiamo un azzardo, insieme...
c’è una possibilità. Ma è rischiosa, e senza di voi non posso farcela. Senza di voi sono inutile.»
Lucy e Kevin si guardarono, per un attimo perplessi.
Simon si sentì sopraffare dall’ansia: «Allora?»
Lucy si limitò a sorridere, con gli occhi lucidi: «Quante
volte ti ho detto di smetterla di dire che sei inutile?»
Kevin lo guardò soddisfatto: «Sei il nostro Maestro d’Armi.
Dicci cosa dobbiamo fare e noi saremo con te.»
Hinata 92: Arrivano?
Soul: Non ancora.
Hinata 92: A che
punto sono?
Soul: I due gruppi
stanno leggendo le anticipazioni del capitolo precedente...
Hinata 92: E ora?
Soul: Ora si stanno
incontrando all’inizio di questo capitolo.
Hinata 92: E ora?
Soul: Ora si salutano
amichevolmente, era da un po’ che non si vedevano...
Hinata 92: E ora?
Soul: Ora si stanno
rendendo conto di essere tornati tutti sulla stessa trama.
Hinata 92: E ora?
Soul: Ora stanno
prendendo torce e forconi...
Hinata 92: Aiuto!!!
Soul Eater, Richiamo di sangue, 27° capitolo: Realizzando
l’impossibile! Il silenzio calerà quando l’ordine sarà posto?
Soul: Hai
intenzione di rimanere chiusa nel bunker fino a fine storia?
Hinata 92:
Anche oltre, se necessario!
Ehm... salve... vi parlo dal bunker...
Dunque... tutto questo pasticcio era un gigantesco imbroglio?
Sì.
E no.
Era necessario per far arrivare Simon a questa precisa opzione. E
per fare arrivare voi senza che ve ne accorgeste.
Prometto ulteriori spiegazioni dettagliate nell’ultimo capitolo.
Comunque, continuate a leggere, la storia non è ancora finita!
Intanto ringrazio fenris per il suo
commento e, se non mi avete mandata a quel paese fino a qui, vi aspetto al
prossimo capitolo.
Alla prossima!
Hinata 92