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Autore: hinata 92    30/04/2018    1 recensioni
L'atteso (o forse no) seguito di Polvere Incantata.
A Death City volano fiori di arancio per Lucy e Simon e tutti sono pronti a festeggiare il lieto evento. Ma nessuno immagina che stanno per finire tutti vittima della più grande maledizione stregonesca della storia...
Una sorpresa in più: questa è una storia... a bivi!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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Per caso avevate deciso che Simon dovesse diventare buono?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungere l’inizio della vicenda o qui per continuare dall’ultimo capitolo.

Oppure avevate deciso che Simon dovesse diventare cattivo?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungere l’inizio della vicenda o qui per continuare dall’ultimo capitolo.

Non vi ricordate nessuna scelta per Simon fra buono e cattivo?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Avete recuperato tutti i capitoli del bivio scelto?

Allora...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La terza scelta! Ho cercato per tutto il tempo la risposta alla domanda sbagliata?

 

 

«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»

 

Con una violenza insolita, Simon gettò via il violino contro il muro. Rimase per qualche istante ansimante, mentre gli occhi, lentamente, si spegnevano, tornando dal color oro a quello azzurro. Le gambe gli cedettero, cadde in ginocchio di fianco a quel violino speciale, quel violino indistruttibile che una parte di lui in quel momento avrebbe volentieri fatto a pezzi.

La porta della camera si aprì di scatto.

«Simon?»

«Che succede?»

Simon li guardò e quasi non credette ai suoi occhi. Lucy e Kevin erano ancora lì, ancora vivi, integri, salvi. Erano ancora lì, sulla soglia della sua stanza al Principato di Nisty. Li guardò e altre lacrime gli scesero sul volto. Lucy corse ad abbracciarlo, ad accarezzargli quei capelli biondi e neri ai quali era ormai abituata.

Il ragazzo rispose fra i singhiozzi: «Non... c’è... speranza... per me. Qualunque... scelta faccia... morite... e io... rimango solo...»

Kevin s’inginocchiò: «Cosa stai dicendo? Cos’è successo?»

Simon si staccò dall’abbraccio di Lucy e cercò di calmare il proprio respiro per poter parlare: «Stasera... volevo prendere una decisione. Non posso andare avanti così, mi sono detto, volevo prendere una decisione, se essere buono o cattivo. Ma non riuscivo a scegliere. Così ho pensato...»

Lo sguardo gli cadde sul violino e Kevin completò per lui: «... hai pensato di dare una sbirciata nel futuro.»

«Sì, ma è successa una cosa strana! Di solito vedo il futuro e il futuro è quello, punto, non si può cambiare. Questa volta, però, ho visto due futuri, uno dove diventavo buono e uno dove diventavo cattivo. Entrambi, però, sono pessimi. Non c’è speranza. In entrambi...»

Simon si prese una piccola pausa.

«... morite per mano mia.»

Tirò un pugno sul pavimento: «E io non voglio! È l’unica cosa di cui sono certo!»

Kevin abbassò lo sguardo, poi si alzò e prese in mano il violino di Simon.

«Certo che è strano...»

«Cosa?»

Kevin si mise ad analizzare lo strumento, da ogni lato: «L’hai detto tu, finora tu hai sempre visto un solo futuro, certo e non modificabile.»

Simon sospirò: «Quando lo facevo ero solo un Veggente, non uno Stregone Oscuro. Sono stato scemo io a pensare che potesse funzionare come prima. Con i miei poteri aumentati...»

Kevin esclamò: «Appunto, aumentati! Ma queste visioni non sono più potenti... sono più deboli!»

Simon lo guardò sorpreso: «Come?»

«Prima avevi una risposta certa, ora sembra che puoi vedere le infinite possibilità delle tue scelte! Stai avendo più risposte a una sola domanda! Non è un vantaggio!»

Simon scoppiò: «Una risposta l’ho avuta, e cioè che sono un assassino! Se scelgo di essere buono ucciderò mia madre, mia zia e poi tutti gli altri: se scelgo di essere cattivo presto o tardi ucciderò voi! Comunque vada, finisco con l’uccidere le persone che amo, e io non voglio! Non voglio...»

Simon si bloccò di colpo.

«... uccidere...»

Lucy si avvicinò cautamente al suo amore: «Simon?»

Il ragazzo, con gli occhi sbarratissimi, rimase attonito, perso in un suo pensiero: «Uccidere...»

Kevin si avvicinò preoccupato: «Simon? Tutto ok?»

«MA CERTO!»

Il ragazzo, facendo prendere un colpo a Lucy e Kevin, era schizzato in piedi di colpo, con un salto e con un entusiasmo che non gli avevano mai visto.

«È questa la risposta! Come ho fatto a non capirlo prima? Era così semplice! Non capite?»

Lucy, ancora per terra, con una mano sul cuore per lo spavento, rispose: «Veramente... no...»

Simon era fuori di sé dall’entusiasmo: «Non era la risposta ad essere sbagliata! Voi tutti avete continuato a chiedermi “buono o cattivo?”, ma non funziona... è la domanda ad essere sbagliata! Non posso rispondere correttamente alla domanda sbagliata!»

Kevin, in profonda concentrazione, chiese: «Ok... la domanda è sbagliata. Qual è allora la domanda giusta?»

Simon lo afferrò per le spalle gli occhi sbarrati dall’entusiasmo: «La domanda non è “chi voglio essere”... ma “cosa voglio fare”! È tutto qui! Tutto qui!»

Kevin, iniziando ad afferrare il ragionamento di Simon, gli sorrise: «E allora, Simon... cosa vuoi fare?»

Simon allargò le braccia ed esclamò come se fosse la cosa più semplice del mondo: «NON VOGLIO UCCIDERE!»

Abbracciò Lucy e la baciò: «Capisci amore mio? Non m’importa essere buono o cattivo... io non voglio uccidere! Finora mi avevano tutti imposto che se ero buono non potevo usare i miei poteri perché erano malvagi, e che se ero cattivo non potevo fare nient’altro che del male... anzi, che non mi era possibile essere buono perché non potendo contenere la mia magia questa avrebbe fatto per forza del male... ma se... se per mantenere questo mio proposito usassi tutti i miei nuovi poteri... a fin di bene?»

Lucy lo guardò perplessa: «È... possibile?»

Simon la guardò ridendo: «Certo che è possibile! L’ho già fatto, anche solo per procurarmi questa casa! Avevo pensato di farlo per egoismo, ma in realtà in quel momento ero davvero preoccupato per te! Se finora ho pensato che fosse impossibile era perché non ci avevo mai pensato seriamente! Hanno continuato a ripetermi tutti che sono l’essere più potente mai esistito... quindi perché devo avere questo limite? Se c’è una cosa che queste visioni mi hanno mostrato è che al contrario di sempre, in questo momento, letteralmente, non ho limiti! Sono tutti gli altri che, in un modo o nell’altro, me li hanno imposti! Ma voi non potete capire... perché nessuno può farlo, oltre a me!»

Il ragazzo ormai era preda di un filo del ragionamento che non si poteva più spezzare, e che difficilmente poteva essere seguito da chiunque altro.

«È dall’inizio di questa storia che continuano a ripetermi che c’è un’altra cosa impossibile...»

Il ragazzo si morse un labbro, con un guizzo di sfida negli occhi: «Ora voglio verificare se è vero. Forse quando sono arrivato qui poteva esserlo, ma ora...»

Incapaci di fermarlo, Lucy e Kevin rimasero ad osservare Simon iniziare a scrivere sulle pareti della stanza quello che solo all’apparenza sembrava un complicato pentagramma, ma che aveva sette righe e una marea di simboli che i due non avevano mai visto prima. Lo Stregone scrisse velocemente, con una foga insolita, per una decina di minuti, poi rimase lì a fissare la sua opera, pensieroso.

«È il problema magico più difficile che abbia mai visto... sicuramente con i mezzi ortodossi è irrisolvibile, eppure... se aggiungessi...»

Si voltò di colpo verso i compagni, li scrutò come se avesse i raggi X, e poi esclamò: «Ma certo! Così!»

Aggiunse altri simboli, ne cancellò altri e infine gridò: «SÌ! COSÌ! COSÌ FUNZIONA!»

Si precipitò da Lucy e Kevin, prendendo le loro mani: «Ragazzi, potrei aver trovato la soluzione, ma mi serve il vostro aiuto. Anche se sono... potente, la magia in questo caso non basta. Avevano ragione in parte, con i normali mezzi è impossibile, ma se tentiamo un azzardo, insieme... c’è una possibilità. Ma è rischiosa, e senza di voi non posso farcela. Senza di voi sono inutile.»

Lucy e Kevin si guardarono, per un attimo perplessi.

Simon si sentì sopraffare dall’ansia: «Allora?»

Lucy si limitò a sorridere, con gli occhi lucidi: «Quante volte ti ho detto di smetterla di dire che sei inutile?»

Kevin lo guardò soddisfatto: «Sei il nostro Maestro d’Armi. Dicci cosa dobbiamo fare e noi saremo con te.»

 

Hinata 92: Arrivano?

Soul: Non ancora.

Hinata 92: A che punto sono?

Soul: I due gruppi stanno leggendo le anticipazioni del capitolo precedente...

Hinata 92: E ora?

Soul: Ora si stanno incontrando all’inizio di questo capitolo.

Hinata 92: E ora?

Soul: Ora si salutano amichevolmente, era da un po’ che non si vedevano...

Hinata 92: E ora?

Soul: Ora si stanno rendendo conto di essere tornati tutti sulla stessa trama.

Hinata 92: E ora?

Soul: Ora stanno prendendo torce e forconi...

Hinata 92: Aiuto!!!

 

Soul Eater, Richiamo di sangue, 27° capitolo: Realizzando l’impossibile! Il silenzio calerà quando l’ordine sarà posto?

 

Soul: Hai intenzione di rimanere chiusa nel bunker fino a fine storia?

Hinata 92: Anche oltre, se necessario!

 

 

Ehm... salve... vi parlo dal bunker...

Dunque... tutto questo pasticcio era un gigantesco imbroglio?

Sì.

E no.

Era necessario per far arrivare Simon a questa precisa opzione. E per fare arrivare voi senza che ve ne accorgeste.

Prometto ulteriori spiegazioni dettagliate nell’ultimo capitolo. Comunque, continuate a leggere, la storia non è ancora finita!

Intanto ringrazio fenris per il suo commento e, se non mi avete mandata a quel paese fino a qui, vi aspetto al prossimo capitolo.

Alla prossima!

 

Hinata 92

  
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