Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Carnis_K    03/05/2018    0 recensioni
Jahzara è pronta per la sua nuova avventura da ragazza emancipata.
Si lasca alle spalle il proprio passato tortuoso con l'intento di realizzare i suoi sogni e spuntare una lista che ha scritto in adolescenza. In un modo o nell'altro cercherà di riempire tutte le caselle e fare luce sulla sua infanzia oscurata.
Troverà tempo per aiutare un nuovo amico a farsi strada nella società scavalcando tutti i suoi ostacoli. Non permetterà che qualcuno lo imprigioni come il passato di Jahzara ha fatto con lei. Nel contempo lui l'aiuterà ad affermarsi come lottatrice. Ma qualcosa di inaspettato cambierà i suoi piani.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Adrian 

 

“Calma, calma, calma, calma, calma” mi ripetevo in mente, cercando di distogliere lo sguardo dalle cosce nude di Jahzara che toccavano le mie.
Eravamo seduti su una panca nel retro della navata della chiesa. Lei era in evidente disagio, si guardava intorno e ammirava gli affreschi e le statue a tema religioso. Io avrei dovuto seguire la messa di Natale, ma la mia allieva era decisamente più interessante. Mi sembrava di sentire il mio amico nei pantaloni implorare.
La consapevolezza che stavo assumendo in quei giorni dei miei sentimenti verso di lei, mi faceva sentire più attratto ma allo stesso tempo mi faceva desistere dal dirle la parolina magica. Avevo un bivio di fronte a me: o facevo finta di niente per poterla ancora toccare o dicevo addio a tutto nel tentativo di rompere le regole e confessarle i miei sentimenti.

Nel frattempo di una risposta da me stesso, mi godevo il nostro patto ancora un po’.

Posai una mano sulla sua coscia liscia, accarezzandone l’interno lentamente, con movimenti delicati. Notai con la coda dell’occhio Jahzara girarsi di scatto verso di me.
<< Che fai..? >> mi sussurrò, mentre la mia mano si insinuava sotto la sua gonna, sempre più vicina alla sua intimità. Mi avvicinai al suo orecchio, sorridendo.
<< Te l’ho già detto che sei bellissima oggi? >> sussurrai, sfiorando il suo orecchio con le labbra. I suoi muscoli si irrigidirono sotto la mia mano e sotto i miei occhi. Sorrisi, guardandomi poi intorno.  << Vieni con me, ti voglio far vedere una cosa. >> continuai, più serio.
Sfilai la mano dalla sua gonna, per afferrare il suo polso e portarla con me in una navata nascosta che custodiva piccoli altarini dedicati.
La vidi guardare interessata gli altari con gli affreschi, mentre la trascinavo in sagrestia. Mi fermai avanti un grande quadro, lasciandole solo in quel momento il braccio.
<< Wow.. >> sussurrò lei, tenendo gli occhi fissi sul quadro enorme, scrutandone ogni piccolo dettaglio.
<< La glorificazione dell’eucarestia.. >> sussurrai, spiegando il quadro << E’ molto interessante, sai? Ci sono state diverse teorie divertenti su questo quadro >> continuai, mentre facevo scendere la mano dalla sua schiena al suo sedere, stringendolo in una morsa delicata. La sentii gemere. Sorrisi. << Pensa che appassionati di ufologia hanno visto nella parte alta che raffigura la trinità, le sembianze dello sputnik russo, il primo satellite artificiale lanciato oltre l’orbita della Terra, nel 1957 >> spiegai, alzandole la gonna per poter palpare il suo sedere scoperto.
<< Si vede che sei una guida >> sussurrò, cercando di coprirsi il sedere con la gonna.
Mi limitai ad annuire, prima di prenderla per i fianchi e poggiarla sulla scrivania di colui che sta a capo del monastero. Posai le labbra sul suo collo, lasciandole piccoli baci umidi mentre tornavo ad accarezzare le sue cosce nude.
<< Mi hai portata qui per mostrarmi il quadro o il tuo cazzo? >> mi sussurrò divertita, inclinando la testa di lato per farmi spazio sul suo collo.
<< Entrambe le cose >> risposi sulla sua pelle, con la voce già roca dall’eccitazione.
<< Ma siamo in un luogo per te sacro.. e pieno di gente >> protestò, cercando di allontanarmi da lei, visibilmente imbarazzata.
<< La mia voglia di te è più forte della mia fede.. e non si muoveranno da lì per almeno un’ora. >> la guardai serio, spostando la mano dalla sua coscia per accarezzarle l’intimità con il pollice. La vidi deglutire e mordersi il labbro inferiore. << Rilassati.. >> le sorrisi, tornando a torturare la pelle del suo collo, baciandola e mordicchiandola. Le spostai le mutande per poterla accarezzare direttamente sul clitoride, torturandolo lentamente. Le sue mani si aggrapparono alle mie spalle, tirandomi verso di lei, nel tentativo di non dar sfogo al suo piacere con suoni molesti.
Con la mano libera sbottonai i miei pantaloni, aprendoli del tutto per poter liberare il mio membro dalla morsa degli indumenti. Tirai un sospiro di sollievo una volta tirato fuori. Spostai il dito dal clitoride all’apertura, penetrandola piano per prepararla; l’altra mano era intenta a recuperare il portafogli dalla tasca e successivamente il preservativo.
Mi sfilò quest’ultimo da mano, aprendolo per poterlo srotolare lei stessa sul mio membro duro. Chiusi gli occhi al contatto con le sue dita, prima di attirarla con forza verso di me, facendo cozzare le nostre intimità nude. Leccai le mie labbra, penetrandola lentamente.
Si fece sfuggire un gemito dalle labbra, che coprii immediatamente con la mia mano. Posai la fronte alla sua, muovendo il bacino verso di lei prima lentamente, poi sempre più veloce e sempre più forte. Sgranò gli occhi sorpresa dalla violenza delle mie spinte, aggrappandosi alla mia giacca mentre si lasciava andare in gemiti di piacere contro la mia mano.
<< Ti desideravo da morire >> le confessai con un filo di voce, continuando a penetrarla sempre più forte, mordendomi le labbra per non lasciarmi andare in gemiti rochi.
Sgranai gli occhi sorpreso nel sentirla muoversi presa da scosse di piacere, mentre veniva contro la parte bassa della mia camicia. Non me lo aspettavo.
Le sorrisi compiaciuto, tornando a spingere velocemente. Non staccai un attimo gli occhi dal suo viso provato. Cercava di trattenersi dall’impazzire di piacere, scossa ancora dall’orgasmo appena avuto. Ridacchiai contento nel vederla in quelle condizioni, dando l’ultima steccata che provocò il mio di orgasmo, riversandomi nel preservativo. Chiusi gli occhi, posando la fronte sulla sua spalla mentre cercavo di riprendermi.
Mi sfilai da lei, rimettendole apposto gli slip.
<< Non mi aspettavo potessi venire così.. e così in fretta >> le confessai sincero, togliendo il preservativo prima di annodarlo e metterlo in tasca. Lo avrei buttato dopo. Guardai la mia camicia bagnata dai suoi umori, ridendo. << Guarda qua.. >> passai una mano sul viso, prima di ricompormi, infilando la parte bagnata della camicia nei pantaloni.
<< Te l’ho detto che gli orgasmi che ho con te non li ho mai avuti con Derek.. >> mi rispose, stringendosi nelle spalle mentre si aggiustava i capelli.
<< Mi fai gongolare così >> le sorrisi, ondeggiando contento su me stesso.
Mi girai di scatto appena sentii i passi di qualcuno avvicinarsi. Tirai Jahzara giù dal tavolo, facendola fermare avanti il quadro di prima, al mio fianco. << Il cosmo rappresenta il mondo su cui Dio e suo Figlio hanno il potere.. Potere simboleggiato anche dagli scettri che l’artista gli ha disegnato in mano.. >> continuai con la spiegazione, girandomi poi verso il monaco che aveva fatto la sua presenza nella stanza.
<< Ragazzi, cosa ci fate qui? >> ci chiese confuso, scrutandoci da capo a piedi.
<< Oh, salve! >> gli sorrisi cordialmente, indicandogli poi il dipinto alle mie spalle << Mostravo alla mia amica questo quadro.. >> spiegai semplicemente. Il monaco annuì e intrecciò le sue mani sulla pancia.
<< Al momento non è consentito l’ingresso in sagrestia.. Dovete chiedere un permesso per visitare il monastero >> ci spiegò lui, cordialmente. Annuii, prima di prendere Jahzara per mano e avvicinarmi all’uscita.
<< D’accordo, andiamo via subito. Buona giornata. >> salutai, tornando mano nella mano con la mia allieva, al nostro banco.

Dopo la messa, ci riunimmo alla famiglia nel cortile di fronte l’entrata.
<< Ragazzi, eccovi! Dove eravate finiti? >> ci chiese mia madre, guardandoci con sguardo indagatore. Se solo sapesse che ho profanato un luogo sacro..
<< Si stava annoiando, non capiva la messa e allora l’ho portata a vedere gli affreschi della chiesa.. Deformazione professionale. >> mi giustificai, stringendomi nelle spalle. Infondo, non era del tutto una bugia. Qualcosa le ho fatto vedere, oltre le stelle.
<< Adrian.. >> mi richiamò mio cugino, tirandomi in disparte con Jahzara. << Dove siete andati, davvero? >> ci chiese curioso, da vero impiccione.
<< A vedere il quadro in sagrestia. >> mi strinsi nelle spalle, mentre le guance della mia amante presero fuoco. Cameron sembrò accorgersene e spalancò gli occhi, incredulo.
<< Avete scopato in sagrestia? Siete impazziti? >> sussurrò, facendo slittare gli occhi da me a lei e viceversa, velocemente.
<< Non ce l’ho fatta a trattenermi.. >> mi giustificai, tenendo gli occhi su Jahzara, scrutando il suo corpo con sguardo malizioso. Mi beccai un pugno sul braccio, anche fin troppo forte.
<< Smettila di guardarmi così! Contieniti! >> mi guardò male, mostrandomi il pugno che avrei beccato per la seconda volta se non avessi smesso. Sbuffai, spostando lo sguardo dal suo sedere, guardandomi intorno.
<< E’ ovunque. >> sbuffai, notando la mia ex ragazza con suo figlio. E pensare che a quest’ora, quel bambino poteva essere il mio. Non l’ho mai perdonata per aver scelto da sola di abortire e mai la perdonerò. Mi sarei preso le mie responsabilità, era mio figlio e già lo amavo.
Sospirai a quel ricordo, passando una mano sul viso. La sua vista mi aveva rovinato la bella mattinata.
<< Guarda Adrian! C’è Kayla! >> esclamò mia madre, prendendomi per un braccio. << C’è un bambino con lei.. Forse è suo nipote! >> esclamò intenerita, trascinandomi da lei contro la mia volontà.
<< Mamma, smettila. Non voglio averci a che fare con lei. >> ringhiai infastidito, tenendo lo sguardo fisso sulla mia ex ragazza messa in tiro per quella mattina di Natale. Mia madre sembrava non ascoltarmi.
<< Ciao tesoro! Buon Natale! E buon Natale anche a te piccolino! >> esclamò così contenta che mi dispiaceva dirle la verità. Non volevo farla stare male.
<< Andiamo mamma, abbiamo da fare.. >> sussurrai, cercando di allontanarla da lì, invano.
<< E’ tuo nipote? >> chiese invece, guardando Kayla, che scosse la testa.
<< No, è mio figlio. >> rispose. Mi madre si bloccò, forzando un sorriso cordiale. Le diede ancora gli auguri di Natale e si allontanò.
<< Mamma, aspetta! >> la fermai, guardandola negli occhi confusi. << Ora capisci? Il figlio è di Derek, quello che era il mio migliore amico, ti ricordi? Li ho beccati il giorno in cui la lasciai, il giorno della gara.. Lo hanno concepito quella sera. >> spiegai, guardando mia madre sempre più confusa. << Ora, per favore, non nominarla più, non voglio averci più niente a che fare. >> le rivolsi uno sguardo implorante. Si limitò ad annuire e a lasciarmi un bacio sulla guancia prima di allontanarsi e tornare dalla famiglia. Sembrava più delusa lei che io a quella notizia. Ci sperava così tanto in un nostro ipotetico matrimonio.
Mi girai verso Jahzara, guardandola discutere con Cameron, scioccato anche lui alla notizia.

Doveva essere un bel viaggio, dovevano essere delle belle settimane, ma ogni singolo momento era stato rovinato da quell’essere che credevo di amare.
In quel momento capii che voleva stare con me perché ero l’uomo perfetto con cui costruire una famiglia, una vita. Non ero mai stato amato da lei, il suo intento era usarmi per avere una vita tranquilla.
Guardai di nuovo la mia allieva, sospirando. Nemmeno lei mi amava. Le servivo solo per vincere la gara. E poi? Cosa ne sarebbe stato di noi? Avrei dovuto fingere a vita di non amarla.
Dovevo rinunciare anche a lei, per non essere deluso di nuovo. La strada da prendere al bivio era quella utile a salvaguardare il mio cuore.
<< Devo smetterla di innamorarmi di chi non mi amerà mai.. >> sussurrai tra me e me, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, prima di allontanarmi a testa bassa. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Carnis_K