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Autore: Mrs Montgomery    04/05/2018    5 recensioni
Esistono legami impossibili da sciogliere; sono come corde annodate e resistenti.
Legami vincolati dal sangue, da una forte volontà o semplicemente dal destino. Incontri non casuali, discendenze potenti e il proibito. Il legame proibito sarà quello più forte.
L’incontro tra Victoria Malfoy e Harry Potter è destinato a spianare la strada del futuro. Un’amicizia utopica che si svilupperà tra i muri di Hogwarts e sfiderà più di una convenzione.
Eppure tra i libri di scuola e una strana magia nell’aria si forgerà un altro legame. Un legame tormentato che ravviverà i cuori dei suoi protagonisti o li lascerà sprofondare nell’oscurità.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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LP
Capitolo V

"La Prima Prova"



Quel martedì mattina, l’intera scuola era in fermento per la Prima Prova.
Lo svolgimento incuriosì parecchio Victoria, ma ciò che le fece più piacere fu l’annullamento delle lezioni del pomeriggio. Quella sì che fu una gran notizia!
Il programma prevedeva due ore di Erbologia e si annoiava sempre parecchio durante le spiegazioni della professoressa Sprite.
Visto il clima freddo, si vestì a dovere prima di raggiungere il parco scelto per ospitare la prova. Indossò un paio di stivali fino al ginocchio, pantaloni scuri, un maglione di lana azzurro, il basco che Blaise le portò dalla Francia e la sciarpa di Serpeverde per tenersi la gola protetta.
Mi manca appena di ammalarmi quando le vacanze di Natale sono alle porte!
Victoria si diresse alle tribune assieme ad Allen, Faye, Adrian e Lucian. Presero posto accanto a Draco e la solita combriccola; figurarsi se il giovane Malfoy non avrebbe tenuto vicino a sé un posto per la sorella.
«Pansy, perché hai quella scatola di fazzoletti bianchi?» domandò Faye, allungando il collo e gettando un’occhiata curiosa alla compagna di Casa.
«Per Potter, ovviamente. Oggi potrebbe essere l’ultimo giorno in cui lo vedremo vivo… si spera».
Sghignazzarono tutti e afferrarono un fazzoletto dal cestino. L’unica eccezione fu Victoria, che si limitò ad alzare gli occhi al cielo, prima di rivolgerli al campo dove i Campioni erano in procinto di affrontare la prova.
«Vicky» la chiamò Pansy con voce stridula «prendi un fazzoletto, forza!»
«Non ci penso proprio!»                      
Era stata piuttosto sgarbata, se ne accorse qualche attimo dopo. Le loro prese in giro demenziali la misero rapidamente di cattivo umore, ma non aveva tempo di replicare ogni commento sgradevole, voleva concentrarsi sulla prova. Sperava che Harry riuscisse a superarla senza farsi del male.
«È tutto apposto?» le domandò Allen, sfiorandole la spalla.
Victoria annuì tranquillamente, eppure la sua faccia parlava per lei. Draco, in special modo, lo notò subito. Sua sorella era come un libro aperto e cominciò ad essere sospettoso. L’avrebbe tenuta d’occhio.
La Prova cominciò con un breve discorso di Ludo Bagman. Gli spettatori divennero euforici, quando s’accorsero che i draghi erano l’elemento cardine della Prima Prova del Torneo. Uno per ciascun Campione, il cui compito era quello di arraffare un uovo d’oro. Naturalmente c’erano dei maghi appostati per intervenire in caso di pericolo mortale, eppure ciò non rassicurò Victoria che temette per la vita Harry. Dubitava potesse morire, ma rischiava di farsi più di un semplice graffio.
“Se fossi stata nei suoi panni, me la sarei già data a gambe!”
La giovane Malfoy seguì attentamente le prove di ciascun Campione, i suoi occhi non si scostarono mai dalla recinzione. Cedric si dimostrò parecchio furbo; trasformò una pietra in un cane per distrarre il drago, ma si bruciò poco prima di afferrare l’uovo.
Fleur ipnotizzò il drago, riuscendo quasi ad addormentarlo. Il problema fu quando, emettendo uno sbuffo, uscirono delle fiamme dal naso del suo Gallese Verde e la gonna della bella francesina prese fuoco. Fortunatamente conosceva un incantesimo per spegnerla in fretta.
Krum preferì accecare il drago, una tattica che funzionò egregiamente.
Victoria applaudì per i tre Campioni. Se l’erano cavata piuttosto bene e sperava che Harry non si facesse prendere dal panico alla vista dell’Ungaro Spinato.
Quando toccò a lui, la Serpeverde ebbe un tuffo al cuore. Lo vide uscire dal tendone pian pianino, sembrava intimorito dall’ambiente circostante. Pareva un cucciolo in una gabbia di animali feroci. Trovarsi mille occhi ad osservarlo non doveva essere il massimo.
«Accio Firebolt!» gridò Harry alzando la bacchetta verso l’alto.
In pochi attimi fu raggiunto dalla sua scopa, si mise a cavallo e cominciò a sfrecciare attorno al drago, stimolando l’entusiasmo degli spettatori.
Per tutta la durata della Prova, Victoria tenne gli occhi fissi su Harry. L’osservava volare a bordo della sua Firebolt come se fosse nato per farlo. E dire che più volte lo vide giocare a Quidditch, ma era come se solo in quel momento avesse realmente aperto gli occhi sulla sua innata abilità.
«È incredibile» mormorò con occhi sognanti.
Harry schivò l’Ungaro Spinato con facilità e lo distrasse spostandosi velocemente. Trovò la sua idea geniale. Si stava destreggiando più che bene!
Attorno a lei, la maggior parte dei Serpeverde incoraggiavano il drago a dargli fuoco o a buttarlo giù dalla scopa. Draco e Pansy furono gli incitatori per eccellenza. Non attendevano altro che vedere Potter fare la figura dell’idiota.
«L’ha ferito alla spalla!»
Victoria sobbalzò sul posto. Tirò un sospiro di sollievo, vedendo che non fu niente di grave. La ferita non impedì ad Harry di volare ancora più in alto per distrarre il drago.
Fu uno spettacolo da mozzare il fiato. Il pubblico andò completamente in delirio quando Harry scese in picchiata e riuscì ad impossessarsi dell’uovo d’oro.
«Ma guardate!» strillò Bagman. «Ma guardate un po'! Il nostro campione più giovane è stato il più veloce a prendere l'uovo! Bene, ciò abbasserà le quote sul signor Potter!»
Istintivamente Victoria si alzò in piedi e si unì ai fragorosi applausi, sotto gli occhi sbigottiti dei suoi amici.
«È impazzita? Qualcuno mi dica che le hanno fatto un Confundus bello potente!» esclamò Allen, voltandosi verso Draco e gli altri Serpeverde.
«Qualche Grifondoro ha preso il suo posto utilizzando la Polisucco non ci sono dubbi» constatò Theodore, massaggiandosi il mento e osservandola da capo a piedi. Sembrava davvero contenta di Potter, ciò avrebbe dato adito ad una grossa barzelletta.
Blaise corrugò la fronte, portando una mano alla fronte e scosse il capo allibito.
«Draco? Draco, a che stai pensando?» lo strattonò Pansy preoccupata per una sua reazione. «Draco?»
Il ragazzo non accennò a muoversi. Fissava la sorella con occhi sospettosi e incattiviti. Non riuscì a crederci: stava davvero facendo il tifo per Potter?
“Per caso le piace Potter?
Me la stanno facendo sotto al naso?”
La sua ipotesi avrebbe chiarito il comportamento strano di Victoria negli ultimi giorni.
Draco sperò vivamente di sbagliarsi e rifletté in fretta che qualsiasi cosa ci fosse stato dietro, sarebbe stato meglio nasconderlo al buon Lucius. Almeno per il momento.
«Pare proprio che Potter se la sia cavata egregiamente».
«Ora ti ci metti pure tu?» domandò Adrian, voltandosi verso la sua ragazza.
Faye lo ignorò e si sporse verso Victoria. «Ammetto che ha del fegato. E vola piuttosto bene».
«Vero? È davvero bravo!» rispose entusiasta la Malfoy, continuando ad applaudire. 
In realtà non furono le sole ad ammirare la bravura di Harry durante la Prima Prova. In molti fecero il tifo per lui, non solo i Grifondoro. Al giovane campione vennero assegnati dei voti considerevoli. Otto, nove, nove, dieci e… quattro: quest’ultimo apparteneva ad Igor Karkaroff. Figurarsi se avrebbe sganciato un voto alto, dandogli la possibilità di superare il suo pupillo.
«È al primo posto, alla pari con Krum! Incredibile!» esclamò Victoria stupefatta.
Se le toccava essere onesta, non credeva riuscisse ad arrivare a tale posizione. Fu felice del sorprendente esito.
«Per forza! Lo sanno tutti che è il cocco di Silente e pure Bagman stravede per la sua storia» mugugnò Draco, alzandosi scocciato per andar via. Lanciò un’occhiata di sdegno a Potter. La sua bravura nella prova lo avrebbe reso ancora più celebre e… amato. «Pansy, andiamocene! Qua è tutto così ridicolo!»
La ragazza lo seguì come un fedele cane seguiva il suo padrone. Un comportamento del genere fece scuotere il capo a Victoria: quello è ridicolo!
Scesero tutti in fretta dagli spalti, non vedendo l’ora di tornare al calduccio dentro al castello.
«Io vado a congratularmi con Potter» disse istintivamente Victoria.
Allen la prese per un braccio, facendola voltare. Era stupito. «Fai sul serio?»
«È uno dei Campioni della nostra scuola. Se non rivolgiamo a lui il nostro sostegno, a chi dovremmo rivolgerlo?»
«A Cedric, per esempio» arrivò Chambers, il solito impiccione «ma forse non sei così in buoni rapporti come con Potter, o mi sbaglio?»
Victoria si liberò dalla presa del suo ragazzo per mettersi di fronte al Corvonero. Le sue insinuazioni cominciavano a stancarla e non si sarebbe lasciata intimidire facilmente.
«Se devi dire qualcosa, sii più chiaro».
Era certa che Chambers non avrebbe mai aperto bocca sul duello per difendere Harry. Se lo avesse fatto, Allen sarebbe venuto a sapere che anche lui l’aveva attaccata e senza dubbio si sarebbe arrabbiato come una iena. Chambers era un po’ sbruffone, ma non stupido: era impossibile che si giocasse l’amicizia con Allen.
«Magari noi possiamo andare da Ced, no?» domandò il Corvonero girandosi verso l’amico. «Ad ognuno il suo campione preferito di Hogwarts».
«Ehm… va bene» rispose Allen un po’ confuso. Salutò velocemente Victoria e poi sparì tra la folla assieme a Chambers.
Ancora una volta, Victoria l’ebbe vinta.
«Noto una sottile antipatia tra voi due» esordì Adrian Pucey, tenendo per mano Faye. «È successo qualcosa che non sappiamo? Avete discusso?»
Victoria alzò le spalle, fingendo di non sapere nulla. «È solo un idiota».
«Una curiosità. Andrai davvero a fare le tue congratulazioni a Potter o ci stavi prendendo in giro?»
«Dal tono che siete soliti usare, pare che Harry sia un appestato da non poter toccare o addirittura a cui non si può rivolgere la parola per paura di un contagio» disse Victoria, lasciandosi scappare una risata di scherno. «Capisco se vi preoccupa la reazione di Draco, ma in fondo non è colpa mia se io gli sono stata simpatica subito e lui no».
In fondo diceva il vero.
Draco detestava Potter solamente perché anni prima rifiutò la sua amicizia e preferì scegliersi un Weasley come compagno di scorribande. Victoria ricordava ancora le lamentele del fratello minore ed il modo in cui il suo disprezzo aumentava mentre Harry acquisiva più fama. Per tale ragione, lei non badò mai ai commenti di Draco sul famoso Bambino Sopravvissuto.
«Se tuo fratello ti sentisse» scoppiò a ridere Faye, infilando le mani gelide nelle tasche del mantello
«Sto solo dicendo la verità. E se Draco avrà qualcosa da ridire su un mio possibile avvicinamento a Harry Potter, sarò lieta di informarlo di persona» affermò Victoria assumendo un tono altezzoso e duro, che certamente ereditò dai suoi genitori adottivi.
Adrian lanciò un’occhiata veloce a Lucian Bole, migliore amico della giovane Malfoy fin dal loro primo anno. Entrambi potevano vantarsi di conoscerla bene e, dallo sguardo che Victoria mostrava, compresero che nella sua testolina stavano volando parecchie idee. Idee che potevano cacciarla nei guai. Non le dissero nulla perché sarebbe stato uno spreco di fiato. Era fin troppo cocciuta e se l’avessero infastidita, sarebbe stata capace di tener loro il muso per un bel po’.
«Ci vediamo in Sala Comune» li salutò Victoria, prima di girare sui tacchi e dirigersi da Harry.
Gli amici rimasero ad osservarla in lontananza. Videro come venne accolta dal nemico giurato di Draco, come si sorridevano amichevolmente e soprattutto come Victoria lo guardava mentre gli porgeva le sue congratulazioni. Adrian, Faye e Lucian tirarono le loro conclusioni piuttosto in fretta: del resto la conoscevano.
«Scommettete che entro fine anno ci sarà una bella litigata tra i fratelli Malfoy?»
«Lo puoi ben giurare, Lucian».
«Bah… io non vi capisco» commentò Faye, facendo segno ai due di cominciare ad incamminarsi verso il castello. Soffrendo il freddo in maniera pazzesca, non vedeva l’ora di sedersi davanti al caminetto della loro Sala Comune.  «Capisco la rivalità tra noi Serpi e quegli stupidi Grifoni. Capisco l’antipatia tra Draco e Potter. Capisco anche la vostra di antipatia. Ma ognuno può farsi gli amici che vuole e se Victoria…»
«Faye, il problema nasce se quell’amico è un nemico della propria famiglia» asserì Adrian piuttosto serio.
«Nemico. Che esagerazione! Draco e Potter…»
«Non solo Draco, intende Adrian» sopraggiunse Lucian abbassando il tono di voce. «Tu hai idea di chi siano i Malfoy?»
«I genitori di Victoria».
«E poi?» la incitò Lucian.
«Ehm… una delle famiglie più ricche del Mondo Magico».
«E poi?»
«Una delle poche Purosangue rimaste?» Faye alzò lo sguardo su entrambi e capii che c’era ben altro sotto. «Ehi! Tirate fuori il rospo. Che altro c’è da sapere sui Malfoy?»
Adrian lanciò un’occhiata vacua all’amico. «Parli tu?»
Lucian annuì e continuando a camminare in direzione del castello, disse: «Tredici anni fa, quando Tu-Sai-Chi scomparve, molti dei suoi sostenitori furono imprigionati ad Azkaban e altri riuscirono a cavarsela, diciamo. Uno di questi fu il caro Lucius».
Faye aggrottò la fronte e si bloccò all’istante. «Che stai dicendo? Il signor…»
Adrian le mise un braccio attorno alle spalle e la incitò a continuare a camminare.
«Il signor Malfoy fu uno dei sostenitori più accaniti di Tu-Sai-Chi, però in qualche maniera è riuscito a scampare alla prigionia. Vi ricordate cos’è successo alla Coppa del Mondo di Quidditch, no?» fece presente Lucian e Adrian capì perfettamente dove volesse arrivare. «Io scommetto le mie chiappe che uno di quei simpatici Mangiamorte era il padre di Victoria e Draco».
«Dove vuoi arrivare?» lo interruppe Faye, lanciandogli uno sguardo torvo.
«Dubito che la figlia di un Mangiamorte possa essere amica del Bambino che è Sopravvissuto».
«Che c’entra? Anche Draco si era proposto di diventare il suo amichetto ed è andata come noi sappiamo bene. Che differenza fa se Victoria ci riuscisse?»
«Sei così dolcemente ingenua, mia cara Faye Sould» la derise Lucian, dandole un buffetto sulla guancia. «Draco voleva avvicinarsi a Potter per interesse, magari per passare qualche informazione al suo paparino. Noi tre conosciamo Vicky e lei non si avvicina mai alle persone per interesse».
«Be’ dipende» lo corresse la ragazza.
«Va bene, potrebbe farlo. Ma hai visto come si rivolge a Potter? Dubito sia per convenienza. La nostra amica non è così falsa».
«Lucian ha ragione. Victoria sa essere spietatamente vendicativa, su questo non c’è il minimo dubbio, ma… ma lei dona il cuore alle persone» disse Adrian con tono serio. «Ha varie qualità che hanno spinto il Cappello Parlante a smistarla in Serpeverde, eppure non è come suo fratello o suo padre. Se questa vicinanza a Potter dovesse prolungarsi in qualsiasi maniera, si comprometterà».
Faye non sembrava d’accordo. «Per me state esagerando».
«Vedrai tu stessa».
«Per me può essere amica di chi vuole, anche di Potter».
«Io sono d’accordo» disse Lucian mettendo le mani avanti. «Mi frega meno di zero con chi decide di frequentarsi. Potrebbe pure sposarsi quello Sfregiato. Quello che mi preoccupa sono le difficoltà che incontrerà e, se farà di testa sua, ne incontrerà. È mia amica e mi dispiacerebbe».
«Ma dai! Nel profondo hai anche tu un animo tenero?» lo canzonò Faye tirandogli una guancia e facendo sghignazzare Adrian.
«Non sono tenero» borbottò Lucian stringendosi nel mantello scuro. «Sono un amico fedele e onesto. Che voi ci crediate o no, mi dispiacerebbe vedere Victoria commettere dei passi falsi che sicuramente rimpiangerebbe».
«Credo che su questo siamo tutti d’accordo» disse Adrian.
«Io dico di non dirle niente. Forse l’affair con Potter è solo passeggera» ipotizzò Faye mostrandosi tranquilla sulla questione. «Non fasciamoci la testa prima di rompercela».
«Speriamo di non intervenire troppo tardi».
«Oh, Lucian! Sei sempre così pessimista!»
«È la vita… così amara» bofonchiò il Serpeverde prima di addentrarsi nel castello.
 
Quel pomeriggio e gran parte della serata, Victoria lo trascorse in compagnia di Harry e dei suoi amici, festeggiando l’andamento della Prima Prova. Inizialmente si sentì un pesce fuor d’acqua accerchiata da tutti quei Grifondoro, si abituò man mano e la considerazione di Harry fu di grande aiuto.
Il ragazzo fu felice di averla al suo fianco. Ormai non poteva più nascondere di trovarsi bene in sua compagnia e non intendeva dimenticarsi il suo sostegno durante un momento davvero difficile, dove mancò il suo migliore amico. Per fortuna chiarì con Ron e tornarono inseparabili sotto gli occhi lucidi di una commossa Hermione. Non erano solo un paio di amici, tutti e tre formavano una piccola famiglia e per Harry significavano tutto. Fu un momento bellissimo quando si ritrovarono.
«Ti sei divertita?»
«Non è stata una festicciola poi così male» rispose Victoria uscendo dalla Sala Comune dei Grifondoro. «A parte qualche occhiataccia da chi sapeva chi fossi, direi che mi sono trovata piuttosto bene. I fratelli del tuo amico sono uno spasso. Non ho mai riso fino alle lacrime!»
«Fred e George sanno come intrattenere gli ospiti» rise Harry, ripensando a quando fecero mangiare “sbadatamente” delle Crostatine Canarine al povero Neville, a cui spuntarono piume sull’intero corpo.
«Credo che la nottata sarà ancora lunga per te. I tuoi amici vorranno tenerti sveglio per continuare i festeggiamenti».
«Molto probabilmente. Ogni buon motivo è ottimo per far baldoria».
«Se fossi una Grifondoro sarei del loro stesso parere!» esclamò Victoria piuttosto entusiasta, superando la soglia del quadro della Signora Grassa. «Peccato che io debba tornare al mio Dormitorio, ma credo di non aver scelta. Se Piton scoprisse che ho trascorso la serata qui… be’ sarebbe un grosso problema!»
Più che altro se lo scoprisse Lucius.
«Immagino» disse Harry, passandosi una mano tra i capelli corvini. «Ehm… vuoi che ti riaccompagni nei Sotterranei?»
«Per caso vuoi rischiare la vita?» lo canzonò lei.
«Be’ ho appena affrontato un drago. Credo che riuscirei a cavarmela».
Victoria si divertiva quando Potter tirava fuori la sua ironia, mista ad una leggerissimo orgoglio.
«Ti ringrazio per questa proposta galante, ma sarà meglio che tu rimanga a festeggiare. Te lo sei guadagnato».
«Sarà per la prossima!»
«Indubbiamente».
Calò un imbarazzante silenzio tra i due. Harry abbassò lo sguardo sulle punte dei piedi e Victoria si guardò attorno, sorridendo tra sé e sé.
«Allora… buonanotte» ruppe lei il ghiaccio.
«Ehm… sì, buonanotte» rialzò lo sguardo il Grifondoro. Alle volte si sentiva timido in sua presenza.
Victoria fece un passo avanti e con slancio gli diede un bacio sulla guancia, facendolo diventar rosso come lo stendardo della sua Casa. La mano del ragazzo salì subito a sfiorare la zona calda del suo viso.
«Sai… potrei farti avere l’orario delle mie lezioni» disse la strega dondolando sui talloni. «Una certa Cho Chang è nella mia stessa classe e potresti casualmente incontrarla tra uno spostamento e l’altro per cambiare aula».
Il rossore di Harry si accentuò.
«C-che cosa?»
«Tranquillo, terrò l’acqua in bocca» lo rassicurò facendogli l’occhiolino. «Credo che potrei anche origliare qualche sua conversazione se il soggetto sei tu».
«I-io… no, be’…»
«Sarà il nostro segreto».
Harry si ritrovò ad annuire con la faccia da pesce lesso. Quando Victoria fece per andarsene gli scappò un “grazie” che lei accolse con un sorriso. Il giovane Potter tornò in Sala Comune pensando - in quel momento più che mai - che era proprio bello esser amico di Victoria Malfoy.
La Serpeverde s’accorse della sua cotta in qualche occasione. In realtà solo un cieco poteva non esserne a conoscenza. Quando Cho gli passava accanto, Harry cominciava a blaterare assurdità che non stavano né in cielo né in terra. Senza contare l’arrossimento e la salivazione azzerata.
A Victoria non stava granchè simpatica. Considerava Cho piuttosto insipida, ma forse Harry aveva scorso qualche qualità in più. Scrollò le spalle, pensando a cosa potesse trovare di bello nella Chang. Era piuttosto popolare ed anche un’abile giocatrice di Quidditch: questo bastava per attirare l’attenzione del famoso Harry Potter?
«Bah» commentò Victoria tra sé e sé. «Se piace a lui…»
Victoria percorse le vie dei sotterranei pensando alla faccia del suo nuovo amico, quando la morettina girava nei suoi dintorni. Fu impossibile trattenere un sorriso; trovava estremamente dolci i ragazzi che possedevano una cotta così evidente. E poi Harry era davvero impacciato.
Scese le scale della Sala Comune con parecchia spensieratezza, in fondo aveva trascorso una bella serata e per di più grazie a dei Grifondoro. Tutto ciò aveva dell’incredibile.
«Eccola qua!»
Il suono di quella voce le fece alzare lo sguardo. S’accorse solo in quel momento che un po’ di persone si erano riunite ad aspettarla. Blaise e Theodore erano seduti su uno dei divanetti di pelle scura, voltarono subito la testa nella sua direzione. Adrian, Faye, Pansy e Draco stavano comodi sul divanetto opposto e bastò loro guardare avanti per vederla arrivare. Allen era in piedi, a pochi metri di distanza. Nessuno di loro sembrava esser contento.
«È successo qualcosa?»
«Ci prendi in giro?» replicò il suo ragazzo accigliando la fronte. «Dove sei stata fino ad ora?»
Victoria rimase impassibile e schioccò un’occhiata a tutti, cercando di capire esattamente che stesse accadendo. Allen le schioccò le dita davanti al viso. Un gesto che le diede dannatamente fastidio.
«Rispondi alla domanda!»
«Innanzitutto abbassiamo i toni» disse lei mettendo una mano avanti. «Ho solamente fatto un giro in cortile. Un lungo giro all’aria aperta e direi che ho fatto bene, visto che qua l’aria è avvezza».
«Tu non sei andata in cortile» replicò secco Allen, mettendo le mani sui fianchi. «Tu eri nella Sala Comune dei Grifondoro a festeggiare Harry Potter!»
Victoria non battè ciglio e guardò solamente il viso del suo ragazzo. Evitò di buttare un occhio a suo fratello, tanto immaginava che fosse infastidito e sicuramente le avrebbe fatto un discorsetto in privato.
«Se sapevi dov’ero, perché me l’hai domandato? Una mossa poco intelligente per un Corvonero».
La naturalezza e la calma con cui gli rispose, fece bofonchiare una risata divertita a Theodore Nott. Era quel genere di risposta che causava divertimento o stupore, ed Allen era parecchio stupito.
«Smettila, Vicky! Non c’è proprio niente da ridere. Credo che tu debba un paio di spiegazioni a tutti noi».
«Davvero? Credevo di dover render conto solamente ai miei genitori. Per caso sono qui?»
Allen sbuffò col naso. Il tono arrogante della Serpeverde lo stava seccando parecchio.
«Forse dovreste parlarne voi due da soli» consigliò Faye.
«Io penso che bisogna rendere chiaro anche a noi la situazione con Potter» trillò Pansy, impegnata fino a quel momento di carezzare i biondi capelli di Draco. «Capisco che il corvetto qua presente sia il suo ragazzo, ma noi siamo i suoi amici e visto che la conosciamo da più tempo…»
«Giusto per essere chiari, tu non sei mia amica» saltò subito Victoria. Stava cominciando ad innervosirsi e quella presa di posizione lo fece ben capire. «E se mi conosceste così bene, avreste affrontato il discorso in maniera meno plateale. Non credo di dover dare alcuna spiegazione riguardo a niente!»
Adrian sussurrò qualcosa nell’orecchio di Faye che annuì seria. Blaise rimase in silenzio, spostava gli occhi piccoli e scuri da Victoria a Draco: l’amico sembrava un palo di ghiaccio, al contrario sua sorella era pronta ad esplodere. Fu Theodore a prendere la parola, alzandosi dal divano.
«Capisco che ti sembriamo il tribunale dell’Inquisizione e in effetti non è stata l’idea migliore accoglierti in questa maniera tanto rude» la prese molto alla larga per alleggerire la tensione «però cerca di comprendere anche tu. Un giorno sei una persona e il giorno dopo ti troviamo a fare comunella con Potter. Converrai anche tu che è parecchio strano, soprattutto perché non ci hai mai detto niente».
«Theo, si torna al discorso di prima. Io sono libera di avvicinarmi a chi voglio e non penso di meritare questo trattamento, dal momento che non ho fatto del male a nessuno».
«Fare l’amichetta del nemico di tuo fratello non è un bel comportamento» s’intromise Pansy.
«Se mio fratello è tanto seccato, può parlarmene di persona».
«Non parlare come se io non fossi qui» sibilò Draco con freddezza.
«Sapete una cosa? Me ne vado a letto!» sbottò Victoria esasperata, sorpassando Allen e dirigendosi verso il corridoio del dormitorio femminile.
«È da codardi andarsene!»
Victoria tornò indietro come una furia. Blaise e Theodore sbarrarono gli occhi pensando che avrebbe tirato un sonoro schiaffo ad Allen.
«Chiedi al tuo amico Chambers cosa significa essere codardi».
Il ragazzo aggrottò la fronte. «Che c’entra ora Chambers?»
«Io sapevo che doveva essere accaduto per forza qualcosa» borbottò Adrian.
«Sono più piccola di voi due, ma questo non mi rende più stupida» replicò Victoria a testa alta, guardandolo dritto in faccia. Era livida di rabbia. «Credi che non sappia che il tuo amichetto fa insinuazioni poco velate su di me? Se lo fa in mia presenza, figurarsi quando siete da soli».
La faccia di Allen gliene diede una conferma.
«Prima di tirare conclusioni affrettate, saresti dovuto venir da me a chiedere spiegazioni. Non mi pare di averti mai dato modo di dubitare della mia lealtà, ma se è così forse dovresti farti qualche domanda e potremmo anche interromperla qui».
Le placide parole di Victoria lo fecero tentennare qualche attimo. Quando Allen si rese conto del loro vero significato, sgranò gli occhi e le cinse saldamente le spalle con fare preoccupato.
«No… io… io non voglio che noi due… ero venuto qua a cercarti e poi mi hanno detto dov’eri e ho pensato male, però io non…»
«La gelosia ha un bel significato. Lo ha anche la mancanza di fiducia e questa patetica sceneggiata» rispose freddamente Victoria, assumendo molto il tratto dei Malfoy. Si scostò dal ragazzo in malo modo. «Ora fammi il piacere di tornare nella tua Sala Comune e stanotte rifletti bene sulle tue azioni. Sempre che tu ci riesca».
«Ora sei troppo dura con me».
«Io so solo che pensavo di andar a dormire spensierata e invece mi è salito il mal di testa» sbuffò annoiata.
Allen fece un passo indietro. Pareva un cane con la coda tra le gambe.
«M-mi… mi dispiace».
Victoria scosse il capo e, senza aggiungere nient’altro, se ne andò. Non le piacevano le discussioni, cercava di tenersene alla larga il più possibile perché le portavano solamente tanta negatività, senza contare che non era una che le mandava a dire. Difficilmente si tratteneva dal rispondere, specialmente alle provocazioni. Quando udì dei passi alle sue spalle, immaginò che Faye la stesse raggiungendo per parlare dell’accaduto. Era la sua migliore amica dal primo anno ed erano piuttosto unite: la sua opinione contava più di altre.
Quando si voltò vide che la figura appena avvicinata non apparteneva a Faye, bensì a suo fratello.
«Sono stanca di discutere».
«Dovresti darmi qualche spiegazione».
«Non possiamo parlarne domattina?»
«No» replicò secco.
Victoria sospirò pesantemente e gli fece cenno di seguirla. Lo portò alla fine del corridoio del dormitorio femminile, dove un divanetto stava appoggiato ad una grossa finestra. Lei si buttò e tendendogli la mano gli fece segno di sedersi accanto, ma Draco rimase nella sua posizione. Con le mani sui fianchi e lo sguardo accigliato era la fotocopia di Lucius Malfoy.
Quando si diceva: tale padre, tale figlio…
«Che stai combinando con Potter?»
«Combinando» ripetè lasciandosi sfuggire una risatina. Era inevitabile trovare un pizzico di divertimento. Tutti si stavano immaginando degli scenari assurdi, a suo parere. «Io non capisco perché ne siete tanto sconvolti. È così assurdo che mi trovi simpatica?»
«No. Assurdo è che tu trovi simpatico lui».
«Non per mettere il dito nella piaga, ma se Harry avesse accettato la tua amicizia, ti saresti reso conto che…» si bloccò improvvisamente.
Stava per dirgli che si sarebbe accorto delle qualità del famoso Bambino Sopravvissuto, se l’avesse conosciuto veramente, e sicuramente l’avrebbe ferito senza volerlo. Victoria possedeva un bel caratterino, e ne era ben conscia, ma si era sempre impegnata per non far alcun male al suo bisbetico fratello.
«Ho incontrato Harry per pura casualità» continuò Victoria con fare naturale «e sempre per caso le nostre strade si sono incrociate. Infatti… infatti il professor Rüf mi ha assegnato come sua tutor».
Per un attimo, Victoria credette che a suo fratello sarebbe venuta una sincope. Draco sgranò gli occhi e sbattè le palpebre un paio di volte, come se non avesse capito bene.
Sperò di non aver capito bene.
Fissando l’espressione seria della sorella, comprese che il messaggio gli era arrivato forte e chiaro.
«Sei la sua tutor?! E quando credevi di dirmelo?»
«Sinceramente speravo di tirarla tanto per le lunghe».
Draco serrò la bocca, incredulo dalla sfacciata risposta della sorella. Unì i palmi delle mani, le strinse portandosele verso la bocca. Era più che frastornato.
«Io non ti capisco proprio. Hai perso il lume della ragione. Dev’essere per forza così. La sua tutor…»
«È stata una scelta dell’insegnante».
«Non prendermi in giro. Potevi benissimo rifiutare».
«Ottengo dei crediti in più».
«Come se fosse strettamente necessario».
«Ho i G.U.F.O alla fine dell’anno!» tentò Victoria arrampicandosi malamente sugli specchi.
«Non crederai davvero di darmela a bere?!» replicò secco Draco, puntandole il dito contro. «Sei incapace di ingannarmi. Non ci riuscirai mai. Sei… sei troppo prevedibile per me».
La ragazza mantenne lo sguardo alto per qualche istante. Doveva uscire da quella situazione il più in fretta possibile, ma più scorreva il tempo e più si rendeva conto che era con le spalle al muro.
Le toccò arrendersi.
«Fargli da tutor mi ha permesso di stargli vicina. Nemmeno io mi aspettavo che potesse nascere un’amicizia, anzi a dire il vero non è ancora nata. Noi… io ed Harry… stiamo imparando a conoscerci senza alcun tipo di pregiudizio. È una bella cosa».
«Sì, vallo a dire a nostro padre».
«Non serve che lo sappia» e gli lanciò una lunga occhiata.
«Da me non uscirà nemmeno una parola. Vita tua, scelte tue. Mi auguro che non te ne pentirai».
«Parli come se dovessi frequentarlo per tutta la vita. Draco non è così» provò a rassicurarlo apparendo sincera. «La vita è così imprevedibile, forse tra qualche settimana neanche ci saluteremo più o forse… chissà!»
«Forse chissà che cosa?» ripetè Draco con occhi allarmati. «Spiegati bene, Victoria!»
Lei si chiuse nelle spalle. «Non saprei. Era tanto per dire».
Draco storse il naso e cominciò a camminare avanti e indietro. Si massaggiava il mento pensieroso e sua sorella gli lasciò il suo spazio. Intendeva farlo riflettere in santa pace. Victoria si limitò a guardarlo, tenendo le gambe unite e i gomiti sulle ginocchia. Non aveva idea di cosa gli stesse passando per la mente. Possedeva sempre la stessa indecifrabile espressione. Come ogni santa volta, toccò a lei rompere il ghiaccio.
«Temi che Potter rubi l’affetto di tua sorella?»
Lo disse scherzando, non lo pensava davvero, eppure quando vide Draco girarsi verso di lei, capì che poteva aver azzeccato il nocciolo della questione.
«Allora mi vuoi bene, eh?»
«Smettila di sogghignare. Non mi pare mai di avertelo mai tenuto nascosto» replicò seccato, fermandosi davanti a lei e guardandola dall’alto. «Tra tutte le persone che potevi farti amico, proprio Potter? Non hai un briciolo di rispetto per me?»
«Dai, Draco! Non fai sul serio, spero. Credi davvero che scaleresti dietro Potter nella mia lista degli affetti?» lo canzonò Victoria, carezzandogli una mano e guardandolo dritto negli occhi. «Sei mio fratello. Ho vissuto tutta la mia vita con te e continuerò a farlo, fino a quando non prenderemo strade diverse…»
«Che strade diverse?» borbottò.
«Be’ stiamo crescendo. Prima o poi incontreremo una persona, la classica persona giusta, e ci sposeremo».
«E quindi?»
«E quindi non potremmo vivere tutti al Maniero» ridacchiò Victoria.
Fu in quel momento che Draco le prese la mano e intrecciò le sue dita a quelle della sorella. «Il Maniero è grande. Potremmo starci tutti quanti… e comunque non ti sposerai senza il mio consenso. Non voglio ritrovarmi un cognato idiota come Allen. Ecco, lui non sposartelo. Fai la brava».
Victoria sorrise con gli occhi. «Non so se arriveremo a domani, figurati quando saremo maggiorenni!»
«Be’ comunque non te lo sposi e nemmeno Potter».
«Potter non è il mio genere di ragazzo».
Senza staccare la mano da quella di Victoria, Draco le sedette accanto. Non osava scostare lo sguardo dai vivaci occhi della sorella: riceveva molte risposte soltanto guardandoli.
«E che genere di ragazzo ti interessa?»
«Fammi pensare!» esclamò la strega, volgendo lo sguardo al soffitto.
La trovò una domanda complicata. Nei suoi quindici anni non aveva mai pensato seriamente al ragazzo ideale. Le piaceva ammirare i giocatori di Quidditch, soprattutto quelli belli come il sole, e anche a scuola ce ne erano un paio che la lasciavano poco indifferente. Arrivando al sodo, però, non seppe fornire una risposta esaustiva.
«La verità è che… non è ho la più pallida idea» e alzò le braccia.
Draco accennò ad un sorriso forzato e scosse il capo. «Sei impossibile!»
«E mi vuoi bene anche per questo».
«Anche?» inarcò un sopracciglio. «E per cos’altro? Sentiamo».
«Be’ naturalmente perché sono una strega talentuosa, carismatica, splendida e…» continuò con fare eccentrico, sbattendo le folte ciglia che non aveva.
«…e molto modesta» aggiunse Draco sul finale, soffocando una risata.
«Se la mia lista non ti soddisfa, dammi tu la risposta!»
«Nah, non ne ho voglia» mugugnò l’altro, spostandosi dall’altro lato del divano e poggiando un gomito sul bracciolo.
Victoria lo imitò prendendolo in giro. «Sei noioso. Vieni qua e fatti dare un bacino» e allungò le labbra continuando a scimmiottarlo.
Draco si alzò dal divano e mise le mani avanti, tentando di sfuggirle. «Smettila di fare la scema! Non ti avvicinare che ti denuncio!»
Girarono attorno, giocando come quando erano bambini. Non badarono al rumore che fecero balzando dal divano a terra in continuazione o soffocando malamente le loro risate. Victoria, in special modo, causò un rumore con il suo passo pesante.
«A chi mi denunci?»
«A nostro padre!»
«A nostro padre?» ripetè lei facendosi una grossa risata.
«Esattamente! Nostro padre lo verrà a sapere!»
«Oh che paura!» esclamò Victoria portandosi le mani al petto e fingendo di tremare.
Fece qualche passo adagio per avvicinarsi. Lo abbracciò in vita e lo guardò da giù pur stando in piedi. Era un tantino più bassa e questo causò non poca confusione agli sconosciuti, che durante le presentazioni la credevano la sorella minore.
«Sai cosa dice sempre nostra madre di noi? Dice che siamo come un pesce con l’acqua. Niente e nessuno può separarci, ci credi?»
Draco si mostrò dubbioso, ma fu solo per prendersi gioco di lei. Quando posò i suoi occhi su quelli di Victoria, annuì mostrandole un lieve sorriso. Le carezzò una guancia, sentì la sua pelle calda a contatto con quella fredda delle sue dita. Gli causò un fremito lungo la schiena.
«Siamo i Malfoy. Nessuno è in grado di ostacolarci» le disse con voce roca.
«No, proprio nessuno» affermò Victoria e poi abbassò il capo per posarlo sul petto del fratello.
In verità se Draco le avesse chiesto di allontanarsi da Potter, Victoria avrebbe accettato. Per carità Harry le stava simpatico e sicuramente intendeva continuare a tifare per lui durante quel Torneo, però non si era legata tanto da soffrirne la lontananza. Era ancora in tempo per tornare indietro e per Draco l’avrebbe fatto. Gli voleva talmente bene che era disposta a qualunque cosa per lui.
Il giovane Malfoy possedeva il potere di frenare una possibile amicizia tra Victoria e Harry Potter, eppure non fece nulla. Volle lasciarla libera, credendo che il tempo avrebbe lenito quella vicinanza. Draco non aveva idea che quella conoscenza nata per caso sarebbe stata determinante per il loro futuro.


Mrs. Montgomery:
Eccomi tornata!
Non so se la reazione di Draco è stata all'altezza delle vostre aspettative.
Io posso solo aprire una parentesi sul rapporto dei fratelli Malfoy: al momento sono molto legati, hanno questo rapporto viscerale, quasi morboso. Draco è legatissimo a Victoria perché hanno avuto la stessa infanzia e lei, pur avendo un'indole diversa e man mano lo vedrete sempre di più, ha messo il fratello adottivo su un piedistallo. Per questo vi dirò che i veri problemi non nasceranno adesso. La mia premura attuale è farvi conoscere e caratterizzare i nuovi personaggi, inserendo le "mie" vicende all'interno della trama originale. E a proposito della trama, io intendo seguire quella dei libri, capiterà infatti che troverete frasi di dialogo estrapolate dal testo e sarà mia premura trascriverle in corsivo, per una questione di correttezza.
Tempo al tempo che di sorprese ce ne saranno parecchie.
Al momento sto scrivendo i capitoli ambientati ne "il Principe Mezzosangue" e da qui a quel punto ne passerà di acqua sotto i ponti: per me è emozionante vedere il percorso e l'evoluzione di qualche personaggio.
Vi ringrazio per aver speso il vostro tempo leggendo que
sto capitolo, spero continuerete a seguire la storia :)
Grazie mille a chi recensisce e ha inserito "Legami Proibiti" nelle varie categorie!
Un bacione a tutti!



 
   
 
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