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Autore: Ale78    08/05/2018    1 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Daryl

 

Non appena mio padre tolse il disturbo, Stewart lo seguì per sprangare la porta al piano di sotto e assicurarsi che tutto fosse sbarrato, mentre io cercai di alzarmi dal letto, non senza un notevole sforzo e l’uso di tanta buona volontà.

 

-Che ti avevo detto? – chiese il medico facendomi sedere e porgendomi una ciotola con  un qualche intruglio fumante. 

 

–  Trentasei ore o forse più d isolamento. Stanotte finirai quella flebo e domattina, con un pò di fortuna, potresti essere già in grado di stare in piedi.

 

- Che mi dici della confusione e della spossatezza? 

 

- Effetti collaterali dell’inattività e delle droghe assunte, dovrebbero passare entro domani pomeriggio – mi liquidò velocemente Stewart, mentre armeggiava con un becco bunsen che, chissà dove, aveva trovato, - Quello che mi preoccupa di più è la stanchezza accumulata in questi mesi. 

 

- Nel senso? – gli chiesi perplesso.

 

 

 

 

Stewart si tirò su gli occhiali, scivolati dal naso, e scosse la testa, sconsolato.

 

- Vediamo. Un’apocalisse zombie, la morte di tuo fratello, il dover sopravvivere sempre e comunque in un ambiente ostile.. Cosa manca? -disse volgendo gli occhi al cielo, come per riprendere il filo del discorso  – Ah giusto, tutto quello che hai passato qua dentro senza colpo ferire.. sia fisicamente che – e questo mi preoccupa molto di più- mentalmente…

 

 

Lo osservai stranito senza realmente poter fingere di non aver capito, ma lo lasciai comunque continuare. 

 

 

-Ci arrivi anche tu, credo. Se ti rimetto in piedi e ti ridò la tua balestra, chi mi garantisce che tu là fuori te la sappia ancora cavare? 

 

 

Non potevo dargli torto. In quel preciso momento, anche se non ci avevo ancora dato molto peso, la mia mano destra, che reggeva il cucchiaio con cui portavo quella brodaglia calda alla bocca, tremava terribilmente. 

Chi o cosa mi avrebbe dato la certezza che là fuori, in un momento di assoluto pericolo- sarei riuscito a controllare i nervi e agire in maniera netta? 

In quel preciso momento avrei avuto bisogno di avere accanto Rick, sapevo che su di lui avrei potuto trovare un punto fermo e una roccia su cui poggiarmi, se solo avessi leggermente vacillato, ma la sola persona  che mi venne in mente, fu mio fratello Merle. 

Troppo simile fisicamente a mio padre e troppo cazzone per essere realmente utile in una situazione limite ,era la sola persona che la mia mente  trovò la forza di immaginare per darmi forza, quella stessa forza che temevo avrebbe potuto cessare di sostenermi  e farci uccidere.

 

 

Mi venne da ridere.

 

- La cosa è divertente? – chiese il dottore allarmato.

 

-Si in un certo senso, - gli risposi ironico.

 

 

- Non so come ma l’idea di venire smembrato da una mandria di zombie schifosi non mi rallegra. – rispose Stewart esasperato.  

 

Controllò la flebo e mi pose una candela. - E’ la sola cosa che possiamo usare fino a che siamo confinati qua dentro, vedi di fartela bastare. Io provo a dormire qualche ora, vedi di faro anche tu.

 

-Grazie Stewart.

 

Il Dottore si bloccò nel sentire quella parola, poi mi fece un cenno col capo e uscì dalla stanza.

 

Mi ritrovai solo con i mei pensieri, di nuovo. Sapevo che quello che temeva Stewart era reale, ma sapevo anche che io non potevo morire lì. Non quando ero così vicino alla meta.

Se la sorte mi fosse stata propizia - avrei dovuto avere la possibilità di rivedere ancora una volta – anche solo una volta – quei meravigliosi occhi chiari di Beth che si posavano su di me e che mi colmavano con la loro dolcezza.

 Se avessi potuto ancora una volta avere la possibilità di guardarla negli occhi – di perdermi in essi- avvertendo ancora lo stesso calore che vi avevo letto ogni volta che lei mi guardava, - ecco a quel punto - sarei stato anche pronto a morire. 

Appagato. 

Fiero di aver capito che non ero del tutto insensibile, che il mio cuore batteva ancora, e che lei, ne era la causa primigenia. Se anche – dopo averla rivista, mi avesse scacciato e non mi avesse più voluto nella sua vita e mancando lei, non avessi più avuto alcuna possibilità di amare qualcuno, per un suo solo sguardo di nuovo su di me, avrei accettato  qualunque tipo di destino che il futuro mi avesse riservato. 

 

Per un suo bacio, poi, - per le sensazioni che io avevo provato la prima volta che aveva appoggiato le sue labbra sulle mie, avrei affrontato Dustin e tutto il suo esercito a mani nude e, se fossi perito, bè esistono morti peggiori. 

Avevo avuto altre donne nella mia vita, e credevo, di averle amate tutte con la stessa intensità e trasporto, ma da quando avevo conosciuto quella ragazzina bionda, il mio mondo già abbastanza incasinato e difficile, si era ribaltato.  Avevo fatto un madornale e grossolano errore di valutazione: c’era ancora del buono là fuori e io ne potevo fare parte, con lei vicino. 

Il mio cuore aveva davvero perso un battito, la prima vola che lei ed io, ci eravamo baciati, e se prima non credevo a certe stronzate, ora dovevo ricredermi, poiché la mia intera anima bramava di poter tornare a lei e di potere ancora fare parte  della sua vita. 

Il destino mi doveva ancora qualche fiche, era ora di pareggiare davvero i conti, e se fosse anche stata la sola possibilità che mi veniva data, bè, la sorte me lo doveva.

Con quei propositi e un grosso peso sullo stomaco, sprofondai in un sonno profondo e agitato.

Tutto quello che sarebbe successo da ora in avanti, doveva avere come fine ultimo rivedere lei, magari poterla stringere un ultima volta tra le mie braccia, poi se la mia vita fosse finita, non avrebbe più avuto importanza. 

 

 

 

 

 

Angolo  mio : 

Prima di tutto chiedo venia per la lunga, lunghissima, attesa,  e vorrei avere una scusa migliore, ma a parte che la mia vita è un enorme casino fatto di sbagli e inversioni a u in autostrada - metaforicamente parlando,- non so che altro dire…

Un abbraccio. A.

 

 

   
 
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