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Autore: GattyP    09/05/2018    2 recensioni
Terza fanfic della saga, con protagonisti Lily Anderson e Peter O’Neil, quest’anno alle prese con l’odiosa professoressa Umbridge… Avventure parallele a quelle di Harry e C (le cui vicende talvolta si incrociano con quelle dei nostri due personaggi, comunque nel pieno rispetto del Canon).
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anderson-O'Neil saga'
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Capitolo 5

 

Colloquio con Severus Piton

 

 

 

Insomma, come Dio volle, alla fine arrivarono le 6.00 del pomeriggio e mi recai, non senza una certa apprensione, nello studio del professor Piton, da solo. Ero “un po’” agitato…

- Entra pure, O’Neil - sentii dire, dopo che avevo bussato.

Entrai e chiusi la porta. Il padre di Lily stava armeggiando con non so quale vasetto contenente, sotto spirito, non so quale orrenda creatura. Rabbrividii, non so se per il ribrezzo provocato dal mostriciattolo o per la paura di doverlo affrontare.

- Scusami un attimo - disse, allontanandosi dal suo lavoro e prendendo la bacchetta - lancio un incantesimo di protezione, per non far sentire quello che ci diciamo agli altri… e soprattutto a mia figlia, se è nelle vicinanze… anche se poi lo verrà a sapere da te, immagino. Conosci l’incantesimo Muffliato, no?

In una frazione di secondo pensai alla risposta… Cos’era, un tranello? Cosa dovevo rispondere? “Sì, lo conosco, lo usiamo qualche volta” o era meglio negare tutto? Lily l’aveva imparato dal padre… o l’aveva letto in qualche suo libro (il professor Piton, a quanto mi aveva detto Lily, aveva l’abitudine di scribacchiare incantesimi nei bordi dei libri che leggeva…): non mi ricordavo cosa mi aveva detto. Poi pensai che probabilmente sapeva che l’usavamo… e che potevo giustificarne la conoscenza con il desiderio di privacy (che fossimo fidanzati lui e gli altri lo immaginavano ben prima che lo fossimo veramente) e pertanto affermai semplicemente (naturalmente feci tutto il ragionamento in una frazione di secondo): - Sì, lo conosco.

Poco dopo, fatto l’incantesimo, mi fece sedere su una delle sedie davanti alla sua scrivania e, postosi anche lui seduto, cominciò: - O’Neil, ti chiederai perché ti ho chiamato, da solo… Beh, per rispondere ad una sola, semplice domanda. Guradami negli occhi…Cosa sta macchinando mia figlia?

Oddio, ero finito. Sospettava qualcosa. Avevo i suoi occhi puntati addosso. Per fortuna non poteva leggere i miei pensieri. Era un legilimens potentissimo, lo sapevo, e mi avrebbe potuto rivoltare come un calzino, ma tutti i ricordi riguardanti Lily, che era una mezza “respingente” erano diversamente codificati, mi aveva spiegato la mia ragazza, e quindi irraggiungibili da parte di chiunque, anche del padre. Ero al sicuro… ma cosa dovevo rispondere?

- Non so a cosa si riferisce, professore…. Stiamo insieme…siamo fidanzati… ci vogliamo bene… come lei sa… ma Lily non macchina niente… che io sappia… - dissi, mentendo spudoratamente. Se avesse saputo tutto quello che avevamo fatto negli ultimi due anni, sono sicuro che mi avrebbe messo sotto spirito in uno di quei vasetti insieme ai suoi mostriciattoli…

- O’Neil, non sono stupido. Vi muovete un po’ troppo furtivamente, da un po’ di tempo. Per quanto ne so, mia figlia si aggira un po’ troppo per Hogwarts in tua compagnia, e la vostra uscita a MacDonald Caste, “per farmi un piacere”, per prendere un libro per me, non mi ha proprio convinto, anche se l’ho assecondata… - continuò, guardandomi fisso.

- Beh - aggiunsi, cercando di coprire la volontà di Lily di salvare il Prescelto e il Mondo magico con la nostra storia sentimentale - stiamo molto bene insieme.. e parliamo molto… ma non parliamo sempre… delle volte ci ba…

Ma qui mi fermai e diventai, penso, tutto rosso, dato che mi accorsi che la frase poteva risultare ambigua… e potevo far arrabbiare il professor Piton: sapere che sua figlia limona in luoghi appartati con un ragazzo poteva anche non essergli completamente gradito… e questo forse mi salvò, perché il mio comportamento impacciato fu interpretato da  Piton come la mia volontà di nascondere i miei sentimenti di innamorato… non la prova che ero il complice di una figlia incosciente e scapestrata…

- Quindi siete andati a MacDonald insieme solo per parlare … - mi disse, fissandomi negli occhi, e sottolineò l’ultima parola.

Beh, a quel punto dovevo fargli credere che le nostre uscite fossero solo legate all’innamoramento, e così improvvisai: - No, siamo andati a prendere il suo libro… ma, in realtà, volevamo stare insieme… non è che parliamo sempre… delle volte, cioè, abbiamo altre… attività… però senza esagerare troppo, glielo assicuro… e ci piace stare insieme anche a parlare… perché io voglio bene a sua figlia e lei vuole bene a me… Ma non farei niente… di eccessivo…. cioè… non so se mi capisce… io però non l’ho mai pensato… Oddio, l’ho pensato… ma non l’ho fatto…

Ero così patetico che dovevo suscitare anche una certa comprensione umana (speravo); cosa che non avrei ottenuto se fossi passato per il complice che collabora con la figlia nel rischiare anche la vita per chissà quali presuntuosi obiettivi, tra anelli magici, libri proibiti e profezie oscure…

Davanti al mio evidente imbarazzo e al mio ridicolo discorso, il professor Piton ebbe (evidentemente) un attimo di pietà e: - Va bene, O’Neil, ti credo. - disse. Poi cambiò discorso: - Lo sai perché Lily non ha il mio cognome?

Effettivamente non sapevo il motivo preciso. Lily mi aveva solo parlato di alcuni seri motivi, che forse neanche lei conosceva interamente. Del resto neanche zia Mary e sorella erano sposate, ma convivevano con i rispettivi compagni: era forse un’abitudine scozzese? In Irlanda tutti rigorosamente si sposano. Dissi che lo ignoravo.

- Per proteggere lei e sua madre da persone che mi vorrebbero fare del male… e non esiterebbero a farlo alle persone a cui voglio bene se sapessero chi sono. Potrebbero catturarle, violentarle, ucciderle: sono persone spregevoli con cui in passato mi sono scontrato e che hanno promesso di farmela pagare. E’ indispensabile pertanto che nessuna conosca il nostro rapporto di parentela, questo l’hai già capito e so che posso contare sulla tua discrezione. Mi darai una mano a proteggerla, O’Neil?

Beh, anche io volevo bene a Lily e desideravo proteggerla.

- Certo, professore. La sicurezza di Lily sta a cuore anche a me, veramente - gli dissi, con franchezza.

- Va bene, ora va’ - mi disse - e racconta pure tutto a mia figlia… Tanto leggerebbe subito i tuoi pensieri... Non t’invidio, O’Neil: dovrei darti qualche lezione di occlumanzia per proteggerti dalla sua curiosità… ma non so come la prenderebbe Lily se le impedissi di curiosare nella tua mente… - disse con una specie di ghigno.

Lo salutai e me ne andai. Mi tremavano ancora le gambe. Era stato più difficile affrontare il Troll o il professor Piton?

- Conviene stare tranquilli per un po’ di tempo - convenne Lily, quando le raccontai tutto - Tanto siamo ad un punto morto… almeno finché tu non vai a Durmstrang a sentire quella professoressa. Così anche mio padre cesserà di insospettirsi sul mio comportamento…

- Dobbiamo trovare un’occupazione che ci riempi il tempo libero, però - dissi, alludendo…

E Lily, sorridendomi: - Non mi dispiace quello a cui stai pensando… Come occlumante non vali molto… ma hai altre qualità…

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Un paio di settimane dopo andammo ad una partita di Quidditch. Non è che ci interessasse troppo (in effetti io ero una schiappa nel volo e non avevo mai giocato a quello sport: sì, lo so, l’Irlanda è una delle squadre più forti alla Coppa del Mondo, ma io facevo evidentemente eccezione) e, negli anni precedenti, impiegavamo generalmente le ore in cui tutti andavano a vedere le varie partite a cercare qualcosa di proibito nei sotterranei del castello. Ma non potevamo mancare, quell’anno a quella partita, dato che Aileen, l’amichetta di Lily, ci aveva parlato, nel nostro ultimo incontro, di suo cugino, Kain Montague, che era capitano della squadra scolastica di Serpeverde. Ci aveva fatto praticamente promettere che saremmo andati a vederlo e avremmo tifato per lui; inoltre avremmo dovuto avvisarla, via gufo, di quello che sarebbe successo! La prima promessa non era difficile da mantenere; più difficile la seconda, anche perché le Serpi, in generale, sono piuttosto scostanti e antipatiche. Tuttavia un sobrio appoggio, senza clamori e senza effervescenze, poteva essere anche accettato. Poi Lily avrebbe inviato una bella letterina, via Occhialuto, ad Aileen Montague.

Non so cos’abbia scritto poi Lily in quella lettera. Se doveva trovare qualcosa di simpatico da raccontare ad Aileen, forse se lo sarà inventato: i componenti delle due squadre (cugino compreso) si odiavano e furono tantissimi i colpi scorretti dall’una e dall’altra parte. Alla fine vinsero i Grifondoro (malgrado la pessima prestazione di Ron Weasley, l’amico di Harry, che ricopriva il ruolo di portiere, ma che sembrava negato più di me per il Quidditch), ma la rissa successiva alla fine della partita fece scattare un provvedimento francamente eccessivo della Umbridge: sia Harry, sia i gemelli Weasley furono squalificati “a vita” dai campionati studenteschi di Quidditch.

Qualche giorno dopo, incontrai Hermione, Harry e Ron, che si stavano spostando in biblioteca e gli attestammo tutta la nostra solidarietà. Ron diventò rosso, pensando alla sua penosa prestazione.

- Grazie, ragazzi - disse Harry, fermandosi un attimo a parlare - siete sempre gentili. Peccato che non tutti siano come voi.

- Non devi piacere a tutti, Harry - disse Lily, molto saggiamente - ma a te stesso. Solo così potrai essere un modello per gli altri, come del resto sei. Per molti, credimi.

- Ehi, che belle parole! - Intervenne Hermione - Sei fortunato, Peter, ad avere una ragazza così carina e così intelligente.

- Sì, è vero… - concordai. In quel momento passarono Cho e Marietta. La prima volse lo sguardo sul nostro gruppo. Mi girai verso Harry: la stava fissando, e un grande sorriso era stampato sul suo volto. Se non mi sbagliavo, c’era qualcosa tra quei due…

 

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Novembre e dicembre passarono in un lampo, tra lezioni, compiti e altre sane occupazioni (quest’ultime naturalmente più piacevoli). A Novembre riuscimmo anche ad andare ad Hogsmeade: gironzolammo un po’ per il paese guardando i negozi, poi ci infilammo in un piccolo delizioso pub dove generalmente si recavano le coppiette…. Peccato che a Lily venissero in mente in continuazione balzane idee su come raggiungere quel “Bosco degli Inferi”. I propositi di stare tranquilla per un paio di mesi, fino al mio ritorno da Durmstrang, per non far insospettire suo padre, erano durati un paio di settimane. Poi aveva cominciato ad elaborare nuovi piani per esplorare non so quale parte dei sotterranei che, secondo lei, contenevano il portale… Io facevo fatica a contenere la sua esuberanza.

E dovetti anche controllare la mia, ma in un altro campo. Lily, ormai lo sapevo, non aveva paura di niente… tranne dei temporali e dei fulmini. Mi aveva raccontata che una volta, da piccola, si era persa in non so quale posto ed era uscita fuori all’aria aperta cercando disperatamente la madre. Proprio in quel momento era scoppiato un fortissimo temporale e quell’esperienza l’aveva traumatizzata. Un paio di volte, tra novembre e dicembre, me la ritrovai, pertanto, letteralmente, nel mio letto. Per fortuna il dormitorio di Corvonero prevede una forte privacy e, tra un letto e l’altro, c’erano armadi e librerie che toglievano la visuale. Senza contare che ogni letto era su un baldacchino che poteva essere isolato con tende e cortine. Anche l’anno precedente, quando eravamo solo amici, si infilava nel mio letto, dove poteva dormire tranquilla, vicino a me. Sì, non sarebbe dovuta venire… e alcuni incantesimi impedivano teoricamente alle ragazze di entrare nel dormitorio dei ragazzi (e viceversa), ma Lily non era legata agli incantesimi magici sia perché mezza respingente, sia soprattutto perché si materializzava nel mio letto grazie alla magia dell’anello (che, essendo impregnato di magia “antica”, non era condizionabile da quella “tradizionale”)…

- Posso dormire con te, Peter? Lo sai, ho paura… - mi diceva.

Le avrei detto di no? Il buio assoluto garantiva una grande privacy. Ma io non ero di ferro e faticavo a dormire mentre lei si trovava, vicino a me, sotto le coperte, e mi abbracciava… In effetti Lily subito si tranquillizzava. Non io che sentivo il suo corpo non lontano dal mio, il suo respiro, il suo profumo… Insomma, in quelle occasioni dormivo poco e male e, alla mattina, mi svegliavo stanchissimo, dopo aver riposato forse un paio d’ore…

 

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In effetti mi sembra un po’ pericoloso… Dovrebbero stare un po’ più attenti! Appuntamento a sabato con il prossimo capitolo (Preparativi per la partenza). Il solito ringraziamento a Barbie_Ettelanie_91 e ad ace 95 per la graditissima recensione. Un abbraccio a tutti. GattyP:)

   
 
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