Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Tugs    04/07/2009    7 recensioni
La mia interpretazione di come i genitori di Harry si sono innamorati. Un ritratto dei personaggi che credo siano stati Lily e James. Sperando che vi streghino come lo hanno fatto con me...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


FIOCCO SULLA PORTA



Ottobre, 1979


Fuori il vento soffiava forte, facendo sollevare le foglie dai caldi colori autunnali, che vorticavano in un turbine indistinto sopra i tetti di una Londra che stava per addormentarsi. L’aria era fredda, forse troppo per quell’inizio di autunno che sembrava parecchio intenzionato a dimostrare che poteva esser violento quanto l’inverno. Era così sgradevole che i pochi avventuratisi fuori al riparo dalle loro giacche a vento e dai loro ombrelli si stavano di nuovo rifugiando dentro casa, promettendosi di prepararsi una bella cioccolata calda da consumare bollente davanti al fuoco, con un bel libro in mano. Cosa c’era di meglio con un tempaccio simile?
Eppure, a quanto pareva, la nostra Lily aveva trovato un’alternativa più che onorevole per trascorrere la serata. Infatti, se ne stava al calduccio sotto un vaporoso piumone invernale a godersi le carezze di James (Invidiatela pure, io lo sto facendo. NdA).
In quel momento, tutta presa a cercare di respingerlo mentre le faceva il solletico senza pietà nel suo tallone d’Achille: la pancia.
“Uhuhuhuhuhuh, dai, ihihihihihihih, Jay! Ti prego smettila!”
“Non ci penso neanche!” sbottò lui, stringendola a sé e baciandole dolcemente il collo, per poi continuare la sua opera. Ma Lily, scaltra femmina, aveva ben altri metodi per mettere a tacere la vena scherzosa di suo marito, e si buttò a pesce sopra di lui, togliendogli per un attimo il respiro. Proprio quello che desiderava.
Approfittando della momentanea immobilità di James, cominciò a riempirlo di baci: sui capelli in disordine, sulla fronte, sul naso, sulla bocca, sulla mascella, sul collo, sulle spalle, sull’incavo del gomito, sul petto nudo… e a ogni respiro sentiva la sua volontà farsi sempre più debole e l’aria impregnarsi di dolcezza.
Presto, sentì le sue braccia forti avvolgerla nei fianchi e lo guardò negli occhi nocciola che la fissavano con espressione adorante. Lily ridacchiò fra sé e sé, pensando che fuori dal contesto sarebbe stata una faccia sorprendentemente buffa.
Lentamente, dolcemente, assaporando ogni singolo gesto, si svestirono, godendo del respiro caldo dell’altro sulla pelle e del contatto intimo che c’era fra loro, sospirando spesso di piacere.
Niente aveva più senso. L’universo cominciava e finiva sotto quel piumone e nessun altro luogo al mondo avrebbe potuto dar loro la stessa gioia e lo stesso ottimismo di quello. Per Lily, il cielo erano i capelli arruffati e neri di lui, le stelle erano i suoi occhi dolci e luminosi, il calore del sole erano le sue braccia strette intorno a lei, la sua terra –senza la quale sarebbe precipitata in un baratro di oscurità- era il suo corpo, e la gioia di James era la sua, i desideri di James erano i suoi; di cosa fossero fatte le anime Lily non avrebbe preteso di saperlo, ma avrebbe potuto dire con certezza che le loro erano uguali, compatibili, create per essere incastrate insieme, con la perfezione che neanche un divino puzzle avrebbe mai raggiunto, un’unica identità, due metà di un cerchio. E Dio solo sa se quella sera quelle due metà non raggiunsero il cielo e andarono anche oltre, volando insieme, allacciate dal loro amore.
E la loro gioia diede luogo a qualcosa di nuovo, qualcosa che sarebbe diventato unico e insostituibile per il resto dell’umanità.

Novembre, 1979

Lily passeggiava assieme a Remus per Regent’s Park. Era parecchio piacevole girare per i viali alberati con quel sole tiepido, e quel giorno molte coppie che si erano portate dietro i bambini che si rincorrevano lungo le rive del lago o si imbrattavano con il fango per poi essere sgridati dai genitori, che si arrabbiavano oppure scuotevano la testa con fare impotente e sorridevano alle faccette innocenti della loro progenie.
Lily quel giorno sentiva un non so che di insolito, aveva lo stomaco in subbuglio dalla mattina, doveva andare a fare il turno di guardia per l’Ordine, ma James, sebbene lei non gli avesse detto niente, aveva intuito che non si sentiva troppo in forma e le aveva espressamente vietato di andarci, confinandola in casa assieme a Remus, che aveva il giorno libero. Quindi, si era alzata, aveva preparato la colazione, poi si era rimessa a letto, poi aveva preso un libro, poi aveva guardato la TV, senza riuscire a trovare qualcosa che avesse voglia di fare. Infine, si era fatta una doccia nella speranza di sciacquar via quel senso di disagio, senza risultato; solo a quel punto Remus aveva suonato il campanello e, vedendola così agitata, le aveva proposto di fare una passeggiata.
Lily, all’aria aperta, seduta su una panchina a guardare i bambini che sbriciolavano il pane per darlo da mangiare ai piccioni, fu costretta ad ammettere che le stava facendo bene; si sentiva parecchio meglio lì fuori a fare qualcosa che non a casa. Tuttavia, avrebbe preferito andare al lavoro; maledizione a James! Lily detestava non sapere cosa stava succedendo.
Ma d’altra parte la compagnia di Remus aveva un non so che di tranquillizzante, nei suoi occhi celeste chiaro, nello sguardo tranquillo, nel silenzio socievole che li avvolgeva…
Proprio in quell’istante, un bambinetto con i riccioli  biondo e gli occhioni grigi fu preso da uno slancio eccessivo nel fare una capriola e perse l’equilibrio, ruzzolando rovinosamente vicino a Lily e Remus. Lily fu colta da un insolito stato d’ansia e corse a controllare che il bimbo stesse bene, con Remus alle calcagna. Quando arrivò sul posto, capì immediatamente che non si era fatto niente; ma dato che una folla di bimbi lo circondava, si stava giustamente prendendo la sua parte di attenzioni, frignando chiassosamente.
Lily si fece largo tra i ragazzini e si inginocchiò accanto a lui. Aveva il viso rigato di lacrime, e un ginocchio sbucciato. Quando il bambino si accorse di lei la guardò con espressione spaurita, che scomparve immediatamente appena Lily gli rivolse un largo sorriso.
“Ohi, ciao, piccolo. Ma perché fai quella faccia triste?” gli chiese premurosamente, mentre Remus osservava la scena in disparte, sorridendo.
Il bimbo tirò un paio di volte su per il naso e arrivò un gran vociare dai bimbi intorno che tentarono di spiegare confusamente l’accaduto tragico. Lily annuì seriamente agli altri e poi gli disse: “Ah, è così? Sei caduto?”
Lui annuì con vigore.
“Guardiamo un po’. Oh, è questo?” chiese indicando lo sbuccio.
“Sì” rispose il bambino con voce un po’ spezzata.
“E fa tanto male?”
Annuì di nuovo, con molta sicurezza.
“Ah, ma a me dicono che con un bacino il dolore va via subito. Ecco” disse sfiorando con le labbra il ginocchio. Il bimbo strinse le labbra, evidentemente preso da un dolore immane, ma subito il suo sguardo si fece più allegro e sorrise.
“Va meglio?” chiese dolcemente Lily.
Lui annuì e si alzò. “ Ma bisogna disinfettarlo. Ora mi dici dove sono la mamma e il papà?”
Lily si alzò e prese il bimbo per mano, tutti gli altri, entusiasti per la missione, corsero intono a loro come uno sciame, e chi tirava il vestito, chi il cappotto di Lily, chi gridava, per dirle di far presto e indicandole la strada.
Lily rise, perfettamente a proprio agio, e sorrise anche al bambino che rispose a sua volta e cominciò a parlare a raffica, con l’entusiasmo di quando si è piccoli.
“…. Sì, e dopo io ho detto che così mi faceva male, ma lei non mi ha ascoltato” borbottò indicando una bambinetta più piccola con i capelli identici ai suoi e l’espressione corrucciata.
“Non è vero, Tom, io ti avevo detto che mamma non voleva e…” ma il resto del discorso fu interrotto da una miriade di voci che sostenevano o l’una o l’altra parte.
Poi un improvviso grido: “Tom! Ma che hai fatto!”
Il bambino riconoscendo una donna che gli assomigliava molto, corse da lei e l’abbracciò: “Mamma! È stata Anne, mi ha fatto cadere!”
“Non è vero!” strillò la bambina mentre si tirava le treccine bionde per la frustrazione.
“Sì, è vero, mamma, e poi mi ha aiutato quella signora là con i capelli rossi e gli occhi belli”.
“Quale signora?” chiese in ansia la mamma, mentre i ricci biondi le scoprivano gli occhi quando sollevò la testa.
“Quella” disse Tom indicando Lily, che sorrise alla mamma e al figlio.
La mamma di Tom si avvicinò e ringraziò Lily, poi si portò dietro i due bambini che ancora strillavano perché entrambi volevano avere ragione.
Lily sentì uno strano senso di tristezza nel vedere Tom ed Anne andarsene mano nella mano con la mamma e un ancor più acuto senso di nostalgia la colse, anche se non riuscì a capire per cosa.
Remus si avvicinò a lei, e le mise un braccio intorno alle spalle mentre si allontanavano.
“Però… ci sai fare coi bambini! L’hai visto, un attimo prima piangeva e un attimo dopo…”
“Remus” lo interruppe Lily con la mano sulla bocca e gli occhi spalancati, “credo di dover vomitare”.
“Come?” chiese lui sorpreso.
Ma lei era già corsa dietro un cespuglio.
Remus sorresse Lily mentre svuotava tutta la colazione sull’erba.
“Lil, ma cosa hai mangiato? Eppure non stai male spesso…”
E in quel momento Lily fu presa da un’ansia ancora più grossa. Lottando per reggere allo stupore, cominciò a contare le settimane dall’ultima volta in cui aveva avuto il ciclo mentre Remus continuava a parlare. Allarmata si toccò la pancia e deglutì faticosamente.
“Lily, ma che hai?”
“Rem, mi sa che mi devi accompagnare in farmacia”
°°°

Lily si torceva le mani, camminando avanti e indietro sul tappeto e scoccando delle occhiate nervose all’orologio, mentre Remus aveva un enorme sorriso stampato in faccia e sedeva tranquillamente sul divano.
“Eddai, Lil, sarà felice, vedrai!”
“Sta zitto, Remus, zitto! Oddio cosa faremo, ora?”
“Bé, di solito si aspettano nove mesi e poi…”
Lily lo guardò inorridita, “Ma che stai dicendo?”
Remus scosse la testa e la abbracciò, “Questa è una splendida notizia, Lily”.
Lily lo guardò ancora più inorridita: “Cosa? Questo” sbottò indicandosi il ventre, “è un disastro! E cosa dirà James quando arriverà!”
Remus non fece in tempo a replicare che si sentì uno schiocco sul vialetto davanti a casa. Lily gemette riconoscendo il passo di James.
Ora immaginatevi la scena che trovò James quando entrò in casa e vide Remus con l’espressione che scoppiava di felicità e pareva che morisse dalla voglia di dire qualcosa, Lily con le mani che ancora si torcevano e l’espressione terrorizzata.
James rimase un attimo sul ciglio della porta con espressione stupita, poi accennò un sorriso e chiese: “Ehmm… ciao, ragazzi, mi sono perso qualcosa?”
Remus si sedette di nuovo con la faccia soddisfatta e disse: “Diglielo”.
“Dirmi cosa? Lily? È successo qualcosa?”
Lily capì che James si stava inquietando, poi riprese a girare per la stanza con un groppo in gola e continuò a stritolarsi le mani. Oddio, cosa sarebbe successo? Erano in guerra, James non avrebbe sicuramente voluto un figlio, o no?
“Ehmm…” cominciò, ma la voce le si spezzò.
“Lily?” James si avvicinò e le prese le mani.
“Che c’è? Dai dillo, qualsiasi cosa sia successa possiamo affrontarla insieme”.
Lily chiuse gli occhi un secondo, respirò ed espirò un paio di volte, tentò di allentare il nodo allo stomaco, poi aprì di nuovo gli occhi e, raccogliendo il coraggio disse: “Sono incinta”.
Silenzio.
L’espressione di James, dapprima dolce e tranquillizzante, si riempì di stupore.
Silenzio.
“James, hai capito? Avremo un bambino”, Lily provò a sventolargli una mano davanti.
“Forse sta ancora assimilando la notizia” azzardò Remus.
Poi, piano piano sul volto di James si allargò un sorriso che era molto più che da trentadue denti, sprizzava gioia da tutti i pori.
James gridò, poi sollevò Lily per la vita e le fece fare una giravolta attorno a lui.
“Aspettiamo un bambino! Oh, Lily…” e la tenne stretta per un po’.
“James…” cominciò lei.
Lui si allarmò subito. “Oddio, scusa, ti ho fatto male? Mammamia è tutto così… allora ti ho fatto male, eh?”
Lily sorrise per l’entusiasmo infantile di suo marito, “Ma, allora, sei contento?”
James la guardò come se fosse pazza; “Stai scherzando? Io sono molto più che felice! Avremo un bambino!” ripeté come se in quella stanza non avessero afferrato bene il concetto.
Poi afferrò Lily per il braccio e la trascinò fuori. “E ora dove vai?” chiesero Lily e Remus all’unisono.
Lui si voltò e rivolse loro l’ennesimo sorriso raggiante.
“Come dove andiamo? A dirlo a tutti, no?”
E appena uscito fuori strillò: “SAREMO GENITOOOOOOOOOOOOOOOORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Molti si affacciarono alla finestre e Lily si coprì il volto paonazzo per la vergogna.
“BRAVO!” gridò un tipo dalla finestra, “MA IO VORREI SENTIRE IL TELEGIORNALE!”
Poi la signora Parker si affacciò dal davanzale e chiese: “Ms Potter, ma è vero?”
Lily si tolse le mani dalla faccia e sorridendo, annuì.
La signora Parker unì le mani e disse deliziata: Oh, ma che splendida notizia!”
Remus ridacchiò e James abbracciò di nuovo Lily e Lily pensò, sorridendo fra sé e sé, che, tutto sommato, sarebbe diventato un bravo papà.
°°°
“Diventerà un cercatore abilissimo!”
“Niente affatto, sarà un playboy nato!”
“Meglio ancora, scoprirà altri dieci usi per il sangue di drago!”
“Naaaaaaaaaaaahhhhhh!” dissero James e Sirius, disgustati dall’ultima affermazione di Remus, che si era inaspettatamente unito alla ricerca della miglior qualità che avrebbe avuto il nascituro.
Lily sorrise teneramente alla scena mentre si riscaldava davanti al fuoco e alla coperta che James aveva insistito nel metterle sulle ginocchia.
“E se fosse una femmina?” chiese.
James si avvicinò e la baciò teneramente sulla fronte: “Diventerà bellissima!”
“No, sarà una rubacuori!”
“Sì, ma anche la migliore della classe!”
E via, di nuovo.
Lily sorrise, mentre intorno a lei si alternavano Peter, Mary, Frank, Sirius, Remus che si congratulavano e le offrivano ogni aiuto possibile, ma soprattutto James, che era diventato più appiccicoso della colla.
Alla settima volta in cui le chiese se aveva bisogno di un altro cuscino, Lily sbuffò: “Ma la vuoi piantare? Mica…”
Ma fu interrotta da qualcuno che sbatteva la porta: era Alice, che dalla cima delle scale era appena uscita dal bagno, tutti si girarono verso di lei che, sventolando un test di gravidanza in mano strillò: “Oh, ragazzi! Sono incinta anch’io!”
Si udì all’istante un botto, Frank era svenuto, e tutti risero e si complimentarono con Alice, che divenne presto rossa di gioia.
Nell’esultanza generale, notò Lily, solo Minus sembrava impallidito ulteriormente e la sua pelle sembrava ancora più giallina e appiccicata alle ossa. Strano che avesse perso così tanto peso in così poco tempo, pensò.

Dicembre 1979

“Lily, ragiona!”
“James, se ho detto di no è no!” sbottò Lily mentre appendeva l’ultima campanella all’albero di Natale.
“Ma…”
Lily, furibonda, si voltò verso di lui: “James, negli ultimi due mesi mi hai impedito di andare a combattere contro gli attacchi dei Mangiamorte, mettendomi in ansia oltre ogni dire mentre voi rischiavate la vita; ho dovuto lottare per essere ammessa alle riunioni, poi mi hai espressamente vietato di correre, di prender freddo, di mangiare il sushi, e tu sai che adoro il sushi!”
“Ma, amore, il pesce crudo…”
“Zitto, non ho finito. Di riparare il tubo del lavandino, di RACCOGLIERE il cuscino che mi era caduto, di maneggiare oggetti taglienti, neanche le forbicine arrotondate, James (vorrei che ti rendessi conto) e ORA mi vorresti dire che NON POSSO andare a fare la spesa?” con le mani dietro ai fianchi, Lily sperò di essere abbastanza minacciosa.
James sembrava un po’ in pensiero.
“Tesoro, non dovresti arrabbiarti tanto, il bambino…” rispose dolcemente.
“Jay, il massimo che potrebbe succedere al bambino al supermercato è accorgersi che non gli piacciono le uova dal loro odore. E ora, saresti tanto gentile da non sbarrare l’uscita?”
“Lily, devo insistere…”
“SANTO DIO, POTTER! NON STO MICA PARTENDO PER IL VIETNAM!” e gli rifilò un bel calcio nelle parti intime, poi prese il cappotto e uscì.
Da quel momento James imparò a essere meno apprensivo.

Maggio, 1980

Lily cominciava a essere belle che stufa della gravidanza. Certo, molte mamme la definivano l’avventura più bella della vita ed erano soddisfatte che quel segreto appartenesse solo a loro e non ai maschi, ma Lily nutriva seri dubbi sulla veridicità di quanto si raccontava in giro. Il bambino scalciava come un matto cosicché Lily continuava ad avere spesso dei dolori insopportabili alle costole, e poi c’erano i cambi di umore. Ogni volta cambiava voglie, era nervosa, rispondeva male o era dolcissima; e anche la sottigliezza di andare continuamente in giro come una balena piaggiata non era da sottovalutare. Lily cominciò a reputare James un santo per tutto quello che gli faceva subire.
Poi, si era alla fine scoperto che il bambino era davvero un bambino, cioè un maschio! E si era anche deciso di chiamarlo Harry; il nome l’aveva scelto Sirius, e James e Lily avevano pensato che si sposava perfettamente con il cognome Potter.
Nonostante tutti i casini, quello rimaneva un periodo felicissimo per Lily.
L’unico rimpianto che aveva era Amelia. Lily e Alice le avevano mandato delle lettere dove le avevano scritto la bella notizia, anzi le belle notizie, e lei aveva risposto con entusiasmo, ma non si era fatta viva.
Lily sospettava che temesse di trovare la casa invasa di maghi dell’Ordine ( e in un certo senso aveva ragione) e soprattutto di vedere Remus, probabilmente sentiva ancora troppo la sua mancanza per avvicinarsi a lui.
Da parte sua, Remus si era dimostrato il più affettuoso degli amici, aveva comprato tutine, sonaglietti, campanelli e ogni sorta di aggeggi che sarebbero potuti servire a Harry. Il rapporto con Alice si era molto approfondito in quei mesi, si mandavano in continuazione lettere e si vedevano spesso per scambiarsi le opinioni più disparate sui nascituri; anche Alice avrebbe avuto un maschietto, che sarebbe nato più o meno a Luglio, come Harry, e si sarebbe chiamato Neville. Alice e Lily speravano tanto che sarebbero diventati amici un giorno e si erano promesse di farli incontrare già da subito. James, a mano a mano che la fine dei nove mesi arrivava, si sentiva sempre più ansioso e Lily l’aveva beccato un paio di volte in piena notte a sussurrare qualcosa al bambino, ma aveva fatto finta di niente.
Anche Sirius sembrava un po’ in ansia per la nascita: girovagava sempre più spesso nei dintorni di casa loro. Lily era stata presa da una grande dolcezza nel vedere che anche lui era emozionato e aveva proposto a James di farlo padrino del bambino. James l’aveva guardata, stupito, e subito dopo era corso a dargli la bella notizia. Il giorno dopo, Sirius aveva regalato loro una culla per Harry con un grande fiocco azzurro che i genitori avevano appeso alla porta.
Da allora, c’era stato un giro interminabile di visite tra cui anche Silente, che era venuto a venire a fare le congratulazioni; e poi le file dei vicini babbani per cui ogni volta bisognava nascondere una miriade di oggetti magici sparsi per casa.
Mary approfittava più di chiunque di quella situazione. Ogni volta che poteva, si fiondava dai Potter portando ogni sorta di dolcetti e schifezze, approfittando delle voglie più disparate di Lily per mangiare come una ciambotta; poi passavano tutte e due pomeriggi interi stese sul letto, a chiacchierare, scherzare e mangiare.
Intanto continuava la ricerca delle qualità più improbabili che avrebbe avuto Harry.
A un certo punto si era attivati al limite del normale.
“Diventerà Capo del dipartimento degli Auror!”
“No, preside di Hogwarts!”
“Macché, Ministro della Magia!”
“No, no” disse all’improvviso Sirius con gli occhi che brillavano, “salverà il mondo!”
“Esagerato!” strillarono tutti.
Non avevano idea di quanto sarebbe stato vero.

Luglio, 1980

I piccioni davanti al The Royal London Hospital Whitechapel abbondavano, anche perché gli occupanti, molte volte presi da grosse magagne perdevano l’appetito e facevano la fortuna degli uccelli.
Tuttavia, ce n’era un gruppo molto più sfortunato, ed era quello di fronte al reparto maternità che spesso riceveva parecchi traumi dovuti agli strilli frequenti ed improvvisi.
Proprio in quell’istante si udì uno strillo bello grosso e tutti i piccioni volarono via per lo spavento.
Quell’urlo apparteneva proprio alla nostra Lily, che stava vivendo un momento tutt’altro che felice, stesa su un piccolo letto d’ospedale, con tutti i dottori che le scrutavano la femminilità mentre quel povero disgraziato di suo figlio tentava di uscirne.
E poi quei poveri dei suoi amici, soprattutto James, che camminavano avanti e indietro, ansiosi di entrare e vedere il bimbo e, naturalmente, Lily. Tra di loro c’era anche Alice con il piccolo Neville, nato da neanche tre settimane, un po’ in anticipo rispetto al programma.
I capelli erano tutti bagnati di sudore, e il dolore la stava davvero ammazzando, ma poi arrivò improvvisamente un urlo infantile e Lily si sentì felice come non le era mai successo prima.
La voce dell’infermiera arrivò come in un sogno e le sussurrò all’orecchio: “E’ finita, signora. Suo figlio è bellissimo. Fra poco faremo entrare suo marito”.
Lily si risvegliò come da un sogno e chiamò il nome di suo figlio, alzando le braccia, nonostante fosse esausta, per abbracciarlo. E dopo neanche un minuto, vide un bel dottore con in mano un fagottino bianco.
Lily abbracciò subito Harry tra le braccia amorose di una madre e, guardandolo, l’unica cosa che riuscì a dire fu: “Oh“.
Perché ciò che vide tra le sue braccia fu un’emozione indescrivibile. Quell’affarino che teneva in mano non c’era certo bello: era un po’ pallidino, sporco, con due sparuti ciuffetti neri in testa e la pelle raggrinzita tipica dei bambini. Ma poi aprì gli occhi, che la fissavano curiosi, ed erano verdi e grandi, proprio come i suoi; quindi, Harry sollevò un pugnetto verso Lily, che lo strinse e sentì che avrebbe potuto morire dalla gioia. Era madre, era madre, davvero! E quel piccoletto che aveva in braccio era suo figlio, il piccolo Harry! E anche se ogni ragione umana non le avrebbe dato ragione, Lily gli sussurrò: “Come sei bello, Harry…” con tutto l’amore che sarebbe stata in grado di racchiudere in quelle quattro parole.
E quando madre e figlio si fissarono nelle stesse due paia di occhi verdi, si sorrisero a vicenda e Lily pianse; ora mancava solo una cosa per essere davvero felice, e quel qualcosa arrivò quando l’infermiera chiamò fuori dalla porta: “Il signor Potter?”
“Sì!” risposero sei voci all’unisono, tra cui quella emozionata di James.
“Può entrare” rispose l’infermiera, e dalla voce Lily capì che stava sorridendo per la risposta multipla, “ma non la agiti, è molto stanca”.
Lily era stanca da morire, ma sapeva che né Remus, né Mary, né Alice, né Sirius, né Frank avrebbero mai avuto pace finché non avessero visto lei e Harry.
Così, sforzandosi per parlare abbastanza forte perché la sentissero tutti: “Lasci stare, li faccia entrare tutti”.
“Lily!” esclamarono le stesse sei voci. E James si fece spazio verso la stanza, mentre l’infermiera tentava di trattenere tutti gli altri, che sbirciavano curiosi sul ciglio della porta.
James si fermò un attimo davanti al letto, forse sopraffatto dall’emozione perché Lily vide i suoi occhi diventare lucidi. Gli sorrise per incoraggiarlo.
L’infermiera continuava a guardarla dubbiosa, ma lei le fece un cenno d’assenso.
Intanto, James si era avvicinato e, con mano tremante aveva spostato le coperte. Immediatamente Harry si rivolse a lui e lo fissò con i suoi stupefacenti occhi verdi.
James strabuzzò gli occhi, mentre sussurri stupiti correvano tra gli altri “.…gli stessi di Lily…”
Vedendolo in pericolo di svenimento, Lily si affrettò a fargli spazio sul letto a una piazza e mezzo; lui si sedette senza indugio e accarezzò la guancia di Harry e sussurrò: “Mio figlio”.
“Nostro figlio” lo corresse Lily, guardandolo male.
James la guardò e disse “Ti amo, Lily”.
Lei sorrise, “Ti amo anch’io, James”.
“E’ proprio un Potter” si lamentò Sirius, “hai visto quei cavolo di capelli? Rovineranno tutta la sua carriera di playboy!” e indicò i ciuffi striminziti di Harry, che già sembravano neri e ribelli.
“No, hanno il loro fascino!” rise Lily mentre scapecciava quelli di James.
James e Lily si sorrisero, e rimasero lì, a guardare quel bambinetto dagli occhi verdi che ormai faceva parte della loro famiglia.



Bonjour, lettori! eccomi qua, con un'altro capitolo, che spero vi sia piaciuto.

DAFNY: ti ringrazio per i complimenti, come sempre, mille mille grazie! commentami anche stavolta!
ADNA: iahiahiahiahiahiahiah, lo scotland si avvicina! si, si, gasati pure, basta che smetti di pensare al falco altrimenti mi inca... cià
BELLA SWAN: ciao, beh, mi dispisce per l'ultima volta ma almeno adesso hanno consumato, no? ho pensato di dover rispettare i tempi, se volevo far nascere Harry in tempo... bellini!
credimi anche a me dispiace per Remus, ma almeno dopo ha trovato TOnks, no? spero di non aver deluso le aspettative...XDXD
PRINCESS MARAUDERS:  ehi, grazie! sono onorata dei complimenti!! ih, che soddisfazioni che mi date.... *arrossisco*
credimi anche io ho invidiato Lily, ma tanto? almeno lei è contenta! piaciuto il cap?
HERMY101: eh, ma cosa ci dovremo fare con quei due? ora che James è padre, sarà ora che si responsabilizza, vero? vero?....
boh, sarà ma io lo preferisco così! lui è Sirius sono troppo forti!

non ho molto da aggiungere su questo capitolo, spero solo che vi sia piaciuto! commentate!

Tugs**

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Tugs