Idi di Marzo, 44 a.C
Sono ventuno coltellate a far capire a Cesare di aver commesso un errore.
Bruto è sangue del suo sangue, ma non è suo figlio.
L’ha amato, perdonandogli tutto, anche il tradimento.
Gli ha dato un nome, il rispetto della città, il potere, venendo ripagato con la morte.
Ha sbagliato, perché sa che Ottaviano meritava di essere trattato come Bruto, se non meglio.
Muore con una consapevolezza: Ottaviano è suo figlio. Se non nome, di spirito e tempra.
È suo figlio più di quanto lo sia Bruto o il bastardo di Cleopatra.
Suo figlio lo vendicherà. Se non per amore, per ambizione. Quella che entrambi hanno.