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Autore: terryoscar    19/05/2018    12 recensioni
Questo racconto è cominciato come un one shot, ma poi gli ho dato un proseguo. Il primo capitolo in realtà è: "Semplicemente ti amo." seguito da "Primi tormenti" e "Disperazione". Sono tutti ispirati dalle puntate dell'anime; di mio ho aggiunto i pensieri e gli stati d'animo dei nostri beniamini, dando voce così a ciò che non abbiamo visto e magari avremmo voluto vedere. Grazie a tutti voi che leggerete la mia storia e buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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PERDONAMI  ANDRE’
Sono fuggito da lei, non riuscivo più a sopportare di starle accanto, ancora una parola e l’avrei baciata senza ritegno … non sono poi così insensato da fare una cosa simile benché io sia disperato! ... Dovevo andare via altrimenti non so cosa sarebbe accaduto.

 Cammino per la strade di Parigi, questa volta non ho nessuna intenzione di finire in una bettola a ubriacarmi, preferisco vagare senza una meta,  in solitudine. Ma dove vado? Cosa faccio? Non è nemmeno notte fonda per potermi confondermi con il buio; il sole è già alto da un pezzo ma non riscalda l’aria, fa davvero molto freddo, fa così freddo che non c'è gente per strada, credo che tra poco verrà giù la neve.
Passeggio lungo la Senna, vedo i mendicanti di Parigi stringersi nei loro cappotti rattoppati … anch’io mi sento un mendicante, un mendicante d’amore … si, cosa farei per aver un po' del suo amore.
 Sento la testa scoppiare per la stanchezza, non voglio tornare a casa, tornarci significa rivederla ed io almeno per oggi non voglio vederla.
Sono disperato, stanco e affamato. E' ora di pranzo vedo una locanda, entro, mi faccio portare qualcosa da mangiare, prendo  una camera per  riposare, sto crollando, un ultimo pensiero prima di addormentarmi: "Dannazione a Fersen.”
 
 
Mi sveglio, non so che ora sia, guardo fuori dalla finestra, albeggia. Possibile che abbia dormito così tanto? Possibile che sia passato tanto tempo? Ma io non torno a palazzo, non voglio, rimarrò in questo posto ancora per un giorno, desidero rimanere a letto e non uscire fin tanto che mi va. Guardo ancora fuori dalla finestra, cade la neve, mi addormento nuovamente ma prima il mio pensiero corre a una cascata di riccioli biondi e, a dei meravigliosi occhi azzurri. Dannazione vorrei addormentarmi per non svegliarmi più! …
 

E’ sera, fa molto freddo. Mi scaldo davanti al camino, sono tornata da poco dalla reggia, compito ingrato il mio, stamattina ho detto a sua maestà che Hans è partito per l’America, si è arruolato.
Anche se Fersen le aveva fatto recapitare la lettera, la regina ha voluto parlarmi. Ma cosa vogliono ancora da me? Cosa centro io? Non ne posso più. Ho l'impressione che debba espiare delle  colpe …  una ne ho ed è quella di amare l’uomo sbagliato.
Vedo i legni scoppiettare nel camino, il mio pensiero va ad Andrè, mi chiedo: ma dove sarà andato? E' andato via dall’altra sera e non ha fatto più ritorno. E’ un uomo disperato, l'ho compreso l’altra sera, che brusca  reazione ha avuto quando l'ho chiamato fratello! ... E' evidente,  soltanto io lo vedo come un fratello, perché lui non mi vede come una sorella. 
E’ palese, mi vede in un altro modo.
Adesso come dovrò comportarmi?
Mi porto la mano alla fronte, mi sento scoppiare la testa. Dovrò fingere che non sia accaduto nulla e assumere l’atteggiamento di sempre? E’ davvero difficile!
 E pensare che volevo aiutarlo. Che stupida! … Può darsi che io stia esagerando, magari ho frainteso … ma che dico?! Sinceramente mi fa comodo pensarla così.
Sento dei passi, è la nonna.
“Buona sera Oscar!"
"Buona sera nonna!"
"Ti ho preparato la cena, se vuoi te la porto di qui!”
“No, preferisco venire in cucina.”
 
Mi siedo davanti al piatto caldo, mi faccio coraggio e chiedo: “Andrè è tornato?”
“Andrè?! Quel ragazzo ormai è un indisciplinato, non ha più regole;  entra ed esce quando vuole, sicuramente avrà passato questi giorni a perdersi in qualche osteria e Dio sa a combinare cosa, spero che non si ammali.”
Scatto in piedi, mi infastidiscono le parole della nonna e ribatto malamente: “Ma si può sapere cosa vai a dire? Andrè non è quel genere  di uomo!”
“Sarà anche come dici Oscar, come so che  mio nipote è un bravo ragazzo ma rimane pur sempre un uomo e …”
Non  permetto di dire altro, mi arrabbio e ancora più infervorata le dico: “Adesso basta mi rifiuto di ascoltarti ancora.”
Mi è passata la fame, mi alzo, ho tutta l’intenzione di tornare in camera mia e dormire quando la nonna mestamente mi dice: “ Oscar figliola non volevo farti arrabbiare, forse hai ragione, conosco il sentimento che ti lega ad Andrè, tu gli vuoi bene come se fosse tuo fratello e non dovevo dire certe cose, però devi riconoscere che è alquanto strano che manchi da due giorni e per esperienza ti dico, che se un uomo manca da casa per tanto tempo ... si, insomma possibile che non lo capisca? Lui poi è giovane e …”
Le parole della nonna mi urtano ancora di più, non resisto, me ne vado, mi è passata la fame, lascio la nonna interdetta.
Sto per uscire dalla cucina quando sento la porta aprirsi, percepisco una folata di aria gelida, sento la sua voce.
“Buona sera.”
La nonna incalza furibonda, io mi volto e lo guardo.
“Si può sapere dove sei stato nipote? Non è possibile che tu scompaia in questo modo senza dire nulla!”
Andrè esausto, risponde: “Per favore nonna non rimproverami come se fossi ancora un ragazzino, desideravo semplicemente rimanere un poco da solo!”
Parla con sua nonna ma mi guarda con disperazione, non c’è bisogno che aggiunga altro, ho capito, sono io la sua disperazione, spero solo che non me lo dica, che non si dichiari ... significherebbe compromettere la nostra … ma  che dico la mia amicizia.
Sento la nonna protestare  ancora: “ Va bene Andrè, non giustificarti con me, hai ragione tu, ormai sei un uomo e non ho alcun diritto di riprenderti su certe cose ma almeno ragazzo mio avvertimi quando sparisci in questo modo, almeno non sarò in pena per te.”
La sua voce diventa più dolce.
“Ti ho conservato la cena, nella speranza che tornassi, vado a dormire, sono stanca … buona notte ragazzi!”
“Buona notte nonna!”
 
Rimaniamo soli, ci guardiamo c’è imbarazzo, rimaniamo in silenzio. Lo vedo andare via ma che mi prende? Desidero parlare con lui ma non ci riesco, sento un sussurro: “ Buona notte Oscar.”
“Andrè non ceni?”
E’ la prima cosa che mi viene in mente.
“Non ho fame preferisco andare a letto!”
La sua voce è triste e addolorata, penso: non posso fare nulla per te … Andrè … ti voglio bene Andrè ma non come  ne vuoi a me … perdonami ma non posso farci nulla, non riesco a togliermi Hans dalla testa e dal cuore. Perdonami Andrè …  
   
 
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