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Autore: NPC_Stories    20/05/2018    2 recensioni
Seguito di Lezioni di sopravvivenza - Primo Livello, L'alba del Solstizio d'Inverno e Cursed with Awesome.
Dee Dee continua il suo percorso di crescita scendendo sempre più nelle viscere del dungeon, ma qui l'aspettano sfide ancora peggiori. Il suo compagno di viaggio drow è più dannoso che utile, anche se a volte le due cose coincidono.
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Spoiler: niente romance. La differenza di età la renderebbe una cosa creepy.
Nota: come al solito i personaggi principali sono tutti originali, ma potrebbero comparire a spot alcuni personaggi famosi dei Forgotten Realms
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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NdA: per comprendere questa storia, è necessario leggere prima Lezioni di sopravvivenza - Primo Livello.




1364 DR: Scendere è una strada in salita (Parte 1)
 
Dee Dee aveva ormai preso confidenza con il primo livello del dungeon e stava migliorando molto nel disattivare o almeno evitare le trappole; oltre un certo punto aveva dovuto imparare più o meno da autodidatta, perché il suo compagno non era molto bravo a trovare e rendere innocui i trabocchetti meccanici, né tantomeno quelli magici. I giorni passavano inanellandosi uno dopo l’altro, ma senza la luce del sole era difficile capire dove finisse un giorno e cominciasse il successivo. L’elfo scuro asseriva di saperlo con sicurezza perché conosceva un incantesimo che durava esattamente 24 ore, ma a Dee Dee sembrava uno spreco usare incantesimi per una cosa così sciocca. Il tempo per lei aveva poco significato. I giorni divennero settimane, le settimane divennero mesi. Nonostante la gradita interferenza del suo pugnale del fuoco, Dee Dee si rese conto che ad un certo punto il clima stava diventando vagamente più mite e accolse con favore quel cambiamento.
“Non ti adagiare troppo su questa aspettativa.” La riprese Daren, quando lei gli espose i suoi sospetti. “Stavo pensando che ormai sei pronta per il secondo livello, e laggiù la primavera non arriverà.”
Dee Dee trattenne il respiro, emozionata. “Oh, wow. Il fecondo livello? Davvero?”
Il drow scrollò le spalle.
“O questo, oppure mi tocca affrontare l’invasione di insetti che in primavera scendono dalle fogne, quindi , complimenti, sei una bimba grande, al primo scarafaggio che vedo ci schiodiamo dalle palle.” Annunciò Daren, in tono definitivo.
Un tempo le sue parole l’avrebbero fatta dubitare di sé stessa e del suo valore, ma ormai quei tentativi di sminuirla cadevano a vuoto. Dee Dee considerò per un momento la schiena del drow che le voltava ostinatamente le spalle, poi silenziosa come una pantera gli saltò addosso. Daren ondeggiò, per un momento, poi recuperò l’equilibrio. La ragazza non pesava tanto, e gli aveva agevolato il compito allacciando le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla vita.
Perché fai queste cose?” Esplose, infastidito. “Ti devo buttare di peso nell’acqua fredda? Ti tengo sotto per vedere quanto riesci a trattenere il fiato?” Il tono era esasperato, ma le minacce suonavano abbastanza credibili.
“Fei tu che mi hai girato le fpalle. Mi fembra una moffa ftupida, per un drow.”
“Sì, è vero, è stata una leggerezza, ma un pugnale nella schiena sarebbe meno umiliante.” Insisté l’elfo scuro, cercando di scrollarsela di dosso.
“Daren.” Lo chiamò lei, a voce bassa e completamente seria. Il suo tono era così cupo che lui smise persino di dimenarsi. “Mi porterefti davvero in un luogo troppo pericolofo per me, folo per evitare qualcofa che ti fa fchifo?”
Lui colse la serietà di quella domanda, e anche il suo significato implicito.
Mi sta chiedendo davvero se tengo alla sua vita? Se lei è abbastanza importante per me da non metterla in pericolo per motivi futili? Imprecò internamente, perché non c’era una risposta che potesse darle. Qualsiasi cosa avesse detto, sarebbe stata la cosa sbagliata. Certo, avrebbe potuto dirle la verità, indurla ancora di più a fidarsi di lui, e poi cosa? Se poi l’avesse delusa… anzi quando poi l’avrebbe delusa sarebbe stato ancora peggio.
“Tu stessa mi fai schifo eppure non ho mai cercato di evitarti.” Rispose infine, con il solito tono antipatico. “Ora, vuoi sul serio continuare a mettere alla prova la mia pazienza?”
La ragazza si lasciò scivolare a terra, con movimenti lenti e controllati.
“Allora andiamoci oggi.” Propose di punto in bianco.
“Cosa?”
“Al fecondo livello. Andiamo adeffo, non quando la primavera fpingerà qui gli infetti delle fogne.”
Daren considerò quella proposta. Era sensata, e lui non poteva addurre scuse per rimandare. Comunque procrastinare non serviva mai a niente.
“E sia.” Cedette. “Prendi le tue cose e andiamo. Ma ricorda, il secondo livello è ancora più pericoloso di questo. Ti aspettano prove dure.”

La scala che portava al secondo livello sembrava infinita. Dee Dee l'aveva già vista una volta, molte settimane prima, e pensava di essersi addentrata parecchio giù per quella scalinata, ma si sbagliava.
“Non è così male.” Disse Daren ad un certo punto, indovinando i suoi pensieri. “Stiamo scendendo da meno tempo di quanto pensi, c'è un dweomer che confonde la mente in quest'area, serve a far pensare alla gente che la discesa sia molto più profonda e inquietante di quanto non sia in realtà. Per scoraggiare gli avventurieri, capisci.”
“Oh.” Mormorò Dee Dee, impressionata. Pensava di essere diventata brava a riconoscere gli inganni mentali. “Un momento, come fo che è vero?”
“Concentrati per resistere a questo effetto che ti sta confondendo. Se riesci a sopraffare l'incantesimo con la tua volontà, vedrai che ti ho detto il vero. Altrimenti… che importa, devi scendere comunque.”
Dee Dee ci pensò un momento e poi scrollò le spalle. Tecnicamente lui aveva ragione, ma si concentrò comunque per cercare di vincere quella compulsione mentale. All’inizio non percepì nessuna differenza, poi dopo alcuni secondi di concentrazione, si rese conto che in effetti non erano sulla scala poi da così tanto tempo.
Dopo alcuni minuti (e Dee Dee dovette lottare ogni istante per non convincersi che fossero ore) finalmente raggiunsero il pavimento del livello inferiore. Dee Dee, che era scesa per prima, fece un entusiastico passo in avanti. Daren la afferrò per un gomito, e nello stesso istante lei si accorse che il piede che credeva di aver poggiato sulla solida pietra in realtà stava affondando nel pavimento come se fosse illusorio anch'esso.
“Questa è l'ultima trappola della scalinata. Qualche gradino sopra al pavimento vero c'è un pavimento illusorio che nasconde una fossa. Noi del posto la chiamiamo la Fossa degli Idioti.”
Dee Dee arrossì, mortificata, mentre faceva leva sulla presa del drow per recuperare l'equilibrio. Si sforzó di vedere oltre l'illusione, senza successo. Anche se sapeva che il pavimento non era davvero lì, l'incantesimo di illusione era così perfetto che ancora non riusciva a vedere la verità nascosta sotto.
“È una foffa che potrei riufhire a faltare?”
Daren si sganció dalla schiena il bastone magico che, Dee Dee aveva scoperto, poteva trasformarsi in un arco. Ma non vedeva l'utilità di scagliare frecce in quel momento, infatti il drow lo adoperò come semplice bastone, lasciando che affondasse nel pavimento illusorio. Poi lo mosse in avanti, per capire quando avrebbe toccato l'altra sponda della fossa. Si scoprì che era larga circa sei piedi.
“Sí, direi che puoi riuscire a saltarla.”
“Ma nemmeno tu la vedi?”
“Forse non la vedo, forse voglio mostrarti che si possono scoprire cose anche senza l'uso della vista.” Spiegò, rimettendo il bastone al suo posto.
“Per me non la vedi.” Insisté la giovane dhampir.
“Dai, salta.” La esortò lui, con un sospiro spazientito. E lei saltò. Alla cieca, cercando di contenere il timore, saltò e quando iniziò a scendere si accorse che stava affondando comunque nel pavimento illusorio. Per un attimo sentì la morsa del panico, poi atterrò sul pavimento vero che ovviamente si trovava tre o quattro piedi sotto l'illusione. Si chinò a terra, per vedere se da sotto il velo della magia riusciva a vedere la vera fossa. Un attimo dopo, il drow per poco non le atterrò sulla schiena. Dee Dee si prese paura quando vide i piedi del suo compagno cadere precisamente ai due lati del suo corpo. Sussultò, ma trattenne l’impulso di alzarsi in piedi.
“Se ti alzi adesso sarò molto contrariato.” L’avvertí il drow.
“Ci arrivavo anche da fola.” Borbottó Dee Dee, aspettando che lui si spostasse. “Allora era vero che ci vedevi.”
“Ogni tanto mi capita di dire la verità.” Ammise lui, mentre la scavalcava avanzando verso il corridoio davanti a loro. “Principalmente per confondere le acque.”

Girarono un angolo, in una direzione casuale. Erano lì per esplorare, non per cercare un luogo particolare. Senza alcun preavviso, si trovarono davanti una piccola pattuglia di coboldi, forse una decina. Si scrutarono un secondo, entrambi i gruppetti colti di sorpresa. I coboldi erano stranamente restii a reagire in qualche modo, uno o due strinsero nervosamente le armi ma niente di più.
Dee Dee ci arrivò per prima. Aveva riconosciuto la cicatrice sul brutto volto da rettile di uno di loro.
Voi!” Inveì contro i coboldi, estraendo all’istante la spada e il pugnale. “Avete cacato nella mia tenda!”
I coboldi, che ormai avevano capito cosa conveniva loro, girarono i tacchi e scapparono. Daren scoppió a ridere in silenzio, senza fare un passo per seguire la ragazza. Quando in lontananza cominciarono a sentirsi rumori di trappole che scattavano, rise così forte da doversi piegare in due. Alla fine scosse la testa, ricomponendosi un po’, e andò a controllare che la sua compagna di disavventure fosse ancora viva.
 
Dee Dee era viva, ma era inciampata in uno dei trabocchetti dei coboldi che si stavano ritirando verso altri corridoi. Un laccio di cuoio intrecciato si era stretto intorno alla sua caviglia e non aveva avuto il tempo di liberarsi perché due di quelle moleste creature l’avevano ingaggiata in combattimento. I denti affilati di un piccolo guerriero coboldo si chiusero ad un soffio dal gomito di Dee Dee: lei modificò la presa sul pugnale in modo da rivolgere la punta verso il basso e glielo piantò nel buco che il rettile aveva al posto dell’orecchio destro. L’altro coboldo si buttò indietro per evitare la spada lunga della dhampir e se la diede a gambe, inseguendo i suoi compagni.
Se la sta cavando bene anche da sola, pensò Daren, appoggiandosi tranquillamente ad una parete mentre la ragazza si liberava dal trabocchetto. Più indietro rispetto a lei c’era un mucchietto di pietre per terra, probabilmente un’altra trappola che doveva aver evitato. Fra un po’ non avrà più bisogno di me. Questo significa… ma no, prima esploriamo un po’ il secondo livello. Non si può giudicare le abilità di qualcuno da uno scontro con dei miseri coboldi.

Tornarono indietro, lasciando perdere quelle vili creature. Dee Dee per la verità avrebbe insistito, ma Daren trovava l’intera faccenda noiosa.
“Li abbiamo scacciati dalla loro precedente casa, uccidendone qualcuno per di più.” Le ricordò il drow. “Non stupirti se si sono vendicati. Ora che vuoi fare, inseguirli nella loro nuova tana e massacrarli tutti?” Cercò di tenere fuori ogni traccia di giudizio dal suo tono, ma forse non ci riuscì completamente.
“Non li voglio uccidere per un po’ di cacca.” Ribattè la dhampir. “Io volevo folo picchiarli come i facchi di merda che fono, ma fe mi attaccano con le armi mi devo difendere.”
“Oppure puoi lasciar perdere questa disputa infantile e cercare sfide più adeguate alle tue capacità.” Ribattè lui.
Dee Dee provò un moto di imbarazzo e vergogna sentendo quel discorsetto, ma una parte di lei era lusingata. Qualche mese prima i coboldi erano una sfida adeguata, una prova difficile, ora erano al di sotto delle sue capacità, e perfino il suo severo istruttore lo riconosceva.
“Andiamo” concordò. “Vediamo dove ci portano i noftri piedi.”
Così cominciò l’esplorazione vera e propria del secondo livello dell’immenso dungeon.

“Fei mai ftato qui?” Domandò Dee Dee ad un certo punto. Stavano percorrendo un corridoio lunghissimo, e lo stavano facendo lentamente, chini a cercare trappole. Anzi, Dee Dee cercava trappole, Daren teneva le orecchie tese per captare pericoli alle loro spalle.
“Sí, ma mai con animo da esploratore. La prima volta che sono passato di qui avevo molta fretta, e comunque da allora potrebbe essere cambiato tutto. Qui cambia tutto ogni dieci giorni, figuriamoci dopo più di cento anni.” Scosse la testa, con lo sguardo perso nel vuoto. “Di recente, prima di incontrarti, avevo ricominciato a prendere confidenza con questi luoghi, ma conosco molto meglio il primo livello.”
“Come mai la prima volta avevi fretta? Fcappavi da qualcofa?” Chiese la dhampir in tono semi-divertito.
“Avevo ucciso un tizio e rapito la sua bambina.” Raccontó lui, rispondendo nello stesso tono.
Dee Dee sussultò e per poco non fece scattare la trappola che stava cercando di disinnescare. “Perché? Non ti ci vedo a fopportare bambini…”
Il drow non rispose. Sentendo il rassicurante click di un meccanismo disinnescato avanzò oltre a Dee Dee ignorando la sua domanda.
“Ehi non ho ancora controllato lì avan…”
“Ho sentito qualcosa” la interruppe lui, facendole cenno di tacere.
Dee Dee si alzò e lo seguì cautamente, consapevole che se più avanti ci fosse stata una trappola lui probabilmente l'avrebbe fatta scattare. Per fortuna ce n'era solo una, una trappola magica che lo avvolse in un fascio di luce nera ma senza lasciarsi dietro ferite evidenti.
“Che cof'era?” Domandò sottovoce Dee Dee, avvicinandosi al drow.
Lui le fece cenno di lasciar perdere, e lei si limitò a saltare la piastrella dove c'era la trappola, nel caso in cui avesse avuto più di una carica.
Dovrei insegnare a Dee Dee il linguaggio silenzioso del mio popolo. Daren rifletté su quella possibilità, sui suoi pro e contro. Certo, questo mi impedirebbe di comunicare con un mio simile a sua insaputa, ma quanto è probabile che succeda? A lei potrebbe servire questa conoscenza, sia per comunicare in segreto con alleati sia per capire se dei nemici drow davanti a lei si stanno passando informazioni o istruzioni.
E poi non sentirei più quel suo difetto di pronuncia.
Era una buona idea, ma per il momento Daren l’accantonó perché avevano problemi più pressanti. Più avanti c'era una qualche fonte di malvagità, poteva percepirlo. Qualcosa, o qualcuno, che aveva un grande potere. Forse un mostro, o un sacerdote che aveva il pieno favore del suo Dio. Il drow non sapeva ancora cosa avrebbero trovato, ma prevedeva qualcosa di grosso, e di nuovo i suoi pensieri scartarono verso la ragazzina che lo seguiva. Era proprio il caso di portarla con lui?
Ormai è una guerriera degna di considerazione. Ammise cautamente. Non è ancora maestra nell'arte della guerra ma è in grado di cavarsela… contro i classici mostri, bipedi e non, che di regola vagano per i dungeon. Ma se avessimo davanti un demone? O un sacerdote malvagio che fa uso di magia? È preparata per un simile scontro? E le sue remore etiche le permetteranno di uccidere un… essere umano, o una qualche altra creatura umanoide?
Dovrei rischiare e portarla con me? O dovrei lasciarla indietro?
Stava considerando di lasciare a lei la scelta, ma più avanzavano e più quell'aura malvagia sembrava potente.
Forse sarebbe meglio condurla altrove e poi tornare indietro. Anche restare semplicemente fuori dalla porta potrebbe essere pericoloso.

Daren stava per mettere in atto quel proposito, si era perfino fermato prima di svoltare un angolo, facendo cenno alla dhampir di raggiungerlo, quando la sua vista andò fuori fuoco e all'improvviso lui non vedeva più le monotone pareti di pietra del corridoio. Vedeva una scena completamente diversa, e disgustosa.

Il tempio era grande, una enorme sala a tre livelli. Davanti all'entrata stazionavano delle guardie, oltre a due persone che indossavano vesti da sacerdoti. Alcuni gradini portavano alla prima pedana, che si estendeva in larghezza fino alle pareti laterali della stanza, come se il tempio stesso fosse in salita. Lì, c'era un’enorme vasca piena di… no, somigliava più ad un calderone… pieno di acqua bollente? No, l'uomo che vi era stato immerso gridava di dolore, ma con l'acqua bollente sarebbe morto subito, invece il suo tormento sembrava destinato a continuare a lungo. Un calderone probabilmente pieno di acido, o di una sostanza simile.
Ovviamente, l'uomo all'interno doveva essere una vittima sacrificale. Un altro uomo, che indossava le stesse vesti rituali degli altri, afferrò con decisione i capelli della vittima e le spinse la testa sotto, poi la tirò fuori. La pelle del viso dell'uomo appena riemerso si era un po’ rovinata, e appena riprese fiato urlò più di prima. Sí, decisamente era acido.
 
Daren ormai era piuttosto bravo a non lasciarsi sopraffare da quelle visioni e a cogliere particolari tattici importanti nonostante l'orrore delle scene che vedeva.
Ad esempio, aveva notato che la vittima aveva delle piccole corna, doveva avere qualche antenato demone a sua volta; probabilmente, anche se il drow non poteva darlo per scontato, anche l'uomo nel calderone era malvagio. Forse era proprio un loro collega che aveva fallito qualcosa, ma più che una punizione gli era sembrato proprio un sacrificio rituale.
Un'altra cosa che aveva notato, al di là dei fumi dell'acido, era che c'era una seconda pedana e su questa c'era un altro uomo, sempre che lo si potesse definire tale: il suo volto era sfigurato e sembrava che il suo corpo fosse mezzo sciolto, come la cera di una candela. A Daren quella vista aveva ricordato i demoni yochlol, le ancelle di Lolth che a volte venivano evocate nella sua città natale. Ma questo era un umanoide, e gli era sembrato un maschio, difficile che avesse qualche rapporto di affinità con quelle creature.
Sembra una situazione incasinata. Diamine, perché la gente qui non sa fare altro che sacrifici umani? Ma non hanno niente di meglio da fare, sul serio?
Daren sospirò, conscio che aveva pochissimo tempo per decidere un piano d'azione, poi si decise a proseguire, affrettando il passo. Fece cenno a Dee Dee di avvicinarsi. Doveva farle un discorsetto.


           

   
 
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