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Autore: Maximus Belmont    21/05/2018    0 recensioni
Racconto incentrato sul viaggio che Sasuke Uchiha decide di intraprendere dopo gli avvenimenti della Quarta Guerra Ninja. Quella qui narrata è un tappa, particolarmente importante, fra le tante che Sasuke si era messo in testa di raggiungere, consapevole che nonostante le proprie capacità come ninja doveva ancora migliorare e progredire come essere umano.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Premessa: questo è un primo tentativo di andare oltre la stesura di un semplice racconto breve/one-shot. La FanFiction sarà composta da 4 capitoli che verranno pubblicati dopo che ognuno sarà stato revisionato adeguatamente.



 

A Journey Beyond Redemption.
A Journey Towards Hope
 
 


Chapter 1

Lonely Travel.
Daily Training.
New Goals.

 
3 mesi. Ormai erano passati 3 mesi da quando Sasuke aveva lasciato Konoha per intraprendere un viaggio che sentiva di dover compiere a tutti i costi. Per 3 mesi il giovane Uchiha aveva viaggiato in solitudine, percorrendo chilometri su chilometri fra fitte foreste lussureggianti, sconfinate pianure verdeggianti, impervie catene montuose e limpidi corsi d’acqua. La giornata che stava per cominciare però avrebbe forse riservato al giovane ninja qualche sorpresa.
 
Il sonno di Sasuke fu interrotto dal canto di alcuni uccelli il cui nido si trovava sulla quercia centenaria sotto la quale aveva passato la notte. Aprì con fatica gli occhi, ancora avvolto dalla coperta e dalla mantella che lo avevano riscaldato durante la nottata appena trascorsa.
Il cielo era azzurro ma non privo di nubi che, in modo disomogeneo, sembravano formare cumulonembi bianchi o grigi in procinto di dar vita a temporali di rara intensità. Nonostante questo, svariati raggi solari erano riusciti a raggiungere il pianeta, illuminando timidamente e in modo alterno la regione che Sasuke stava visitando.
 
L’Uchiha si alzò in piedi scrollandosi di dosso coperta, mantella e sonno rimanente. Si trovava in una vasta pianura caratterizzata da un manto erboso verde smeraldo e dalla presenza di diverse querce disseminate in essa in modo disorganico, alternate a diversi massi di grandi dimensioni disposti anch’essi nello stesso modo. L’area dava l’idea di non appartenere nemmeno al piano materiale, rimembrante raffigurazioni di quello che poteva essere identificato come una sorta di limbo; puro, incontaminato, privo di qualsiasi presenza fisica o spirituale. Dalla quercia sotto la quale si trovava Sasuke si intravvedeva un fiume di piccole dimensioni, distante 500 metri o forse anche meno, che dava l’impressione di essere l’unica entità viva lì presente.
 
La giornata non era particolarmente calda ma, nonostante ciò, Sasuke si privò pure della giacca che indossava, pronto ad eseguire i consueti esercizi mattutini che si era imposto di fare per mantenersi in forma. Non aveva idea di ciò che lo avrebbe atteso in futuro, quindi era consapevole come fosse fondamentale mantenere allenati mente e corpo. Aveva un obiettivo da concretizzare e una meta che sperava di raggiungere entro il calar del sole di conseguenza non c’era tempo per ulteriore riposo.
Dopo un’ora di puro esercizio, passata nel massimizzare le proprie prestazioni fisiche e il proprio livello di taijutsu, zizzagando fra gli alberi e tentando di distruggere i massi rocciosi a mani nude, Sasuke si fermò ansimando, per poi lasciarsi cadere a terra mentre fissava il cielo sempre in bilico fra il sereno e il tempestoso.
 
La breve pausa non durò che una decina di secondi e Sasuke si rialzò in piedi affamato. Si diresse verso il fiume con calma, osservando nel frattempo l’ambiente che lo circondava con estrema cura.
 
Kage Bushin no Jutsu!” esclamò improvvisamente. Una decina di cloni quindi apparvero attorno a Sasuke dirigendosi immediatamente, con estrema celerità, verso le querce disposte in prossimità del fiume.
 
Chidori Senbon!!!” esclamò nuovamente. L’Arte del Fulmine di Sasuke si disperse attorno a lui come fasci di luce senza fine, indirizzati verso le ghiande delle querce che iniziarono a cadere da quest’ultime come se stesse piovendo. Nessuna ghianda toccò il terreno perché furono tutte raccolte con chirurgica precisione dai cloni che il ragazzo aveva opportunamente creato.
 
Mentre i cloni svolgevano il loro lavoro di recupero Sasuke continuò la sua avanzata verso il fiume, senza alterare il suo passo e la sua postura. Arrivato in prossimità della riva iniziò ad osservare il lento flusso del corso d’acqua, rimanendo immobile e silenzioso. Impetuose correnti di vento imperversavano in prossimità del fiume investendo l’Uchiha che, nonostante fosse ancora a petto nudo, non sembrava risentire della situazione continuando ad osservare l’incessante scorrere dell’acqua.
 
Suiton: Suigadan!” fu ciò che Sasuke urlò improvvisamente. Protuberanze coniche iniziarono a comparire sulla superficie del fiume mentre risucchiavano, per poi rilasciarli in aria, i pesci che stavano nuotando sotto lo sguardo attento del giovane.
 
Bansho Tenin!” continuò senza un attimo di tregua, facendo convergere verso sé stesso tutti quei pesci che sembrano fluttuare nell’aria sospesi nel tempo. Sguainò quindi la propria katana con un movimento fulmineo, infilzandoli tutti con precisione inumana.
 
Sasuke sospirò rilassandosi; per la prima volta da quando ti era alzato la sua espressione aveva perso la classica rigidità che lo caratterizzava. Ripose il pesce appena pescato all’interno di una sacca estraendo poi dalla tasca un unguento donatogli dalla Quinta Mizukage. Si chinò nuovamente verso il fiume con lo scopo di lavare con meticolosità la propria spada, sfruttando proprio tale unguento utilizzato per generazioni dai Sette Spadaccini della Nebbia. La ripose quindi nel suo fodero, si mise in spalla la sacca col pesce e si diresse quindi verso il piccolo bivacco che aveva allestito il giorno prima, proprio sotto la quercia che gli aveva offerto riparo per la nottata appena trascorsa.
 
I cloni avevano ammassato una corposa quantità di legna secca circondata da piccoli massi riponendo, in modo ordinato, tutte le ghiande raccolte in appositi contenitori. Sasuke quindi si rivestì pensando che non fosse il caso di sfidare la sorte ulteriormente; se si fosse ammalato avrebbe dovuto rimanere a riposo per lungo tempo e non poteva permetterselo.
 
Katon: Gōkakyū no Jutsu!!!” con tali parole Sasuke concluse il suo allenamento mattutino, pronto finalmente per far colazione. La tecnica dell’Uchiha infiammò il cumulo di legna non appena lo colpì, generando un ampio focolare le cui fiamme avvampavano freneticamente, come se stessero combattendo con il freddo che permeava la zona. Il fuoco gli serviva non solo per cucinare il pesce appena pescato ma pure per riscaldarsi e liberarsi di quel gelo fastidioso che sembrava avere abbracciato la vallata. Sasuke era conscio che oltre al fisico e al taijutsu doveva tenere allenato pure il ninjutsu, arrivando alla conclusione che sfruttarlo, unendo quindi l’utile al dilettevole, per adempiere alle necessità e ai problemi quotidiani, come procurarsi il cibo, era la miglior opzione fra tutte quelle di cui disponeva.
 
Il ragazzo quindi si sedette, assaggiando le ghiande precedentemente raccolte mentre aspettava che il pesce si cucinasse adeguatamente. Non erano particolarmente di suo gradimento ma non poteva permettersi di fare lo schizzinoso quindi ne mangiò il più possibile, attendendo che quanto appena pescato fosso cotto.
 
Constatato lo stato della sua colazione bevve un sorso d’acqua e iniziò a cibarsi come se non mangiasse da giorni. A differenza delle ghiande era stato travolto dal gusto del pesce appena pescato tanto che gli sembrò di non averne ma mangiato prima.
 
In biblioteca lessi che il Secondo Hokage era ghiotto del pesce che poteva essere pescato nei fiumi vicini a Konoha…devo dargliene atto…è straordinariamente buono!!!!” pensò Sasuke mentre divorava il frutto della pesca mattutina.
 
“…erano giorni che non mangiavo nulla di così gustoso!” continuò a pensare dopo aver assestato l’ultimo morso alla colazione. Bevve nuovamente sentendosi sazio, soddisfatto e appagato da quanto appena mangiato.
 
È tempo di rimettersi in marcia!” – esclamò con vigore – “la meta ormai è vicina…entro fine giornata dovrei raggiungerla finalmente!”. Rinvigorito Sasuke quindi sigillò le restanti ghiande, così da essere sicuro di aver del cibo di scorta, raccolse l’esiguo equipaggiamento di cui disponeva, si rimise la mantella e volse il suo sguardo verso il fiume pronto per attraversarlo.
 
L’Uchiha attraversò il fiume senza problemi giungendo sulla riva opposta. Il panorama era lo stesso: una vasta vallata caratterizzata da un manto erboso sul quale poggiavano querce centenarie e massi di grandi dimensioni. Guardando verso nord poteva scorgere come l’immensa vallata finisse in prossimità di una vasta e fitta foresta che, nonostante fosse appena percettibile, sembrava avere un aspetto sinistro. Oltre la selva si scorgevano montagne marroni le cui cime erano avvolte da nubi spettrali che sembrano sostare su di esse costantemente.
 
Sasuke si guardò attorno notando come non ci fossero segni di civiltà. L’intero paesaggio era incontaminato come se nessun essere umano ci avesse mai messo piede. Il silenzio regnava incontrastato permeando la vallata, spezzato, talvolta, solo dal rumore delle foglie degli alberi mosse dal vento e dallo scorrere del fiume, che però diveniva sempre più impercettibile man mano che Sasuke si allontanava da questo.
 
Il giovane aumentò la velocità sfrecciando fra alberi e massi senza che niente che lo ostacolasse, sentendosi pienamente in forma decise quindi di attivare la “Raiton Chakra Mode”, insegnatagli dal Quarto Raikage prima di partire, così da percorre la vallata nel minor tempo possibile.
 
Nonostante si stesse muovendo a un velocità raggiunta da ben pochi altri Shinobi al ragazzo sembrava di rimanere comunque fermo immobile; incatenato allo stesso punto da cui era partito. Il paesaggio, che si estendeva senza sembrare avere confini, presentava gli stessi identici elementi ripetuti all’infinito, dando quindi l’impressione di essere sospesi nel tempo, bloccati in un singolo momento dal quale non si poteva fuggire.
 
Tuttavia, nonostante le impressioni del giovane ninja, quella foresta oscura inizialmente lontana e sfuggente come un miraggio, si faceva sempre più vicina ed enorme; chiaro ed evidente segno che ormai Sasuke era prossimo a raggiungere una nuova tappa del suo viaggio.
 
Lasciandosi alle spalle quel territorio tanto vasto quanto vuoto, pervaso da una quiete quasi surreale, Sasuke si ritrovò quindi davanti a una foresta che sembrava l’esatto opposto. Sinistra, tetra, caratterizzata da una vegetazione talmente fitta e ramificata da non lasciare entrare nemmeno il più esile dei raggi solari.  Col suo aspetto minaccioso sembrava avvertire che una volta entrati difficilmente si sarebbe potuti uscire.

 
 
***
 
Note dell’Autore
 
Ciao^^
Come detto nelle brevissima premessa iniziale questo è un primo tentativo di andare oltre un semplice racconto breve, cercando di proporre qualcosa di più lungo ed elaborato.
In questa storia non ci saranno scontri epici o battaglie epocali, ma soltanto un ragazzo dal passato difficoltoso che inizia un viaggio con lo scopo di redimersi, dovendo fare i conti non solo con l’ostilità dei territori inesplorati che sta visitando, ma pure con ricordi, dubbi e perplessità che inevitabilmente inizieranno a manifestarsi durante il tragitto.
In questo primo capitolo sostanzialmente non succede assolutamente nulla di eclatante o trascendentale. Il suo scopo infatti era di fare da “introduzione”, illustrando dove si trovasse Sasuke, come si era organizzato e come stava cercando di gestire quel viaggio che voleva compiere a tutti i costi.
E con questo ciò che doveva essere detto è stato detto.
 
See You Space Shinobi ^^
   
 
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