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Autore: queenjane    22/05/2018    2 recensioni
Era stato l'erede di un impero, suo padre una divinità. Avrebbe dovuto regnare su circa un sesto del mondo, l'abdicazione di suo padre lo ridusse in prigionia, lui e i suoi, madre e sorelle e amici. Era Aleksey Nicolaevic Romanov, un eroe. Un omaggio, Il diario di Alessio, quaderni e annotazioni. Go my Hero! Always and for always.Dal testo " Once upon a time, an Empress gave birth to a little prince, he was delicate, with sapphire eyes, a precious little one. His name’s Aleksey.. "
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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La situazione pareva immobile e così non era, la confraternita di San Giovanni di Tolbosk (monarchica organizzazione che cercava di salvare i Romanov) era diventata un punto di aggregazione. Suo leader tale Boris Solovev, il cui padre era stato tesoriere del Santo Sinodo, era un vanesio, vanaglorioso, tuttavia aveva sposato la figlia di Rasputin,Maria, nell’ottobre del 1917, condizione che gli tributò la cieca fiducia della  zarina. Insomma, affabulò tutti, divenne un punto di riferimento per piani di riscatto, i monarchici gli offrivano denaro. Tramite canali ufficiosi di corrispondenza, rassicurava gli zar.
Comunque, il complesso piano di riscatto, non ebbe seguito, che non vi era, in alcun modo. Quando i Romanov vennero trasferiti, nell’aprile del 1918, Solovev era opportunamente agli arresti, in guisa tale che nessuna nulla poteva imputargli. Un norvegese di nome Lied aveva lavorato nel commercio negli anni che precedettero la guerra, in Siberia,  progettando una rotta che da Tolbosk giungeva fino al mar di Kara, risalendo il fiume. Nella primavera del 1918 venne convocato a Londra, convocato dalle alte sfere, per organizzare una missione che rimase senza esito alcuno. E poi giunse una serie di tentativi di salvataggio dal Kaiser Guglielmo di Germania, vi furono lettere che offrivano aiuti. Notiamo l’ironia, nemici di guerra da quattro anni, i tedeschi offrivano aiuto, lo zar rifiutò. E il Kaiser versava lacrime amare sulla sorte delle “principesse tedesche” in Russia, Alix e le sue figlie, che non dovevano subire troppe angherie, la regina Olga di Grecia riferì che vi piangeva a notte intere, sul destino delle principesse Romanov. Le lacrime di  coccodrillo sarebbero state meno ipocrite, a partire dal 1914 Russia e Germania erano nemiche dichiarate, stante la guerra, nonostante i legami famigliari, la zarina Alessandra e il Kaiser erano in primo luogo cugini per parte di madre.

Ai primi di marzo 1918, il comitato dei soldati decise di abbattere la montagna di neve costruita nel retro della casa, uno dei pochi svaghi dei fratelli Romanov.  Per la domenica di Carnevale, la folla passava festeggiando sotto le finestre, i ragazzi si misero a guardare dalle finestre, annoiati fino alle lacrime, quello era uno spunto di svago, uno dei pochi rimasti come segare e ammucchiare legna.

Dal diario di Alessio “ 19 febbraio 1918. Passato tutto il giorno come ieri, nel pomeriggio giocato con Kolia e fatto una daga di legno con il mio pugnale. Giocato ad attaccarci.  ..(..)  11 Marzo 1918 .. Fatto male al piede, non posso mettere gli stivali. Così devo stare a casa tutto il giorno. (..) 24 marzo 1918. Sempre lo stesso, mangiato 16 pancake a pranzo. Una cerimonia religiosa alle 9. Di mattina. Il tempo è freddo e ventoso. Fatto bagno (..) 24 marzo 1918 tutto sempre uguale (..) la neve si scioglie e diventa fango (..) tirato palle di neve e con arco, l’arco che mi ha fatto Andrej F. ”

...l’esercito tedesco avanzava verso Pietrogrado, già San Pietroburgo, la capitale venne spostata a Mosca. L’esercito ormai era allo sfascio, i soldati avevano disertato a milioni.. I termini per il trattato di pace, firmato a Brest-Litovsk il 3 marzo 1918 furono umilianti. Ai tedeschi venne ceduto la maggior parte del territorio conquistato da Pietro il Grande in avanti, comprese la Polonia, la Finlandia, gli Stati Baltici, Ucraina e Crimea, buona parte del Caucaso, circa 60 milioni di persone vivevano in quei territori.. Inoltre, la Russia doveva pagare alla Germania sei miliardi di marchi, un quarto immediatamente, in oro, il resto  a rate entro l’ottobre 1918.  L’economia era finita, erano state date via un terzo delle regioni agricole, l’80%  delle miniere di carbone, l’accisa sulle estrazioni petrolifere, un terzo delle industrie tessili e un buon quarto delle ferrovie. Un triste elenco, la contabilità delle perdite, non era un trattato di pace, quanto un tradimento.
La guerra civile era dietro l’angolo. 

A Tolbosk, la notizia sconvolse Nicola e Alessandra, era “umiliante”, una disgrazia senza ritorno per la Russia.  Alix disse che avrebbe preferito morire in Russia piuttosto che essere salvata dai tedeschi.
E aprile portò un problema immane, che si aggiunse all’angoscia della prigionia.  Da quando i soldati avevano distrutto la montagna di neve, Alessio usava lanciarsi per le scale della dimora, usando una sorta di  slittino. Lo aveva sempre fatto, da anni, tranne che a quel giro, era veramente spericolato,  senza cura, come se volesse tentare la sorte. I risultati non si fecero attendere, purtroppo.

Gilliard e Nicola Romanov annotarono nei rispettivi diari che era confinato a letto, per un violento dolore all’inguine. Era stato così bene durante l’inverno, studiando, facendo le sue particine nelle commedie, giocando a palle di neve, segando il legno, divertendosi con l’arco e le frecce e il suo amico Kolia Deverenko “Mamma! Cat.. dove sei? Non no ho paura di morire, ma di quello che potrebbero farci”. La febbre altissima, delirava di un cavallo, che aveva cavalcato, lui, un sogno impossibile, un desiderio irrealizzabile.
Il dolore non gli dava un attimo di requie, urlava e gemeva, come a Spala, una crisi che lo aveva quasi ammazzato nel 1912. Era uno dei suoi peggiori attacchi di emofilia. Alla caduta si era sommata la pertosse, a forza di tossire le sue condizioni erano peggiorate.
Alix era sua, madre, da venerare, un monito, ma era troppo distante, per lui Mamma era altro
 “Mamma..” storse il viso, respingendo la zarina “MAMMAA..”
“Il cavaliere, a galoppo.. via”
Un respiro, una pausa.

“Non ho paura  di morire, ma di quello che potrebbero farci..Mamma”
 E le sue urla si sentivano finanche in strada, erano l’eco di un rimorso, di un assenza e un esilio. “CATHERINE..”
“MAMMA”

“Delirio febbrile, i dolori, lo hanno mandato fuori da ogni grazia dovete avere pazienza Maestà imperiale..39 e rotti di febbre, delira”enunciò il medico , Botkin, che seguiva Aleksej da quando era nato.
“Invoca le sue sorelle e Catherine Fuentes..” enunciò Alessandra Feodorovna. Nata Alix von Hesse, aveva preso il nome di Alessandra Feodorovna, quando si era convertita alla fede ortodossa e sposato Nicola, i suoi nemici la chiamavano con spregio la Nemka bliad, la meretrice tedesca, la cagna tedesca” Febbre o meno..” Sempre. 
“Si  riprenderà..”
E l’emofilia gliela aveva passata lei, la maledizione che si trasmetteva  di madre in figlia ai maschi, aveva amato e amava Alessio, più di ogni persona al mondo, tranne che quello smisurato affetto aveva causato, oltre la gelosia delle sue sorelle, di allontanare suo figlio. Che la amava e non si lasciava andare.
“Lei è mia madre, ma .. Non mi ha mai raccontato una favola, mai, piangeva sempre, non ha giocato con me.. Stava sempre male, come ora.. Le mie mamme vere sono Olga, Tata e Cat.. E non le posso dire nulla, no, è malata e sta male..” Quando Alessandra sentì quel dialogo smozzicato tra suo figlio e Nagorny, il marinaio infermiere, sarebbe voluta morire, desiderando di scavare un buco per terra, aveva sbagliato tutto.. a partire da subito. Rasputin era solo una illusione, cui si era aggrappata per anni, fino alla tragedia. Era malato e cercava di proteggere lei. 
Madre, non Mamma, tra quelle due parole cadeva un intero mondo, sommerso e nascosto.
“CAT..”
“… , dove sei?” un affanno, un sussurro.
Dormiva male, vomitava e.. non ne poteva più.


Alessio, amore, che fai? Come va? Scruto le foto, in una sei di lato, stringi una sega a doppia lama,  il colbacco in testa, lo sguardo annoiato, il tedio appare in tutte le pose, come nelle lettere..Anche io non vedo l'ora di ritrovarti. 
E un giorno ti rivedrò, in questa vita o in paradiso …
Cat.. tell  me a story.


La zarina scrisse alla sua amica Anna V. che Alexei era malato, confinato a letto, con una emorragia interna che lo faceva soffrire terribilmente.
Sul momento stava meglio, ma dormiva male e i dolori, per quanto meno acuti, non erano finiti. Era dimagrito terribilmente, il colorito giallastro, come a  Spala. Non aveva appetito e stare tutto il giorno sdraiato sulla schiena lo stancava, come cambiare posizione. Sua madre si alternava a vegliarlo tutto il giorno e la notte con le sue sorelle e il marinaio Nagorny e Gilliard. Ora le spalline dell’uniforme sia lui che suo padre le portavano solo al chiuso, per evitare che venissero tolte, un sommo insulto per Nicola, che aveva amato l’esercito, era stato un colonnello, Alessio aveva le sue mostrine da Caporale Lanciere, dal 1916, effettive, particolare che lo aveva riempito di gioia ed orgoglio.
Mancava una persona, Cat, la storica rompiscatole. Sempre presente.
Kitty Cat, gattina.
Cat.
Catherine de Saint Evit, in prime nozze.  Madame.
Princesa Fuentes, nelle seconde.
Mia principessa, per Olga, il suo ultimo possessivo sussurro.
Sorellina.

Da una lettera di Olga Romanov a Catherine Fuentes, suo marito era spagnolo, Andres il principe dai mille talenti,  dell’aprile 1918” ..Grazie per la lettera e i doni, uova, cartoline, la cioccolata per Alessio e… l’appunto, che avresti voluto inviare della marmellata di mirtilli, ma non hai osato, per tema che il vetro si rompesse. E libri, sempre graditissimi (..) Alessio sta un poco meglio, ma il sangue si riassorbe velocemente e ha ancora dolori. Ieri ha sorriso, ha giocato a carte e gli è riuscito a dormire un paio di ore nella giornata. È diventato magrissimo, con gli occhi enormi. Gli fa piacere che gli si legga qualcosa, qualcosa mangia ma non ha appetito, non che sia una grande novità, tranne che è vero, farebbe a meno di mangiare del tutto. Nostra madre sta con lui tutto il giorno, ogni tanto io e Tata o M. Gilliard le diamo il cambio, di notte io o Nagorny. Arrivato un gran numero di nuove truppe, dal governo bolscevico, insieme a un nuovo commissario di Mosca, un uomo chiamato Yakovlev. Speriamo di avere un servizio in casa, per Pasqua. Nevica, ma si scioglie tutto, diventando fangoso… una guardia si è premurata di distruggere sotto i tacchi degli stivali una violetta che Anastasia amava guardare, era spuntata e le piaceva vedere la progressiva geometria delle foglie e i fiori, anche questa distrazione ci viene negata” non mi raccontò che Alessio mi  invocasse, quello strazio senza  fine o ritorno, Cat, per Catherine, di un cavallo.

E un giorno ti rivedrò, in questa vita o in paradiso …
Cat.. tell  me a story.
   
 
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