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Autore: Il corsaro nero    23/05/2018    1 recensioni
In ogni fiaba si sa già il destino dei personaggi.
I buoni vivono per sempre felici e contenti mentre i cattivi muoiono.
Non ci si può fare niente.
Non si può sperare di cambiarlo... o forse no...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Tarble, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 30: UNA NUOVA FAVOLA PER IL LUPO CATTIVO


Aveva i capelli neri a fiamma del nonno ma gli occhi azzurri erano del padre.

Fu questo che notò Mai mentre guardava il figlio appena nato dormirle tra le braccia.

Trunks si avvicinò ai due e guardò con profonda dolcezza suo figlio.

Era un bambino così dolce...

Allungò la mano per accarezzarlo ma il piccolo gli afferrò la mano.

Evidentemente non gradiva che qualcuno si avvicinasse a lui o a sua madre...

Guarda che sono tuo padre...” disse Trunks e il bambino, dopo avergli rifilato un'occhiata, un po' troppo simile a quella di suo padre Vegeta, lo lasciò andare, ma non smise di tenerlo sotto osservazione.

Certo che è proprio un bel tipo...” commentò Trunks e Mai ammise: “Eh già...” “Proprio come mio padre...”

Marito e moglie risero divertiti ma, ad un tratto, la porta si aprì e apparve la faccia di Bulma che disse: “Scusate, ma voglio avvertirvi che non riuscirò a trattenere mia madre ancora per molto.” “Capito. Falli pure entrare, mamma.”

Aveva appena detto quelle parole che la porta si aprì con violenza ed entrò una donna, vestita molto elegantemente, con i capelli biondi vaporosi e gli occhi chiusi, che urlò: “Allora, dov'è il piccolo?”

Il bambino, sentendo quel baccano, cominciò a urlare e Bulma si voltò verso la donna e disse, adirata: “Mamma, l'hai fatto piangere!” “Ci penso io.” rispose una donna bassa e coi capelli neri che, dopo essere entrata nella stanza, disse, con calma e tranquillità: “Vegeta.”

Subito, il bambino smise di piangere.

Bulma guardò, incredula, Echalotte e domandò, sorpresa: “Incredibile, ha smesso di piangere. Ma come hai fatto?!”

La donna si limitò a fare le spallucce e a dire: “Segreti di famiglia. D'ora in poi, chiamatelo così quando comincerà a urlare ed evitate i nomi che non gli piacciono.”

Trunks e Mai si guardarono un istante e poi Mai disse: “Che ne dici, Trunks? lo chiamiamo Vegeta?” “Certo che sì! Che domande!” esclamò, seccata, una voce alle loro spalle.

Vegeta, col suo solito passo sicuro e deciso, entrò nella stanza e dichiarò: “L'unico nome degno per lui è Vegeta... inoltre se quel bambino è identico a me, adorerà le arti marziali... lo farò diventare il mio allievo e lo renderò più forte di te, Trunks!” “Gh gh gh.” gioì, tutto contento, il piccolo e Trunks commentò: “Sono messo proprio bene... mio figlio preferisce già suo nonno a me che sono suo padre...”

Tutti i presenti risero divertiti e, poi, Bulma si avvicinò alla giovane coppia e domandò: “Posso prenderlo in braccio?” “Ma certo, Bulma.” acconsentì Mai, sorridendo e passandole il bambino.

Bulma lo guardò e, poi, disse: “Oh che tesoro... scommetto che anche tuo nonno era un bel bambino dolce come te... prima che imparasse a parlare.” “Molto spiritosa, Bulma. Davvero molto spiritosa.” commentò il marito, guardandola in malo modo.

Ad un tratto, l'uomo si accorse che suo fratello stava scrivendo qualcosa al cellulare e disse: “Tarble, smettila di scrivere e vieni subito qui! Non vorrai mica perderti i primi minuti di vita di mio nipote?” “Arrivo, Vegeta...” balbettò il giovane e digitò in fretta: Il bambino è un maschio. Mio nipote e sua moglie hanno deciso di chiamarlo Vegeta. Appena posso, ti mando le foto, Gure. Ciao, Tarble. P.S. I love you.

Tarble!!!” “E-eccomi!”

Imbarazzato, il giovane ragazzo raggiunse il fratello e osservò il piccolo.

Se non era per gli occhi azzurri, era la fotocopia di Vegeta...

Vuoi tenerlo in braccio?” gli domandò, ad un tratto, il fratello maggiore e Tarble, imbarazzato, annuì.

Il piccolino rimase buono e tranquillo per tutto il tempo in cui il giovane lo tenne tra le braccia, poi lo passò ad Echalotte.

La donna rimase in silenzio ad osservare quella piccola e tenera copia del figlio maggiore e del marito, nascondendo la forte emozione che provava dentro di sé.

Proprio in quel momento, la porta della stanza si aprì e comparvero, ansimanti, Goten e Valese.

Dov'è mio nipote?” fu la prima cosa che il ragazzo domandò e venne immediatamente corretto da Vegeta: “Trunks non è tuo fratello e sei in ritardo.” “Colpa dei mezzi di trasporti.”

Ignorando le parole dell'uomo, Goten prese il piccolo Vegeta dalle braccia di Echalotte e, guardandolo, disse: “Ciao, piccolo.”

BUUUUUAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!!!”

Era bastato guardare la faccia di Goten per farlo piangere.

D'istinto, Valese prese il piccolo dalle braccia del suo ragazzo e il bambino smise di piangere.

Mi sa che non vuole essere preso in braccio da te...” sospirò Bulma e Goten bofonchiò: “Ma questa è discriminazione.” “Io adoro già mio nipote.” fu il commentò di Vegeta.

Goten sospirò mentre Valese continuava a cullare il piccolo.

Mentre cullava il bambino, la ragazza si accorse di Bra che li osservava.

Vuoi tenerlo in braccio?” domandò Valese e la piccola annuì.

Fa' molto attenzione a non farlo cadere perché è delicato.” si raccomandò Valese mentre glielo passava, e Bra chiese: “Come un bicchiere?” “Esatto.”

Bra prese in mano il piccolo Vegeta e gli disse, sorridendo: “Ciao, piccolino. Sono la zia Bra ma puoi chiamarmi sorellona. Mi prenderò cura di te. Mi raccomando, non far disperare il mio fratellone e la mia sorellona.”

Tutti s'intenerirono davanti alla dolcezza di Bra ma solo Vegeta si accorse del fatto che Bra guardava da tutte le parti, come se stesse cercando qualcuno...

Vuoi farglielo vedere?” le domandò e lei ammise: “Sì...” “Dammelo... glielo darò io.”

Una volta che ebbe in braccio il bambino, Vegeta uscì dalla stanza dell'ospedale e si diresse verso la sala d'attesa, sapendo che lui era lì.

Infatti, lo vide seduto sulla sedia a fissare il vuoto.

Ad un tratto, però, suo padre si voltò e rimase stupito nel trovarsi davanti il figlio con un bambino tra le braccia.

Perché non raggiungi gli altri?” domandò Vegeta e suo padre, dopo un attimo di silenzio, confessò: “Non sono stato presente a molte nascite... quella di Tarble, di Trunks e di Bra...”

Dopo un attimo di silenzio, Vegeta mostrò al padre il piccolo e domandò: “Ti ho portato il bambino. Chi ti ricorda?”

Suo padre fissò il bambino poi, girando lo sguardo dall'altra parte, sussurrò: “Gli occhi sono di Trunks...” “Vuoi prenderlo in braccio?”

Sentendo l'inaspettata domanda del figlio, l'uomo voltò la testa ma la spostò di nuovo, rispondendo: “No...” “L'abbiamo preso tutti in braccio, persino Bra. Manchi solo tu.” insistette il figlio e l'uomo acconsentì con un debole: “Va bene...”

Padre e figlio rimasero a guardare per vari minuti quella loro copia così piccola e fragile finché Vegeta ruppe di nuovo il silenzio: “E' impressionante a come ci assomigli.” “Già...” “Trunks e Mai hanno deciso di chiamarlo Vegeta... come noi due.”

Dopo che il figlio ebbe detto quelle parole, l'uomo abbassò lo sguardo e sussurrò: “Sai, Vegeta, nonostante siamo simili ci sono alcune cose che ci rendono diversi... i particolari... e le nostre vite...”

Vegeta si accorse, dallo sguardo e dal tono del padre, che era triste e domandò: “Cos'hai papà?” “Non potrò mai essere un bravo nonno dopo tutto quello che ho fatto... ho paura di rovinare anche la sua vita...” fu la risposta dell'uomo.

Vegeta rimase in silenzio.

Suo padre non si era ancora perdonato il fatto di essersene andato quando lui e Tarble erano ancora piccoli, e non se lo sarebbe mai perdonato.

Per suo padre, quella vicenda sarebbe rimasta per sempre una cicatrice nella sua anima.

D'istinto, gli prese la mano che aveva lasciato libera.

Suo padre si voltò a fissarlo, incredulo.

Vegeta dopo aver preso un bel respiro, disse: “Io e gli altri ti staremo accanto, papà... Vedrai che non rovinerai la sua vita. E' ora che il Lupo Cattivo cominci una nuova favola... una favola con la sua famiglia.”

Suo padre lo fissò un attimo e, poi, sorrise.

Un sorriso felice e pieno di speranza.

Papà! Nonno!”

La voce di Bra si sentì per tutto il corridoio e i due uomini, d'istinto, lasciarono la mano dell'altro.

Sarebbe stato troppo imbarazzante per l'orgoglio di entrambi farsi vedere in famiglia mentre si tenevano per mano.

Cosa c'è, Bra?” domandò Vegeta, guardando la figlia, e la piccola rispose: “La mamma e la nonna vi ordinano di riportare indietro il Vegeta più piccolo. Vogliono vederlo anche loro. Le signore hanno la precedenza e voi uomini avrete tutta la vita per vederlo.”

Padre e figlio si guardarono un istante, poi Vegeta domandò: “Le accontentiamo?” “Ovvio... non ho certo intenzione di affrontare la tremenda furia di quelle due.” fu la risposta del padre e Vegeta disse: “Lo porto io.” “D'accordo.”

Una volta che Vegeta ebbe in braccio il piccolo si allontanò e nel corridoio rimasero solo Bra e suo nonno.

Dai, raggiungiamo tuo padre e gli altri.” le disse l'uomo prendendola per la mano e la piccola, con una vocina timida, domandò: “Nonno...” “Cosa c'è, Bra?” “Alla fine ci sono riuscita, non è vero?”

L'uomo rimase a fissarla in silenzio poi, sorridendo di nuovo, ammise: “Sì, Bra, ci sei riuscita. Sei davvero riuscita a cambiare le favole.”

   
 
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