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Autore: __Talia__    24/05/2018    26 recensioni
Isabella era una ragazzina sciocca ed innocente la prima volta che aveva visto Dean Winchester, e lui aveva sperato di trovare un angolo di normalità con lei.
Sono passati 3 anni; Isabella è stata costretta a crescere e Dean ha capito che le distrazioni non sono più concesse. Eppure la prima volta che si sono visti vecchi sentimenti e nuovi rancori hanno invaso le anime del due ex amanti, che non sono più gli stessi. Dopotutto Isabella era cambiata, ora inseguiva una vendetta che l'avrebbe, forse, portata alla distruzione mentre Dean aveva superato troppo dolore ed orrori indicibili per pensare che ci possa essere un lieto fine alla sua vita.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dean
 

<< Si può sapere che hai fatto a quella ragazza? >> domandò Sam spezzando il silenzio che si era creato nell'Impala. Erano partiti quella mattina presto e Dean aveva sperato di vedere la ragazza scendere dalle scale, aveva sperato di aiutarla e di capire se realmente stava bene, ma la vecchia Ford grigia di Isabella era già sparita dal parcheggio.
<< Perchè ti interessa tanto? >> domandò a sua volta il biondo, tamburellando nervosamente le dita sul volante in pelle, guardando la strada davanti a sé. Mai avrebbe pensato di rivederla, sopratutto in quelle circostanze. Non era cambiata quasi per niente; era rimasta bellissima, il fisico asciutto era diventato un filo più muscoloso, i capelli neri come l'oscurità si erano allungati fino a sotto il seno ed il viso era ancora un perfetto ovale dagli zigomi non troppo pronunciati, due labbra a cuore non particolarmente carnose, una spruzzata di lentiggini sulle guance e sul naso piccolo e leggermente all'insù e poi gli occhi verdi come smeraldi, forse tristi e cupi, ma erano loro. Dean li sognava ancora di notte, quando stava da solo per troppo tempo.
Tornò al presente e notò subito lo sguardo indagatore di suo fratello, gli occhi verdi di Sam pieni di curiosità e Dean capì che non avrebbe mollato il colpo finchè non gli avrebbe detto qualcosa; verità o menzogna lui non poteva certo saperlo, quindi optò per una semplice via di mezzo.
<< Ricordi otto anni fa? Quando con papà restammo a lungo nel Montana? >> domandò Dean, continuando a guardare la lunga strada davanti a sé. Erano appena entrati nell'Illinois, ma mancavano ancora parecchie miglia alla cittadina a cui erano diretti.
<< Sì, siete rimasti lì per due settimane, o qualcosa di più. Papà aveva detto che c'era uno spettro ostile >> rispose Sam, guardandolo attentamente, il volto affilato e magro era concentrato per cercare di captare qualsiasi menzogna.
<< Non siamo rimasti lì per un fantasma ostile...siamo rimasti li per lei >> mormorò Dean, rischiando di mangiarsi le parole da un momento all'altro, facendo strabuzzare immediatamente gli occhi a suo fratello. Immaginava una reazione del genere, dopotutto Sam aveva seguito ben poco lui e suo padre nella caccia in quei tempi.
<< Il fantasma l'aveva presa di mira, la conobbi così, ma riuscimmo a sconfiggerlo in pochi giorni. Papà aveva un altro lavoro lì vicino e decise di lasciarmi in quella cittadina, non so se è perchè mi vide felice o perchè non mi voleva tra i piedi, ma mentre lui cacciava nei dintorni io conoscevo meglio Isabella >> continuò Dean, prendendo un profondo respiro. Otto anni erano passati, ma lui si ricordava perfettamente il giorno che l'aveva vista la prima volta; stava passeggiando lungo una strada di campagna deserta, le braccia e le gambe scoperte erano magre e lunghe, pallide ed esili, il suo sorriso era contagioso e sembrava illuminare tutto ciò che la circondava. L'aveva guardato ed aveva sorriso in maniera timida, andando a mettere una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< E papà te lo ha permesso? >> domandò Sam incredulo, girandosi completamente verso il fratello maggiore che non fece altro che annuire. L'unica cosa che suo padre fece per lui in tutti gli anni di caccia insieme. Rimasero ancora in silenzio e Dean sperò di essersela cavata in quel modo, dandogli solamente degli indizi, ma presto il fratello tornò alla carica. Purtroppo Sam non era così stupido e quella storia era decisamente fuori dal normale per loro. Non avevano avuto una infanzia ordinaria anzi, Dean non ne aveva mai avuta una da quando il demone dagli occhi gialli era entrato nella sua vita e aveva ucciso sua madre. Viaggiavano spesso e in continuazione, a sette anni imparò a sparare e da allora aveva una pistola sotto il cuscino. Sempre. Doveva proteggere Sam, quello era il suo compito, lo era sempre stato.
<< Non si sarebbe mai comportata in quel modo se tu l'avessi lasciata dopo due settimane di conoscenza otto anni fa...sembrava realmente incazzata Dean. Ferita >> disse lui, pronto a pregustarsi qualcos'altro. Sam era sempre stato uno che voleva andare a fondo nelle cose, una persona che voleva conoscere tutto nei minimi particolari e che non voleva lasciarsi scappare niente. La sua dannata mente analitica lo portava a tutto quello. Dean d'altro canto poteva capire la sua curiosità, dopotutto Sam stesso era stato allontanato e cacciato via da suo padre non appena aveva detto che voleva studiare legge e, anche se aveva sempre odiato lo stile di vita da cacciatore, il minore non poteva di certo scordare il continuo viaggiare e girare, non avere mai una casa fissa, non potersi mai realmente affezionare a nessuno.
<< Ogni volta che potevo tornavo da lei Sam. Per cinque anni c'è stata una specie di relazione, o qualcosa che si avvicinava...appena avevamo una pista in Montana o nelle vicinanze io andavo da lei per qualche giorno o per una settimana, non mi fermavo mai troppo a lungo, non potevo...>> continuò Dean mentre nella sua mente passavano i ricordi dei momenti vissuti con lei, ricordi di una vita normale. Erano ragazzini o poco più; lei aveva sedici anni e lui ventidue e lei era la prima persona a non aver avuto paura di lui, anzi, ne era incuriosita. Era una ragazzina sveglia e spigliata, molto curiosa verso il mondo, sorridente e sempre con una buona parola per tutti. Era incredibilmente dolce e gentile, due qualità che raramente il cacciatore aveva visto durante la sua vita e lei era gentile e dolce con lui, lo trattava come una persona normale. Quando era con lei non era un cacciatore, ma un normalissimo ragazzo di ventidue anni. Era questo che Isabella gli aveva dato in quegli anni; la normalità, una cosa che lui aveva agognato da sempre.
<< Ma lei mi ha sempre aspettato, nonostante la lasciassi in lacrime non appena mettevo piede in macchina per andarmene, nonostante non le dessi mai la certezza di una data del mio ritorno, ma quando tornavo lei era là pronta ad abbracciarmi, finchè non ho tirato troppo la corda e si è spezzata >> finì lui e si accostò, aprendo con rabbia la portiera per poi prendere qualche respiro di aria fresca, scalciando la terra secca. Non se l'era mai dimenticata, neanche in quei tre anni che erano stati lontani, ma mai avrebbe pensato di rivivere le stesse emozioni di quel cinque anni, mai avrebbe pensato che fosse ancora tutto così vivido. Semplicemente lui non poteva. Non poteva avere una relazione, non poteva avere una distrazione, non poteva avre una vita normale. Non poteva dargli felicità, non poteva renderla realmente felice. Ed Isabella se lo meritava.
<< Lo hai fatto per lei Dean, la nostra vita è pericolosa >> sussurrò Sam tirando fuori la testa dal finestrino nel tentativo di aiutarlo, ma non ci stava riuscendo affatto. Lei ora stava facendo il loro stesso lavoro, era sola ed incazzata col mondo. Con un moto di stizza tornò dentro l'Impala, mettendo nuovamente in moto la macchina
<< Non sei l'unico che ha rinunciato a qualcosa a cui teneva, fratellino >> e con quelle parole Dean mise il punto a quella conversazione.
 

Arrivarono a Polson poco prima del calare del sole, il lago Flathead brillava delle luci della cittadina. Fecero il solito giro di perlustrazione prima di trovare il solito squallido motel che sembrava fare al caso loro. Non avevano molti soldi a disposizione e si accontentavano di quello che c'era. Non aveva fatto neanche in tempo a parcheggiare che subito gli saltò all'occhio una vecchia Ford grigia che conosceva molto bene. Parcheggiò in fretta e si lasciò dietro anche Sam per entrare per primo nello squallido bar senza però trovarla. Una parte di lui sperava di vederla seduta ad un tavolino, mentre l'altra parte sperava di non vederla perchè sapeva perfettamente che sarebbe stata solo una distrazione, un pericolo.
<< Ce ne sono molte di macchine come quella in giro, non farti troppe illusioni >> sussurrò Sam al suo orecchio prima di andare a prendere una stanza, pagando con una delle carte di credito recentemente rubate. Lo sapeva benissimo eppure...
<< Andiamo a mangiare ora, ce lo meritiamo >> continuò il fratello minore prendendo per un braccio il biondo per trascinarlo fino ad un tavolo dove ordinarono qualcosa da mangiare, ma lui non aveva fame, il suo stomaco si era chiuso nel ricordare il giorno che aveva lasciato Isabella, l'ultima volta che si erano baciati e che erano stati a letto insieme dentro la sua macchina, l'Impala nera che ora guardava attentamente rivivendo la scena per l'ennesima volta.
<< Eri innamorato? >> domandò Sam a bruciapelo. Dean sentì tutta l'aria uscirgli prepotentemente dai polmoni mentre guardava attentamente il fratello
<< No, no io...non lo ero >> rispose prontamente tornando a guardare la macchina. Non poteva permettersi di innamorarsi di nessuno né allora né ora, sarebbe stata una debolezza troppo grande, una distrazione che non poteva permettersi. Questo era ciò che suo padre gli aveva insegnato.
<< Bene, allora stai concentrato. Ho cercato qualche evento strano, si parla di campeggiatori scomparsi. Sembra tutto normale, a parte il fatto che dei cadaveri venga ritrovata solo la testa >> disse Sam cercando forse di distrarlo, ma non gli riusciva molto bene. Il maggiore dei Winchester sospirò profondamente prima di sbattere i pugni sul tavolo e alzare un sopracciglio, arricciando leggermente le labbra
<< Ora è tardi, domani ci metteremo alla ricerca di qualche informazione più precisa >> mormorò il ragazzo, sentendosi ancora abbattuto per ciò che era successo il giorno prima. Si alzò dal tavolo senza aver mangiato nulla e si diresse verso il bancone, chiedendo la sua chiave della stanza
<< Una informazione...c'è una vecchia Ford parcheggiata lì fuori e volevo sapere se apparteneva ad una ragazza alta, lunghi capelli mori...>> indagò, il suo solito sorriso furbo stampato sul volto. L'albergatore lo guardò storto probabilmente chiedendosi se fosse un conoscente, un pazzo od un maniaco.
<< Occhi verdi, uno strano ciondolo e un culo da urlo?...sì appartiene a lei >> disse distrattamente il proprietario. Dean fece un sorriso stirato prima di cominciare a salire le scale verso la sua camera, i pugni chiusi quasi ermeticamente, i piedi che sbattevano contro le scale. Ci era mancato poco che non lo prendesse a pugni, ma perchè? Se avesse fatto un apprezzamento del genere su qualsiasi altra ragazza forse non se la sarebbe presa così tanto, anzi, avrebbe rincarato la dose o gli avrebbe chiesto di conoscerla. Entrò in camera sbattendo la porta dietro di sé andando poi ad aprire immediatamente la doccia, spogliandosi con furia. Doveva calmarsi e dimenticare e ci riuscì solamente con una lunga doccia fredda che però non gli concesse di dormire.

 

<< Andiamo a sentire i proprietari del campeggio, loro hanno trovato i vari cadaveri ed erano loro clienti >> disse Sam chiudendo il vecchio diario di papà che consultava ogni volta, come se lì dentro ci fossero tutte le risposte. Cosa avrebbe detto ora John? Cosa avrebbe detto ora vedendolo così distratto e distante, così preso da qualcosa che non era la caccia? Lo avrebbe sgridato e gli avrebbe detto di rimettere la testa apposto. Sospirò rumorosamente prima di annuire e guidare fino al campeggio incredibilmente pieno di turisti.
<< Cosa ci fanno qui? Fa freddo, il lago è grigio...>> mormorò seccato Dean, guardandosi attorno notando subito la presenza di un gruppo di ragazze che chiacchieravano a voce alta, lanciando loro occhiate infuocate.
<< Anche se adesso potrebbe essere più interessante... >> disse, sorridendo improvvisamente incuriosito da quel gruppetto di giovani che sembravano decisamente interessati a loro due. Continuarono a camminare fino ad arrivare al centro informazioni, che però era già occupato da una persona che il biondo conosceva bene. Isabella era di spalle ed indossava dei jeans scuri che le mettevano in risalto il fondoschiena alto e una giacca di pelle nera che la rendeva ancora più affascinante.
<< Sì, abbiamo ricevuto una segnalazione per una perdita di gas e volevamo sapere se avevate sentito qualche odore strano >> stava dicendo mettendo via frettolosamente un distintivo. Non aveva idea se si fosse accorta o no della loro presenza, ma lui era immobilizzato.
<< Zolfo, per esempio >> si intromise Sam, facendo voltare immediatamente la giovane che stiracchiò il volto in una specie di smorfia. Il volto pallido era messo in risalto dai lunghi capelli scuri che le ricadevano in morbide e scompigliate onde, mentre gli occhi verdi sembravano voler bucare la pelle.
<< Come dicono i miei...colleghi >> continuò lei posando le mani sulla scrivania dell'uomo che sembrava avere occhi solo per lei. Era quello il suo più grande dono; riusciva a catturare l'attenzione di chiunque le stesse accanto. L'uomo si alzò rivelando un fisico rilassato ed anziano e si avvicinò a lei, sorridendole viscido
<< Sì, dei clienti si sono lamentati, ma pensavamo fosse qualcosa di temporaneo e dovuto alle famose acque termali che circondano il campeggio. Sa, siamo molto famosi per le nostre acque, dovrebbe farsi un bagno dentro una delle pozze, le farebb....>> Dean smise persino di ascoltare quelle sviolinate stridenti. Quell'uomo non gli piaceva, era viscido e si prendeva troppe confidenze. Si aspettava che Isabella gli desse il benservito da un momento all'altro, ma ciò non accadde anzi, la ragazza sembrava accondiscendente e stava alle battute del vecchio signore. Battute che non facevano affatto ridere.
<< Grazie per la sua disponibilità, se non le dispiace vorremmo fare un giro di ispezione >> mormorò lei posando una mano sul braccio del signore, facendo irrigidire Dean e sorridere Sam.
<< Cosa ridi? >> sussurrò lui dando una spallata al fratello minore, decisamente scocciato da quella situazione. Possibile che Sam non capisse? Possibile che non notasse il viscidume che quell'uomo trasudava
<< Dovresti vedere la tua faccia >> rispose il moro, uscendo dalla casetta seguito a ruota dal fratello e dalla ragazza che non smetteva un attimo di sorridere in maniera frivola al proprietario. Tutto quello gli stava dando il voltastomaco. Seguirono la giovane per qualche centinaio di metri, fino a che lei non si voltò, il viso prima cordiale ora era agitato e arrabbiato.
<< Cosa ci fate voi qua? >> domandò seccata, incrociando le braccia al petto facendo sorridere Dean che si beccò solamente una seconda occhiataccia da parte della mora. I due fratelli si scambiarono un'occhiata lunga e complice poi Sam prese un respiro profondo e cominciò a parlare, spiegando che aveva trovato decisamente strano ciò che stava succedendo in quella cittadina e quindi avevano deciso di finire lì
<< Tu non c'entri con tutto ciò? >> domandò Isabella a Dean, guardandolo intensamente negli occhi, tanto da farlo tremare da capo a piedi. Non c'era disprezzo in quello sguardo, ma curiosità.
<< No, è Sammy che trova i casi >> rispose lui distrattamente guardandosi intorno, notando subito come il gruppo di ragazze avesse ancora gli occhi fissi su di loro. Dovevano essere dell'età da college e sembravano essere uscite dalla copertina di un giornale di moda; bionde e dai lunghi capelli setosi, pelle baciata dal sole e gambe lunghissime.
<< Potremmo collaborare...>> azzardò Sam, alzando un poco le spalle facendogli andare la saliva di traverso. Che diavolo gli era venuto in mente? Collaborare? Aveva forse dimenticato il cazzotto che la mora gli aveva dato solamente un giorno prima? Oppure l'odio che era uscito dalle sue parole? E lui vorrebbe collaborare con lei? Dean non riuscì a dire niente, ma guardava il volto contratto ed indeciso di Isabella che si guardava intorno continuamente.
<< Ci sto >> rispose improvvisamente, facendo trasalire il biondo che mai si sarebbe aspettato una risposta del genere. Fino a qualche ora prima lei lo aveva allontanato senza neanche dargli la possibilità di rispondere ed ora stava accettando di lavorare con loro?
<< Bene...siamo apposto allora...>> mormorò lui con voce scocciata facendo roteare gli occhi prima di essere investito da una spallata da parte del fratello. Possibile che non capiva la difficoltà che si sarebbe creata?
<< Hai una vaga idea di ciò che potrebbe essere? >> domandò Dean in voce di sfida, avvicinandosi a lei senza però perdere di vista le ragazze che si erano alzate e si erano mosse in gruppo andando a sedersi sulla veranda della loro casetta, cominciando a giocare a carte, sussurrandosi qualcosa, ridendo tra loro, lanciando occhiatine ai due fratelli. Avrebbe voluto unirsi a loro piuttosto che sentire i vaneggiamenti di Isabella.
<< A dir la verità sì...penso sia un Each Uisge >> rispose lei con sicurezza portando le mani ai fianchi, guardando il lago dietro di sé. Non passò molto tempo prima che il biondo scoppiasse a ridere. Doveva aver preso un bel colpo in testa se veramente pensava che fosse quella la creatura che stava infestando quel povero campeggio
<< Io penso sia un semplice fantasma incazzato con qualcuno, magari con quel tuo amico grasso al box informazioni...questo è quello che succede quando si pensa di poter diventare cacciatori dal nulla >> disse lui alzando gli occhi al cielo, rivolgendosi al fratello con voce di scherno. Non riusciva a guardarla per troppo tempo, non riusciva a vedere i suoi grandi occhi verdi feriti dalle sue parole dure.
<< Quello che vuoi Dean...hai sempre pensato di avere ragione >> mormorò lei, allontanandosi.
<< Ma che ti prende?! >> domandò Sam guardandolo con astio prima di correre dietro alla mora. Guardò il fratello posare una mano sulla spalla magra della ragazza che si girò lentamente e i due cominciarono a discutere fino ad allontanarsi insieme facendolo imbestialire. Quella donna, quella ragazza, lo stava facendo impazzire e lo aveva sempre fatto, come se avesse un qualche potere su di lui. La guardò allontanarsi lentamente, il fisico magro e slanciato, il passo leggero e felpato...cosa gli aveva fatto?

   
 
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