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Autore: Dyanne    25/05/2018    6 recensioni
STORIA INTERATTIVA - SOSPESA
Ambientata durante gli anni dei Malandrini.
Siamo al settimo anno e Hogwarts sembra più movimentata che mai. Dopo il famoso mago Oscuro Gellert Grindelwald sembrava che le acque si fossero calmate. Quanto di più sbagliato. Corrono voci in corridoio che bisbigliano di una nuova figura che ha preso il posto del rinomato mago.
Si creano alleanze, crepe, coppie tra le mura della scuola.
Chi sopravvivrebbe indenne?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lucius Malfoy, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Venerdì, 2 Settembre


Lucille sbadigliò per l'ennesima volta da quando si era svegliata, tardamente, venti minuti prima.
Non era l'unica ancora a letto, Astrid dormiva profondamente, mentre Narcissa stava scrivendo una lunga lettera.
Si era vestita e truccata velocemente; ormai aveva preso  mano e fatto l'abitudine di fare tutto di fretta.
Era andata in Sala Comune aspettandosi il solito brusio mattiniero, ma quella era vuota. Si era quindi incamminata, assonnata, fin nella Sala Grande, dalla quale continuavano a entrare e uscire studenti.
Il suo tavolo era a sinistra, l'ultimo dei quattro, vicino a quello affollato dei Corvonero, i più mattinieri.
Luvi cercò con lo sguardo i ragazzi del suo anno. Dorian era girato di schiena, di fronte a lui stavano Severus e Lucius, più in là Lestrange, Nott e Bellatrix.
Si avvicinò e scompigliò i capelli del suo migliore amico.
«Aah, sono bagnati!» esclamò contrita e si asciugò sulla veste del mago. Poi si sedette al suo fianco.
«Buongiorno anche a te, raggio di sole» le rispose Dorian scuotendo la testa e bagnandola ancora di più.
«Mattiniera come sempre» fece eco la voce bassa di Severus.
«Andatevene tutti a quel paese, va! Voglio fare colazione in santa pace!» rispose per le rime la ragazza.
Lucius ridacchiò dal suo posto: «Permalosa, eh?»
«Non sai quanto, Malfoy» disse Lucille prendendo una fetta di torta di melassa.
«Mmm, paradiso!» gemette assaggiando la pietanza. Si servì poi di qualche muffin al cocciolato e del tortino ai mirtilli. Tutto rigorosamente accompagnato da succo di zucca.
«Quante calorie! Vacci piano ragazza!»
«Tranquillo Lucius, può mangiare benissimo tutti i dolci di tutti i tavoli, tanto non mette mai un filo di pancia.»
Dorian ormai la conosceva meglio di chiunque altro, dentro lo stomaco aveva un buco nero senza fine.
Lui era solito svegliarsi prima, farsi una doccia gelata nonostante le temperature, spesso fredde, dei sotterranei.
Avrebbe aspettato Lucille nella Sala Comune, ma mancava pochissimo per l'inizio delle lezioni e non voleva fare tardi.
E poi, Luvi non se l'avrebbe presa. S'intendevano con un solo sguardo e sapeva quando era arrabbiata, felice o, come in quel caso, affamata.
«Ecco, tieni» disse ricordandosi di doverle consegnare un foglio.
«Cos'è?» disse finendo di masticare, gli angoli della bocca sporchi di cioccolato.
«Gli orari della settimana. Il professor Lumacorno ha detto che potranno esserci variazioni per quanto riguarda le ore del pomeriggio» le pulì la bocca con un fazzoletto come si fanno con i bambini.
«Inoltre, il tuo amico qui, ha dimenticato di dirti che è diventato capo della squadra di Quidditch» ricordò Severus stringendosi il naso con la punta delle dita.
«Complimenti, Dorian! Sono felice per te!» disse prendendo della crema da un tortino per spalmarla sulla sua faccia.
Il Serpeverde sorrise all'amica, pizzicandole le guance e macchiandosi entrambi.
Aveva pensato che si sarebbe offesa a quella notizia, sapeva quanto Luvi ci teneva allo sport.
Potevano apparire duri e tosti a tutta la scuola, ma tra di loro erano scherzosi e infantili come pochi.
«Già. Oggi pomeriggio facciamo le prove, vedi di esserci. Anche tu Malfoy!»
Il biondo rispose con un cenno del capo, Lucille davanti a lui batté le mani dalla gioia e poi ispezionò l'orario.
«Oh, guarda. Trasfigurazione, la prima ora... con i Corvonero» disse un pò delusa.
Quel giorno avevano quasi tutto in comune con i Corvi e i Tassi. Niente lezioni con i Grifondoro.
«Perfetto!» la voce entusiasta di Lucius era bassa, come a non volersi far sentire, ma che catturò l'attenzione dei giovani maghi.
«Cosa mi sono perso?» domandò, infatti, Severus.
«Nulla, nulla. Sù, sbrighiamoci! Non vogliamo arrivare in ritardo!» finì con un ghigno.
La Sala Grande aveva cominciato a spopolarsi, ognuno diretto nelle rispettive classi.
«Ma io sto ancora mangiando!»
«Sù, Luvi, portati dietro la crostata di albicocche. La finirai strada facendo» rassicurò Dorian l'amica che aveva lanciato occhiate di fuoco a Malfoy. La colazione era un pasto sacro per lei.


••• ••• •••
 


Quando Astrid aprì gli occhi quella mattina, tutto ciò che vide era la luce offuscata delle candele e quella verdognola che penetrava dalla finestra vicino al letto.
La loro Casa era posizionata sotto il lago, perciò non avevano la fortuna di svegliarsi con i luminosi raggi del sole o con il canto degli uccellini.
Più di una volta si era svegliata perché si era sentita osservata: aldilà del vetro, infatti, alcune figure raccapriccianti la stavano guardando attentamente. Sirene.
Dopo che la scena si era ripetuta più volte nell'arco di un mese, Astrid aveva deciso di dotare il vetro di qualche pesante tenda color verde scuro.
Narcissa l'aveva presa in giro parecchio per quella storia, finchè un giorno lei si era trovata nella stessa situazione. Si era lamentata pesantemente con il direttore di Serpeverde, minacciando addirittura di scrivere a casa, e quello aveva provveduto subito ad una soluzione.
Le tende, notò Astrid, erano tirate. Questo significava che qualcuna si era già alzata. Guardò la stanza ma non vide nessuno.
Lanciò un Tempus , e per poco non sobbalzò quando vide l'ora. Mancavano cinque minuti per l'inizio della colazione.
Astrid si alzò di gran fretta, lavandosi la faccia e raccogliendo qualche vestito dal bagaglio ancora sfatto.
Ieri sera non aveva avuto tempo di sistemare le sue cose. Dopo cena si erano tutti ammassatti nella Sala Comune, giocando a qualche gioco da tavolo, intraprendendo lunghe conversazioni con i  compagni oppure, come lei, leggendo qualche libro.
Astrid guardò la sua divisa nera e verde: era pulita e profumata. Avrebbe scommesso cinque galeoni che in pochi giorni sarebbe diventata piena di macchie, delle quali non si sarebbe più sbarazzata, e bruciature.
Almeno quell'estate, girando per Diagon Alley, aveva avuto l'idea di comprarsi più di una divisa. Adesso ne sfoggiava ben cinque, tutte uguali.
«Muoviti, Bell'Addormentata!» la voce di Narcissa la raggiunse da lontano.
Il suo volto ben truccato fece capolino dalla porta, ispezionando la stanza con gli occhi chiari.
«Sono quasi pronta» le rispose la bruna cominciando a spazzolarsi i capelli.
Le piaceva avere un aspetto ordinato e curato, avrebbe saltato pure la colazione se questo significava apparire bene, e arrivato in ritardo per le lezioni. Cosa che capitava spesso.
Narcissa entrò nella stanza e aiutò l'amica a finire di prepararsi per la giornata.
«Dov'è lo zaino?»
«Nel baule, lì da qualche parte» a dire il vero non se lo ricordava proprio.
Si sentì il rumore scricchiolante del bagaglio poi la voce della ragazza: «Non hai ancora sistemato niente?»
Astrid si schiarì la voce.
«Ehm... No?» le uscì in tono di domanda.
Narcissa scosse il capo sconsolata. Aveva ancora tante cose da insegnarle se voleva diventare una perfetta Serpeverde, le prime cose erano la puntualità e l'ordine.
«Tra dieci minuti iniziano le lezioni» le ricordò. «Ecco, tieni» disse porgendole un fazzoletto avvolto attorno a qualcosa.
«Un croissant! Grazie, Cissy! Sei la migliore! » ringraziò l'amica saltandole adosso.
A causa dello slancio entrambe persero l'equilibrio e caddero sul letto sfatto.
«Vedi di ringraziarmi in un altro modo la prossima volta» mugugnò Narcissa da sotto di Astrid, che alzandosi si fece scappare una risata.
«Ehm, dovresti rifare la treccia, mi sa.»
Narcissa si portò davanti allo specchio, sbuffando.
«Cominciamo bene l'anno. In ritardo come sempre» disse cercando di trattenere un sorriso.


••• ••• •••
 


Coco era seduta su una poltrona della Sala Comune dei Grifondoro, aspettando le ragazze del suo anno. Nessuno Grifone si alzava mai presto, lo sapevano tutti ormai, o per lo meno quelli del settimo anno.
Coco non aveva problemi, sapeva gestire bene il suo tempo. Si alzava ogni giorno puntualmente alla stessa ora, come se fosse una sveglia umana. Questo le dava la possibilità di usare il bagno per prima, senza fare la fila, prepararsi con calma e leggere qualcosa nel frattempo che aspettava Astra o Molly.
Si guardò intorno, girandosi i pollici, buttando spesso qualche occhiata all'orologio.
Ieri sera avevano dato una festa di inzio anno; avevano preso qualcosina dalle cucine, e i più ribelli avevano tirato fuori dai bauli bottiglie di burrobirra, bourbon e idromele.
La McGranitt era venuta a riproverarli solo una volta con la minaccia che se il giorno dopo non fossero stati lucidi nelle sue ore, avrebbero dovuto pulire per una settimana tutto il castello - e senza magia.
Il rumore dei passi che scendevano la distrassero dai pensieri.
Dalla torre del dormitorio maschile sbucarono primini e studendi degli altri anni.
Successivamente apparvero due teste brune con capelli arruffati. James si passò le mani sugli occhi, stropicciandoli, Sirius sbadigliò rumorosamente e a lungo.
«Ragazzi, che fame!» esclamò quest'ultimo.
Entrambi videro Coco e le augurarono il buongiorno.
«Vieni con noi a colazione?» le domandò James, fermandosi vicino alla poltrona di lei.
La ragazza rimase a riflettere. Astra di solito sprecava tutta la mattina per prepararsi e a districare i suoi capelli, perciò non avrebbe potuto dire quanto tempo sarebbe stata ancora ad aspettarla.
«Certo» annuì con il capo.
James le sorrise. La migliore amica di Astra gli era sempre sembrata simpatica, troppo buona e accondiscente a volte, ma con un'allegria sorprendente. Era pure carina adesso con quelle guance rosse e gli occhi azzurri ancora assonnati. Astra gli avrebbe raggiunti al tavolo quando sarebbe stata pronta, si disse il ragazzo.
Sirius era partito molto prima dei due, con lo stomaco tormentato dalla fame, e gli altri due lo raggiunsero quando ormai erano nei pressi della Sala Grande.
Presero posto all'estremità del tavolo, tenendo sott'occhi la porta massiccia.
Coco si riempì il piatto con del dolce e un bicchiere di latte, gli altri due fecero a gara di chi mangiasse di più.
«Mangiate come maiali.»
La voce di Astra fece girare Coco nella sua direzione. I capelli erano legati in una coda alta, la faccia luminosa distorta in una smorfia di disgustoso.
«Sul serio ragazzi, chi vi ha insegnato le buone maniere?»
Coco rise sotto i baffi, le giornate dei Grifondoro erano sempre movimentate e divertenti; non c'era giorno che non accadesse qualcosa.
Astra si sedette accanto a James sulla panca, dando uno scappellotto dietro la nuca del ragazzo borbottando qualcosa riguardo i purosangue e le maniere a tavola.
Si servì con una brioche e del thè caldo, mangiando con calma e compostezza, lanciando ai ragazzi un'occhiata come a sfidarli a seguire il suo esempio.
Che poi, si chise la rossa, come mai erano già a colazione, siccome a nel corso degli anni scolastici precedenti aveva imparato che non sarebbero mai arrivati in orario. Una volta aveva dovuto adirittura bagnarli con l'acqua fredda per svegliarli.
Guardandoli meglio, però, la risposta era lampante come un'insegna al neon: stavano mangiando con foga ogni cosa davanti a loro e a momenti ingoiavano pure la forchetta!
Qualcuno dietro di loro si schiarí la voce.
La McGranitt guardava i due ragazzi con la stessa faccia disgustata della rossa.
«Potter! Black! Nessuno vi mette fretta, mangiate con calma. State dando spettacolo» disse indicando gli altri tavoli.
Come per dare conferma, la Sala scoppiò in una fragorosa risata che fece perlomeno arrosire i due Grifondoro.
Porse ad ad ognuno un foglio dicendo:«Gli orari», e girò i tacchi, allontandosi di fretta.
«Prima ora... Storia della Magia con i Tassorosso» lesse Coco ad alta voce. «Poi c'è Erbologia, Incantesimi e Trasfigurazione. Uh, guarda: due ore buche nel pomeriggio! Beh, niente male come orario provvisorio.»
Gli altri alzarono le spalle, indifferenti.
«Ci sono lezioni in comune con i Serpeverde?» chiede James con un ghigno.
«Oggi no, per fortuna.»
« James Potter! Togliti dalla testa qualsiasi scherzo. Quest'anno ti proibisco di combinare guai!» la voce perentoria di Astra si alzò di qualche nota.
«Quanto sei pesante, Lira» sbuffó di rimando lui, tornando a mangiare.
Sirius rise al suo fianco.
«Ti ho detto, amico, che le ragazze sono noiose!»


••• ••• •••
 


Bree si svegliò quella mattina piena di energia e aspettative per quel primo giorno di scuola.
Le sue compagne di stanza stavano ancora dormendo; la clessidra magica di Faye, regalo di Hanneke per il compleanno, mostrava che mancavano dieci minuti per l'ora della colazione. Bree si alzò dal letto e si preparò con calma.
Cercò, poi, la sua bacchetta finita sotto il letto, e pronunciando un Sonorus gridò a pieni polmoni: «Sveglia! Sveglia! È ora di andare a lezione!»
Le ragazze sobbalzarono spaventate, Faye cadde dal letto e si lamentò rumorosamente del buongiorno ricevuto tornando sotto le coperte.
Bree alzò gli occhi al cielo. Faye era una pigrona.
«Vorrei svegliarmi con un soave canto del uculele, la prossima volta, grazie!» disse Lily da dentro il bagno. Le altre ridacchiarono cominciando a vestirsi.
«Ma quale canto e canto! Voglio alzarmi quando il mio corpo me lo dice!» la voce attutita di Faye arrivò dalla sua parte di stanza.
«Ma così ti sveglierai solo in tardo pomeriggio» controbatté Amelia, una loro compagna.
«Era questo il punto...»
Risero di nuovo. Faye odiava alzarsi presto, anzi, odiava proprio le mattine: l'alzarsi dal letto, lavarsi con acqua fredda, andare a lezione!
Con quale voglia si alzava Bree ogni mattina lei non lo capiva! Mah, alieni.
«Vi aspetto giù, ragazze. E Faye... Alzati da quel materasso!» e dicendo così sparì dalla camera.
«Come posso staccarmi dal mio unico amore?» piagnucoló la bionda.
Un coro di «See, unico amoreee» ironico si diradò nell'aria e Faye, finalmente, si alzò, fulminandole con lo sguardo.
Dopo che si furono tutte sistemate, raggiunsero l'amica nella Sala Comune.
Bree stava accovvacciata in avanti sopra la Scacchiera Magica, la fronte agrottata.
Guardò bene i suoi pedoni, studiando anche quelli dell'avversario.
Benjamin sorrideva divertito dall'altro lato. La partita andava avanti da ieri sera, senza proclamare ancora un vincitore. A quanto pare Bree aveva trovato un degno avversario.
« Alfiere in posizione D7» ordinò e quello si mosse di due caselle in diagonale.
Sorrise soddisfatta e si alzò in piedi.
«Possiamo andare a fare colazione» disse allegra.
Benjamin lanciò un incantesimo immobilizzante sul gioco e insieme alle ragazze si avviarono verso la Sala Grande, passando vicino alle cucine.
«Signor Steward!» si sentì chiamare in corridoio.
La professoressa Sprite, la loro Capocasa e insegnante di Erbologia, stava richiamando l'attenzione del giovane saltellando con la mano alzata. Era alquanto bassa.
«Signor Steward, anche quest'anno come ben sa, avrà il compito di dirigere la nostra squadra di Quidditch. Confido in lei per la vittoria della Coppa di quest'anno» disse battendo le mani e aggiustandosi il cappello verde sulla testa. «Decida lei gli orari per gli allenamenti, come preferisce. Qui avete gli orari della settimana, potranno esserci delle variazioni nei pomeriggi e non è del tutto provvisorio. Bene, questo e tutto. Buona giornata a voi» e si allontanò.
Entrarono nella Sala e si sedettero al loro tavolo, tutte a complimentarsi con Benjamin dell'incarico ricevuto.
«Che fortunato, Ben! Spero farai oggi le selezioni per la squadra. Vorrei candidarmi come Portiere anche quest'anno» disse entusiasta Faye.
Il Quidditch era l'unica cose che le veniva bene, a suo parere.
«Non so... » disse pensieroso «oggi vorranno farle tutti. Facciamo domani oppure domenica, comunque sono sicuro che te la caverai alla grande, non preoccuparti. Il posto è praticamente già tuo.»
Cominciarono a mangiare, lodando le pietanze sui tavoli. A Hogwarts il cibo era sempre ottimo.
«Ragazzi, guardate Black e Potter come si abuffano sul cibo» indicò Bree con il dito il tavolo dei Rosso-Oro, «sembra che non mangiano da settimane!»
Tutta l'attenzione della Sala era su quel tavolo, e presto scoppiarono tutti a ridere.
Finirono di mangiare in fretta e diedero un'occhiata alle materie di quella giornata.
«Pozioni la terza ora con i Serpeverde» esaltò Bree felice. Amava Pozioni.
Gli altri fecero una smorfia; non era male come materia ma condividerla con le Serpi era un'agonia.
«Il pomeriggio è leggero, grazie a Merlino: Divinazione con i Grifondoro e Astronomia con i Corvonero, più un'ora buca» lesse Lily allungando il collo.
«Speriamo solo non ci facciano qualche test di inizio anno. Il professor Rufus e la McGranitt ne sarebbero capaci!»
«Ma noo, figuriamoci! È solo il primo giorno, avranno tempo tutto l'anno per tormentarci» la voce di Faye era calma.
Non aveva studiato, era vero, ma sentiva che quella giornata sarebbe trascorsa senza brutte esperienze e test.
«Hmm, perché allora Henneke è già sui libri?» chiese Bree dubbiosa osservando la ragazza immersa in qualche tomo a fianco di Lupin, nella sua esatta situazione.
«Te l'ho detto ieri e lo ripeto anche oggi: quella vive sui libri. Non ci sarà giorno in cui non la vedrai su quei mattoni. Stai tranquilla, il mio istinto non sbaglia mai.»


••• ••• •••
 


Hanneke si era alzata con il sorgere del sole. Dalla sua stanza, in una delle torri dell'ala est che dava sul lago, si poteva ammirare tutto il ciclo di quel satellite luminoso.
La clessidra magica, uguale a quella che aveva regalato a Faye, si girava sempre a mezzanotte e aveva un tempo di sei ore per riempirsi, poi ruotava di nuovo. In quel momento mancava pocchissimo al suo riempimento.
Le sue compagne si sarebbero alzate tra un'ora, Edith all'ultimo minuto, perciò aveva a disposizione tutto il bagno per sé. Gioí a quella constatazione.
Hannie non amava cambiarsi di fronte ad altre persone, in un certo senso era timida, si vergognava anche se non ne aveva motivo e si sentiva a disagio.
Per questa ragione aveva abbandonato la squadra di Quidditch al secondo anno: doveva condividere con altre ragazze lo spazio piccolo che era lo spogliatoio.
Fece una doccia rilassante per sciogliere i nervi, indossò la gonna e la camicia bianca e scese in Sala Comune con lo zaino appeso alla schiena.
Lì trovò Remus, davanti alla grande vetrata che osservava il paesaggio.
«Adoro la vista di questa torre» disse la ragazza facendo capire a lui la sua presenza.
Remus sorrise con occhi stanchi. «Anche io, non sai quanto.»
«Remus, stai bene?» chiese lei studiando l'amico.
Il volto era un pò pallido ma privo di graffi, le mani erano ferme e non tremanti. Aveva resistito alla luna piena meglio di altre volte, dedusse.
Annuì col capo, pieno di gratitudine. Erano veramente in pochi che sapevano della sua "malattia" e di quello che passava ogni mese: Sirius, James, Hanneke e Astrid, sua cugina. E ovviamente gli insegnanti.
La Corvonero sorrise soddisfatta, non chiedendo altro a riguardo, sapeva quanto era difficile per lui parlare.
«Andiamo a fare colazione, che ne dici?»
«Ottima idea.»
Scesero le scale, attraversarono la grande porta con il grande Corvo e si avviarono per i corridoi.
«A proposito! Ho saputo che sei stato eletto Caposcuola, complimenti!» disse entusiasta battendo il cinque con il giovane mago che sorrise imbrazzato.
«Sì, beh, grazie» rispose impacciato. Non adorava proprio le attenzioni.
«Dov'é la spilla, allora?»
«Nella borsa» disse indicandola sulla spalla.
«Non la indossi?» secondo Hanneke Remus avrebbe dovuto sfoggiarla con onore, era un oggetto vinto con sforzi e sudore, non meritava di essere nascosto. E nessuno meritava quel incarico meglio di Remus Lupin.
Quando varcarono le porte della Sala Grande non trovarono nessuno, era avvolta in un alone di maestosità e silezio. Un'atmosfera perfetta per ripassare qualche materia.
Le tavole erano già apparecchiate, ma il cibo mancava.
«Avrei bisogno di un caffè» mormorò Hanneke sognando ad occhi aperti una tazza fumante.
«Hai proprio ragione. Mi chiedo perché nessuno del mondo Magico ne è a conoscenza» disse ridacchiando.
Tirarono fuori alcuni libri e si misero a ripassare, dimenticandosi di tutto quello che succedeva intorno.
La Sala si riempì piano piano, così come i tavoli si arricchirono di cibo.
«Buongiorno. Cosa state ripassando?»
La figura di Julian sovrastò Hanneke che dovette alzare di molto lo sguardo per osservare il suo volto.
«Hei, Storia della Magia, in particolare la quarta guerra di indipendenza dei goblin» rispose girando una pagina.
«Quella in cui riescono finalmente a dividersi dai maghi?» chiese servendosi di alcuni biscotti al miele.
«No, quella è la quinta» disse Remus adocchiando un tortino. «Faccio ancora confusione. Posso unirmi a voi?»
«Certo!» la ragazza fece spazio a Julian sulla panca.
Prendendo spunto dal Caposcuola, quasi tutti i Corvonero si misero a ripassare.
Così trovò Edith i suoi compagni, quando fece ingresso gli ultimi cinque minuti prima dell'inizio delle lezioni.
«No, seriamente ragazzi, è solo il primo giorno!» si lamentò a voce alta.
«Ho come l'impressione che ci sarà qualche test a sorpresa oggi. Rileggere i capitoli non fa male, Edith. »
La ragazza fece una smorfia e mostrò la lingua a Hanneke. Si era appena svegliata, non riuscva ancora a connettere il cervello in modo giusto, figurarsi studiare.
«Prima che mi dimentichi, tieni.» Edith prese il foglio, lo lesse e sbiancò di colpo, poi diventò delle più scarlatte sfumature del rosso.
«Trasfigurazione la prima ora!  Noo, ditemi che è un incubo! Svegliatemi, sù, dai!»
Julian rise e le scrollò le spalle. «Dai non è poi così male.»
«Non è male, è malissimo! Un disastro! Dove trovo in cinque minuti un grosso gatto nero?»
«Non abbiamo gatti nella torre, e dubito che qualcun'altro te lo presti per fare esperimenti» le ricordò.
Edith era sconsolata, avrebbe dovuto cercare una scusa per giustificare l'assenza di un gatto invisibile. Scosse la testa, quanta ansia già dal primo giorno! Le era pure passata la fame, il che era cosa assai impossibile.
«Ditemi cosa state ripassando, aiutate questa povera creatura innocente» si lamentò lei.
«Sì, ma strada facendo. Tra poco inizia la lezione. Non vorrai arrivare in ritardo con la McGranitt, spero» si alzarono tutti in contemporanea e si incamminarono verso il primo piano.
«Per tutte le mutande di Merlino, no! » rispose Edith affrettandosi.


••• ••• •••
 


«Ben ritornati, ragazzi, ad un altro anno a Hogwarts, l'ultimo anno per essere precisi!» disse il professor Rufus, un fantasma alquanto noioso, girando per i banchi.
«Per oggi volevo fare qualcosa di speciale... e cos'è meglio di un bel voto in Storia della Magia?»
La classe, composta da Grifoni e Tassi, rimase in religioso silenzio, non capendo bene le parole del professore.
«Sù, ragazzi! Tirate fuori il materiale e scrivete tutto quello che sapete sull'ultima guerra d'indipendenza dei goblin. Minimo venti centimetri di pergamena!»
I ragazzi scoppiarono in proteste e sbuffi, ma il fantasma non le sentì neanche, era come entrato in modalità 'non sentire le lamentele degli alunni'.
«Cos'avevi detto, Faye? Ah sì, "il mio istinto non sbaglia mai"!» disse a bassa voce Bree verso l'amica. «Ricordami di ucciderti la prossima volta.»
Faye strinse le labbra in una linea sottile, non se lo sarebbe aspettato dal noiosissimo professor Rufus!
«Beh, scusami, sai» sussurrò.
Dietro il loro banco, Astra e Coco stavano bisbigliando a bassa voce, senza farsi vedere.
«Qual è l'ultima? La sesta? Quinta?» domandò la rossa. «Ehm.. Forse la quarta?»
Astra sbatté la fronte sul banco. Non era stata mai presa impreparata... Evidentemente c'era una prima volta per tutto.
«Psss» si sentì richiamare da sinistra.
«Suggeriscimi qualcosa» mimò con le labbra James.
La ragazza scosse la testa più volte. «Non ricordo nulla!»
Altro che bel voto! Rischiavano tutti di non prendere un M.A.G.O in quella materia con quei voti da Troll.
Lily era l'unica che aveva buttato giù alcune righe. E anche Sirius, a quanto pareva, si stava dando da fare. Chino sulla sua pergamena, con il capo piegato, aveva riempito quasi metà dello spazio.
«Amico, fammi copiare» lo implorò James.
Quello finì di scrivere e gli porse il foglio.
Astra e Coco inarcarono le sopracciglia in direzione di Black.
«A volte, stare a sentire le conversazioni dei Corvonero aiuta!» disse raggiante.
A colazione, difatti, si era allontanato dalla sua tavola per chiedere qualcosa a Remus riguardo l'uscita a Hogsmeade, ed era rimasto ad ascoltare come ripassavano proprio quel argomento.
Il compito del giovane mago passò di mano in mano a quasi tutta la classe.
Astra, un tantino offesa e indignata, si rifiutò di copiare e scrisse solo quello che ricordava.
Coco, al contrario, scrolló le spalle e accettò felice la pergamena. Almeno un Accettabile sarebbe riuscita a prenderlo.


••• ••• •••
 


Edith era entrata nell'aula di Trasfigurazione a testa bassa, per non farsi vedere.
Prese posto nell'ultima fila e Hanneke decise di seguirla. Le era indifferente che il posto fosse dietro o davanti.
Dopo i Corvonero entrarono i Serpeverde, occupando gli altri banchi.
Astrid era in compania di Narcissa, ma quando vide Hanneke la salutò con la mano e un sorriso, e si sedette nel banco davanti a lei.
«Buongiorno ragazzi! Spero avete passato delle belle vacanze » cominciò la professoressa McGranitt e aspettò che le arrivasse un brusio di assenso da parte della classe. «Bene. Quest'anno sarà davvero duro. Dovrete impegnarvi al massimo per poter arrivare all'esame finale dei M.A.G.O. Mi raccomando, impegnatevi e siate seri! »
Un altro coro di assensi.
«Perfetto, possiamo iniziare ora con il ripasso degli argomenti dell'anno scorso. Signorina Jackson?»
Edith sussurò piano un:«Cavolacci», poi si alzò in piedi. «Presente!» I suoi compagni scoppiarono a ridere.
«L'avevo notato. Ora venga qui, davanti alla cattedra.»
La ragazza deglutí rumorosamente ma si incamminò a passo lento verso la donna.
«Mostri alla classe come trasforma la cattedra in un divano» spiegò.
Edith fece dietrofront e ritornò al banco per prendere la bacchetta dimenticata con le guance rosse, accompagnata da altre risate. Poi eseguì l'incantesimo.
Al posto della cattedra di legno d'acero apparve un oggetto simile ad un divano, con la differenza che era ancora rigido e di legno.
«Si siederebbe mai su quell'affare, signorina Jackson?» le domandò ancora la donna con un cipiglio.
Edith scosse la testa. Aah, quanto odiava trasfigurazione!
«Qualcun'altro vuole provare? » La mano chiara di Lucille si alzò quasi subito.
«Prego, signorina Björk.»
La Corvonero tornò al posto, sconsolata, mentre al suo posto venne la bionda Lucille.
Dorian, dal suo banco, guardava con interesse la scena. Le guance rosse di Edith lo fecero sorridere divertito, mentre faceva il tifo per Luvi. Ognuro era portato per diverse materie, nessuno era bravo in tutto- beh, si disse guardando la ragazza con la frangia scura e gli occhi chiari, quasi nessuno. Hanneke era un fenomeno a scuola quanto lui era una meraviglia in campo!
Narcissa, vicino a lui, gli strinse la mano. Dorian non aveva ancora capito cosa ci fosse fra loro, forse solo attrazione, fatto era che Narcissa era promessa in sposa ad un altro perciò non voleva avere nulla di serio con lui.
Al ragazzo era indifferente. Non sapeva farci nelle relazioni.
Lucille trasformò la cattedra perfettamente, ricevendo cinque punti per Serpeverde.
Dorian vide con l'occhio Hanneke tranquillizzare Edith, quel piccolo tornado goffo era alquanto divertente!
«Per la prossima volta voglio trenta centimetri di pergamena sull'efficacia e sui difetti dell'incantesimo usato. E anche il gatto di cui tanto vociferava ieri, signorina Jackson!»
E i Corvonero scoppiarono nuovamente a ridere.



••• ••• •••
 


Angolo del Panda Gigante

Buongiorno a tutti!
Avevo intenzione di pubblicare il secondo capitolo domani, ma siccome era già pronto, mi implorava di postarlo e di non farvi aspettare.
Speriamo sia alle vostre aspettative.
L'ordine in cui compaiono i diversi OC è puramente casuale, perciò non arrabbiatevi se il vostro OC è l'ultimo, io scrivo in base all'ispirazione.

Volevo sapere da voi se la lunghezza del capitolo va bene oppure se è troppo corto? Troppo lungo?
/!\ Volevo avvisare inoltre che ho fatto una piccola modifica a due OC -> Astrid Birch e Lucille Björk vanno al VII anno, e non più al VI. (Mi serviva per adeguarla agli eventi della storia)

Tramite MP dovrete rispondere a queste domande:
• Stato di sangue: (so che alcuni me l'hanno già detto, ma aggiungetelo comunque)
• Amortentia:
• Molliccio:
• Caramelle preferite: (heehehee)
Bene. Questo è tutto per oggi.
Ci sentiamo presto, baci!


   
 
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