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Autore: Chameleon94    04/06/2018    1 recensioni
Una lunga serie di racconti brevi, basati sull'introspezione, difetti dei personaggi, ed eventualmente *spoiler* la fine delle loro vite, e della loro amicizia, sulla base della legge del contrappasso dantesco, il karma, e molto altro...
In origine doveva essere un racconto comico, ma, visto che il narratore non è bravo con le risate, ha assunto un aspetto più psicologico e interiore, più malvagio e sadico.
Il prologo serve a presentare e inquadrare tutti i personaggi, a cui verrà dedicato un mini capitolo ciascuno.
Genere: Horror, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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CATERINA

 

Era una sera come le altre, in una stradina di periferia, tutti erano molto tranquilli mentre camminavano normalmente per incontrarsi con le persone con cui sarebbero usciti, era Sabato, quindi potete immaginare il fermento che era immagazzinato e latente nella gente, eccitata per quella serata che si apprestava ad arrivare, ma sempre in tranquillità.

Poco ne sapevano di quello che sarebbe successo, e chi stava arrivando in pista…

Caterina si stava preparando alla grande, aprì il suo guardaroba e fu rapita completamente da quegli abiti che possedeva, come se la ingurgitassero con le loro maniche-tentacoli, ed entrò lì per provarsi mille cose. Alla fine sbucò dall’armadio con un vestito rosso scollato, ma perfetto per l’occasione. Stessa cosa con le scarpe, si trovò davanti ad uno schieramento di accessori nel suo stanzino personale, puntò il dito contro quelle scarpe come per selezionarle in modo deciso, così scelse, e scelse bene. I capelli rossi tinti, di una tonalità scura come se fosse voluta apparire un po’ dark, e come tocco finale un po’ di rossetto, che non guastava mai.

Uscì di casa e attraversò la strada che conduceva, vicino da lei, a un determinato posto ancora avvolto nel mistero, ma con passo deciso camminava e stendeva tutti quelli che si trovavano sulla sua strada, ed era infatti quello il suo intento: non lasciare viva alcuna persona.

Caterina spinse la porta ed entrò lì dentro… nella sala da ballo. Salutò Calù con un bacio, e insieme iniziarono a chiacchierare, sollevarono le mani e cercavano di scorgere chi c’era quella sera nel locale, le loro prede… i ballerini.

“Stasera sono venuta non per partecipare, ma conquisterò tutti” Disse agguerrita la Cat.

“Oh oh oh, brava, mi compiaccio, fagli vedere di che pasta sei fatta!” Applaudì il compagno Calù.

Iniziò a tastare il terreno con i suoi tacchi, le sue fedeli armi adatte al ballo latino americano, come con un gesto nervoso ma rilassato.

Un uomo si avvicinò al microfono per dare l’annuncio:
“Stasera ci sarà una competizione speciale! Eleggeremo la reginetta della festa, in base alla vostra performance, e i voti saranno dati proprio dai ballerini! Quindi preparatevi, donne, date tutto ciò che avete, e diamo inizio alle danze!” Rivelò.

“Darò tutta me stessa e vincerò quel titolo!”

Calù intervenne per riportare un po’ di realismo: “Eh ma non te la puoi cavare con un paio di passi, mi sa che per vincere dovrai fare fuori qualcuno”.

Caterina si voltò e lo osservò malignamente: “E’ proprio quello il mio obbiettivo.”

La loro ricerca dei ‘pretendenti’ era quindi sospesa per quella sera, apparentemente, anche se si cercava sempre di trovare quella sensazione giusta, quella persona giusta.

Iniziarono tutti a ballare, molto sciolti e snodabili, e Caterina fu subito al centro della scena, una vera rossa tutto fuoco, sulle note di Carnaval danzavano ma in realtà era come se duellassero per la conquista di quel titolo. A lei non importava se fossero uomini o fossero donne quelli che crollavano ai suoi piedi, l’importante era che ci rimanessero secchi, che lei lasciasse il segno su di loro.

Trovò subito il partner giusto, un uomo molto alto, una specie di Ken danzante, e presto ci fu uno scambio di battute:

“Sei la più bella stasera” Fece lui.

“Tutto qua? Non sai fare di meglio”

Lui, sbigottito, replicò: “Ti ho appena fatto un complimento”

“…Si, un complimento molto banale, io non mi accontento, sei proprio tu banale. Ciao”

Gli stampò un bacio sulla guancia e lui rimase stecchito, presumibilmente morto; chiamò gli addetti per rimuoverlo dalla pista e cercò immediatamente un nuovo partner.

“E tu che mi dici?” Iniziò lei stavolta a dare a parlare il ballerino con cui iniziò a far coppia.

“Sei fantastica”

Lei fece una smorfia abbastanza compiaciuta, ma non impressionata: “Uhm, già andiamo meglio, un po’ meno clichè di quell’altro pagliaccio. Cosa saresti disposto a fare per me?”

“Beh, potrei spogliarmi, no?” E così fece il ballerino, iniziò dalla maglietta e poi i pantaloni, tutto questo mentre ballava, ovviamente non riuscì più ad andare a tempo con la musica, cosa che fece continuare Caterina da sola, mentre ammaliava altre persone accanto a lui.

“Okay. E adesso?” Chiese lui.

“Adesso ci divertiamo” Disse la ragazza: per prima cosa gli calpestò entrambi i piedi, per distrarlo, poi lo colpì al centro del petto, perforandolo, e lo respinse. Il ragazzo, morto ed umiliato, fu rimosso anche lui dalla pista, immediatamente.

“Bene, non ha resistito ai miei colpi e ai miei passi. Pazienza. Andiamo avanti” Disse molto rilassata.

“Stop” Fece il DJ. Tutti si fermarono di colpo. Erano passati ormai un paio di balli, ma Caterina aveva già fatto una strage di cuori.

“Proprio ora che stavo conoscendo qualcuno di interessante!” Urlò Calù contro il DJ, il quale non se ne fregò minimamente e continuò a recitare la sua formula:
“Adesso che ci siamo riscaldati, potete iniziare a votare, ballerini votanti da una parte e ballerine da eleggere dall’altra.”

Molte ragazze erano imbarazzate per quell’elezione, mentre altre più decise, proprio come la Cat.

Visto che lei non poteva permettersi di perdere, e non aveva avuto modo di conquistare tutti ma proprio tutti come aveva pianificato, decise di attuare una nuova strategia: eliminare le donne candidate.

Si avvicinò ad una sua amica e iniziò a darle a parlare…

“Lo sai che hanno detto di te? Senti, non te lo dovrei dire, ma voglio essere sincera perché siamo amiche”

“Si sì, certo, dimmi” Disse l’altra.

“No, è terribile, alcuni ragazzi mi hanno detto cose su di te, del tipo ‘quella lì non me la sbatterei neanche se mi pagasse, e so che di solito lo fa, si fa pagare, poverina’ Mi dispiace dovertelo dire”

La povera ragazza ci rimase male e scappò immediatamente dal locale, in lacrime. La sua già bassa autostima era stata fatta fuori dalla Cat.

Dopo altre quattro ragazze stecchite, sempre mentre i maschi votavano, fu la volta di Sardina:

Le due erano molto amiche, Caterina era genuinamente interessata alla sua amicizia, ma ovviamente in quella serata di gare e competizioni, tutto era lecito, non le importava più niente.

Non sapendo che strategia utilizzare su Sardina, la fulminò direttamente con la sua visione a raggi X, il suo asso nella manica. Sardina fu rimossa dal gioco e dalla pista, letteralmente.

Fummo al punto che rimasero solo Caterina e Big Mama, esatto, solo loro per l’elezione di reginetta della festa. La Cat fu indecisa, non sapeva per nulla quale strategia usare contro Big Mama, quella donna era forte e incorruttibile, per nulla ingenua, e i raggi laser si erano esauriti, doveva ricaricarsi, ma non aveva più tempo.

“Vincerò sicuramente io, sono la migliore, ma nel dubbio… mi conviene fare fuori anche lei…”

Così Caterina si avvicinò per baciarla, sulle labbra, ma Big Mama le diede un ceffone prima che ci arrivasse, e a Cat saltò fuori un dente, uno buono.

“Don’t you dare, brat. I t’agg capit, SLUT!” E cominciò a menarla di brutto.  Gli occhi di Caterina divennero rossi, come incendiati, e non ci vide più dalla rabbia per quell’offesa. Rispose al fuoco con il fuoco, e prese a addentarla con le zanne che le erano rimaste, era l’unico modo per fare fuori Big Mama, iniziò dalla testa, poi il petto, e infine le cosce. Rimase poco della povera Big Mama, mentre Caterina continuava a masticarla nervosamente. Dopodiché tutte le donne furono esaurite, era rimasta in piedi solo la Cat in quell’arena di sangue e disfatte, chi tra vergogna, lacrime, chi tra carni macellate e teste bucate dal laser.

Gli uomini erano tutti troppo idioti e impegnati nella votazione, che non si erano resi conto di quello che era successo, forse qualcuno sì, ma nessuno ebbe il coraggio di vedersela con Caterina.

Il DJ tornò a salire sul palco, e pronunciò le seguenti parole: “Visto che non ci sono regole qui, tutto è lecito in amore e guerra, e qui direi che siamo in guerra, quindi le votazioni sono annullate poiché tutte le candidate sono sparite dalla pista, per qualche motivo, la vincitrice è Caterina! Fatele un applauso! Una vittoria meritata ed onesta!”

Tutti la applaudirono, lei sfoggiò il suo sorriso migliore e si inchinò a loro, per ringraziarli, fu commossa, ricevette il mazzo di fiori della vittoria, e dovette fare un discorso:
“Sono onorata per questo titolo, grazie a tutti! Anche se non avete votato più, sono comunque contenta che mi abbiate sostenuto, o meglio, quelli che sono sopravvissuti in pista, ve lo siete guadagnato e meritato, grazie! Sono pronta per l’investitura ufficiale.”

Il DJ rimase confuso: “Quale investitura?”

“Ho detto, investitura, quindi provvedete a una corona per me, che sia bella, mi raccomando”

Andarono subito a trovare una corona per lei, comprarono la più preziosa e costosa, con i loro soldi, e su cronometro, Caterina si era infatti raccomandata di far presto a comprarla, così sarebbe divenuta Reginetta prima dell’alba.

Il DJ ritornò nel locale con LA corona, “Ho trovato la migliore” Disse così.

Caterina fu compiaciuta, abbassò il capo, mentre tutti la osservavano, sorpresi e come incantati. E così fu coronata “Regina del Ballo”.

Si accostò al suo trono, sempre nel locale, e si sedette, prese un bastone qualunque e ne fece il suo scettro prestigioso, e fece salire accanto a lei Calù, in qualità di consigliere.

“Adesso che sono Regina del Ballo, comando io qui. Necessito di doni, regalatemi tutto ciò che possedete, e fate presto.”

IL DJ fu risparmiato da questo dovere, lui le aveva regalato già la corona, lei fu compiaciuta di nuovo, e gli pose un bacio, cosa che lo fece sgretolare in polvere, come in un noto film della Marvel. Il Dj fu quindi rimosso dai giochi e dalla pista.

Erano rimasti solo alcuni uomini nel locale, ma abbastanza numerosi per poter continuare a divertirsi.

“Cosa faccio ora? Ho già vinto tutto, mi annoio, e tanto” Fece lei, sbattendo lo ‘scettro’ contro il pavimento.

Il suo trono, inoltre, era molto scomodo, non si trovava per nulla bene lì sopra, cosa che la rendeva ancora più nervosa e suscettibile.

Calù se ne uscì con uno dei suoi suggerimenti “Per compiacerti ancora di più, potresti avere ALTRO, molto di più.”

“Hai ragione, bravo cagnolino” E così gli diede un biscotto, come segno di riconoscenza.

Riprese a parlare al microfono, sempre dal suo trono: “Come ho già detto, portatemi dei doni, i più validi vi risparmieranno la vita”

Pietro si avvicinò al suo cospetto: “Mia signora, vi ho portato un dono come richiesto: una penna d’oro!”

“Molto bene” Fece la Regina Cat. Si alzò, niente di meno si scomodò per Pietro, per ringraziarlo del suo regalo. “Grazie davvero… per questa penna?!” Disse sarcastica, “Cosa dovrei farmene io di una penna, questo è un insulto.”

“Ma io pensavo…”

“Sbagliato, tu non pensi, è questo il tuo errore, d’ora in poi non penserai proprio più. A niente”. Prese in mano quella penna, la aprì per bene, e gliela conficcò nel cuore. Pietro fu rimosso dalla pista.

“IL PROSSIMO” Gridò in modo solenne.

“Eh Maestà” Disse un uomo “Io sono povero, non ho nulla con me. Spero possiate capirmi….” Riferì l’uomo povero.

“Stai tentando la mia rabbia, povero uomo. Ma ti mostrerò clemenza, e ti lascerò andare in modo indolore”

“Calù” Continuò “Prendi quell’ascia. Tagliagli la testa” Stavolta la Regina non si sporcò le mani personalmente, ma fece fare tutto al suo lacchè.

“Come maestà?”

“Hai capito bene, voglio la sua testa.”

“Inchinati” Riprese sempre lei.

Lui abbassò il capo e fu ghigliottinato da Calù, il quale rimase traumatizzato da quell’esecuzione.

“Mi sto annoiando, voglio più sangue. PIU’ SANGUE.” Gridò la regnante. “Non mi accontento, questo posto ormai mi annoia, voglio il MONDO adesso”. La Polizia, a seguito di una segnalazione anonima, entrò nel locale, erano tre agenti con le loro pistole cariche, Cat usò la sua visione a raggi X, ricaricata, per trapassarli, e tagliò loro le teste. Si scomodò da quel trono, prese personalmente tutte le teste che aveva collezionato quella notte, e le infilzò su delle picche, infine le espose fuori dal locale, dove nessuno ebbe più il coraggio di entrare…

Calù capì che la situazione stava sfuggendo di mano, il caos era ormai senza fine, prese quindi il suo librone ‘degli inciuci, degli intrighi e delle maledizioni’, e gliene lanciò una alla sua amica Caterina, per evitare che finisse ucciso anche lui, come presto sarebbe potuto accadere. Era praticamente una ‘fattura’ quella che le aveva lanciato Calù.

Quello che successe fu alquanto strano: i corpi senza testa di quelli che aveva ucciso Caterina tornarono a muoversi, formarono un cerchio attorno a lei, erano come incantati di fronte alla sua bellezza, come prima, ma stavolta erano molto più aggressivi, continuavano a camminare in cerchio, il fuoco della passione iniziò ad accendersi tutto attorno a quei corpi, Caterina cosa poteva fare?

Iniziò quindi a ballare, mentre una musica inquietante era appena partita, una musica dentro di sé, che non riusciva a riconoscere ma era stata sempre dentro di lei, dormiente, un ritmo fatto di voci di morti.

Questa danza la prendeva davvero tanto, che si dimenticò del fuoco circostante. Ballava, ballava, e ballava ancora, senza fermarsi. A un certo punto fu davvero stanca, ma fu lì che si accorse di non riuscire a fermarsi, quel ballo si stava trasformando in un inferno, in un incubo… era come una specie di… tip tap?! Un ballo che lei odiava, non poteva sopportarlo, eppure le sue gambe continuavano a tappettare e tippettare sulla pista, senza sosta.

“Fatelo fermare, vi prego, chiunque sia stato a farmi questo lo ucciderò!”

E fu questo il suo karma, continuare il tip tap fino alla morte, finché le sue ossa non iniziarono a cedere, le punte dei piedi si infuocarono e tutto il corpo fu avvolto dalle fiamme. Rimase solo il suo scheletro, ancora intero, a ballare quella danza malefica proveniente dalla fattura del suo ex amico. Dopo un altro po’, lo scheletro che era rimasto del suo corpo esplose e tutte le ossa caddero al suolo. La corona rimase intatta, l’unica cosa rimasta di quella notte di stragi di cuori e di sangue.

 

 

   
 
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