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Autore: ShArY90    06/06/2018    1 recensioni
Chi non ha mai fantasticato su una possibile storia d'amore di Sirius Black? La mia immaginazione mi ha condotto a scrivere questa storia: un racconto che narra le vicende di una particolare studentessa di Hogwarts, Sarah Williams (personaggio inventato). È la migliore amica di Lily, gioca nella squadra di Quidditch e ha tanti sogni: tra cui quello di fare breccia nel cuore dell'arrogante e affascinante Sirius Black. Ma il suo carattere timido e la scarsa considerazione che ha di sè la frena, convinta di non potergli mai piacere. Fortunatamente ci penserà il destino per lei, con la complicità di tre amiche e l'aiuto di qualche malandrino.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ciaoooo!! Con un ritardo di ben UN ANNO, faccio capolino di nuovo qui. Non mi ero dimenticata di voi o della storia, davvero. Ho avuto solo molto da fare (con mille personali avventure) ma spero di poter trovare più tempo perchè mi piace davvero tanto scrivere. Soprattutto poi se si tratta di Harry Potter :)
Mi auguro che il continuo vi piaccia! Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni!! Un bacione a tutti!!
Shary90



16

le ali della libertà

 

La serata sembrava non finesse mai. Dopo i fuochi d’artificio, Sarah e Sirius raggiunsero gli altri che si erano distesi lungo l’erba soffice del Parco interno con un bel seguito di Burrobirre sgraffignate dalla Sala delle Cerimonie e in seguito corrette con del liquido di cui non si conosceva la provenienza. Inutile dire che in poco tempo si ubriacarono tutti. Nell’arco della serata si aggiunsero anche Alice, Frank e il suo gruppo di amici. Poco dopo fecero il loro ingresso anche Carmen ed Elias (abbracciati) con un gruppo di Beauxbatons, che trasportavano altre bottiglie di uno strano liquore giallastro. Furono tutti ben accolti e mai, come quella notte, le due scuole si trovarono così piacevolmente unite. In un certo senso il piccolo gruppo iniziale era riuscito ad ampliarsi a tal punto da occupare tutto il parco. Per di più, a causa dell'aria gelida notturna, venne acceso un grande focolare magico e uno dei ragazzi francesi, un tipo decisamente hippy con i rasta, incominciò a suonare la chitarra (Sarah era ancora abbastanza lucida da domandarsi dove fosse saltata fuori quella chiatarra).

La notte divenne sempre più buia e lasciò il posto all’alba che incominciò a schiarire il cielo colorando il paesaggio di blu tenue tendente sempre più all’azzurrino, mischiato all'arancione e al rosso. Con l’arrivo  dell’alba, il focolare era stato spento, molte coppie si erano già ritirate da un pezzo, altre avevano aspettato il sorgere del sole e altre ancora si erano semplicemente addormentate sull’erba. Pochi c'erano quelli più tenaci, che ancora erano svegli a chiacchierare.

-Sai Ramoso, credo che la serata non sia andata tanto male- disse Sirius dando una grossa pacca sulla spalla di James. L’amico non sembrò fare caso al dolore provocato dalla mano dell'amico (molto probabilmente per l’ubriachezza) e con un pollice sollevato fece segno al compagno che era d’accordo con lui.

Sarah li guardava divertita. Non si era mai sentita così leggera e felice in vita sua. O, per lo meno, era sicura di non aver provato quella sensazione da tantissimo tempo. L’unico vago ricordo che aveva risaliva all’anno prima di Hogwarts, con la sua amica di infanzia Michelle. Quanto le mancava. Era stato per lei un grande dolore scoprire di non poter frequentare più la scuola con lei. Forse era anche per questo che aveva odiato così tanto Hogwarts durante i primi mesi.

Sirius aveva trascorso la nottata abbracciato a lei cercando di intonare qualche canzone conosciuta nel solo Mondo della Magia. Tutti tentativi inutili visto che si era attaccato particolarmente a una di quelle bottiglie francesi. Doveva essere abbastanza pesante perché in men che non si dica aveva trasformato quella piacevole serata in un incontro di Alcolisti Anonimi. Certo, nessun incontro del genere poteva anche solo aspirare a portare tanta allegria ma non si poteva fare a meno di notare che fossero (quasi tutti) ubriachi fradici. Molto probabilmente la maggior parte di loro nemmeno ricordava come si chiamasse. E la cosa peggiore è che non dava fastidio a nessuno.

Sarah era ancora stranamente carica, avrebbe potuto continuare a vivere quella giornata come se si fosse semplicemente svegliata da poco. Osservò gli ultimi due Malandrini addormentarsi l’uno accanto all’altro, poi si guardò in giro e individuò le sue tre migliori amiche dormire vicine. Sembravano delle principesse con quei abiti, pronte ad aspettare il loro principe azzurro a cavallo. “Peccato che solo Lily capisca il mio romanticismo da bambina”. Amava troppo le versioni babbane delle fiabe per provare a rimpiazzarle con quelle poco sdolcinate dei maghi.

L’alba era sorta da poco e non voleva restare con le mani in mano, così si alzò e si diresse in punta di piedi verso l’interno del castello. Una volta dentro si affrettò a percorrere i lunghi corridoi e le scale infinite per raggiungere il punto più alto del castello: la Torre di Astronomia.

Una volta in cima, rimase di stucco quando notò di non essere stata la sola ad aver avuto quella idea e, ancora di più, restò incantata di fronte allo spettacolo che il cielo e la natura le regalavano in quel momento: striature di azzurro tenue e di rosa pallido sovrastavano la Sala. Il Sole non sembrava ancora pronta a sorgere e le stelle, ancora timide, brillavano lungo la volta celeste. La Foresta, di un verde smeraldo, sovrastava il paesaggio. Sembrava avere un’anima propria, tranquilla, schiva e silenziosa. Come se, fino ad allora, avesse dormito in un sonno profondo e si stesse svegliando preparandosi a una nuova giornata. Non sembrava così feroce e cupa vista con i toni dell’alba.

Sarah avanzò verso una delle vetrate e appoggiò entrambi i palmi delle mani lungo il vetro, immagino di poter toccare come un Dio il paesaggio intorno a lei.

-Me lo sento, qualcosa sta per cambiare-

 

_________________

 

 

Di certo Sarah, quando parlava di “cambiare”, non si riferiva assolutamente alla sua situazione scolastica o alle sue abilità magiche, qualora le migliori fossero ancora nascoste.

Il giorno dopo il grande Ballo fu data la possibilità a tutti di “riprendersi” dalla nottata precedente lasciando liberi i ragazzi di trascorrere il tempo come meglio credevano: alcuni scelsero di rilassarsi sulle sponde del Lago, altri si lasciarono cullare tranquillamente dal proprio baldacchino. In serata, nella Sala Comune (ritornata magicamente come prima) venne rivolto un ultimo brindisi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons che abbandonò definitivamente il castello il mattino seguente.

Dopo il weekend che seguì tutto ritornò come prima, la vita di ogni studente ritornò scandita dai soliti orari dei corsi, così come quella dei professori con le loro consuete lezioni. Fino ad allora nessuno si era accorto di quanto quell’insolito incontro tra scuole aveva cambiato per sempre la vita di ognuno. Era stato tutto così fugace… e magico. L’ambiente nella scuola era diverso, sembrava che tutto fosse in armonia e in pace. E sarebbe continuato così se non foste per la montagna di compiti e gli imminenti esami che i ragazzi del Quinto e del Settimo anno dovevano affrontare.

Quel giorno a Incantesimi, i ragazzi del Sesto furono messi a dura prova con un incantesimo ben superiore alle loro aspettative: l’Incanto Patronum non era di certo uno dei più difficili ma non era nemmeno tra i più semplici e veloci da imparare.

Il professor Vitious fu piacevolmente sorpreso nel constatare che alcuni dei suoi migliori alunni  erano riusciti a compiere il complicato incantesimo prima di quanto si aspettasse.

-Molto bene Black e Potter. Venti punti per Grifondoro-

Persino i due ragazzi furono sopresi nel sentire che erano stati il motivo di un aggiunta di punti piuttosto che di una riduzione, come solitamente accadeva.

Anche Lily e Lupin li raggiunsero ben presto. Sarah invece fu un completo disastro. Non ci riusciva proprio, manco lontanamente. Alice, che le era affianco, tentò di aiutarla in tutti i modi ma con scarsi risultati.

Per Sirius e James non era stato tanto difficile formulare l’incantesimo provando a ricordare il loro ricordo più felice. Diamine, se non lo avevano loro un ricordo felice visto quanti pasticci divertenti combinavano, chi altri poteva trovarlo?

Al contrario, la nostra cara Grifondoro, non trovava nulla nel suo repertorio degno di evocare un benedetto Patrono. Più si sentiva a disagio nel non riuscirci, più le assaliva il panico e meno la bacchetta sembrava starle a sentire. A fine lezione dovette rinunciarvi. Era stata l’unica a non essere riuscita ad evocare un bel niente.

-Hai pensato a qualche momento della scorsa sera?- le stava suggerendo Lily, subito dopo essersi seduta al suo fianco nella Sala Grande, in attesa di pranzare.

-Quale sera?- chiese tristemente Sarah.

-Il Ballo- replicò Lily sbalordita.

-Cacchio… non ci aveva pensato- rispose delusa l’amica. Come aveva fatto a non pensarci? Ma cosa cavolo aveva in testa? Il vuoto cosmico? Aveva rivissuto più a volte, ad occhi aperti, quella serata e quando davvero le serviva rievocarla non l’era passata manco per l’anticamera del cervello? Per Merlino, era troppo stupida! Si era concentrata, invece, sui suoi ricordi di infanzia, sull’emozione che l’assaliva ogni volta che rimetteva piede sull’espresso di Hogwarts, sui momenti di relax giù al Lago che godeva con le sue amiche ma niente… eppure anche quelli erano ricordi felici! Ma allora perché non funzionavano?

-Secondo me non ti sei impegnata abbastanza… evidentemente quello che hai pensato non era abbastanza intenso-

-Io credo invece…- disse Alice interrompendo Lily –che i ricordi erano buoni ma è l’intensità delle emozioni che avresti dovuto riprovare, che non era molto chiara. Quando rievochi un ricordo, devi concentrarti al massimo sulle sensazioni che sentivi in quel momento. Dovresti semplicemente riviverle come la prima volta-

-Beh, abbiamo il resto dell’anno per impararlo, no?- aggiunse annoiata Carmen –Perché assalirci di domande ora?-

-La fai facile te che riesci sempre in tutto- disse sbuffando Sarah. –Io sono un disastro in ogni materia. Non capisco come sia potuta arrivare sana e salva al Sesto Anno-

Un po’ più distanti erano seduti i Malandrini.

-Avete notato anche voi che i nostri Patronus rispecchiano…- incominciò Peter.

-Shh- lo zittì in fretta Lupin –Codaliscia mi sorprende che proprio tu lasci scappare questo tipo di frasi-

-Oh avanti Lunastorta! Come se qualcuno oltre a noi capisse quello che diciamo- lo canzonò Sirius.

Lupin lo guardò corrucciato. –Sai anche tu che non abbiamo la fama di essere tranquilli-

-Ramoso e io non di certo, tu invece puoi prendertela comoda- poi come colto da un’improvvisa idea, aggiunse –Credo che resterai sorpreso in questi giorni-

-Hmm, come mai?-

-Ho intenzione di dare lezioni private-

-Tu lezioni private?- prese a ridere Lupin –Mi stai prendendo in giro? E poi che lezioni vorresti dare? Come rubare cioccorane da Zonko senza farsi scoprire?-

 

_________________

 

Per una volta nella sua vita, Sarah si sentì leggera come una farfalla… anzi, come una rondine che allo sbattere delle sue sottili ali nere sparisce veloce all’orizzonte. Anche se sapeva di non essere una cima in incantesimi (e forse nella maggior parte delle materie) sentiva che non c'era niente al mondo che potesse renderla meno felice di sentirsi finalmente al centro delle attenzioni di Sirius. Quel venerdì pomeriggio Sirius l'aveva bloccata attirandola verso di sè davanti a tutti, chiedendo di poterle parlare in disparte. Naturalmente a Sarah le vennero le vertigini.

-Ho notato che non ti riusciva molto bene l'incanto patronum...-

Ecco. Ora le vertigini si erano trasformate in imbarazzo.

-...ti potrei aiutare, se ti va- concluse lui, dopo aver detto ancora qualcos'altro che Sarah non era riuscita a decifrare perchè troppo concentrata a rilassare il suo stato d'animo.

-Ehm... sì, certo- gli risposte con un timido sorriso. - Quando saresti libe...-

Ma lui la interruppe subito -Domani pomeriggio? O sei già impegnata?-

Questo sarebbe stato sicuramente il momento adatto per riprendersi un attimo la propria dignità mostrando che si aveva un'attiva vita sociale ma a Sarah, purtroppo, non le venne in mente niente di interessante da dire. Già sapeva che, appena lo avrebbe salutato, gli sarebbero venute in mente tutte le parole giuste da dire.

-N-No, non ho niente da fare- "E che cacchio, potevo dire che dovevo incontrare uno spasimante segreto!".

-Perfetto, allora ti aspetto dopo pranzo ai gargoyle di pietra- E dopo questa frase rimase chino a guardarla, non sapendo se potesse baciarla o meno. "Cosa farebbe un bravo ragazzo?". Nel dubbio decise che era meglio andare via.

Sarah invece ci aveva sperato ma si illuse ben presto quando vide la testa di Sirius allontanarsi e ricomporsi. Cosa aspettava? Perchè non l'aveva baciata?

Sarah non poteva mai immaginare che Sirius si comportava così perchè iniziava a tenerci. Voleva fare la cose con calma e per bene. Almeno una volta nella sua vita.

 

_________________

 

Senza dare troppo a vedere che si era curata nei minimi dettagli e che l'unico motivo per cui perdeva tempo ad aspettare un ragazzo era per studiare, alle 15 precise Sarah era ai gargoyle di pietra in attesa di passare del tempo con il ragazzo dei suoi sogni. Si era messa decisamente tutta in tiro: capelli ordinati, ondulati nel modo giusto e con una treccia che faceva da fermaglio, vestitino di blu jeans con un cintura intorno alla vita e i suoi stivaletti preferiti marroni. Persino Pix aveva aprezzato e non la lasciava un attimo sola, tormentandola con mille domande.

-Se non mi dici che cosa stai facendo vestita così io...-

-Sai Pix se fossi in te andrei dritto al corridoio del secondo piano, ho sentito che Gazza sta tentando di fermare dei frisbree zannuti- Sirius era arrivato giusto in tempo e Pix, al suono della parola "Gazza", fece un inchino e sparì senza farselo ripetere due volte.

-Grazie- disse sollevata Sarah. Anche se Pix aveva fatto ormai notare quanto si fosse impegnata nella sua cura estetica. Ma Sirius sembrò non farci caso.

-Che ne dici sulle sponde del Lago nero? Lì potremmo stare un po più lontani da occhi indiscreti- Mentre lo diceva, si soffermò a guardare un punto non preciso alle spalle della mora. Sarah si voltò a guardare di riflesso, ma c'erano troppi studenti per capire chi o cosa Sirius si era così soffermato a osservare. Il ragazzo però non le diede tempo di pensare oltre e la invitò a scendere le scale. Non poteva sapere che poco distante da loro c'era Regulus Black che si dirigeva con la sua nuova comitiva di amici Serpeverde verso la stessa destinazione.

Dato l'insolito calore che il sole stava regalando in quel giorno apparentemente normale, sia le sponde del Lago nero che del resto del parco erano gremiti di studenti e pofessori che si godevano la bella giornata. A un tratto Sirius ebbe un'idea e si maledì per non averci pensato prima.

-Vieni con me, ti porto in un posto che solo io conosco e ti assicuro che non ci disturberà nessuno-

Sarah fiduciosa inseguì Sirius che si dirigeva con passo spedito verso l'altro lato del castello, dove c'era il campo di Quidditch. Ma non arrivò fin lì. Arrivati al limitare del castello, si tolse il maglione e chiese a Sarah di chiudere gli occhi in modo da poterla bendare. La ragazza non ci pensò due volte, pensando che forse lui voleva farle una dolce sorpresa. In realtà Sirius aveva ben altro in testa. Condusse Sarah lentamente verso il Platano Picchiatore e, controllando che non ci fosse nessuno a guardarli, allentò la presa sul braccio della ragazza e le sussurò all'orecchio -Dammi due minuti e sono di nuovo qui-. Al lieve accenno della mora, Sirius si trasformò velocemente in cane e con la velocità di una lepre, premette sul nodo centrale dell'albero che non ebbe quindi il tempo di replicare violentemente a quell'intrusione di campo.

Riacquistate velocemente le sue normali sembianze, Sirius riprese il polso di Sarah e la trascinò verso l'ingresso del grosso albero.

In effetti per Sarah suonò strano quando Sirius le disse -Ora scivola giù verso l'interno- Eh?? Cosa?? Dove?? Scivolare?? Dove si trovavano, su uno scivolo?? Ma non ebbe modo di pensarci a lungo, non voleva dare l'impressione di non fidarsi o di essere poco coraggiosa. Così, dopo un breve ma profondo respiro, si lasciò guidare dall'istinto e saltò giusto. Ovunque questo giù fosse. Atterrò però su qualcosa di bagnato e... fangoso. Decisamente lurido. Improvvisamente pensò al suo vestito. Se solo avesse saputo!

-Merda- Sirius invece non si era sporcato per niente, d'altronde aveva imparato a scendere senza ridursi i vestiti come degli stracci.

-Cosa succede?- Ora sì che Sarah iniziava a preoccuparsi, guardandosi inultimente attorno.

-Niente, niente- si affrettò a dire Sirius. Appena fossero giunti a una delle camere della Stanberga Strillante, avrebbe cercato di pulirle l'abito. La condusse lungo delle scale poco sicure e scricchiolanti e, per questo, Sarah incominciò a sentire l'ansia. "Dove sono?? Oddio, era meglio fingersi malata e restare con le altre". Ma appena raggiunsero una camera, Sirius le tolse il suo maglione e le urlò -Tadà!- indicandole l'ampio spazio che avevano tutto per loro. L'unica cosa che però la ragazza proferire terrorizzata fu -Dove siamo?-

Per un attimo era stata felice di potere ritornare a vedere ma non appena aveva notato l'atmosfera tetra e minaccisa del posto sentì un lungo brivido percorrerle la schiena.

-Oddio, è sempre così che mi immagino sia la Stanberga Strillante-

-Beh, a dire il vero, siamo proprio nella Stanberga Strillante-

Sarah per pocò non svenì, ma capì che doveva fare qualcosa: scappare senza voltarsi indietro (sì, ma dove andare?) oppure sedersi e cercare di far rifluire il sangue al cervello. Scelse la seconda. Aveva troppa paura di starsene da sola in quel posto da incubo.

-Perchè qui Sirius? Perchè non da un'altra parte? E poi come diavolo ci siamo arrivati qui?- la sua voce risuonò un po' stridula.

-Ehy... calmati, qui siamo al sicuro. Non esistono fantasmi, è solo un'invenzione. Io ci vengo spesso qui con i ragazzi e non ci è mai successo niente. Te lo assicuro... E poi lo sai, ci piace esplorare il castello, conosciamo posti che nessun'altro conosce-

Ma Sarah non era ancora così convinta. Così Sirius si avvicinò a lei e le sedette accanto -Ti prometto che non ti succederà nulla. Ti fidi di me?-

La ragazza lo guardò dritto negli occhi e si perse in quel colore grigio-verde. -Sì, credo di sì-

-Bene, allora caccia fuori la bachetta che iniziamo-

 

_________________

 

Sirius poteva non essere un tipo paziente e gentile ma bisognava ammettere che era davvero brillante con gli incantesimi, quindi cercava semplicemente di essere un buon insegnante senza essere troppo severo. A lui veniva tutto sempre molto facile e veloce, e non riusciva a capire perchè anche per gli altri non era così. Ogni tanto però si distraeva guardando le curve della ragazza o le sue gambe o, peggio, immaginando cosa indossasse sotto quel vestito così corto. Non poteva lasciarsi la divisa? Beh, in fondo le piaceva così anche se non lo dava a vedere.

Anche Sarah era distratta ma, al contrario di Sirius, non riusciva a concentrarsi per niente sul suo incantesimo. "Non pensare a Sirius, pensa invece a un ricordo felice".

Era già da un'ora che ci provavacon scarsi risultati, poi le venne in mente un'idea. E se provasse a immaginare di essere la fidanzata ufficiale di Sirius? -Ok, ci provo ancora. Expecto patronum!- Ma dalla punta uscì solo un lieve nebbolina argentea. Niente più. Anche se per Sarah voleva intenderlo come un segno di miglioramento.

Vedendo la propria compagna stanca e delusa, Sirius la invitò a sedersi con lui sul morbido letto a baldacchino. -A cosa avevi pensato?-

"E ora come glielo dico?"

-Che vincevo il campionato di Quidditch di quest'anno-

-Ma dai, non è abbastanza forte! Non devi immaginare qualcosa nel futuro... ma nel passato! Un tuo ricordo felice, pensaci!-

Lei rimase incantata a guardalo mentre lui le parlava. Si poteva essere più affascinanti?

Sirius pensò che forse non era molto bravo come insegnante. O forse lei non era molto portata per incantesimi. In ogni caso, avevano entrambi bisogno di una pausa. Si guardò attorno e notò che il baldacchino era davvero grande quindi, con un veloce incantesimo, fece apparire dal nulla delle lenzuala bianche immacolate e dei morbidi cuscini.

-Che ne dici di riposarci un po' e poi riproviamo?-

-Ehm... ho il vestito tutto sporco, non mi sembra il caso-

-Ah... giusto, me ne ero dimenticato- Poi Sirius si illuminò. Era quello il momento giusto per conoscerla "a fondo".

-Se vuoi ti puoi spogliare e metterti sotto le coperte... io non guardo, te lo prometto- La mora non sapeva se doveva dargli retta o meno. Si guarò attorno e si accorse che non aveva più paura di quella casa o di quella stanza, anzi ormai ci stava facendo persino l'abitudine. E, vedendo come Sirius la guardasse in quel momento, non si era mai sentita tanto desiderata. Decise di fare quella pazzia, fuori dal suoi schemi. Carmen e Alice avrebbero di certo apprezzato.

-Ok, basta che ti volti-

Sirius non se lo fece ripetere due volte. Le diede velocemente le spalle e se la immaginò semi-nuda mentre sentiva il fruscìo dei vestiti che venivano tolti con cura. Poi sentì il rumore delle lenzuola e infine sentì la voce della ragazza che lo intimava a raggiungerlo. O almeno così gli parve.

Per la prima volta, Sarah era semi-nuda davanto a Sirius e, per la paura che il suo corpo non fosse all'altezza delle sue precedenti conquiste, si intrufolò immediatamente sotto le coperte e le tirò su, quel tanto che bastava per coprisi tutto il corpo.

A sopresa, anche Sirius iniziò a spogliarsi, ma senza alcun imbarazzo. Era chiaro che fosse già abituato a togliersi velocemente la divisa. In una manciata di minuti raggiunse Sarah con sole le mutande, mentre lei era rimasta di sbieco ad osservarlo. Era bello anche senza vestiti. Decisamente. Non vedeva l'ora di dirlo alle ragazze!

-Perchè ti sei spogliato anche tu?-

-Sai, non volevo che ti sentissi in troppo in imbarazzo. Adesso siamo in due in intimo, meglio no?-

Sarah ebbe una brutta presentimento, o meglio, intuì le sue intenzioni e iniziò chiaramente ad agitarsi. Possibile che era stata così ingenua da non averci pensato prima?

-Non penso di essere pronta-

-Non ti sto chiedendo nulla-

-È che non sono un bello spettacolo-

-Questo lascialo dire a me- Sirius provò ad avvicinarsi ma Sarah sembrava in preda al panico, così si fermò, alzò le mani in segno di resa e disse -Giuro che non ti toccherò, se non lo vorrai- e vedendo che lei non dava segnali di ripresa, si intrufolò un po' annoiato sotto le coperte fingendo di dormire. Era già la seconda volta che lo rifiutava.

Per Sarah, in realtà, il vero problema non era l'atto del sesso quanto piuttosto mostrarsi completamente nuda con tutte le sue smagliature, nei, brufoli e rotolini di grasso. Ok, aveva paura anche per quello, ma se lo fai con la persona che ami andrà sempre tutto bene, giusto? Poi ci riflettè ancora e cercò di contare con quante donne aveva visto Sirius e con quante probabilmente era andato a letto. Ok, iniziò ad avvertire una certa ansia anche per quello. Sarah stava sperimentando molte prime volte con lui: il primo vero bacio, il primo ragazzo, la prima cotta, le prime uscite di coppia e ora anche la prima volta nuda. Sirius invece aveva vissute queste cose già un milione di volte!

Sarah, che stringeva ancora le coperte a sè, vide Sirius voltarle le spalle rifugiandosi sotto le coperte. Lo travava bello anche così. "Sono proprio malata" pensò con un sorriso, anche se era certa di averlo deluso anche stavolta. Il solo pensiero la intristì, poi si ricordò di un discorso confessato da Lily quella mattina nella Sala Grande, dopo averle detto che avrebbe trascorso probabilmente tutto il pomeriggio con Sirius. -Sai, in fondo non è male Sirius. È dalla storia della lettera che l'osservo con più attenzione e mi sembra davvero interessato a te. Durante la serata del ballo poi non ha mai distolto lo sguardo da te! E si è rivelato anche simpatico e poco sbruffone. Forse Carmen non aveva tutti i torti. Era solo questione di tempo. Voi due sembrate proprio fatti per stare insieme- Sarah restò decisamente perplessa, non pensava sarebbe mai arrivato il giorno in cui Lily avrebbe accettato un invito da James Potter e che avrebbe trovato divertente Sirius Black. Forse il mondo incomiciava a impazzire. O forse a girare per il verso giusto.

Dopo quello che le parve un'eternità, vide Sirius assolutamente sveglio che si rigirava dalla sua parte. La guardò dritta negli occhi e le disse -Cosa ti piace di più di Hogwarts?-

Sarah lo guardò sorpresa, che cosa aveva in mente Sirius?

-Il Quidditch- rispose senza pensarci troppo.

-Beh, ti potrei portare a qualche gara di campionato se ti va-

Non ebbe il coraggio di dirgli che non seguiva il Quidditch al di fuori delle mura di Hogwarts.

-Si certo, mi piacerebbe molto... anche a te piace il Quidditch, no?-

-Certo! Io faccio ovviamente il tifo per gli Holyhead Harpies anche se secondo James i Chudley Cannons hanno ancora una speranza-

Sarah aveva sempre e solo sentito parlare di Quidditch dagli altri compagni di squadra e l'unica cosa che ricordava era proprio questa squadra: avevano giocato così male nelle ultime partite che erano sulla bocca di tutti. D'altronde a lei piaceva solo volare e tifare per la propria squadra. Il Quidditch la faceva sentire viva... e non le piaceva molto l'idea di diventare una tifosa megalomane per una squadra che manco conosceva. Dopotutto veniva da una famiglia babbana e nessuno dei suoi familiari sapeva cosa fosse questo sport. Neanche le sue migliori amiche avevano mai mostrato tanto interesse. Alle partite di Grifondoro venivano solo per la loro amica e sentirsi parte del gruppo oro-rosso.

Senza rendersene conto, Sarah aveva incominciato a rilassarsi e a posizionarsi in modo tale da poter guardare Sirius negli occhi. C'era qualcosa che voleva sapere assolutamente del ragazzo e per questo si fece coraggio -Con quante ragazze sei stato?-

-Eh?- persino Sirius era rimasto un po' sorpreso dalla domanda. -Intendi uscire o fare qualcos'altro?-

-Ehm... entrambe le cose-

Sirius ci riflettè e si accorse che non ne aveva la minima idea, sapeva solo che aveva incominciato a interessarti alle ragazze dal terzo anno quando una ragazza del settimo gli chiese di ucire. Faceva così figo che accettò subito.

Per sviare la risposta le domandò -Ti interessa così tanto saperlo?-

-... Sì, credo di sì-

-Sono stato con molte ragazze... troppe forse- e nel dirlo si avvicinò a lei -ma nessuna... era... come te- Non sapeva nemmeno lui cosa gli prendeva. Non è che la Williams gli aveva dato una pozione d'amore?

Il viso di Sarah s'infiammò e penso che in quel momento avrebbe potuto evocare il suo Patronus. -... cosa ci trovi in me?- Si ritrovò però a dire.

-Sei buffa, svampita, molto lunatica...-

-Ehm... queste non mi sembrano qualità-

-Shhh... lasciami finire- sussurrò Sirius, poi continuò -Sei la ragazza meno sexy con cui sia mai stato ma non riesco a smettere di guardarti. Mi piace il modo in cui mi sorridi e mi guardi, mi piace quando ti vedo assorta nel tuo mondo mentre fai finta di studiare in biblioteca, mi piace quando sbirci le ultime pagine di tutti i libri di magia anche se non ho ancora capito perchè hai questa mania (Sarah si era fatta di nuovo bordeaux), mi piace spiarti mentre chiacchieri ad alta voce quando siamo in Sala Grande e mi fai impazzire quando per il nervosismo giochi insistentemente con quella ciocca di capelli... come stai facendo ora-

Sirius non ebbe modo di continuare perchè Sarah si era protesa velocemente a biaciarlo. Sirius non se lo fece ripetere due volte e iniziò a baciarla con passione mentre la stoffa che li separava spariva e i loro corpi si toccavano.

Sarah non pensò più a niente e decise che forse, e forse, quello sarebbe stato il giorno più bello della sua vita. Mentre Sirius le baciava il collo e lasciava che le sue mani vagassero dappertutto, Sarah capì che quello sarebbe stato il momento perfetto per lasciarsi andare, per liberarsi dal peso della sua coscienza, dall' ansia e dalle sue mille paranoie. Voleva librarsi in volo come solo sapeva fare con la sua scopa. In fondo sentiva che anche il suo Patronus non aveva  poi così tanta fretta.
  
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