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Autore: Nena Hyuga    11/06/2018    1 recensioni
“Ad ogni modo non preferivi le ragazze con i capelli corti?” continuò Kuroo che si beccò un’occhiataccia da Nobuyuki, tentato di mollargli un calcio sotto il tavolo.
“Uhm, sì. Perché dici?”
“...Yakkun.”
“Che c’è?”
“Ti sei reso conto che Alisa-chan e Lev sono l’uno la fotocopia dell’altra?”
“Beh, sono fratelli, si somigliano.”
“E Lev è Alisa-chan con i capelli corti?” la voce del moro divenne un flebile borbottio esasperato, mantenuto ad un tono di voce adeguatamente basso per non essere cacciato dalla biblioteca.
Seguì un momento di silenzio religioso, una pausa che durò fin troppo per le coronarie di Yaku che realizzò la gravità delle parole del capitano ed ebbe paura di incrociarne gli occhi felini –sicuramente divertiti e con un ghigno stampato in faccia da fargli venire voglia di prenderlo a schiaffi-.
“...ti prego, non lo dire in giro.”

Riesco finalmente a pubblicare la mia prima LevYaku ~ diamo più amore a questi micini della Nekoma!
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lev Haiba, Morisuke Yaku, Nekoma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ossitocina: spiegazioni scientifiche e razionali all’amore


 
                                                                       
 
 
 
Parte due – Gatti isterici ed altri felini svampiti
 
 
Yaku era diventato abitudinario durante la ricreazione di metà mattinata: usciva dalla propria classe, svoltava a destra e giungeva subito a destinazione, imbucandosi nell’aula di Kuroo.
L’agilità che usava in partita non serviva solo a ricevere fermamente una palla e piazzarla sopra la testa dell’alzatore, no, poteva sfruttarla anche per eludere certi giganti poco svegli.
“Yaku, la questione ti sta sfuggendo di mano.”
La voce di Kuroo rimbombò nelle sue orecchie piatta ed atona come di chi aveva visto e rivisto la stessa scena.
“Ssh. Non parlarmi. Sono venuto qui solo per passare in tranquillità dieci minuti della mia giornata e tu non hai il diritto di privarmi di questa grazia dato che io ti sopporto ad ogni allenamento.” bofonchiò cercando di infilarsi tra la finestra ed il banco in ultima fila di Tetsurou che occupava la posizione più lontana dalla porta d’ingresso per via della sua altezza.
Nascondiglio perfetto.
“Mi sento leggermente offeso...” brontolò il moro che si dondolava su due gambe della sedia.
Yaku si sedette a terra, sospirò di sollievo ed infilò la testa tra le braccia che andarono a circondare le ginocchia.
“Mi correggo, la situazione è già imbarazzante.” commentò ancora il capitano della Nekoma, mangiucchiando la sua solita brioche.
Kai si avvicinò ai due compagni adocchiando quello che era il loro libero.
“Comunque non sapevo potessi diventare formato tascabile, Yakkun.” lo pungolò Tetsurou, ben consapevole che Morisuke non si sarebbe mosso da quella postazione e che non gli sarebbe arrivato nessun calcio per non vanificare gli sforzi di essersi nascosto da occhi indiscreti. Verde smeraldo, per la precisione.
Rimpiangeva il fatto che l’infame fosse fin troppo perspicace e gli rodeva che quella stessa qualità fosse una delle loro più grandi risorse in partita.
“Fuggire non mi sembra la soluzione giusta. Se ti senti a disagio dovresti farglielo notare e vedrai che non ti darà più il tormento.” suggerì pacato Nobuyuki il quale addentò un pezzo di cracker fingendo di non guardare nella direzione di Morisuke.
“Penso che sia proprio quello il punto, o sbaglio? Yakkun non vuole che Lev smetta di seguirlo, ma vorrebbe che fosse meno molesto. Chiede troppo da un procariote come lui.”
“Vi divertite così tanto a parlare di me? Perché non fate finta che io non esista?!” brontolò Morisuke.
Le guance del libero si fecero bollenti quando Kuroo emise la sua sentenza che rifletteva una delle tante verità che celava malamente. Un altro punto da aggiungere alla lista, e che Yaku non era in grado di esprimere, era che trovava adorabile il lato volenteroso di Lev ed i suoi goffi approcci.
“Hai per caso paura che il nostro idiotone del primo anno possa cospirare contro di te?”
Quella seconda volta il tono di voce di Kuroo fu più greve, segno che parlava seriamente ed era una domanda sincera di cui Yaku non capì il significato.
Fu allora che dalla porta dell’aula spuntò la gigantesca sagoma riconoscibile del loro centrale novellino: rimase fermo immobile in attesa di un via libera per poter entrare in un’aula del terzo anno, la testa che sbucava fuori dallo stipite e dietro di lui, come un’ombra, si affacciò Kenma.
“Io non ci sono.” sussurrò Morisuke che sfruttò la giacca di Kuroo poggiata sulla sedia per nascondersi quanto più possibile.
Ringraziò mentalmente che almeno Haiba ebbe l’accortezza di non oltrepassare la soglia senza consenso, cosa che né Kuroo né Kai gli diedero per avanzare e rischiare di smascherare la presenza di Yaku.
Lev allungò il collo per farsi notare, come se l’intera classe del terzo anno non avesse già adocchiato un gigante di quasi due metri che vegliava come un faro sulla soglia dell’entrata.
“Lev, che ci fai qui?”
“Kuroo-san, Kai-san, buongiorno. Cercavo Yaku-san.” biascicò in un tono simile ad una lamentela infantile.
“Oh, non l’avrei mai detto, sai?” cinguettò teatrale il moro.
Morisuke avvertì lo sguardo divertito e vittorioso di Tetsurou sul suo collo, ma non si mosse dal proprio angolo buio; no, quei dieci minuti non poteva concederglieli, voleva disintossicarsi dall’idea di avercelo attorno.
“Volevo chiedergli se potevamo fare qualche ricezione insieme...”
I senpai del terzo anno si bloccarono al sentire quelle parole, Yaku trattenne il respiro e si costrinse a non uscire allo scoperto per festeggiare la presa di coscienza di Lev sul fatto che si doveva allenare di più nella difesa.
Kuroo dubitò che Haiba fosse tanto astuto da usare un simile trucchetto per attirare Yaku, fu più incline a pensare che si trattasse solo di un ingenuo e masochistico tentativo di passare più tempo con il loro libero, intenerendo il capitano della Nekoma.
A sorpresa di Morisuke, però, Tetsurou decise di rispettare il volere del suo coetaneo.
“Capisco, sì. Purtroppo non è qui.”
Yaku si sorprese e per poco non si commosse per il gesto altruistico di Tetsurou.
Sentimento che venne sfatato nei due minuti successivi.
“Hai provato in cortile? Si starà nascondendo assieme alla sua gang per fumare una sigaretta.” cantilenò Kuroo.
Poteva benissimo vederlo ghignare, il bastardo, ma soprattutto cosa diavolo stava dicendo?
Non riusciva a vedere Haiba, aveva letteralmente un muro davanti a sé che lo oscurava –grazie al cielo-, e che gli impediva di constatare quanto Lev fosse un sempliciotto scemo.
L’argenteo portò entrambe le mani al viso e l’espressione mutò in una smorfia terrorizzata e sconvolta, mentre dietro di lui Kenma si stava palesemente domandando come potesse credere ad una sciocchezza simile.
“Yaku-san è un teppista?!”
“Ma come? Non hai mai visto la sua cricca di vandali che si porta sempre appresso? Fai attenzione quando lo andrai a cercare!” infierì Tetsurou, le cui capacità recitative stavano stupendo persino Yaku che non poteva intervenire in alcun modo o la sua copertura sarebbe andata in fumo.
Sospettava, anzi, era certo che Kuroo se ne stesse approfittando proprio per via della posizione in cui si trovava.
“Ma Yaku-san è un atleta! Non dovrebbe fumare!”
“Vero? E’ per questo che ultimamente è un po’ carente di resistenza e di fiato...”
“Oh no...”
Da quando lui sarebbe stato fiacco nelle riprese e nella resistenza? Lui, Yaku Morisuke, colui teneva alla propria salute e quella dei compagni più di chiunque altro.
Da dietro il banco captò le risate soffocate di Kuroo che si stava godendo la scena.
Si appuntò mentalmente di fargliela pagare.
Kai, dal canto suo, voltò il viso dalla parte opposta per evitare di ridere e finse di non sentire; non sapeva decidere con chi Kuroo fosse stato meno clemente con le sue provocazioni, se con il loro grattacielo poco sveglio o con un più che consapevole Yaku che non poteva ribellarsi o rispondere alle sciocchezze che uscivano dalle labbra del loro capitano.
“Ecco perché mi picchia sempre! Perché è un delinquente!” concluse risoluto l’argenteo.
“No, ti prende a calci perché sei irritante ed incredibilmente tonto.” intervenne Kozume incredulo nel vedere il mezzo russo convinto di una simile storiella.
“Forza, Lev, vai a cercare Yaku. Le lezioni stanno per ricominciare.” lo incalzò Nobuyuki sperando di cacciare con gentilezza Haiba dalla loro classe.
“Subito! Non posso permettere che Yaku-san cada in un brutto giro, forse sono ancora in tempo per salvarlo e mi ringrazierà!” esclamò esaltato dal brio di una nuova missione che “solo un asso come lui” poteva compiere.
“Solo un idiota come te può credere a certe sciocchezze...”
“Ohi, Kenma. Accompagnalo ed assicurati che Lev non si faccia ammazzare davvero da qualche bullo, anche se ne dubito.” trillò Tetsurou sull’orlo delle lacrime.
Ma non riuscì più a contenere le risate dopo lo sguardo incattivito di Kenma trascinato via alla velocità della luce da Haiba che lo afferrò per un polso e si gettò a capofitto lungo la gradinata –beccandosi un rimprovero da parte di un professore-.
Yaku uscì dal suo nascondiglio con una flemma che preoccupò Nobuyuki il quale ormai era avvezzo a rilevare segnali di pericolo tra i due pilastri del loro team.
“Tu vuoi essere castigato a suon di pedate.” ringhiò il libero con i pugni serrati.
Sentiva un tic all’occhio dovuto sicuramente ad una crisi isterica a causa del moro: aveva sperato di trascorrere dieci minuti di quiete durante la ricreazione e si sentiva solo peggio.
“Oh, ma dai! Lev era così tenero quando si è infilato l’armatura di eroe per salvare il proprio senpai~” infierì asciugandosi gli occhi dalle lacrime.
“Ora crederà che io sia uno spostato!”
“O la sua principessa da salvare?”
“Kuroo.”
“Sì?~”
Yaku non si accorse che le mani erano già tese all’altezza del collo di Kuroo –se fosse riuscito ad acciuffarlo, il dannato si era alzato in piedi giusto in tempo per non essere più alla sua portata-, che avvertì qualcosa trascinarlo per le spalle ed impedirgli per l’ennesima volta di compiere un omicidio.
Per Kai quella scena era un ennesimo deja-vu che necessitava il suo intervento.
“Time-out! Vorrei evitare anche per oggi di visitare il carcere per portare le arance ad uno e cambiare i fiori freschi sulla tomba dell’altro.”
La velata minaccia di un’insofferente Nobuyuki fece capire l’antifona ad entrambi che si salutarono con uno scambio di sguardi torvi e malevoli.
 
 
 
Finalmente un pomeriggio che non prevedesse palloni, palestre ed urla.
Il suo corpo aveva bisogno di riposare, ma più di ogni altra cosa le lezioni stavano diventando sempre più impegnative in vista degli scrutini e riusciva per il rotto della cuffia a finire di studiare, allenarsi e mettersi in pari con i compiti arretrati.
Mai come allora godeva del silenzio mistico che veleggiava nell’aula studio della biblioteca della loro scuola: nessun Yamamoto da sgridare o Lev da punire, a stento udiva le chiacchiere di Kuroo che mugugnava una sorta di litania mentre rileggeva delle frasi in inglese per una comprensione del testo. Era tollerabile, il rumore della disperazione di uno studente del terzo anno si intendeva, unito al ticchettio di qualche cellulare usato per distrarsi qualche istante.
Yaku si sentiva rinato.
Afferrò la biro per iniziare ad impostare l’esercizio di trigonometria, quand’ecco che lo sguardo vagò in automatico sulla porta della biblioteca, sopra le teste degli altri coetanei nelle loro stesse condizioni.
“Qualcosa non va? Ti serve aiuto con gli esercizi?” domandò Nobuyuki che si era accorto dei movimenti sospetti di Morisuke.
Il castano scosse la testa impensierito, si portò le mani all’altezza delle tempie e sospirò.
“Sì, forse sì...” bofonchiò teso.
“Non ti sembra vero di non dover rimproverare nessuno oggi pomeriggio, uh? Hai i sensori da “demone-senpai” perennemente attivati? Tipo i sensi di ragno alla Spiderman.” lo canzonò Kuroo il quale aveva poggiato la penna sopra al labbro superiore arricciato, così da mantenerla in equilibrio.
Per quanto l’espressione idiota del suo capitano fosse impagabile ed esilarante, detestava sempre di più il suo essere perspicace.
E odiava quel nomignolo che gli aveva affibbiato, ma che in un luogo dedito al silenzio e lo studio non poteva più di tanto controbattere.
“Certo che non riesci proprio ad offendere qualcuno senza mostrare il tuo lato sfigato da nerd, eh?”
“Se non la smettete prima che la bibliotecaria ci sgridi, giuro su mia sorella che vengo lì e vi metto a sedere l’uno al capo opposto del tavolo dell’altro.”
Yaku si ingobbì, chinando la testa in un cenno e guardò di sottecchi la signora che vegliava sull’aula, confermando che si stava sistemando minacciosamente gli occhiali sopra al naso prendendoli di mira.
“Oh, hai una sorella?” domandò un Tetsurou fin troppo curioso.
Morisuke osservò il suo capitano mentre si stiracchiava sopra agli appunti e si sdraiava comodo sulle sue stesse braccia, voltando il viso ghignante verso di loro.
Ormai avvezzi alle sue sciocchezze ed alle sue impertinenti provocazioni, Yaku e Kai si prepararono all’imminente tormento.
“Sì, ho una sorella più grande.” rispose Nobuyuki pacato, tornando a scrivere sul proprio quaderno per velocizzare la sua sessione di studio che stava prendendo una pessima piega.
Kuroo sorrise sornione.
Yaku colse immediatamente dove voleva arrivare.
“Anche Lev ha una sorella più grande, che coincidenza...”
“Sfortunatamente, a differenza di un certo gigante, lei è sempre educata ed adorabile, e quando la vedi ti si illumina la giornata.”
“Beh, ne parli come se Lev portasse le fiamme dell’Inferno come fonte luminosa...”
Nobuyuki fu colto una seconda volta impreparato ed alle spalle di Kuroo e Yaku apparve la bibliotecaria con una decina di tomi tra le braccia che si schiarì la voce alle spalle dei due litiganti.
I tre senpai chinarono la testa remissivi.
Non fu necessario aggiungere altro per far loro abbassare il tono di voce e tornare con gli occhi incollati ai quaderni, se per un sussurrato “Io vi avevo avvisato” di Kai che però optò per la sua solita passività, sperando di poter dire di non conoscerli e di non essere invischiato con loro.
“Ad ogni modo tu non preferivi le ragazze con i capelli corti?” continuò Kuroo che si beccò un’occhiataccia da Nobuyuki, tentato di mollargli un calcio da sotto il tavolo.
“Uhm, sì. Perché?” chiese sovrappensiero Morisuke ormai concentrato sui suoi calcoli di seno e coseno.
“...Yakkun.”
“Che c’è?”
“Ti sei reso conto, sì, che Alisa-chan e Lev sono l’uno la fotocopia dell’altra?”
“Beh, sono fratelli, si somigliano.”
“E che Lev è Alisa-chan con i capelli corti?” la voce del moro divenne un flebile borbottio esasperato, mantenuto ad un tono di voce adeguatamente basso per non essere cacciato.
Seguì un momento di silenzio religioso, una pausa che durò fin troppo per le coronarie di Yaku che realizzò la gravità delle parole del capitano ed ebbe paura di incrociarne gli occhi felini –sicuramente divertiti e con un ghigno stampato in faccia da fargli venire voglia di prenderlo a schiaffi-.
Le guance si fecero improvvisamente bollenti fino a sentire la punta delle orecchie surriscaldarsi, segno più che evidente della sua colpevolezza.
“...ti prego, non lo dire in giro.”
Kuroo gli poggiò comprensivo una mano sulla spalla ed un sorriso bonario spuntò sulle sue labbra sottili.
“Non ti preoccupare, Yakkun. Siamo qui per aiutarti.”
“Lo dici come se fossimo al circolo degli alcolisti anonimi. Non ho bisogno di aiuto, soprattutto il tuo!”
“Beh, potevo essere utile nel creare l’ennesima occasione giusta per parlare a quello svampito di Lev, no?”
Yaku si morse le labbra. Kuroo non mentiva, per quanto fosse divertito dalla situazione ed i suoi gesti fossero mossi più dalla curiosità che dalla sua benevolenza, il libero ammise a sé stesso che da solo stava solo brancolando nel buio e non concludeva nulla di buono se non arrovellarsi nei suoi dubbi.
“Fa che una virgola di troppo esca dalla tua bocca e la pagherai cara, stupido nerd.”
“Oh, non ti preoccupare, il tuo segreto è al sicuro.”
Per un momento il castano si sentì sollevato e rincuorato.
“Con me e tutto il resto della Nekoma, si intende.” aggiunse in un sussurro.
Per l’appunto, quel sentimento durò solo pochi istanti.




Angolo dell’autrice
 
Come al solito mi sono divertita da morire a scrivere di questi gattini disagiati, mi piace tormentare Nobuyuki, adoro vedere Yaku sclerare per colpa di Kuroo e Lev, prego affinché Kenma non sia sempre troppo ooc, ma amo vedere anche lui sull’orlo della reazione per colpa di tutti.
Spero sia piaciuto e se avete qualche commento da fare, negativo o positivo che sia, sarei curiosa di saperlo ;w;
Alla prossima~
 
Nena
 
 
 
   
 
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