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Autore: Hoshi_Hime    14/06/2018    0 recensioni
[Hamilton: An American Musical]
[Hamilton: An American Musical][Hamilton: An American Musical]
Il sole di quella mattina del primo settembre filtrava dalla finestra della camera del ragazzo, fungendo da unica fonte di luce al momento, oltre lo schermo del computer sulla scrivania lasciato per sbaglio acceso.
Questo era sdraiato sul letto ancora addormentato, ma le occhiaie che aveva erano prova che non fosse andato a dormire da tanto.
I capelli castani erano spettinati e gli coprivano buona parte del viso.
Ad interrompere quella quiete mattutina fu lo spalancarsi della porta e l'arrivò di un secondo ragazzo, che prese il primo per i piedi e lo trascinò letteralmente giù dal materasso.
-Sveglia sveglia Alex! Pronto per il tuo primo giorno di scuola da Newyorkese?- Esclamò una voce dall'accento francese.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lo studio della signora Ross non era come Alexander si sarebbe aspettato. O per lo meno non era come aveva sempre visto nei film, al posto delle pareti grige e il divanetto in mezzo alla stanza, era tutto un po' più famigliare.
La carta da parati era color panna e su una parete vi era un enorme bacheca di sughero tappezzata di volantini e disegni vari; Alex constatò che la signora Ross lavorava sopra tutto con ragazzini, la cosa gli fece storcere un po il naso, è vero era minorenne, ma solo di un anno e si sentiva più maturo di quello che era.
Una cosa che Washington non gl aveva detto però, era che la signora Ross era la consulente della scuola. E di fatti lo studio non era nient'altro che una delle tante stanze delle superiori. Per la precisione proprio nel mezzo di un aula di scienze e quella del club di musica. 
Il ragazzo era seduto su una poltroncina verde mela, con davanti un tavolino a cui vi erano poggiati fogli vari.
Socchiuse gli occhi, nonostante fosse ovattato, poteva sentire il pianoforte dalla stanza adiacente. Sapeva che Eliza non era di certo l'unica studente in tutto il club di musica a suonare il piano, ma gli piaceva pensare che fosse lei adesso, lo faceva rilassare mentre aspettava che la donna tornasse.
Passarono un paio di minuti, e la signora Ross entrò in stanza, aveva un vassoio preso dalla mensa, e sopra di esso vi erano due bicchieri di limonata con il ghiaccio, con tanto di cannucce e fettina di limone al lato, mancava solo l'ombrellino.
-Scusami se ti ho fatto aspettare, avevo alcune pratiche da sistemare, spero che questa mi farà perdonare- Disse, poggiando il vassoio sul tavolino di vetro.
Alexander si allungò e prese un bicchiere, mormorando un grazie per poi dare un sorso.
La signora Ross era una donna sulla quarantina, aveva i capelli ramati tenuti in una crocchia, ma si potevano intravedere alcuni capelli bianchi.
Gli occhi verdi erano incorniciati da un paio di occhiali tartarugati.
La donna aveva quelle che venivano chiamate gentilmente le maniglie dell'amore, ma probabilmente era una donna con figli, quindi era normale. Indossava una semplice camicia bianca e dei pantaloni gessati, unico schizzo di colore erano i ciondoli che aveva al collo, orecchini e qualche anello, compresa la fede.
Nel complesso ad Alex dava le stesse sensazioni che le dava la signora Washington, una donna dolce, ma meglio non farla arrabbiare a meno che non volevi correre.
La signora Ross aprì una finestra per far entrare aria e poi si sedette finalmente nella poltroncina davanti a quella di Alexander.

-Beh, come funziona qui? Uh, mi metto a parlare dei miei problemi e la mia infanzia e lei prende note e poi mi darà qualche medicina o?- Domandò Alexander, muovendo distrattamente una mano.
-Dipende, non dobbiamo parlare subito di queste cose se non te la senti.- Rispose la donna. -Molti vengono qui perché semplicemente sono stressati tra una lezione e l'altra, alcuni sfruttano l'ora anche solo per studiare o finire i compiti, c'è chi semplicemente si fa un pisolino e basta.- 
Poi lo osservò -A che ora vai a dormire di solito Alexander?-
Il ragazzo si passò una mano dietro il collo. -Mezzanotte...?-
-Alexander?- La donna incrociò le braccia.
Alex diede una golata alla limonata per poi sospirare. -Alle tre-
-E per andare a scuola di solito a che ora ti svegli?-
-Sei e mezza.-
La signora Ross fu quella a sospirare questa volta.
-Quindi dormi tre ore e mezza a notte.-
-So la matematica, miss.- borbottò il ragazzo, leggermente infastidito.
-E' un quarto di quello che una persona normale ha bisogno, Alexander, sinceramente non so come fai a non addormentarti durante la giornata.-
-Tanti caffè suppongo?- Il ragazzo fece spallucce e finì la limonata. 
-Quanti?- La donna lo stava squadrando.
-Uh, uno a colazione, poi un paio qui a scuola, poi quando vado a casa di solito ne bevo un altro, uno dopo cena e altri due mentre studio.-
La dottoressa spalancò la bocca.
-Stai cercando di avere un infarto prima dei diciotto anni? Perché è così che si ha un infarto.- Rispose poi, ancora visibilmente shockata. Poi si passò una mano tra i capelli.
-Quindi, tu dormi tre ore a notte- -
-Tre e mezza, l'ha detto anche lei-
-Tre ore e mezza a notte, e nelle restanti ventuno ore in cui sei sveglio consumi qualcosa come sette caffè, giusto?-
-Yeah, beh a volte bevo anche qualche bibita energetica o mischio le due cose.-
-M-Mischi le bibite al caffé- 
-Yeah?- E mimò il versare qualcosa e poi berlo.
La signora Ross prese un respiro profondo. -Alex, iniziamo con le cose semplici, prova a dimezzare il caffé e andare a letto entro la mezza notte.-
-Non posso! Ho da studiare, prepararmi per i corsi extra, prepararmi per il college, scrivere per il club di giornalismo e quello di dibattito!- 
La dottoressa notò come si era alterato subito l'altro.
-Alexander, hai dei problemi collegati al sonno? Insonnia, incubi ricorrenti o simili?- Domandò poi, dando un sorso alla sua bibita.
Alexander spostò lo sguardo.
-Mhhh, non voglio parlarne adesso.- Mormorò, giocherellando con un laccetto del cappuccio.
La signora Ross sorrise leggermente. 
-Tranquillo, non devi dirmi tutto per ora, un passo alla volta Alexander-
La donna poggiò il suo bicchiere, ormai vuoto anchesso.
-Però cerchiamo di trovare una via di mezzo, ad esempio, potremo accorciare il tempo della vista e potresti spenderlo per recuparare un oretta di sonno.-
Il ragazzo scosse la testa.
-Non mi sentirei a mio agio a dormire qui.-
La donna si grattò il mento. 
-Mhh...E se invece usassi questo tempo per finire i tuoi compiti, andresti a letto prima?-
Alex ci pensò un secondo poi annuì. -Suppongo di sì- 
Disse, mentendo, sapete no? Come un bugiardo.
-Bene!- La donna congiunse le mani. -Iniziamo da qui allora, dormire ti aiuterà a stare meglio sia fisicamente che psicologicamente. Ora, tuo padre- -
-Il signor Washington non è mio padre- Rispose subito Alexander.
- Il signor Washington- Si corresse la donna. -Mi ha detto che hai avuto un attacco di panico un paio di giorni fa, ti succede spesso o è stato un caso isolato?-
Il ragazzo si grattò la guancia. -Non troppo spesso credo...L'ultima volta è stato poco dopo essere arrivato a New York, quindi, circa tre mesi fa se ricordo bene.-
-Capisco- La donna prese a scrivere qualcosa. 
-Allora Alex, per ora ti prescriverò solo qualcosa per aiutarti a dormire la notte, sei allergico a qualcosa?-
Il ragazzo, che già aveva iniziato compiti, vari scosse la testa. -Mi da un po' noia il latte e basta-
-Capisco. Dopo parlerò con il signor Washington e mi farò dare la tua cartella medica per esserne sicura, hai fatto degli esami del sangue di recente?-
-Mhmh, quando sono venuto a vivere qui.-
-Prick test?-
-Quello no.- Scosse la testa e tornò a scrivere. -Ma non ho mai avuto reazioni allergiche.- Aggiunse.
La donna scrisse di nuovo e poi si avviò alla scrivania. -Ti lascio al tuo lavoro, se hai bisogno non esitare a chiedermi qualcosa.-
Alex si limitò a rispondere con un cenno della testa, ormai preso da quel che stava facendo.
Finita l'ora salutò la donna, non molto sicuro di voler tornare lì, ma sapeva anche che George e Martha ci tenevano e quindi avrebbe dovuto sforzarsi per qualche settimana, e poi si diresse a lezione come al solito.

Finite le lezioni si diresse al parcheggio verso la macchina di Gil, che lo aspettava per andare a casa, mhh, forse avrebbe dovuto iniziare pure lui a studiare per la patente.
-Alex! Alex!- 
Si girò sentendosi chiamare e vide Eliza con il fiatone.
-Betsy?-
-Alex! Volevo dirti che uh, i miei genitori sono tornati e resteranno per tutto il week end, ed ecco, volevo passare un po di tempo con loro visto che è più di un mese che non li vedo, quindi, uh, scusa se non posso uscire con te questo fine settimana- E si spostò una ciocca dietro l'orecchio.
Alexander le sorrise -Oh, non è un problema, tranquilla.-
Eliza si rigirò di nuovo la ciocca. -Va bene se ti rido adesso quella cosa che mi hai prestato?- Domandò sorridendo.
Alex arrossì leggermente. -C..Certo!-
Eliza si passò la lingua tra le labbra per poi alzarsi sulle punte e baciando il ragazzo, stringendo la sua maglietta tra le mani.
Alexander fu preso un po' alla sprovvista, visto che l'altra volta era stasto solo un bacio a fior di labbra, ma ora Eliza si era spinta un po' di più. 
Ma sorpresa superata contaccambiò il bacio, per poi prenderle le mani quando si staccarono per riprendere fiato.
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, ridacchiando imbarazzati e spostando lo sguardo per poi tornare e vedere il viso dell'altro, per poi muovere gli occhi di nuovo quando beccati nell'atto.
A interromperli fu il clacson di un auto accanto a loro, che li fece sobbalzare.
-Ehy piccioncini! Devo portare mio fratello a casa!- Gilbert si era messo davanti a loro con l'auto, sporgendosi dal finestrino.
-O-Oh sì scusa!- Eliza si staccò dal fidanzato. -A-Allora a lunedì, Alex!- e tornò sul marciapiede. 
-A lunedì Betsy!- il ragazzo sospirò, salutandola con la mano e un sorriso scemo in volto e poi salì in auto accanto al fratellastro. 
Gil lo guardò sorridendo, poggiando il gomito sul volante.
-Che c'è?!-
-Sei rosso come un peperone, sei adorabile!-
Alex sbuffò rumorosamente. -Zitto e parti!-
Gil continuò a sorridere mentre avviava l'auto.
-Sei cotto, sei cotto!-
-Piantala!-
Ma da bravo fratello il ragazzo francese continuò a punzecchiarlo per tutto il viaggio di ritorno.

Arrivati all'appartamento Alexander filò in camera sua, sbattendo le ciglia quando notò una valigia fatta sul suo letto.
Per un secondo temette il peggio, poi però scosse la testa, quasi tutte le sue cose erano ancora fuori ed era una valigetta per 2-3 giorni. Però che voleva dire? La prese in mano ed uscì dalla stanza.
-Uh.- Si trovò davanti il fratello, confuso quando lui e a sua volta con la borsa in mano, però stava sorridendo. 
-Alex! Alex sai cosa significa? Ci vogliono portare in vacanza per il Weekend!-
Gilbert quasi saltellò sul posto e lo trascinò in soggiorno.
-Papà! Dove ci portate?- Domandò fermandosi davanti ai due adulti.
George fece cenno di aspettare perché era al telefono, e poi chiuse la chiamata.
-Mi sembravate un po stressati per la scuola tutti e due, così ho pensato di portarvi fuori per un paio di giorni- sorrise l'uomo. -Ho appena chiesto ai genitori di Hercules e John se possono venire pure loro-
-Verrà pure Herc?!- Gilbert ormai stava saltando sui talloni.
-Beh, vi vedo sempre pan per focaccia voi quattro, pensavo vi avrebbe fatto piacere.-
Alex si grattò la guancia. Un intero Weekend con John...E-E con suo fratello e Herc ovviamente. Ma sopratutto con John. Non era male come cosa.
-Dove andiamo però?-
-Sorpresa- Sorrise l'uomo. -Magari andate in camera vostra e prendete cos'altro volete portarvi dietro oltre la roba in valigia, partiamo fra un quarto d'ora.-.

Dopo gli ultimi preparativi salirono in macchina, a parte la signora Washington, che aveva sfruttato l'occasione per avere finalmente la casa libera, e passarono a prendere Hercules e poi John.
Il primo era entusiasta quanto il fidanzato, e si era seduto subito accanto a lui ed avevano iniziato a chiaccherare, mentre John era un po' incredulo che i suoi gli avessero dato effettivamente il permesso di andare. Chissà cosa aveva detto Washington per convincerli. 
Alex a sua volta sbuffò un po' era seduto davanti accanto a George, così era un po' tagliato fuori  dai tre.

-Dai, dai! E' da un ora che siamo partiti, possiamo avere almeno un suggermento dove stiamo andando?- Sbuffò Gilbert dopo un po.
-Mhhh no, ma vi piacerà.-
-Disneyland?!- Esclamò di nuovo il ragazzo.
-Acqua-
Alex si grattò il mento. -Stiamo andando a vedere com'è il college?-
-Alexander, è il posto più lontano dalla scuola che puoi immaginare.-
Il ragazzino bofonchiò in risposta.
-All'acquario?- Domandò John sperazioso
-mhh, neppure, ma probabilmente vedrete qualche pesce-
-Zoo?- Tentò pure Herc, non sorpreso dell'ennesimo no.
Alla fine realizzarono che dovevano aspettare e vedere.

Dopo un altra ora l'auto si fermò e scesero.
I ragazzi si guardarono attorno, era tutto molto...Verde.
-... Area Campeggio?- Domandò Alexander agrottando le sopracciglia, leggendo uno dei segni stradali.
George sorrise tirando fuori dal bagagliaio le borse dei ragazzi, assieme ad altra roba.
-Venivo sempre qui da giovane! Ora si prende la stradina e andiamo su, ci sarà un po da camminare.-
Alexander si guardò attorno, gli altri tre sembravano molto più felici della cosa di lui. Sospirò e prese le sue cose, iniziando a seguirli.
Anche se si era strada lunga e c'erano zanzare ovunque, oltre altri insetti che non voleva sapere cosa fossero, era bello chiaccherare con i tre, avrebbe voluto parlare anche della loro 'rivolta' ma farlo davanti a Washington sarebbe stato rischioso.

-Ed eccoci qui- Geroge prese la tenda e inziò a montarla.
-Una tenda sola?- Domandò Laf. -E' abbastanza grande per tutti tranquilli, però mi potete dare una mano?-
-Oh io io!- Sorrise Herc, trasciando Laf con se.
Alex sbuffò e si mise a sedere sull'erba, controlladno il telefono. -Oh andiamo!- Non c'era neppure una tacca di campo.
John si sedette accanto a lui. -Dovevi aspettartelo, siamo in mezzo al nulla.-
-Mhh, non sono mai andato in campeggio- Rispose il più basso
-Io solo qualche volta da piccolo, quindi conta che è una cosa nuova anche per me.- Poi sorrise vedendo Gilbert e Herc tentare di montare la tenda.
-Speriamo non ci caschi in testa mentre dormiamo- Ridacchiò. Poi si girò verso Alexander, che stava ancora cercando di prendere campo. 
-Alex, uh, devo dirti una cosa.-
L'altro alzò leggermente lo sguardo dallo schermo. -Mh?-
-Ecco, riguarda me ed Eliza, per quella cosa che fingevo di essere suo fidanzato così non gli davano noia...N-Non è proprio così.-
-In che senso?-
John sospirò -I miei, sopratutto mio padre, non sono pezzi di pane, ma da quando sanno che esco con qualcuno di affluente come una Schuyler, le cose in casa vano un pochino meglio.- Si passò una mano dietro il collo. -Quindi uh, non è un problema per te se continuo a fargli credere che Liza sia la mia ragazza?-
Alexander lo guardò
 -Tra voi due...Voi due siete solo amici, giusto?-
John mosse le mani velocemente.
-A-Assolutamente! Conosco Liza dalle medie è come se fosse una sorellina! Non provo nulla per lei se non platonicamente!-
-Beh...I-Immagino vada bene allora?-
John sospirò e sorrise -Ti prometto che non sarò d'intarcio tra voi due. e' solo una cosa con i miei, magari ogni tanto viene a cena da me e basta, e comunque è solo fino al college.-
Mentre parlavano si sentì un forte rumore di qualcosa che si rompeva, per poi sposare lo sguardo verso alla tenda, o per lo meno quel che era rimasta, e Washington, Gilbert e Hercules con un espressione non molto convinta. 
L'uomo batté le mani.
 -Benissimo! Dormiremo sotto il cielo stellato, in vero contatto con la natura come si usava un tempo.-
Gil si grattò la guancia. -A proposito, siamo in mezzo al nulla...Per i bagni?-
-In vero contatto con la natura come si usava un tempo.-
Il ragazzo fece una espressione quasi comica -Q-Quel che temevo-.
-Piuttostò, perché non andate a prendere un po' di legna così poi prepariamo la cena?-
-Dobbiamo cacciarci anche quella o ha portato da mangiare?- Sorrise Hercules.
-Tranquilli, ho abbastanza per tutti, ora filate prima che si faccia buio, e non allontanatevi-
I tre ridacchiarono, prendendo i propi zaini e avventurandosi tra gli alberi, un po' emozionati dall'esperienza nuova.

-Che tipo di legna serve?- Domandò Alex dopo un paio di minuti, accovacciato mentre guardava dei bastonicini per terra. -Questi vanno bene o?- Chiese tirandoli su. 
-Uhh, credo di sì? Se non sono umidi o bagnati vanno bene immagino- rispose John, entrambi non sembravano molto esperti in materia, al contrario Hercules stava già facendo il carico di legna.
-Ragazzi guardate cosa ho trovato!- Si sentì esclamare dal francese, un po più lontano dagli altri, attirando la loro attenzione.
-Ditemi se non assomiglia ad Alexander!-
E da chissà dove tirò fuori un animaletto con la bocca spalancata che stava palesemente cercando di morderlo e graffiarlo.
-Gilbert, Cristo quello è un opossum mettilo giù!-
-Alex ti assomiglia!-
-Ti verrà la malaria!-
-Ha la stessa tua espressione!-
-Gilbert!-
Il ragazzo rise e lo mise giù. -Che noiosi che siete, per me se lo tenevo per un po si affezionava-
Hercules scosse la testa e lo prese sotto braccio. -La prossima volta, Biancaneve, un Alexander solo ci basta e avanza.-
Si sentì il suddetto sbuffare un 'ehy!' offeso, che fece ridere di nuovo i due.
-Scusa ma Herc ha ragione, mon bonbon.- Rispose Gilbert.
-Non chiamarmi bonbon!- Sbuffò il più basso dei quattro, tornando a raccogliere la legna assieme a John.
-Piuttosto aiutateci!-
-Ok,ok!- 

I quattro rimasero lì per un po di minuti, finché Gilbert non si avvicinò al proprio ragazzo.
-Pttts!-
-Mh?-
-Ptsss! Herc!-
-Perché parli sottovoc- -
-SHHHH, guarda Alex e John.-
Il secondo si girò verso i due e poi di nuovo verso Gilbert.
-Sì?-
-Non vedi che sono giorni che si scopano con gli occhi? Dobbiamo far qualcosa!-
Herc inclinò la testa. -Hai scordato la Schuyler azzurra o?-
-Dettagli! Pensiamo a loro due per ora...-
E si grattò il mento pensando. -Tombola! Herc hai del filo con te?-
-S-Solo perché faccio il sarto non vuol dire che mi porto sempre dietro del filo eh!-
-Herc-
Il ragazzo sospirò e tirò fuori dallo zainetto un rocchetto rosso, per poi passarlo al fidanzato.
-Mercì! Ora stai al gioco.-

Alex era poco più indietro con John
-Cosa farai se il piano non funziona e la rivoluzione va a monte?- Domandò il secondo.
-Immagino ci si organizzerà meglio e ri proveremo più avanti, magari riusciamo pure a smuovere un po' la tv di qualche canale semi sconosicuto- Sorrise e prese altra legna. -Ew un bruco!- sbuffò scuotendo un bastoncino per farlo cadere.
-Ehy attento!- John acchiappò l'insettino per poi poggiarlo ad un albero.
-Piccinino, che ti ha fatto di male?-
-Stava per salirmi sulla mano!- Alex fece un espressione un po schifata.
-Oh che tragedia, a te darebbe noia se qualcuno ti tirasse uno schiaffo, no?-
-Dipende dal contesto.-
-Eh?-
-Eh?-
Alexander tossicchiò -T-Torniamo a parlare del nostro progetto...Per ora siamo tutti noi del club di dibattito, Laf e Herc hanno convinto buona parte del club di teatro e Angelica e Jefferson stanno usando i social media per spargere la parola in generale. Qualcuno della squadra di baseball ci sarà?-
John si grattò la guancia. -La squadra è quella con meno problemi di fondi, molti dei soldi vanno proprio lì, quindi non so, dovrò usare altri motivi per convincerli, ma ci sto provando.- Sorrise.

-Alex! John! Credo che basti così! Torniamo da papà prima che faccia buio!- Esclamò il francese, muovendo un braccio.
-Arriviamo!- rispose Alexander avvicinandosi.
-Muoviti lumaca! Tanto arrivo io per primo!- Gilbert sorrise nel vederlo accelerare, se aveva capito qualcosa di Alexander era che il ragazzo amava vincere qualsiasi tipo di competizione. 
Infatti il ragazzo corse verso di lui, per poi inciampare e far volar via la legna che aveva raccolto.
-Cazzo!- Ringhiò il ragazzo mettendosi a sedere e osservadosi le mani un po sbucciate e sporche di terra.
Gilbert si avvicinò -Cielo Alex stai attento!-
-Sono attento! Sono inciampato su qualcosa!- Mosse la gamba e notò un pezzo di cordino.
-Chi minchia lega della corda in mezzo al bosco?!- Sbottò per poi soffiare.
-Ah bho, qualche scemo probabilmente- Il fratello si avvicinò, cercando di non ridere sotto i baffi.
-Uh-Oh- poi fece un espressione drammaticamente preoccupata.
-Non mi piace come hai la gamba, prova a muoverla.-
-E' solo sbucciata...- mormorò il ragazzo muovendola un po'
-Sicuro? A me pare che te la sei slogata, Herc ti sembra slogata?-
Il ragazzo si avvicinò e la guardò -Forse, meglio che te la fai controllare dal signor Washington.-
-E-Eh? Davvero?- Domandò preoccupato il più piccolo.
-Sìsì!- Gilbert annuì. -John, porti tu Alex?-
-I-Io?-
-Non lo vorrai far camminare in queste condizioni? Poverino guardalo, sta per piangere!-
-Io non- Alex fece per contrabattere che Herc gli tappò la bocca con la mano.
John si grattò dietro la nuca e passò la legna al francese.
-T-Ti porto in spalla allora- borbottò aiutandolo ad alzarsi e tirandolo sù.
Alexander arrossì pesantemente, mugugnando qualcosa tra se e se.
-Peso?-
-Pfff, Peggy è più pesante di te, dovresti mangiare di più-
Alex sbuffò ma non disse altro, era un po' preoccupato per la gamba...Ma sopratutto sul perché gli altri due ridacchiavano tra di loro.

-Ti fa male?- Domandò John mentre si avviava con gli altri.
-Mi brucia un po' il ginocchio, ma nulla di troppo grave...Però ecco, magari meglio che mi porti tu, se fosse davvero storta come ha detto Gil sarebbe un problema camminare.-
John annuì, tirandolo su un po' meglio facendo attenzione a dove metteva i piedi.





-Per fortuna è solo una sbucciatura- Commentò Washington, mettendo una garza attorno al ginocchio del ragazzo castano dopo averla disinfettata.
-Cerca di stare più attento però figliolo.-
-N-Non mi chiami così, sir- Borbottò Alexander, osservando la fasciatura e muovendo leggermente la gamba, tsk, Gilbert e Hercules lo avevano fatto spaventare per nulla.
-Bene, ora pensiamo al fuoco- Disse l'uomo alzandosi e arrangiando la legna che avevano raccolto prima i ragazzi.
I quattro lo osservarono curiosi, mentre lo vedevano accendere il piccolo falò.
-L'ha imparato da militare questo, sir?- 
Domandò Mulligan, mentre cercava da mangiare tra le buste varie, un po' rimasto male che fosse solo roba in cassetta, ma ehy, mashmellows!
-Oh, no, venivo in campeggio spesso da piccolo, lo sapevo fare già di mio... Ehy, metti giù quelli, li mangiamo dopo.-
Il ragazzo mise il broncio, mettendo via i dolci e portando il resto.
-Beh, immagino che 40 anni fa venire in mezzo al nulla era effettivamente divertente- Borbottò Alexander.
-Ehy ehy, vi prometto che vi divertirete anche voi- Rispose Geroge, mettendo a cuocere su la padella la roba. -Domani andiamo a pesca, vi sta bene?-
-Sul serio?-
-Mhmh, ho portato tutto quel che ci serve.-
Gilbert lo guardò incuriosito. -Da quanto avevi in mente sta cosa?-
-Ho notato che eravate un po' nervosi per colpa della scuola, quindi ne ho parlato con Martha, così voi vi divertite un po qui e lei finalmente ha la casa tutta per lei dopo secoli-
E detto ciò iniziò a passare ai ragazzi la cena, era più che altro cibo in scatola, però non era male il sapore e alla fine aumentava l'esperienza 'rustica' che stavano avendo. E poi dopo potevano arrosstire i mashmellows finalmente!

-E alla fine la ragazza aprì l'auto e trovò un arpione!-
-Booo, Gil questa è vecchissima!-
-Non era un artiglio?-
-Era un uncino, deficenti-
I quattro, come di tradizione (O almeno, come vedevano fare nei film) si erano messi a raccontare storie attorno al fuoco.
-Ohh, andiamo ragazzi sapete che non sono fluente!-
-Questa non è una scusa per raccontare una storia pietosa!-
Geroge sorrise -Vi racconto io una storia-
I quattro si girarono curiosi
-La storia che se non filate nei sacchi a pelo a dormire vi do un battuto, ci alziamo presto domani.-
-Ewwww!-
I ragazzi borbottarono qualche lamentela, ma sapevano che era una causa persa così si misero nei sacchi.
Ovviamente non si addormentarono subito, anche se facevano finta di nulla, li si poteva sentire ridacchiare e sussurrare tra di loro per un bel po' prima di cadere tra le braccia di morfeo.

-Pff, Gilbert mi aveva detto che Herc russava, ma non mi aspettavo così forte- Ridacchiò Alexander, girandosi verso John, che era nel sacco accanto al suo.
-Oh.- Pure lui si era addormentato. Alex sbuffò con il naso.
Bene, non aveva con cui parlare, non poteva scrivere e non prendevano neppure i giga lì. Che cosa doveva fare? Dormire?
Sbuffò di nuovo, per poi rigirarsi un po tra le coperte. 
Alla fine tornò ad essere per lato davanti a John.
Osservò il ragazzo, contando che si frequentavano quasi solo a scuola, vederlo dormire probabilmente non sarebbe successo di nuovo.
John era un bel ragazzo, Alex non poteva negarlo. E Alexander era uno scrittore, descrivere le cose era quel che faceva meglio. Come avrebbe descritto John in quel momento? Avrebbe parlato di come sembrava rilassato il ragazzo in quel momento? O dei capelli ricci che gli incorniciavano il viso? O come questo era illuminato dalla luna e le stelle di fine estate e come la luce pallida mettesse in risalto la sua mascella, le lentiggini che gli coprivano il volto o le labbra socchiuse e-
Frena frena!
Alex si rigirò di nuovo, rosso come un pomodoro. Stava correndo troppo.
Insomma, si era appena messo con Eliza! E cielo, era certo di adorare quella ragazza e passare tempo con lei e di voler continuare la relazione. Ma John gli stava facendo provare sentimenti fin troppo simili.
Emise un suono frustato, perché avere 17 anni e gli ormoni a palla era così complicato? Non poteva nascere come un fungo invece che aver a che fare con l'adolescenza?
In ogni caso sapeva che gli sarebbero servite ore per addormentarsi.

La mattina dopo, come detto dall'uomo, dopo la colazione, si allontanarono un po' da dove erano accampati per fermarsi a quello che era un ruscello con l'intento di pescare.
Cosa che non andò a buon fine visto che dopo neppure un quarto d'ora i ragazzi si erano tolti la maglietta e si erano buttati in acqua, spaventando la maggior parte dei pesci.
George scosse la testa, seduto in un angolo con la canna da pesca e le esche.
-Non allontanatevi!- 
-Sisignore!- Si sentì esclmare da uno dei quattro.

-Secondo te ci sono delle tartarughe?-  Domandò John, che in effetti sembrava stesse cercando qualcosa nell'acqua.
-Mhh, non ne ho idea, per ora ho visto solo tanti insetti...Più che alto spero non ci siano orsi in zona.- Borbottò Alex, per poi buttarsi in acqua con la testa e tornare su poco dopo, certo, non era la spiaggia dove era cresciuto, ma stava bene pure lì.
-L'unico orso qui è Hercules- Rise Gilbert non molto lontanti da loro, per poi essere schizzato dal ragazzo citato. -Ehy!-
-Oh, sai che ho ragione- Rispose il francese ridendo di nuovo.
-Ne parliamo dopo in privato.-
-Mhh...Magari no, so che l'idea di farlo nel bosco è allettante ma non ci tengo ad avere un millepiedi su per il culo-
-Threesome-
-No!-
Alex rise per poi notare che John stava ancora cercando in giro.
-John?-
-Ragazzi ho trovato dei granchi!-
-Oh oh!- Hercules corse verso Washington
-Scusi- Borbottò prendendo del filo da pesca, un retino, secchio e qualche esca.
-Tiriamoli sù!-
Alex sorrise, era una cosa che faceva spesso da bambino.
Alla fine bastava legare le esce ai fili e poi quando si agrappavano li prendevi con il retino e infine nei secchio. 
-Non sapevo neppure ci fossero i granchi qui- Borbottò Gilbert, facendo legare il filo al su ragazzo, col cavolo che avrebbe toccato lui i vermetti. 
-Oh, no, è abbastanza comune ci siano granchi anche nei fiumi, così come anche i gamberetti o altri crostacei- Rispose John, tirandone su uno per poi metterlo nel secchio.
-Oh, io e mio fratello da bambini stavamo ore sugli scogli a prenderli-
-Hai fratelli Alex? Oltre Gilbert-
-Mhh, Yeah, si chiama James, ma non lo vedo da quando è mancata mamma, quindi non so dirvi molto a riguardo.-
Gil sorrise -Beh, ora hai me come fratello, no? Cosa c'è di meglio del vostro lancillott-  Il ragazzo impallidi quando Herc gli poggiò uno dei vermetti sul naso.
-T-Toglimelo!-
-Non urlare o ti entra in bocca.-
-Herc ti prego!- 
Il più robusto dei due rise di nuovo, lanciando via la povera esca e dando un bacetto alla guancia del ragazzo.
-Dai scherzavo-
-Odio le cose viscide lo sai!-
-Ieri hai preso un Opossum pabbioso in mano!-
Alex rise -A quando il matrimonio voi due?-
-Non so, a quanto quello tra te e John?- Rispose il francese facendogli l'occhiolino 
A quelle parole il ragazzo riccio fece cadere il secchio con i granchi.
-Merda!-
Alex si grattò dietro il collo. -F-Fa nulla John, li avremmo liberati comunque dopo...-
-Yeah...- I due si guardarono per qualche secondo imbarazzati


-Ragazzi, si sta facendo tardi, datevi un asciugata e torniamo al campo-
-Ehh? di già?- Borbottò Alexander, al contrario di quel che pensava ieri, si stava divertendo.
-Su,su, così pranziamo e sistemiamo le cose, domattina si torna a casa.-
I ragazzi sospirarono, uscendo dall'acqua e mettendovia le cose che avevano preso e rivestendosi.
Tornati al campo i ragazzi mangiarono qualcosa, affamati come erano perfino il cibo in scatola era delizioso.

Alex si sedette di nuovo accanto a John, curioso quando lo vide tirar fuori un blocco da disegno i una matita, rimase in un raro silenzio da parte sua, mentre lo osservava disegnare. I granchi e i pesci di poco prima per la precisione, ma erano di un realismo tale che parevano usciti da un libro.
-Sei bravissimo- Mormorò, e l'altro arrossì -S-So solo disegnare animali però, e uhm, piante, ma per il resto non ne ho idea, non chiedermi di disegnare una persona- Ridacchiò. Ma ad Alex bastava anche solo vederlo così
Il resto della giornata fu simile a quella precedente, ma a questo giro tutti crollarono subito da sonno, perfino Alexander, erano cotti.


---

La chiesa si stava svuotando piano piano dopo la messa domenicale, tra le varie persone vi era anche Aaron, che si stava stropicciando gli occhi, cielo come avrebbe voluto restare a letto, ma con suo nonno era un impresa difficile. Beh, se c'è l'avesse fatta sarebbe tornato a dormire a casa.
-Aaron vai già a casa?- Domandò il ragazzo biondo avvicinandosi.
-Ehy Sam, yeah, ho ancora sonno, sono stato sveglio fino a tardi ieri sera. Tu non torni a casa?-
-Ah, sì, ora andavo pure io- Samuel si grattò la guancia, cercando di attaccare bottone.
Aaron sospirò, non si parlavano più come una volta ma lo conosceva. -Cosa volevi dirmi?-
-Ah, volevo parlarti un attimo di una cosa..-
Aaron fece cenno al ragazzo di seguirlo.
-Parliamo per strada- borbottò uscendo dalla chiesa
-Oh, ok, v-va bene...-
Ora, Aaron non odiava Samuel, anzi, era un ragazzo tranquillo, anzi fin troppo, teneva alle regole in maniera quasi esagerata, che fossero quelle di scuola o religione, ma non poteva smentirlo, il ragazzo era stato cresciuto da un pastore. Anche di aspetto il ragazzo non si distingueva, vestiva sempre in maniera semplice e aveva la personalità di un pezzo di pane.
-Allora, che c'è?- Domandò Aaron
-Ecco...Insomma, veniamo tutti e due da una situazione simile, però tu hai detto che non vuoi lavorare in chiesa, vero?-
Il ragazzo scosse la testa -Voglio studiare legge al college, lo sai già, Sam-
-S-Sì, ed io invece volevo diventare pastore come mio padre-
-Come mai parli al passato?-
-Ah, ecco, è di questo che volevo parlare! Forse non sono idoneo?-
-Samuel, sei il ragazzo più religioso che conosco. Anzi, la persona più religiosa che conosco, non ti vedrei fare altro in effetti.-
-E-E questo il punto! N-Non ho altre aspirazioni, non ho hobby, se poi non mi piacesse? Non avrei altro da fare!-
L'altro sospirò -Non andare nel panico così, hai 17 anni- - Borbottò poi mettendogli un braccio sulla spalla.
-Perché finita la scuola non ti prendi un umh, anno sabbatico? prima di scegliere cosa fare?-
-Mhhh, non so come la prenderebbero i miei-
-Magari quando te la senti ti aiuto a dirglielo, non credo che la prenderanno così male se vuoi fare qualcos'altro-
Il biondo sorrise un po' -Grazie Aaron-

-Ehy sfigati state occupando tutto il marciapiede!-
I due si girarono trovandosi Charles dietro, ma più la sorpresa di vedere il compagno di classe, era il fatto che avesse dietro qualcosa sei cani al guinzaglio.
-S-Sono tutti tuoi?- Domandò Samuel curioso.
-Nha, mamma è allergica, ho trovato un lavoretto come dogsitter-
-Oh, è molto gentile da parte tua-
Il morò roteò gli occhi -Fottiti Sam e fatemi passare-
-O-Oh, ok, scusa- Mormorò questo andando verso la parete.
Aaron sbuffò spostandosi e trascinando il biondo con se.
Appena andato via Lee, Aaron guardò di nuovo Sam -N-Non ti scusare se ti tratta così-
-B-Beh ma stava lavorando, magari era in ritardo e-
Il ragazzo con i capelli corti roteò gli occhi -Lasciamo perdere.-

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-Il bagno è mio!- Gilbert entrò nell'appartamento di corsa, seguito dal fratellastro.
-E-Ehy!- Alex lo seguì per poi fermarsi con il fiatone per aver corso sulle scale.
-Ciao ragazzi- Sorrise la donna entrando in soggiorno, sembrava che quei due giorni a casa da sola le avessero fatto bene vista la pelle lucida che aveva, ma probabilmente non sarebbe durato tanto visto che i due ragazzi avevano già infangato casa.
-Signora Washington-
-Divertiti?-
Alex sorrise e annuì, non lo avrebbe detto, ma sì si era divertito. -Tanto, miss-
Poi si fermò sentendo il telefono squillare di continuo da diverse app.
-Ah! La wifi finalmente!- Tirò fuori il telefono cominciando a scirvere e rispondere a messaggi vari che si erano accumolati.
Ok, essere fuori era stato divertente, ma internet e il condizionatore erano molto meglio.
  
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