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Autore: hogvwartss    14/06/2018    1 recensioni
Questa storia descrive la vita di Hermione Granger da quando riceve la sua lettera per Hogwarts fino a quanto viene smistata - con sua grande sorpresa - in Grifondoro e fa la conoscenza di Harry e Ron.
Inizialmente, ricevendo la lettera, la ragazzina è spaventata e felice, non sa cosa fare, non sa cosa sarà della sua vita; i suoi genitori non reagiscono altrettanto bene.
Al Paiolo Magico, fa nuove conoscenze e da lì, la sua storia comincia...
I personaggi potrebbero sembrare OOC.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Era appena suonata la sveglia quando la ragazzina, la stessa che una settimana fa aveva scoperto di essere una strega, si alzò dal letto velocemente, infilandosi le pantofole e correndo verso la cucina. L'emozione per la giornata a venire era troppa e non sapeva come contenere la sua felicità immensa.

I suoi genitori, un poco restii, avevano accettato il fatto che la loro figlia fosse una strega anche se non capivano ancora bene come questo potesse essere accaduto. Nemmeno Hermione stessa riusciva a spiegarselo: in qualunque libro in cui aveva cercato, non c'era traccia di Hogwarts o dello strano stemma che aveva visto sulla lettera - che ora conservava gelosamente dentro il cassetto del comodino -. Per quanto si fosse sforzata di fare qualche altra magia, non ci era riuscita, non sapendo come fare: l'unico momento era stato qualche giorno prima, quando arrabbiata per un motivo estremamente sciocco, le si era rotta la biro che teneva tra le mani.

La cucina era stranamente silenziosa mentre i suoi genitori, già svegli da un po', facevano colazione con un semplice caffè e una fetta di toast. Nei loro sguardi c'era preoccupazione e ansia, diversamente da quelli della ragazzina, illuminati dalla gioia e dall'emozione.

"Buongiorno!" disse pimpante Hermione mentre prendeva dal frigo la bottiglia di acqua per versarla in un bicchiere. "Siete pronti per oggi?"

Il padre le sferrò uno sguardo un poco arrabbiato, ma le rispose con dolcezza. "Tesoro, vestiti che andiamo..."

La ragazza finì di bere la sua acqua e corse in camera: era troppo emozionata per mangiare, al massimo si sarebbe infilata una mela dentro la borsa e l'avrebbe mangiata a Diagon Alley. Quel posto, già da nome, le dava un senso di magico, qualcosa di totalmente differente dal mondo normale. Non c'era, perciò, troppo tempo da perdere: velocemente, si infilò un vestito estivo, pieno di fiori gialli che facevano risaltare la pelle scura e delle scarpe argentate.

"Sono prontissima!" disse lei scendendo le scale, mentre nel suo volto c'era un enorme sorriso, mai visto prima nel viso della ragazza. Per i genitori, Hermione era una ragazzina studiosa e abbastanza solitaria, a volte un poco saccente e vederla sorridere di pura felicità - per qualcosa che non fossero i voti scolastici - era estremamente raro. 

Jonathan e Marylise Granger, perciò, non potevano non essere felici di rimando per la figlia, anche se nel loro cuore c'era terrore. Cosa significava essere una strega? Perchè proprio la loro figlia? Avevano sbagliato qualcosa loro? Come sarebbe stata la vita di Hermione da quel giorno in poi? Quei mille dubbi si intersecavano con la paura del non conosciuto: i Granger non conoscevano nulla del mondo magico e la professoressa McGonagall li aveva chiamati 'babbani', il che sembrava abbastanza offensivo.

"Andiamo..." ribatté infine la madre, scegliendo di addobbare il suo volto con un sorriso: voleva rendere felice la figlia anche se non capiva cosa stesse succedendo e i suoi sogni notturni e non fossero cosparsi di streghe con enormi cappelli e brufoli enormi sul naso.

 

Il tragitto verso Charing Cross Road fu uno dei più silenziosi di sempre: dopo aver preso la metropolitana, la famiglia era scesa e aveva iniziato a camminare senza dire una parola. Jonathan Granger si guardava intorno, quasi sperando di non incrociare nessuno dei suoi colleghi per dover dare alcuna spiegazione - anche se gli sarebbe bastato dire 'sto facendo un giro nel centro di Londra... -; Marylise era nervosa e continuava a guardare per terra; Hermione, con la pergamena in mano che gli aveva dato la professoressa faceva strada ai genitori. 

"Dovrebbe essere qui..." disse la ragazzina osservando un grosso portone di legno, l'entrata di un pub che diceva 'Paiolo Magico'. Girandosi verso i genitori, incontrò solo i loro sguardi decisamente confusi: era possibile che loro non vedessero nulla? Come avrebbero fatto a entrare insieme a lei? Non era pronta per iniziare quella nuova avventura da sola, non ancora.

"Qui?" chiese la madre, osservando l'entrata del pub, chiuso da delle sbarre di legno. "Come possiamo entrare qui se è chiuso?"

La ragazzina osservò la pergamena, poi l'entrata del pub, di nuovo la pergamena e poi i genitori. Non aveva idea di cosa fare adesso. Per quanto intelligente e sempre pronta a trovare nuove soluzione, in quel momento non ne vedeva nessuna: il mondo che si sarebbe aperto di fronte a lei era troppo nuovo e sconosciuto. La via era semi deserta, tranne per qualche uomo in carriera che andava lentamente al lavoro.

"Di qua, tesoro, veloce!" disse improvvisamente una voce femminile mentre si avvicinava alla famiglia Granger. La donna che aveva parlato era magra, i capelli biondi corvino raccolti in uno chignon e gli occhi verdi brillanti; la figlia, invece, era un po' più in carne, con gli stessi occhi verdi ma con i capelli più chiari un po' più scuri legati in due trecce.

"C'è la fila, per caso?" chiese la donna, ormai vicinissima ai Granger. "Ah, speravo che venire durante la settimana rendesse le cose più facili..."

"I-In verità," disse Hermione, rendendosi conto che probabilmente stava parlando con una strega, la prima - dopo la McGonagall - e sicuramente non l'ultima. La cosa la emozionava parecchio e si poteva notare dal leggero balbettio della sua voce. "In verità non possiamo entrare perché i miei genitori non..."

Hermione non sapeva come spiegarlo: non erano magici? Sembrava un poco offensivo, per non parlare della parola usata dalla professoressa il giorno dell'arrivo della sua lettera. Lasciò che la donna capisse da sé e fu proprio così, perché questa sorrise tranquillamente.

"Oh, sono babbani! Per fortuna che ci hai incontrato signorinella, avresti aspettato anche ore prima di trovare un mago o strega a quest'ora del mattino..." ribatté la signora con un sorriso. Al tempo stesso, si diresse verso la porta del pub e ci si infilò dentro. "Forza, Hannah e anche tu, ragazzina: prendi i tuoi genitori per mano e portali dentro..."

La ragazzina prese per mano la madre, sempre più confusa, mentre il padre cercò di seguire la donna da solo, senza successo. Così, la mano destra di Hermione strinse quella del padre. Come se neanche si fossero mossi, ora erano dentro a un tipico pub inglese, pieno di tavoli rotondi con sedie di legno. L'unica differenza era che c'erano oggetti voltanti o che funzionavano senza l'aiuto di alcun essere umano: la scopa stava spazzando per terra da sola, mentre un bicchiere era riempito da una bevanda, mentre il barista parlava con un altro mago.

"Forza, seguitemi!" disse la donna in tono autoritario. La ragazzina, con il viso tutto rosso per l'imbarazzo, seguì la madre, invitando con lo sguardo anche Hermione e i suoi genitori: il padre avevano uno sguardo sbalordito, mentre la madre era bianca come un lenzuolo; Hermione decise di stringere loro ancora più saldamente la mano.

"Sono Hannah, comunque..." sussurrò la ragazzina mentre il gruppetto si dirigeva verso la porta sul retro del pub dove ad attenderli c'era un grosso muro di cemento rosso. "E mi dispiace per mia madre, è sempre così..."

"Io mi chiamo Hermione Granger..." rispose quell'altra, tirando i genitori verso quel muro che tanto la chiamava verso di sé. La madre di Hannah tirò fuori una bacchetta - più chiara di quella della professoressa McGonagall e molto più sfarzosa - e, toccò il muro di pietra, che dopo alcuni colpi si aprì, rivelando Diagon Alley.

  
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